Sono trascorsi quasi due anni dal mio primo scritto su queste pagine virtuali, "Neve pesante".
Una salita e un racconto che ricordo sempre con dolcezza e un pizzico di nostalgia, questi miei al monte Spigolino, panoramica cima del "mio" amato crinale Tosco-Emiliano.
Ma il bello delle Montagne è che Esse sono sempre là, pronte ad aspettarci e a regalarci nuove emozioni, senza chiedere niente in cambio se non un pò di rispetto.
Immote ma tutt'altro che immutabili, le puoi trovare ad accoglierti agghindate nei modi più disparati.
Dalla primavera, con il suo verde rutilante, implicita promessa di un'intensa estate, all'autunno, quando infine gli arcobaleni si posano sui pendii addobbandoli con tutti i colori dell'iride.
E poi c'è l'inverno, con le cime che si vestono di bianco come trepidanti spose nel loro giorno più bello...
...o almeno così dovrebbe essere, visto che quest'anno in Dolomiti la neve non vuole ancora farsi vedere.
Il che rende le condizioni cosiddette "invernali", alquanto particolari per quei luoghi.
Ma qua da noi, invece, la neve c'è. Eccome se c'è!
Così consulto i moderni aruspici: Meteomont per le condizioni della neve e ARPA per le previsioni meteo.
Ed ecco il vaticinio digitale: tempo soleggiato, venti deboli, basse temperature, circa 40cm di neve a quota 1200m e rischio valanghe a livello 2 su tutto il settore emiliano-centrale.
Ottimo! Ci sono tutte le premesse per una bella escursione dalle parti del "mio" crinale.
Le alternative in zona sono tante, se si è opportunamente equipaggiati.
Si, perchè le condizioni della neve qua in Appennino possono essere le più disparate. Cambiano a seconda dell'esposizione dei pendii, se ha fatto vento, se c'è stata la nebbia, la rifusione e mille altre variabili.
Quindi si va sempre con ciaspole, ramponi e piccozza al seguito, che può capitare di sprofondare in neve soffice fino all'ombelico così come di dover attraversare la placca ghiacciata più dura e liscia che si sia mai vista.
Ma se la scelta è ampia, appena arrivo al Cavone non c'è storia. Lo sguardo mi cade subito sull'affilato profilo dello Spigolino e sul suo bel crinale, così la decisione è presa: oggi sarà "Spigolino revival".
La salita allo Spigolino per la cresta nord non è di certo la cosa tecnicamente più complessa che si possa fare da queste parti, tuttavia regala sempre belle emozioni e con le condizioni della neve di quest'oggi sono sicuro che nel tratto finale, quello più ripido, ci sarà di che divertirsi.
Allora salgo dal Cavone e arrivo alle stazioni a valle degli impianti di risalita, dove mi accoglie la solita cacofonia diffusa dagli altoparlanti dei vari bar-ristoro al servizio degli sciatori. Qua sembra andar di moda un noto strimpellatore rock e mi son sempre chiesto il motivo per cui si debba fare tanto baccano per potersi divertire, mentre io della Montagna apprezzo moltissimo il silenzio.
Ma al Corno alle Scale c'è spazio per tutti. Basta fare qualche centinaio di metri e aggirare un versante per poter continuare a ciaspolare in santa pace.
Il sentiero estivo punta ai pendii sotto lo Spigolino per poi salire verso il Cengio Sermidiano e il Passo del Lupo.
Raggiunto il limitare del bosco, si abbandona la traccia e si affronta direttamente il pendio ripido usando bene il ramponcino anteriore delle ciaspole, cercando di guadagnare il crinale senza sprecare troppe energie.
Mi ricordo di aver fatto parecchia fatica, qua, l'altra volta. Ma oggi, nonostante lo zaino più pesante di un paio d'anni, arrivo sul crinale e inizio a risalirlo che quasi neanche me ne accorgo.
Uno sguardo indietro e vedo che sono già salito parecchio.
Difatti oramai sono al tratto finale, quello più ripido. Qui la pendenza sarà intorno ai 50 gradi e le condizioni della neve sono davvero perfette come mi aspettavo, bella ghiacciata, anche se qualche sastruga mostra come abbia tirato parecchio vento.
Via le ciaspole e i bastoncini e arriva finalmente il turno dei ramponi e della picca.
Non c'è traccia e occorre valutare bene come procedere nella salita piantando altrettanto bene la picca e le punte anteriori dei ramponi, che se si scivola qui, tanti saluti a tutti.
Molto bello questo tratto in queste condizioni. Abbastanza tecnico seppur breve, così da dare la giusta quantità di "pepe" a questa salita senza tuttavia creare eccessivi patemi (almeno, a me ).
Sotto alla cima la pendenza diminuisce e si arriva così in vetta, con la croce che emerge a fatica dalla neve e da dove si gode il panorama verso la pianura.
Qua è d'obbligo avvicinarsi al bordo (ma non troppo, ocio! ) per dare un'occhiata dall'alto al crinale appena percorso.
Più indietro le stazioni a valle degli impianti di risalita e ancora più in basso il Cavone da dove sono partito questa mattina.