Chissà perchè, ma dopo tutto questo tempo non vi ho mai parlato della "mia" montagna di casa: il Monte Cimone.
E dire che è la cima più alta dell'Appennino settentrionale, con la sua quota di 2165m, e che lo vedo tutti i giorni dalla finestra di casa!
Qui c'è un importante comprensorio sciistico, dove sono cresciuti campioni di tutto rispetto come Alberto Tomba e più recentemente Giuliano "Razzo" Razzoli e, quando c'è neve, per chi ama lo sci, c'è di che divertirsi.
D'estate una fitta rete escursionistica consente di fare lunghe passeggiate immersi nella natura, fra laghi, boschi e leggende locali.
Tutto bellissimo, salvo una cosa: la vetta.
Lassù, proprio in cima al Cimone, una base dell'Aeronautica Militare fa "bella" mostra di sè e occupa quasi tutta la spaziosa vetta.
Un pugno nell'occhio, bisogna dirlo, mitigato leggermente dal fatto che parte di questa installazione è dedicata allo studio del clima e dell'atmosfera, ed è riconosciuta a livello mondiale. Speriamo che dia un contributo nel capirci qualcosa in quel guazzabuglio che va sotto il nome di "riscaldamento globale".
Forse proprio a causa della vetta così deturpata non ve ne avevo mai parlato. Ieri, tuttavia, ho deciso di farci un giretto e di scriverci anche sopra qualcosa, così eccovi qua il "mio" Monte Cimone.
La preparazione dell'escursione inizia con uno sguardo alle webcam per vedere la situazione neve. Nonostante siamo solo a metà aprile, non sembra tanta, in verità.
Decido allora per una escursionistica. Niente piccozza e niente ramponi, solo i bastoncini che per precauzione porto sempre con me.
Nonostante tutti i sentieri della zona siano classificati come "E", ve n'è uno "EE" che sale dal Passo del Lupo e percorre la Cresta del Gallo fino a Pian
Cavallaro. Questo sentiero offre qualche passaggio di arrampicata di I grado, I grado superiore ed è un bell'itinerario di cresta con modesta esposizione.
Giusto per mettere un pò le mani sulla roccia, decido per questo, che mi sembra abbastanza sgombro dalla neve. Per l'eventuale salita alla vetta si vedrà in loco.
Così eccomi al parcheggio a Passo del Lupo dove, appena scendo dalla macchina, un rumore sordo e uno sbuffare attirano la mia attenzione... Sono due camosci che hanno deciso di allenarsi per la stagione degli amori e se le danno di santa ragione, troppo indaffarati per accorgersi della mia presenza. Io, da parte mia, osservo da distanza di sicurezza uno spettacolo a cui non capita di assistere tutti i giorni.
Bene, se il buon giorno si vede dal mattino, mi aspetta una giornata memorabile
Inizio a salire sul sentiero denominato "dei portatori", destinazione Cresta del Gallo. Il primo check-point è la stazione a monte dell'impianto di risalita che parte dal Lago della Ninfa.
Qui d'estate è in funzione un bar-ristoro, ma ora che non c'è nessuno il luogo è tutto per me.
Il panorama inizia ad aprirsi sulla cresta (a sinistra) e sulla vetta innevata del Cimone (a destra).
Il chiosco, appunto, non c'è, ma in compenso sono già pronte per la stagione estiva le vetture per il "FunBob", mezzi su monorotaia con i quali i passeggeri si divertono a scendere per quasi un kilometro un percorso definito "mozzafiato". De gustibus...
Ora imbocco il sentiero che conduce in cresta, denominato sui cartelli "per esperti".
La traccia è stretta ma sgombra di neve, ancora presente a questa quota solo sulle piste.
Mano a mano che si sale e si inizia a uscire dal bosco, la cresta si svela interamente alla vista.
Come già detto, l'itinerario presenta qualche salto roccioso non attrezzato con passaggi in arrampicata di I/I superiore. La roccia è buona ma il fondo spesso non è il massimo, quindi, vista anche l'esposzione di qualche tratto, occorre fare attenzione.
Il primo risalto roccioso è anche quello più impegnativo per cui, in caso di difficoltà in questo punto, meglio invertire subito la direzione.