Sasso di Valfredda - Cronaca di una via normale... poco normale
La piana di Fuciade, vicino al passo San Pellegrino, è conosciuta come una zona quasi fiabesca con i suoi tabià ristrutturati, i verdi pendii, il classico torrente che l'attraversa ed il corollario di cime che la chiudono a nord.
Meta di passeggiate turistiche dal vicino ed affollato passo è separata da una dorsale erbosa dalla parallela Valfredda che, come dal nome, presenta temperature inferiori e non solo. Quest'ultima non ha edifici turistici e/o ricettivi per cui chi ama la tranquillità ed una parvenza di isolamento può trovare piacevole risalirla.
Le due valli chiudono a nord presso la modesta altura de Le Saline ed in prossimità della propaggine sud del Sasso di Valfredda.Questo piccolo gruppo si presenta agli occhi con la sua presenza austera 'difeso' nei suoi versanti ovest ed est da lunghi ghiaioni dall'aspetto decisamente faticoso.
Con i 3009 metri della cima principale, il Sasso di Valfredda fa bella compagnia con la vicina Cima Uomo (altro 3000 in zona), con La Banca, più bassa ma pur accattivante e poco più a nord l'altro 3000 del Sasso Vernale.
E' una cima che manca... osservata e pensata in molte occasioni. Ma ben abituati a documentarci e prepararci per bene, ci siamo resi conto da tempo che seppur via normale, di normale non fosse poi tanto se ci si orienta nel pensiero a tante altre normali dolomitiche anche famose (Pelmo, Antelao, Piz Boè,ecc...).
Quindi l'aver aspettato una buona condizione fisica ma soprattutto mentale e di esperienza non può che aver fatto bene. La montagna lascia tempo... non lo brucia.
Partiamo il giorno prima, essendo saltato un precedente programma, e per non rinunciare ad una serata in rifugio torniamo ancora una volta a dormire al simpatico ed accogliente rif. Bottari poco sopra Falcade.
e ci godiamo il tramonto...
...e l'alba (goduta grazie ad un impellente bisogno fisiiologico...)
Il mattino dopo ci portiamo sotto Fuciade dove aspettiamo Koyannisqatsi e risaliamo la valle nel silenzio prima dell'arrivo delle orde turistiche
Da sinistra: Cima Uomo, Palon de Jigole ed il nostro Sasso di Valfredda ancora in buona parte all'ombra
Il ghiaione da risalire, del tipo promozionale 3x2 (tre passi sù, due passi giù)
Uno spione al centro della foto... tradito dalle corna
Forcella del Bachet, che noi salutiamo per deviare a destra
Per risalirne un'altra più corta sotto il Pulpito di Fuciade
In forcella (a quanto pare senza nome specifico) da noi battezzata forcella Pantofole di Volpe
E' il momento di mettere a frutto la reiterata lettura dell'ottima guida di Roberto Ciri, ormai memorizzata
L'inizio della via normale
Da cui un susseguirsi di traversi e ripidi pendii su esigue cengette, cornici tempestate di ghiaino e roccette 'scagliose', raramente solide
Come relaziona il Ciri, i rari ometti vanno ricercati ed il percorso in certi punti da interpretare, senza possibilità di predisporre rinvii
Raggiungiamo il primo canale ma quasi subito coperto da neve compatta
Deviazione parallela e sfalsata a raggiungere la chiusura del canale
Secondo canalino ripido ma discretamente abbordabile sulla destra, l'importante è progredire accostati
Ormai prossimi alla cima, finalmente una bella paretina quasi verticale dove fare almeno qualche passo in arrampicata!
La cima del Sasso di Valfredda
Constatata la distruzione del vecchio libretto di vetta, ne portiamo uno nuovo da lasciare sotto l'ometto sommitale
e ci godiamo il paradiso: al centro La Banca ed a destra la cima secondaria del Sasso
Cima Uomo
Dolomiti fassane ed i Monzoni
Cima Uomo, Ombrettola, Sasso Vernale e Marmolada
Cadore
Si scende presto, meglio rimanere tesi e super concentrati... ora più che prima
La paretina
e con le orecchie dritte ed il passo leggero a ritroso 'sulle uova'
Tornati in forcella Pantofole di Volpe è il momento di mollare...
Pregustando la discesa dei ghiaioni altri curiosi ci degnano di un pò di compagnia
Il resto è solo soddisfazione
Il nostro Sasso: grazie per averci accolti così benevolmente
Un piccolo grande tassello per la nostra esperienza. Un piccolo passo in un ambiente anche ostile, carognoso... ma che abbiamo cercato di dosare con umiltà, con la testa e tanta, tanta calma.