Giro della Tofana di Rozes 9 agosto 2015
TOFANE
Montagne leggendarie.
Dalle imprese alpinistiche del passato, alle spericolate azioni di guerra, alle piste olimpiche, tutto qua sa di leggenda...
Eppure questa leggenda è nota solo in una piccola parte, quella rivolta verso Cortina e quella che gira attorno alla Tofana di Rozes: al di là si confonde col mistero... luoghi dove solo qualche ampezzano e qualche folle turista osano avventurarsi...
Qualche anno fa ne avevo percorso tutte le ferrate che portano alle loro cime... Lipella, Punta Anna, Aglio, Formenton, anche loro sanno di leggenda...
eppure nel momento stesso in cui completavo quel mega giro di due giorni sentivo che mancava qualcosa...
Non ero soddisfatto di averle "cavalcate", volevo passarci in mezzo...
Per la Tofana di Rozes la cosa era abbastanza semplice, il suo percorso ad anello è famoso e percorre anche la Scala del Menighel, una delle ferrate piú vecchie delle Dolomiti, ma per la Tofana di Mezzo e la Tofana di Dentro...
per loro un modo ci sarebbe, ne avevo sentito parlare come di un percorso leggendario, quasi in bilico tra mito e realtà, un sentiero che devi sgranare gli occhi per trovarlo sulle mappe perché è segnato a puntini neri piccoli piccoli, che la gente non lo veda, che non ci si vada a impegolare per sbaglio...
CENGIA PAOLINA, DOVE LA FOLLIA INCONTRA LA LEGGENDA
Dopo le ultime due stagioni "meteo-nivo-problematiche" (non è il caso di rischiare col meteo da quelle parti, né tantomeno con eventuali residui di neve nei canalini ) sento che questa DEVE essere quella buona.
Arriva finalmente il momento di partire per la vacanza cadorina, si parte domenica e il meteo da proprio ultimi strascichi domenica e poi da lunedí bel tempo per alcuni giorni.
Non me lo lascio scappare, devo approfittarne al volo, chiamo il Rifugio Giussani, c'è posto: Tofane sto arrivando
Domenica mattina ho i bagagli già pronti per la vacanza, tutta la family va in trasferta sui monti, io parto in anticipo, via in autostrada
Arrivo su, due panini al mitico Check di Pieve, dove si fermano a mangiare dei panini fotonici tutti quelli che salgono verso il Cadore e oltre, compresi numerosi VIP di cui sfoggiano orgogliosi le foto, mollo i bagagli al volo e via verso Cortina
Al Rifugio Dibona trovo parcheggio per miracolo, e fa pure un caldo della madonna
Mi preparo e via per il sentiero 442, che nel suo primo tratto altro non è che la vecchia strada militare per Fontananegra
non fai a tempo a metterti in marcia che SBADADAM, il Valón de Tofana ti spiega come stanno le cose qua
il sentiero in breve si separa dalla vecchia strada, che prosegue verso il Rifugio Giussani
già il caldo non aiuta ad andare avanti, poi aggiungi che quando ti giri hai questo spettacolo
Delirio Dolomitico
adesso il sentiero inizia pure ad inerpicare
fino ad arrivare a Sote Rozes, ovvero sotto la Rozes, e quando dico sotto intendo SOTTO!
finalmente arrivo al bivio col sentiero 404, che girando in costa porta a Forcella Col dei Bos
sempre con questo spettacolo alle spalle
Dopo la sgobbata sotto il sole posso finalmente rilassarmi un po'
speravo di godermi il panorama, ma da quel versante non se ne parla
Pelmo, Croda da Lago, Croda Negra, tutti avvolti dalle nuvole
per fortuna verso i Lagazuoi sembra essere un po' meglio...
Passo sotto al Castelletto, e al bivio per la sua galleria e la Ferrata Lipella
e di colpo mi cambia tutto, mi trovo improvvisamente in un quasi prato all' inglese
mi sto quasi preoccupando, ma l' ambiente dolomitico torna subito al suo posto mentre "qualcuno" fa capolino da là dietro... chi sarà mai?
mi sto avvicinando alla forcella, dove si vedono i resti di caserme della guerra, ricordiamoci che qua eravamo praticamente SULLA prima linea
assorto nei miei pensieri sui fatti bellici, continuo l' avvicinamento alla forcella, incrociando anche 2 fikette carucce cosa rara nei miei giri
dicevo, assorto nei miei pensieri, mi affaccio in forcella e...
i Fanes...
i Fanes...
i Fanes...
arrivo a Forcella Col dei Bos, la porta della Val Travenanzes
ai piedi del Castelletto
in mezzo a un vero e proprio villaggio di postazioni e casermette della Grande Guerra
dietro è sempre nuvolo
cosí mi avvio costeggiando l' embrione del Ru Traenanzes
lungo questa valle dei sogni per me
e degli incubi per gli Alpini che ci hanno combattuto un secolo fa...
