Dopo la maxi ravanata nelle Dolomiti di Sesto il tempo si è fermato: non il tempo dell' orologio o del calendario, ma il tempo meteo: sabato pioggia, domenica pioggia, lunedí pioggia, e avanti cosí...
Poi pare aprirsi una finestra: venerdí pioggia nelle ore centrali poi miglioramento, e sabato bello il mattino, poi variabile: non posso farmi scappare gli ultimi 2 giorni utili della vacanza, e visto che non c' è due senza tre, "accendo" il terzo dei giri in sospeso da 2 anni (addirittura l' anno scorso non fidandomi del meteo l' avevo abortito scendendo anticipatamente per un sentiero che avevo programmato come via di fuga per questi casi): un giro per pascoli, forcelle e ghiaioni nel lato bellunese delle Dolomiti d' Oltrepiave.
Cosí dopo un giovedí di bagordi, venerdí con calma mi sveglio, pranzo, mi ributto in pennichella e a metà pomeriggio mi faccio portare al parcheggio de La Faghèra, sopra la rinata spiaggia di Miralago del Lago di Centro Cadore, dove adesso c' è anche un circolo nautico con corsi di kayak, sup e vela.
Parto cosí lungo il sentiero 350, direzione Rifugio Tita Barba
il sentiero inizialmente segue una ripida sterrata nel bosco, dove i mojiti della sera prima si fanno sentire
che poi abbandona diventando anche piú clemente
cammina cammina, arrivo alla prima graziosa baita
il sentiero adesso si fa più aperto, e sembra volersi aprire anche il cielo
e arrivo ai pascoli di Vedòrcia, uno splendido altopiano costellato di baite degne di un film
ancora qualche minuto di passeggio e arrivo al graziosissimo Rifugio Tita Barba, dove avevo dormito anche l' anno scorso e della cui accoglienza conservo un bellissimo ricordo
(foto presa la mattina)
le nuvole vanno e vengono, rovinando il panorama sugli Spalti di Toro, cosí mi consolo abbandonandomi a tanti vinelli con una coppia di ragazzi di Treviso che ogni anno fanno una vacanza qua in rifugio, e ad un' abbuffata che dire galattica è dire poco:
penne gorgonzola e speck di primo, e salsiccia (enorme) polenta (con la crosticina croccante) e formaggio alla pisatra di secondo
il tutto seguito ovviamente dai vari grappini d' ordinanza
Vado a dormire contento, sia per i grappini sia perché, seppure in ritardo, il cielo si è aperto: sono fiducioso per la mattina.
Suona la sveglia, metto il naso fuori, è limpido... mi avvio verso il belvedere a 5 minuti dal rifugio...
Le mie speranze e la mia attesa vengono premiate da un' enrosadira semplicemente atomica: Civetta, Pelmo, Antelao e Marmaròle sono arrossati, sotto di loro un mare di nuvole
quadretto di famiglia
carico come una molla vado a fare colazione, faccio provviste per il pranzo, e mi metto in marcia lungo il sentiero 350
che si avvia nel bosco con bella vista sui sempre spettacolari Spalti di Toro
arrivo a Campo Scorz, dove prendo il sentiero 355 verso Forcella Pian dei Laris e la Valle Anfèla
il bosco inizia a diradarsi
fino ad aprirsi su questo pascolo
dietro è cosí
con le nuvole che fanno il girotondo sulle Marmaròle
il fondovalle è completamente coperto, mentre le mucche di Casera Vedòrcia si godono il sole
quando esco dal bosco, mi trovo davanti il primo ravanamento della giornata, e di una lunga serie
quasi piacevole direi
arrivo all' ampia Forcella Pian dei Laris, con bella vista su Cima Spe
sono veramente incuriosito di cosa mi troverò davanti: l' anno scorso il panorama da questa forcella era... grigio uniforme...
mentre questa volta... BOIA CHEFFIGATA STA CRESTA!
tutto euforico mi avvio giú dalla forcella
e arrivo al bivio di Pian dei Làris
l' anno scorso qua avevo ripiegato verso un rientro anticipato per la Valle Anfèla, questa volta invece il meteo c'è, quindi via per il sentiero 372: direzione Casera Cavalèt
il sentiero se ne va tranquillo in costa, io passeggio beatamente e mi godo il panorama
questo posto è un paradiso
è un vero peccato che pochi lo conoscano...
uno sguardo indietro
e proseguo nel mio relax
piú che relax direi imbambolamento perché ogni 2 minuti mi fermo
tra una sosta e una sosta (!) arrivo in vista di Cima dei Làris e di un bizzarro gendarme biforcuto
arrivo a passargli sotto
e mi accorgo che dietro ha anche la torretta di guardia!!!
assurdo questo posto
aggirata la testata della valle, si comincia a fare sul serio: il sentiero si inselvatichisce ed inizia a salire
guardo il sentiero appena percorso
e via su a ravanare!
arrivo cosí a Forcella per Vedòrcia
da una parte la testata di Valle Anfèla
dall' altra la conca dei Cavalèt
inizio a scendere, prima tranquillamente di fronte al Monte Pera
poi piú decisamente, lungo il bellissimo vallone pascolivo
sei la che scendi in questo pascolo con la testa tra le nuvole, e di colpo SBADADAM!
