FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Percorsi non attrezzati,su roccia od in ambiente Alpinistico.

Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda FaFo » 31/08/2016, 19:14

Blitz ha scritto:Altra cosa: in un altro forum, dopo aver letto questo racconto, due persone si sono aperte ed hanno raccontato le loro coglionate (ovviamente non parliamo di infradito sul ghiacciaio o altre amenità simili, quelle si sono da impalare): penso siano state le cose piú belle ed utili che abbia mai letto, perché a mio avviso la vita è un continuo apprendimento ed una continua crescita.


Eccoti la mia coglionata più grossa: quattro/cinque anni fa in Novembre stavo salendo a cima Palon dal passo pian delle Fugazze.
In settimana aveva nevicato un pò ed in effetti verso la cima cominciai a pestare neve ma, arrivato esattamente dove ci sono i ruderi della vecchia caserma, la neve da bella farinosa mi si si presentò all'improvviso come una lastra di ghiaccio. Ma ormai mancava poco alla cima: solo un breve traverso!
Osai e, a onor del vero, arrivai in cima ma subito mi resi conto di aver rischiato molto, troppo......................... il giorno dopo morì un escursionista scivolato lungo il canalone del sentiero che dal rifugio Campogrosso sale verso il Carega.
Però la mia coglionata mi è servita da lezione. Pochi mesi dopo salendo verso cima Carega dal Fraccaroli con amici mi impuntai quando, non molto distante dalla cima, non volli proseguire causa traverso esposto su neve. Uno dei miei amici fece tre passi sulla neve e lo richiamai:"Torna immediatamente indietro!", mi sentivo in obbligo di ammonirlo essendo il più esperto del gruppo. Soddisfazione immensa quando mi disse:"Apprezzo molto che mi hai richiamato indietro, stavo per fare una stronzata"
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda Sergio da Gemona » 31/08/2016, 20:59

Gianverd, credi davvero che il telefonino gli abbia salvato il culo?
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FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda Blitz » 01/09/2016, 7:21

Altolà! Una cosa è la paura che ti fa ragionare, e quella si che c'era, altra cosa è il panico cui immagino si riferissero Laus e Sergio.

Se parliamo di paura di smerdarsi e paura di far cazzate, la paura di cui parla anche Bruno, quella c'è sempre e guai se non ci fosse.

Se invece parliamo di panico, quello no, non c'è stato.
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda gianverd » 01/09/2016, 9:01

Sergio da Gemona ha scritto:Gianverd, credi davvero che il telefonino gli abbia salvato il culo?

Se mi spieghi come fa a chiedere aiuto completamente solo in mezzo ad una montagna, te ne sono grato.
saluti
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda fedipos » 01/09/2016, 9:26

Posso fare una nota? Abbiamo fatto alpinismo, quello vero, per 40 anni senza telefoni,internet,gps, ecc.ecc. Si allungavano i tempi, d'accordo, ma se a casa,al rifugio ecc. sapevano esattamente dove eravamo e a fare cosa, ,dopo il tempo limite segnalato partiva l'allarme e le squadre si muovevano. Quando sono da solo, la Lady sa esattamente dove,come,cosa, e se per qualunque motivo non posso rispettare il programma iniziale, torno indietro mettendo i piedi dove li ho messi all'andata. Tranquilli che mi trovano. Il problema principale dell'essere da soli è questo: basta rispettare il programma lasciato a casa e un tempo di rientro accettabile. Poi la macchina si muove. P.S. E' inteso che non si lascia verbalmente " vado a ....." Si scrive tutto,sentiri, segnavia, passi, da auto a auto.
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda dokkodo54 » 01/09/2016, 10:53

Ma ci sono situazioni, a volte, in cui il tempo gioca un ruolo fondamentale. Situazioni nelle quali, se il tempo di soccorso si allunga troppo, il soccorso si può trasformare in un triste recupero.
Senza contare il fatto che, con le sole informazioni del "dove e del cosa", le squadre di soccorso devono venirti a cercare lungo tutto il percorso, magari di notte, con maggiore dispiego di mezzi e di tempi e maggiori rischi per i soccorritori stessi.
Questo non vuol dire che lasciare detto "dove e cosa" sia inutile. Tutt'altro (che in Montagna può succedere di non avere campo, la batteria potrebbe essere scarica e mille altri salcazzi).
40 anni fa i telefonini non c'erano e si andava in Montagna lo stesso, è vero.
Oggi però ci sono.
Lasciare a casa il telefonino quando si va in Montagna non mi sembra una cosa molto intelligente. Anzi, a me "mi" sembra proprio una cazzata.

