Ho dato una sbirciata a questo sito, segnalato da kala qualche giorno fa: La Tana dell'Orso
Il link al sito dovrebbe essere (che cercando "La Tana dell'Orso" con google vien fuori di tutto
) questo qui:
http://latanadellorso.altervista.orgEcco, se qualcuno ha ancora dei dubbi in cosa consista il "ravanare" in Montagna, qui può toglierseli del tutto
A parte che una visita a questo sito merita solo per ascoltare il "disclaimer" audio che parte quando si accede alla pagina delle relazioni
, qui si può trovare un mix unico di vera avventura, passione e autoironia. Un modo di fare Montagna che non è da tutti, al giorno d'oggi.
Nella relazione della salita al Verzegnis (bella Montagna che ho avuto il piacere di salire anch'io, in solitaria, anche se per una via più convenzionale rispetto a quella seguita dall'"Orso" - ma comunque dalla cima mi son fatto ugualmente una bella cavalcata di cresta seguendo labili tracce di passaggio e toccando tutte le vette cosiddette "secondarie" del Verzegnis), c'è una frase che, a mio parere, riassume molto bene il modo di vedere la Montagna dell'autore:
"Non importa quanto sia difficile tecnicamente la via scelta o se sia già stata percorsa; importa che non vi siano segni di passaggio umano: niente segnali, niente ometti, nessuna traccia gps da scaricare, nessuna relazione in nessun libro o in rete. Così percorri la tua strada, hai le sensazioni del pioniere che affronta terre ignote e selvagge."
Come non essere d'accordo!
Le relazioni presenti sul sito sono ovviamente ridotte all'osso, con lo scopo di stimolare nel lettore la curiosità e la voglia di esplorare. Facendogli semplicemente sapere che "si-può-fare!" ma lasciandogli tutta la soddisfazione della scoperta esattamente come l'ha provata l'autore della relazione.
Bravo "Orso" !
Se ricapiterò dalle parti della tua "tana" terrò in debita considerazione queste tue avventure.
Buona navigazione,
dokkodo