Strada degli Eroi e Sentiero delle Creste 30/10/2016
Dolcetto o scherzetto?
Lo scherzetto mi arriva sotto forma di previsioni meteo spettacolari per l' ultimo weekend di ottobre: neanche una nuvola e temperature primaverili.
Scherzetto perché ormai consideravo finita la stagione: scarponi, zaino e materiali vari già puliti e messi via, e invece...
Bon, con una previsione del genere tiro pacco ad alcuni amici con cui avrei dovuto far serata sabato (tanto poi mi son rifatto domenica e lunedí ), preparo tutto e domenica mattina parto verso Passo Pian delle Fugazze. Il traffico non è molto, quindi per strada posso godermela senza patemi, anche se a pochi tornanti dal passo trovo colonna e... macchine parcheggiate in ogni buco!!!
Riesco a parcheggiare per una botta di kulo indecorosa, ma mi sto già facendo un' idea di cosa troverò su...
Questo giro è quasi un pellegrinaggio, visto che all' andata seguirò la Strada degli Eroi, al ritorno il Sentiero delle Creste, entrambi itinerari realizzati dai nostri Militari durante la Grande Guerra.
Proprio per questo motivo, comincio con una visita al cippo commemorativo della Brigata Liguria, che sul Pasubio si distinse particolarmente
Mi avvio lungo la Strada della Val di Fieno, il cui inizio è segnato da una pietra miliare
e subito ricevo il benvenuto dai colori dell' autunno, adeguatamente completati da un cielo che sembra quasi finto
Dall' altro lato della valle si fa vedere il Carega, con le sue pareti solcate da canaloni e vaji
e piú spostato il Sengio Alto, una piccola perla che avevo scoperto due anni fa
La strada, nata fin dall' inizio come carrozzabile per portare i rifornimenti al fronte, è comoda e sale molto blandamente, permettendo di godere dei meravigliosi colori autunnali
cosí, passeggiando blandamente, arrivo alla piccola Malga Val di Fieno, immersa in una tavolozza di colori
la strada prosegue, ed i colori si fanno sempre piú spettacolari
Superata la malga, la strada inizia a farsi un filo piú pendente, mentre in fondo compare il Soglio dell' Incudine
Continuo il mio passeggio, con la testa che a volte si perde nei suoi pensieri, a volte si perde nel mare dei colori
ALT! FERMI TUTTI!
Cos' è quel bianco che si vede in fondo??
Guardo meglio...
sono Adamello e Presanella che spuntano da dietro il Doss di Fieno e La Sentinella
Grandioso!
Dopo almeno 5 minuti imbambolato tra cielo blu, lontani ghiacciai bianchi, e boschi millecolori, mi rimetto in marcia puntando verso il Soglio dell' Incudine, cui ormai si è affiancata anche Cima Palon con la sua caratteristica caserma poco distante dalla cima
Arrivo cosí al piazzale della Galleria D' Havet
da cui si ha una bella visuale sulla valle sottostante e sulle montagne dirimpettaie
Mi fermo qualche minuto a riposare su questo crocevia di sentieri, dopodiché mi avvio lungo il sentiero 399, logica prosecuzione della Strada della Val di Fieno
è la STRADA DEGLI EROI, costruita nel primo dopoguerra secondo i piani originari (durante la guerra era solo una mulattiera, e la trasformazione in strada era stata interrotta dalla fine della guerra) e dedicata agli eroi decorati di Medaglia d' Oro al Valor Militare sul fronte del Pasubio.
Lungo la strada è stata posizionata una serie di lapidi a ricordo di questi Decorati, tra cui
Cesare Battisti
Fabio Filzi
e Antonio Gioppi
Attraverso la galleria, non senza timore, visto che a giugno, quando avevo provato questo giro, di qua era bello e di la... non vedevo neanche dove mettevo i piedi!!
Dicevo, la attraverso con un misto di timore e speranza, e quando esco...
SBADADAM!!!!
tutta la testata della Val Canale, compreso il Cimon del Soglio Rosso, spettacolo
mentre alle spalle la pianura è avvolta dalla foschia
Tutto contento per il panorama che questa volta c' è, mi appresto ad affrontare il tratto piú spettacolare della strada
Qua infatti è interamente tagliata sul fianco della montagna
e passa giusto sotto le creste sommitali
quando dico tagliata sul fianco, intendo cosí
con una serie di gallerie e "trincee", ai lati delle quali spesso si vede ancora il tracciato della mulattiera originale
Ormai sono in dirittura d' arrivo
raggiungo il bivio col sentiero che scende la Val Canale
Ultimo tornante
ed eccomi finalmente al Rifugio "Generale Achille Papa"
La quantità di gente qua è una cosa impressionante: uno degli ultimissimi rifugi ancora aperti, con una infinità di accessi per tutti i gusti, dalle semplici strade militari, alla celeberrima Strada delle 52 Gallerie, a sentieri escursionistici e a una ferrata, aggiungi una giornata del genere, e ti si riversa IL MONDO!!!
