Fra le antiche leggende che la fervida fantasia popolare ha creato e che ci sono state tramandate per la gioia del nostro spirito, ve ne sono alcune terribili e altre dolcissime.
Una di queste riguarda il monte Cusna, la seconda cima più alta dell'Appennino Settentrionale dopo il monte Cimone.
Questa cima si trova nell'alto Appennino Reggiano sopra l'abitato di Febbio, e si narra che da queste parti una volta vivesse una pacifica tribù di Giganti.
Uno di questi era solito salire con il proprio gregge su all'Alpe, dove trascorreva l'estate in compagnia di tanti uomini, pastori anch'essi.
Questi erano molto contenti di averlo come amico e lui li aiutava con piacere, svolgendo senza sforzo lavori che per gli altri invece erano faticosissimi.
Ma la ruota della vita gira per tutti, e così venne il giorno in cui il Gigante si rese conto di non averne ancora per molto.
Così salì per l'ultima volta all'Alpe, dove si distese con il respiro rotto e gli occhi spenti. E lì volle rimanere, lasciando come ultimo regalo il proprio corpo a difesa dei pascoli dalle frequenti tempeste provenienti dal mare.
Oggi egli è ancora lassù, a spezzare la furia dei venti formando il crinale del monte Cusna. E dal suo occhio ancora esce qualche lacrima che scende giù e giù lungo i canaloni fino a unirsi all'acqua del torrente Secchiello.
Così eccomi qua, in quel di Febbio, per salutare il "Gigante" approfittando di una breve finestra di bel tempo, merce rara in questo giugno piuttosto piovoso.
Sono partito presto, che le previsioni comunque non sono ottimali e nonostante la presenza del "Gigante" il meteo potrebbe crearmi qualche scherzetto.
Di fronte a me si staglia tutto il crinale che pare proprio il profilo di una persona distesa, con la vetta del Cusna, a destra, a formare la testa e il monte La Piella, a sinistra, a formare i piedi.
Niente sentieri, oggi, per la salita. Ho voglia di andare un po' a zonzo senza percorso fisso, seguendo i profili della Montagna e lasciandomi guidare da Essa.
Così imbocco la pista da sci che scende dalla seggiovia di Cusna 2000 per prendere rapidamente quota, per poi lasciarla imboccando una pista molto più piccola ormai dismessa e fortemente inerbata.
Intanto alle mie spalle inizia a comparire una vista privilegiata della pianura.
Mentre davanti a me lo sguardo inizia ad aprirsi verso le solitarie praterie sotto al monte La Piella. Non posso fare a meno di immaginare il "Gigante", qui, mentre veniva a far pascolare le sue greggi.
Raggiungo la stazione a monte di una seggiovia abbandonata. Certo che anche qui in Appennino non siamo esenti dal far cazzate, e chissà cosa penserebbe il "Gigante" vedendo questo inutile orrore proprio nel bel mezzo del suo pascolo.
A me invece viene da pensare a chissà quale astronomica cifra costerebbe rimuovere da qui questo rudere, e a quanto denaro viene invece sprecato per motivi completamente futili.
Ma ci pensa la Natura a riconciliarmi con la bellissima vista del circo glaciale sotto al monte La Piella, del laghetto sottostante e delle lingue di neve che ancora scendono dai canaloni.