Un saluto,
dokkodo
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda gianverd » 01/09/2016, 11:38

fedipos ha scritto:Posso fare una nota? Abbiamo fatto alpinismo, quello vero, per 40 anni senza telefoni,internet,gps, ecc.ecc. .

Ok, ma sono passati 40 anni e il progresso ci fornisce strumenti che possono salvarci la vita in minor tempo.
saluti
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda Sergio da Gemona » 01/09/2016, 13:15

Caro Gianverd, Di solito uso i miei poteri telepatici.

Nel caso di specie il telefono ha consentito di chiedere aiuto in un momento di difficoltà. Il resto sono ipotesi. Da queste, trarre la conclusione che il telefono abbia salvato il culo al Bliz mi sembra quantomeno un azzardo. Probabilmente non lo sapremo mai a meno che non riportiamo il Bliz lassù senza telefono.

Caro Dokkodo, io il telefono non lo porto semplicemente perché non ne possiedo uno.

Comunque credo che il punto non sia quant'è in-utile una cosa piuttosto che un'altra.


Domenica mentre stavo salendo il pilastro del Coglians mi affianca un tipo decisamente tecnologico, capi tecnici, aggeggi elettronici dei più disparati. A un certo punto mi fissa:

ESCURSIONISTA: “Siamo quasi arrivati, mancano duecento metri alla cima”.

IO: “Secondo me almeno trecento”.

ESCURSIONISTA: “Impossibile, il mio altimetro dice che mancano esattamente duecento metri, l'ho tarato prima di partire e oggi c'è tempo stabile”.

IO: “Da come mi fischiano le orecchie credo che manchino trecentoventiquattro metri”.

Stizzito si allontana.

Poco dopo lo trovo appollaiato su di un sasso intento a mangiarsi una barretta e a bersi un bibitone non meglio identificato.

IO: “Eh già, con questo caldo ci vuole una pausetta per rifiatare prima dell'ultimo strappo”.

ESCURSIONISTA: “Ma che sciocchezze! Questa è la cima può starne certo, non c'è punto più alto, lo dice il mio altimetro”.

IO: “Mi permetta di insistere ma la cima sta là dietro... vabbe' ma faccia attenzione alle scariche di sassi, possono essere pericolose”.

ESCURSIONISTA: “ E da dove pioverebbero... dal cielo? Hahahaha!


Scendo dalla cima e mi dirigo verso il rifugio.


GESTORE: “ Cos'è successo lassù che ho visto l'elisoccorso?”.

IO: “ Un tizio si è tolto il caschetto e fatalità è stato investito da una scarica di sassi”.

GESTORE: “Un altro che pensava di essere arrivato in cima?”.

IO: “Già”.



Il resto della storiella sta dall'altra parte.
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda dokkodo54 » 01/09/2016, 19:14

Mah, se davvero è tua abitudine partire "senza una meta", forse è meglio che te ne compri uno :lol:
Ti consiglio di non dare il numero a nessuno e di tenerlo spento. In questo modo è quasi come non averlo, e ti eviti anche le radiazioni.
Ma, nel caso, potresti essere anche in grado di chiamare soccorso per gli altri (che anche questo può succedere, eh!)

Un saluto,
dokkodo

P.S. Molto interessante la tua storiella. Forse è per questo che non ho mai sentito la necessità di portarmi l'altimetro :lol:
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Re: FARE I CONTI CON SÈ STESSI

Messaggioda fedipos » 01/09/2016, 19:37

Volevo segnalare ,in relazione al post precedente del di lui sapiente, che conosco un tantino tempi e metodi della ricerca sul terreno, altresì ricordo al suddetto saccente, che personalmente ne ho messo nei sacchi cerati 54, quindi continuo a sottolineare l'importanza fondamentale di sapere dove,come ,cosa, quando. Adesso se dokko la smette di pensare soltanto di insegnarmi qualcosa mi fa un favore. Prima di rispondere, ti mando dove la schiena cambia nome adesso, così mi risparmio la fatica dopo.Per Gian, vedi sopra.
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