ti trovi davanti le assurde strutture delle Porte di Gea
bellissima questa conca
giù in fondo c'è anche un bel ruscello
arrivo a Casera Cavalèt, non più monticata e trasformata in parte in casone di caccia, in parte in bivacco escursionistico
decido di riposare qualche minuto qua, il posto merita davvero, varrebbe la pena organizzarci un giro con dormita...
no scusa fermi tutti, ma queste?
ah ecco sono le dirimpettaie di queste
bon, è tempo di rimettersi in marcia: mi avvio cosí sul sentiero 365 verso Albergo de la Grava
passo sotto a questo bel torrione
e sullo sfondo compaiono le propaggini del gruppo del Bosconero
il sentiero adesso entra nei mughi
e un tratto in aggiramento regala questa visione "a volo d' angelo" sulla valle del Piave, quasi 2 km più in basso
mentre i colossi dell' Oltrepiave Friulano non vogliono saperne di farsi vedere e si nascondono dietro le nuvole
azz adesso si sta chiudendo tutto
vabbé incrociamo le dita perché ormai siamo in ballo, quindi balliamo!
oh ecco un bel ghiaione non poteva certo mancare ai miei panorami
sento dei fischi familiari, ed ecco materializzarsi i miei portafortuna quando li incontro il giro va sicuramente bene: sono sicuro che non pioverà
il sentiero adesso si cala nel vallone ai piedi del ghiaione che scende dal Monte Pera
e prosegue in picchiata
per poi risalire alla mugosa Forcella Per Caralte
e scendere in un bellissimo pascolo
dove però la traccia si perde nell' erba alta e in un paio di punti ripidi e scivolosi fa tribolare... passare ogni tanto a dare na sistemata no eh?
tant' è... arrivo ad Albergo della Grava dove mi fermo a riposare prima dell' ultima fatica
riposo, mangio una barretta, ne fumo una e mi rimetto in marcia: sentiero 351, destinazione Passo di Roda e Sottocastello
il sentiero inizia salendo a fianco di un bel canale
poi se ne allontana salendo per ripidi prati
per finire a infilarsi tra i mughi, che a quest' ora buttano su la loro bella dose di umidità
fortunatamente terminano presto, e il sentiero si lancia verso la parte più selvaggia della traversata
costeggiando i fianchi delle Pale de l' Aio
davanti appare la prima nebulosa visione del Picco di Roda...
entro nel vivo, un bel sentiero per coste ghiaiose di quelli che piacciono a me
spettacolo
e poi di colpo TAAAC, ti ritrovi catapultato nel verde, come se avessi cambiato dimensione
misteri delle Dolomiti
arrivo cosí al Passo di Roda
no tranquilli non devo andar giú di qua
in teoria volevo salire alla cima del Picco, ma il sentiero è tutto nei mughi, e per vedere nuvole e basta... anche no...
mi rimetto in marcia
passando di fianco a questo gendarme che segna l' inizio della breve discesa
si perché si scende solo per un brevissimo tratto nel versante di Valle Anfèla, per poi imbucarsi tra i mughi
e risalire fino a questa panoramica forcelletta
con bella vista sul Lago di Centro Cadore ed i paesi di Calalzo e Domegge
probabilmente qualcuno di voi si starà chiedendo come mai non abbia ancora ravanato un ghiaione infame DOCG...
bhe eccolo accontentato
un bel ghiaione tutto franato da ravanarsi per bene in discesa
il primo tratto è da starci parecchio attenti, mentre nel secondo, vai di gusto!
unica cosa da stare molto attenti: occhio a non superare l' uscita che è a destra, altrimenti poi bisogna tornare su, auguri
davanti intanto si sta riaprendo, ancora una volta i camosci mi hanno portato bene
bon eccomi all' uscita
che mi porta a un malefico budellino da salire
per carità, non è frananto, ma caxxo se è ripido! e a fine giro si fa sentire, soprattutto col tutore che rogna dietro alla gamba!!!
tengo duro, e arrivo a questo gendarme che segna la fine della salita
sembrano quasi fatti apposta, un gendarme per ogni valico che contorna il Picco.
arrivo in forcelletta, dove finalmente vedo il panorama riaprirsi
mi volto a guardare il ghiaione disceso pochi minuti fa
e mi metto in marcia verso il Col Pelós
e raggiungendo un cimotto dove finalmente mi fermo a mangiare il mio panino e a riposare le gambe: da qua sarà tutta discesa!
dopo essermi adeguatamente riposato, dopotutto sono in vacanza e nessuno mi corre dietro, mi rimetto in marcia lungo una costa baranciosa dal nome estremamente rassicurante: COSTA PRECIPIZIO
dopodiché il sentiero si infila nel bosco
e, alternandosi con altri ripidi tratti tra i mughi, mi porta alla Piazzoletta, dove arriva anche il sentiero della Valle Anfèla che avevo disceso l' anno scorso
dopo un breve tratto lungo la jeeppabile
il sentiero si reinfila nel bosco per l' ultima volta
arrivando alle belle baite di Pianezza
ultimi minuti e arrivo alla Diga di Sottocastello, dove verranno a recuperarmi
qua termina il mio giro, qua chiudo i conti con un bellissimo percorso che erano 2 anni che volevo fare e che l' anno scorso avevo abortito per meteo e, sostanzialmente, termina anche la mia vacanza.
Quindi, let' s celebrate tonight