Sedersi fuori è impossibile, riesco a trovare un posto all' interno e... ci do dentro!!!!
Dopo essermi letteralmente ingozzato (la fame quando arriva arriva ), faccio i rituali caffettino grappino e sigaretta, e sono pronto a rimettermi in marcia
Dicevo che il rifugio è al centro di un' infinità di sentieri: ecco, da questa foto si capisce meglio
Passo le Porte del Pasubio verso Malga Pasubio di Sopra, è in atto una vera e propria invasione!!!
Da qua imbocco il sentiero 105 per Cima Palón
Il sentiero, sempre a comodi tornanti, si dirige verso la parte piú alta del massiccio
ed inizialmente mi tengono compagnia i mughi, mia croce e delizia
Poi mi abbandonano, lasciando spazio alla brulleria della parte sommitale
Intanto, ormai lontano dal casino di gente, posso godermi in pace la vista su tutta la cresta che dal Cimón del Soglio Rosso scende a Bocca di Campiglia
Ultimi metri di salita
ed arrivo in vista della vecchia caserma
Ma lo sguardo viene catturato dal panorama su Sengio Alto e Carega
Supero un rudere
ed arrivo al bivio di quota 2130 circa
qua abbandono il sentiero per la cima, ed imbocco il sentiero 398 verso le creste, quasi completamente snobbato dalla massa: finalmente un po' di quiete
Questo sentiero è indicato sulla mappa tutto a puntini, in realtà la prima parte è una comoda e larga mulattiera
che passa per i ruderi di uno dei tanti villaggi militari costruiti sul massiccio
preceduto dall' imbocco sud della Galleria Zamboni, che collega il versante meridionale e quello settentrionale del Cogolo Alto
Attraverso i resti del villaggio, e punto verso il Soglio dell' Incudine, che visto da qua sembra un anonimo panettone
e arrivo a Sella dell' Incudine
Do un breve sguardo ai ruderi del villaggio alle mie spalle
poi riparto costeggiando la cupola sommitale dell' Incudine
Adesso il sentiero inizia a stringersi diventando un' ardita mulattiera, dirigendosi verso i resti di una stazione di teleferica
Dentro e fuori per una brevissima galleria (in teoria a Y, ma un ramo è murato, penso portasse ad una postazione sull' altro versante)
ed il sentiero entra nel vivo
Una piccola forcelletta regala una bella vista sulla parete dell' Incudine: ricordate che prima sembrava un anonimo panettone?
Beccatevi l' altro lato allora!
mentre alle spalle il panorama spazia sui pendii che scendono da Cima Palón e sulla cresta orientale (quella delle famose 52 gallerie): spettacolo
Mi rimetto in marcia con visioni che sembrano quasi fuori dal mondo
ma tra un tornante e l' altro trovo pure il tempo per un selfie
Ora si prosegue lungo i fianchi della cresta che scende dall' Incudine
con un ambientino tutto da godere
Eccoli! tornano i miei AMATI mughi!
Mentre mi allontano, vedo che alle mie spalle l' Incudine ha ripreso le sembianze che le spettano: ad un versante erboso e piacevole ne contrappone uno roccioso e verticale
Tra un mugo e l' altro, il sentiero comincia a tranquillizzarsi
quello che non si tranquillizza, invece, è l' ambiente davvero selvaggio di questo posto, non me lo sarei mai aspettato
Scendo ad una selletta, mi giro e TIÉ, guarda che roba
Dalla selletta faccio l' ultima - breve - risalita
da qua in poi sarà tutta discesa!
Una tavolozza di colori, con in mezzo il puntino della Malga Val di Fieno, mi dice che sono quasi arrivato alla strada militare
ed infatti eccomi in breve al piazzale della Galleria D' Havet
Stamattina ero salito per la strada militare, adesso invece scenderò per il sentiero 179, che ne taglia i tornanti.
Prima di abbandonarla saluto un' ultima volta l' Incudine
Poi mi fiondo giú per il sentiero
che presto si infila nel bosco, per uscirne solo nei brevi tratti in cui incrocia la strada, immersa nello spettacolo dell' autunno
Dentro nel bosco, e fuori di nuovo all' altezza della piccola malga
Poi rientro, ed il percorso sarà tutto nel bosco fino al "viale alberato" che, idealmente, segna la fine della strada
I colori autunnali sono qualcosa di immenso, quasi quasi devo ringraziare il nebbione che mi ha mandato in malora questo giro a giugno