Approfittando di questo momento di calma del forum vorrei condividere con voi quest'escursione che in realtà ho fatto quasi un paio di mesi fa, quando non ero ancora nel forum, ma che mi ha lasciato molti ricordi e insegnamenti.
Cominciamo...
La terza settimana di Settembre ho fatto una settimana di stage al Parco Naturale Adamello-Brenta, una delle settimane più belle della mia vita, il lunedì il programma prevedeva la salita al ghiacciaio d'Agola per lo studio di aspetti geologici e glaciologici.
Finalmente, non vedevo l'ora di fare quest'escursione
così alle 6:30 con le prime luci dell'alba parto dalla Malga Valagola (1580 m), dove alloggiavo, in compagnia di alcuni ragazzi che facevano con me quest'esperienza e di una guida alpina del parco (o per meglio dire accompagnatore di media montagna che altrimenti si offendono ).
Scavalchiamo la collina di origine morenica dietro la malga e costeggiamo il lago di Valagola, uno dei pochi del gruppo del Brenta vista la natura carsica del suolo.
Ah, dimenticavo che questa è la prima volta che mi avventuro nel gruppo del Brenta, del quale prima avevo solo sentito parlare e poco tra l'altro, per cui nella mia testa me lo immaginavo come una brutta copia delle altre Dolomiti, e invece..... vi dico già che in un giorno questa idea sarà completamente stravolta.
Comunque oltrepassato il lago cominciamo la salita nel bosco immettendoci nella Val Nardis che in circa un'ora porta ad una piana erbosa a circa 1850 metri che i locali chiamano Lac Sciut (non sono certo si scriva così) perchè a quanto pare in passato vi era un piccolo lago..
Da qui si vede bene il rifugio XII Apostoli che però si trova in cima ad un muro di roccia alto 600 metri
e vabbè, continuiamo a salire, intanto la guida ci spiega varie cose sulla morfologia del luogo, sulla flora e sulla fauna e ci annuncia che al ghiacciaio troveremo una persona... alquanto misterioso...
saliamo tra i mughi dapprima su un terreno moderatamente pendente, poi la pendenza aumenta e si arriva alla cosiddetta Scala Santa: un tratto di sentiero tra mughi alternato a roccette (I grado) attrezzate con fune metallica che in breve porta al pendio detritico soprastante dove meravigiose vedute su Presanella e Adamello si aprono di fronte a noi
I ghiacciai dell'Adamello sono davvero enormi e avendo io un debole per i ghiacciai rimango per qualche istante estasiato
Inoltre il vento sta muovendo la neve caduta il giorno prima sulla Presanella creando questi bellissimi effetti
Intanto sopra di noi si ergono maestose guglie
e il rifugio si avvicina sempre di più e con esso la chiesa scavata nella roccia...
Passiamo da ghiaione a roccia compatta e ad un certo punto lasciamo il sentiero per seguire la morena laterale del ghiacciaio d'agola (anche se qui del ghiacciaio non c'è neanche l'ombra)
la morena diventa subito ripida e intanto noi sbuchiamo in paradiso
tra le rocce trovo anche una stella alpina
pian piano appare tutto il vallone scavato dal ghiacciaio ma questo non si fa ancora vedere
Ma poco dopo comincio ad intravederne qualche angolo
una volta raggiunta la quota della morena che corrisponde circa a quella del fronte del ghiacciaio traversiamo in direzione di quest'ultimo (che non vuole farsi vedere), però alla fine giriamo l'angolo e.... esplodo letteralmente di gioia
mi allontano dagli altri e mi fiondo sul ghiaccio a osservare da vicino....