Sasso Piramidale, Sasso Misterioso e gli altri Sassi del vallone... macigni scavati e trasformati in formidabili postazioni dagli Austroungarici...
il Castelletto da qua fa impressione
e anche la Tofana di Rozes, con il bel solco della Cengia Polín, non scherza
a sinistra poi troneggiano le cime di Fanes con la lunga muraglia che prosegue fino al Valón Bianco
come dicevo, un secolo fa questa zona pullulava di soldati, adesso invece ci sono altre sentinelle, le gran comari
continuo a camminare tra questo labirinto di massi, buona parte dei quali dovuti all' esplosione del Castelletto per la mina italiana
passeggio beato e tranquillo
e incontro questi due massi che sembrano quasi voler segnare un confine: finisce il labirinto, e poco piú in là cominciano i primi larici
prima dicevo che il Castelletto faceva impressione... da qua la fa ancora di piú
arrivo a Monte de Traenanzes, dove parte il sentiero per Forcella Casale e il Bivacco della Pace
io proseguo per il 404, con la Nemesis e la Tofana di Dentro che mi si parano davanti
due protagoniste di eventi tanto rocamboleschi quanto beffardi... Barborka si era appostato sulla Nemesis perché da là voleva piombare in testa agli italiani vendicando la presa di Forcella Fontananegra (da la il nome Nemesis), ma Carugati partendo dalla Tofana di Dentro era piombato in testa agli uomini di Barborka... pareva una drammatica gara a chi piombava in testa all' altro da più in alto...
in basso fa capolino il Casón Travenanzes, piccola baita provata
mentre in fonto a fare da quinta la grandiosa scogliera di Furcia Rossa e Valón Bianco
arrivo al bivio per la Scala del Menighel, in vista della cascata che scende dal Salto del Majariè
e in breve ne raggiungo l' attacco
Si tratta di una delle ferrate più vecchie delle Dolomiti, costruita con una serie di fittoni a mo' di scala nel 1907 da Luigi Gilarduzzi "Menighel", all' epoca gestore del Rifugio Wolf Glanvell, distrutto dall' artiglieria italiana durante la guerra e mai piú ricostruito
Come dice il nome, è sostanzialmente una lunga serie di scale alternate da cenge, alcuni dei fittoni sono piegati o laschi, ma si sale senza tanta fatica
sempre paralleli alla cascata
si punta sempre verso il cielo
ed è meglio guardare in su perché in basso... si chiamerà SALTO del Majariè per qualcosa
arrivo al lembo estremo del Majariè
e comincio a risalirlo
al sotto le incombenti pareti della Tofana di Rozes
davanti mi appaiono imponenti la Nemesis, la Tofana di Dentro, e per la prima volta la Tofana di Mezzo fanno quasi paura
alle spalle, verso Fanes e Lagazuoi, si sta chiudendo
io continuo a rimontare le ghiaie
e arrivo all' incrocio col sentiero 403 che sale dalla Val Travenanzes a lato del Salto
per chi non l' avesse capito, Majariè vuol dire macereto, ovvero gran ghiaione!
e infatti anche qua il sentiero, come nell' alta Val Travenanzes, sale tra un labirinto di massi
che anche qua sono stati trasformati in formidabili postazioni dagli austroungarici e "battezzati" dagli Alpini, il più famoso dei quali era il Sasso Cubico
Nemesis da qua sembra una punta, un dente, e ben evidenti sono la Cengia Paolina e la cengia basale con le sue postazioni
questo posto fa già impressione di suo, fate conto voi con i nuvoloni che sono arrivati adesso
ultime ghiaie
e arrivo in vista di Forcella Fontananegra e del Rifugio Giussani
Una bella doccia ci sta tutta, a seguire cena e una sagra di grappe per conciliare il sonno: domani sarà una lunga giornata.
Prima di andare a dormire firmo il registro del rifugio, destinazione: CENGIA PAOLINA https://www.vieferrate.it/forum/viewtopic.php?f=26&t=1709&p=20793#p20793