Vabbè che allora ero (più) giovane, ma dire che erano quattro doppie mi sembra una vanteria poco credibile...
Per questo mi sembra più probabile che fossero due mezze.
Quindi, che c'azzecca sta corda fra il secondo e il terzo ?
Arterio Lupin ha scritto:Tutto qua. Poco importa che siano gemelle o doppie... Ciò che il vecchio smerigliapalle voleva dire è semplicemente che c'è stata una grossa mancanza id attenzione da parte del primo di cordata. Purtroppo sono proprio queste dimenticanze sul "facile" a creare i peggiori disastri...
fedipos ha scritto:Dunque, io devo limitare le madonne agli incompetenti, giusto. Però ,caro Dokko, memorizza che sotto il profili tecnico con me non c'è spazio per nessuno.
appenninista ha scritto:Con lo scopo di far conoscere le bellezze dell'Appennino parmense propongo questo itinerario localizzato nell'Alta Val Parma.
La via alpinistica in questione la si potrebbe definire sentiero alpinistico in quanto alterna tratti di arrampicata ad altri in cui si cammina seguendo una labile traccia contrassegnata da ometti ben posizionati. Il percorso alpinistico corre lungo la Cresta dello Sterpara formata da una serie di torrioni, alture e gendarmi rocciosi. I tratti di arrampicata sono ben serviti da spit e le difficoltà variano dal II° al IV°.
Partiti dalla località Lagdei (raggiungibile da Parma passando per Langhirano, Corniglio e Bosco) si arriva in 40 minuti circa al Rifugio Mariotti al Lago Santo e si continua per il sentiero 723 diretto alla sella del Marmagna. Ad un primo bivio (cartelli) si lascia a destra il 729 e al bivio successivo, posto appena dopo il primo, si abbandona il sentiero 723 seguendo quello diretto alla Sella dello Sterpara e al Passo delle Guadine. Giunti in prossimità di un cartello con scritto "Via Alpinistica Roberto Fava" si lascia anche questo sentiero e ci si inoltra nel bosco seguendo una labile traccia che in breve conduce in un panoramico pendio cosparso di massi d'arenaria e cespugli di mirtilli. Il primo tratto di cresta è già evidentissimo e per raggiungerlo si seguono gli ometti che conducono a destra al culmine del pendio e, successivamente, ad una sella all'interno del bosco. Da qui occorre svoltare a sinistra raggiungendo l'inizio della via alpinistica (due spit di sosta). Il primo risalto presenta in successione: una breve placchetta incisa da una netta fessura, una crestina piuttosto rotta e un estetico e verticale spigolo dotato di ottimi appigli (III°; diversi spit). Dalla sommità è necessario seguire (o meglio intuire) una poco evidente traccia nell'erba che conduce all'interno di un fitto boschetto. Seguendo i puntuali ometti si giunge alla base del secondo risalto: un bellissimo torrione. Lo si scala dapprima salendo una bella e appigliata placca, a destra del filo, per poi seguire quest'ultimo con divertente arrampicata (III°-; diversi spit).
Dalla cima del torrione si scende ripidamente contornando sulla destra un risalto caratterizzato da fessure e un foro nella roccia. Dopo aver ripreso la dorsale si rientra nel bosco giungendo alla base del terzo risalto, il più impegnativo, anche se breve. Lo si supera, all'inizio, traversando delicatamente a destra sfruttando una stretta cornice, per poi salire direttamente e con un passaggio impegnativo (IV°) raggiungere un foro nella roccia da cui si vede lo spigolo sud della Roccabiasca. Si continua tenendosi appena a sinistra del filo guadagnando la sommità (IV°, poi III°; molto breve e abbondantemente servito da spit). Una pietraia, un tratto di bosco e un ripido pendio precedono il quarto risalto: un caratteristico gendarme roccioso. Lo si scala direttamente tenendosi a sinistra dello spigolo e con un passo non banale si afferra una fessura verticale che conduce fuori dalle difficoltà (III°+; molto breve; diversi spit). Dall'aerea sommità si discende con attenzione una placca per poi rientrare all'interno del bosco. Da questo momento il percorso diviene meno interessante. Proseguendo lungo la dorsale si scavalcano due alture e si giunge ai piedi del quinto risalto. Lo si sale seguendo inizialmente una friabile crestina e, successivamente, una facile fenditura (II°; roccia non buona; diversi spit). Ora non resta che seguire la dorsale e dopo aver superato una paretina, salendo la faccia destra del diedro-fessura che la incide, si arriva sull'ultima quota della cresta. Da qui si scende nel bosco (tracce e contrassegni assenti) seguendo l'ampia dorsale e congiungendosi con il sent. 723B (le carbonaie) che seguito a sinistra conduce ad un bivio: a destra si fa ritorno a Lagdei e a sinistra a Lago Santo.
Fitman ha scritto:indicativamente, i risalti, al massimo, quanto saranno alti? Per sapere che corda portare...
Grazie
appenninista ha scritto:Fitman ha scritto:indicativamente, i risalti, al massimo, quanto saranno alti? Per sapere che corda portare...
Grazie
Indicativamente i risalti non superano i 50 metri. Il primo è quello più lungo ma puoi sostare prima dell'inizio dello spigolo verticale. L'ultimo, il quinto risalto, è tra i più lunghi e anche in questo caso vi è la possibilità di sostare prima della fenditura di uscita: qualche metro di II°. Nella media i risalti saranno di circa 20-25 metri ma forse anche meno.
Fitman ha scritto:E' probabile che un giretto, sabato, venga a farmelo.
appenninista ha scritto:Fitman ha scritto:E' probabile che un giretto, sabato, venga a farmelo.
Ottimo!
Un'ultima cosa riguardo alla lunghezza dei risalti: il terzo e il quarto sono molto brevi, forse 10 o 15 metri massimo. Per quanto concerne i tempi: 40/45 min. per arrivare al Lago Santo, altri 25 min. per arrivare all'inizio della via alpinistica, mentre per la cresta la tempistica, come potrai immaginare, è piuttosto variabile.
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