Noto anche che il ghiacciaio è un colabrodo, è pieno di ruscelli che, con fragore, ricoprono la superficie del ghiaccio
vedo avvicinarsi anche una figura che scende il ghiacciaio con i ramponi, si avvicina a noi e si presenta, è un meteorologo del Trentino che collabora con il parco e fa analisi sui ghiacciai della zona (che lavoro da sogno (per me )). comincia così a spiegarci i vari modi di operare sul ghiaccio e come effettuano le misurazioni di spessore del ghiaccio, bilancio di massa, ecc. non sto qui a spiegarvi tutto ma qualcosa ci vuole:
la guida mi ha promesso che questa mia foto verrà usata nei depliant e guide turistiche del parco per generazioni
Vi presento il signor Carotatore a vapore, che permette di perforare il ghiaccio per 5/10 metri in modo da inserire le cosiddette paline ablatometriche(dei semplici pali di ferro) che man mano che si scioglie il ghiaccio restano scoperte e segnandole periodicamente è possibile determinare lo scioglimento superficiale del ghiacciaio.Per farvi un esempio il glaciologo ci ha spiegato che ad inizio agosto era andato a misurare il ghiacciaio, la neve invernale era già scomparsa e aveva segnato una palina, quel segno quando l'ho visto era scoperto per 1 metro e mezzo.... significa che in un mese il ghiacciaio ha perso UN METRO E MEZZO di spessore
Comincio già a vedere il ghiacciaio con un occhio più malinconico
insomma, se guardiamo bene il ghiacciaio fa veramente pena, basta guardare le morene dove si trovano ora per capire che la vedretta è praticamente scomparsa, a detta della guida sarà difficile che scomparirà definitivamente perchè le valanghe che lo alimentano continueranno ad esserci, ma di certo si ritirerà ancora molto.
ringraziamo il glaciologo e ci allontaniamo, in cuor mio nutro una certa tristezza per quello che ho appena visto ma, d'altronde come ci spiegherà la guida da lì a poco, è tutto un ciclo, la Terra si raffredda e si riscalda a cicli e prima o poi il ghiacciaio tornerà ad aumentare anche se di certo se non ci fosse stato lo zampino dell'uomo sarebbe scomparso forse tra 2/300 anni...
vabbè cerco di non pensarci e di godermi il panorama perchè le dolomiti di Brenta si stanno rivelando veramente straordinarie.
Ci fermiamo a pranzare sulla morena al ritorno e io ne approfitto per scattare qualche foto:
La vedretta di Prato Fiorito, che fa ancora più pena di quella appena vista
il rifugio e la cima XII Apostoli
dopo il pranzo continuiamo a scendere e incrociamo il sentiero che porta al rifugio. Una volta arrivati ci fermiamo per una fetta di dolce e ci fermiamo a fare due chiacchiere con Aldo il gestore, una persona veramente simpatica e direi saggia, dopo che ci racconta di aver salito la presanella circa 60 volte e di scendere al lago asciutto (600 metri di dislivello) in 25 minuti restiamo a bocca aperta... (soprattutto dopo aver capito che è oltre i 60 anni).
Lasciamo il rifugio e ci dirigiamo verso la chiesa nella roccia distante 10 minuti dalla struttura (il sentiero è accompagnato da cordino metallico). La chiesa, scavata a colpi di mine negli anni 50 o 60 non ricordo, è dedicata a tutti gli alpinisti morti in montagna, qualche esempio:
affacciandoci alla ringhiera della chiesa assistiamo all'arrivo dell'elicottero del soccorso alpino del Trentino che preleva il glaciologo, la sua attrezzatura e
la deposita al rifugio
Torniamo indietro e cominciamo a scendere dirigendoci verso la val di sacco, parallela alla valle di salita. in testa a questa valle si trova la vedretta dei 12 apostoli (uno più deprimente dell'altro questi "ghiacciai")
e i famosi 12 apostoli
Cominciamo quinidi a scendere per ghiaie in divertenti corse e arriviamo ai prati sotto la pala dei mughi da dove avvistiamo un branco di 12 camosci (qui è pieno ma sono troppo distanti per essere fotografati). qui lasciamo il sentiero principale e ci immettiamo in una traccia di cacciatori che ci riporterà al lago asciutto.
Da qui scendiamo alla Malga Valagola per la stessa strada dell'andata.
Considerazioni:
1. Il gruppo delle Dolomiti di Brenta è INCREDIBILE, e non oso immaginare come sia tutta la parte che non ho visto Ci tornerò di sicuro al più presto
2. Ho toccato con mano le conseguenze del riscaldamento globale e ho imparato a non arrabbiarmi più se i ghiacciai si stanno sciogliendo ma a godermi quel po' che rimane
Ringrazio ancora il Parco Adamello Brenta e la mia scuola per avermi dato l'oportunità di fare tutto questo
Ringrazio Giuseppe la guida che ha saputo insegnarmi e rendermi consapevole di un milione di cose in un giorno solo.
E... basta non sono bravo nelle conclusioni