da 3DTrento » 04/06/2012, 17:08
Allora, visto che questo thread aveva carattere informativo e assolutamente non pubblicitario, vi rubo solo 5 minuti per raccontarvi l'esperienza e le emozioni di un corso di speleologia:
(per comodità scriverò serata per indicare le lezioni teorica mentre giornata per le lezioni pratiche)
La prima serata è stata introduttiva e conoscitiva, erano infatti presenti oltre agli istruttori ed aiuto istruttori molti iscritti e frequentanti gruppo speleologico. Già lì si intuivano 2 aspetti molto importarti:
- è un gruppo molto eterogeneo per età, sesso, condizione fisica (almeno percepibile)
- è un gruppo molto unito
Quindi, presentazione dei corsisti, degli istruttori e del gruppo. Somministrazione (quanto mi piace questo termine) di un piccolo questionario per conoscere le esperienze di ognuno in ambito montano e consegna dell'attrezzatura del corso (le longe e i pedali vengono fatti al momento ad hoc)
Prima giornata in palestra di roccia: spiegazione attrezzatura, metodi di risalita e discesa su corda, manovre di cambio attrezzi spiegati e rispiegati. Cè da dire ogni corsista (eravamo in 5) era affiancato da un esperto speleo per verificare le manovre. Pausa per pranzo al sacco e al pomeriggio si ricomincia. Le manovre sono diverse da quelle a cui siamo abituati e alla sera siamo stanchi morti
Seconda serata: spiegazione sui materiali attualmente usati, le migliorie attuate nel corso degli anni, i pregi e difetti di una attrezzatura piuttosto che un'altra. Accenno ai tipi di armo
Seconda giornata in palestra: Ri-spiegazione manovre, tecniche di risalita e discesa
Già qui capivamo che le cose cominciavano ad andare meglio, ci ricordavamo le tecniche e anche a volte ci incastravamo nelle corde riuscivamo a fare i vari passaggio. Nel pomeriggio ci siamo divertiti a salire e scendere tutta la parete (era circa una parete da 30 metri con 4-5 frazionamenti). Ci sentivamo pronti per la prima grotta
Terza serata: Ecologia in grotta, geologia e carsismo
qui grazie ad uno speleo esperto di geologia abbiamo appreso come si formano le grotte, a distinguere tra rocce metamorfiche, sedimentarie o magmatiche grazie anche a nomerosi campioni che ha portato
Terza giornata: finalmente in grotta!
La prima uscita in grotta verticale è stata l'abisso dei Lesi, a Bosco Chiesanuova (Veneto)
l'ingresso era (passatemi la semplificazione) un "buco nel terreno" di ca 1 metro di diametro, con una profondità di ca 30 metri ( ed era solo il primo pozzo) l'ingresso è un pò stretto, ma poi si allarga di circa un decina di metri di diametro e si scende nel mezzo. Arrivato in fondo (passando per una strettoria verticale chiamata "buca delle lettere" per le sue dimensioni) con un altro paio di pozzi da 10 e da 20 arriviamo alla "sala da pranzo". Panino ed è già l'ora di risalire. Non è facile come in palestra, e trovarsi davanti un pozzo di 30 metri un pò di soggezzione viene. Ovviamente non siamo mai da soli, le corde per scendere e salire sono doppie quindi si sale sempre con a fianco un istruttore che verifica che non facciamo qualche cappella (siamo sempre appesi ad una corda letteralmente in mezzo al vuoto, dopotutto)
Cè una grande soddisfazione nel rivedere la luce del giorno, peccato che all'uscita ci aspettava il diluvio. Pausa ristoratrice al bar del luogo e si parte per tornare a casa
Nella quarta serata ci viene spiegato il catasto grotte e come si rilieva una grotta. Non sembra facile farlo in una stanza, figurati in una grotta con fango e acqua!
La seconda uscita in grotta è stata l'abisso del Lamar, con partenza proprio al lago di Lamar. Questa grotta partiva con un bell'andamento orizzontale, in leggera discesa, con un paio di pozzi di 3-4 metri divertenti. Quando cominciamo a rilassarci pensando di avere davanti una grotta facile arriviamo al pozzo principale. Una sola parola: immenso. La luce della lampada ad acetilene o delle lampade alogene non riescono a scalfire le profondità. Si comincia a scendere nei vari frazionamenti, e a parte un passaggino orizzontale tipo ferrata (ma sospeso nel vuoto, e senza appoggi per i piedi) arriviamo quasi a metà grotta (circa a -140 metri). Pranzo ed è già ora di risalire. L'esperienza comincia a dare i suoi frutti, e senza troppi problemi (ma tanta fatica) arriviamo all'uscita. Andiamo alle macchine a cambiarci, passando davanti a numerose persone e famiglie che passeggiano intorno al lago guardandoci come se fossimo appena usciti dalla terra, per l'appunto
Ultima serata teorica, storia della speloelogia, soccorso e soccorso speleologico. Molto interessante la parte sulla storia speleologica dove, partendo dall'uomo primitivo, fino ad arrivare alla spedizione organizzata per trovare una fonte d'acqua per Trieste si intuisce cosa ha spinto l'uomo ad entrare nelle grotte. Per il soccorso era presente un membro del 118 che ha illustrato i metodi migliori per effettuare una chiamata di soccorso e come approcciarsi all'arrivo dell'elisoccorso. Un esperto del soccorso alpino e speleologico ci ha poi smontato per bene spiegandoci tempi e problematiche del soccorso speleo
Uscita di fine corso. Partenza il sabato pomeriggio per trovarci con il gruppo speleo di Ravenna, anch'essi alle prese con il corso. cena "sociale" in un museo di Asiago e nanna nei sacchi a pelo. Partenza la mattina per l'Abisso Est. Questa volta vengono fatti 2 gruppi, tenendo conto anche delle capacità individuali visto che a metà della grotta c'è un meandro molto stretto dove bisogna avere una buona mobilità e nessuna propensione al panico. ultimo pozzo di 20 metri e si risale
La particolarità di questa grotta è che arrivando da vari pozzi a quota -120 si riesce a vedere tramite un camino verticale la luce dell'esterno
l'uscita avviene tramite un interminabile pozzo da 38 metri
L'ultima uscita sarà un'allegra cena di gruppo (spero in un ristorante)
Ci sarà chi metterà quest'esperienza nel cassetto senza rimpanti e chi, come me, andrà avanti
Se qualcuno volesse, grazie a questa relazione, entrare nel mondo della speleologia, scoprirebbe un mondo nascosto fatto di ottime persone, spazi sconfinanti, dove mettendo continuamente alla prova le proprie capacità ci si continua a stupire per le concrezioni, le pozze, gli avvallamenti, le colate di terra e tutto quello che si crea dal nulla
Cè un mondo all'interno del mondo, ed è una soddisfazione immensa scoprirlo