da Arterio Lupin » 20/01/2015, 21:59
C'è chi va a gustarsi l a montagna a 360° come piace a lui
c'è chi va in montagna perché fa figo o perché segue altri
Questa seconda categoria rientrerà più facilmente nella catalogazioni e nelle categorizzazioni di cui a molti post di questo forum. Per intenderci quelli che vanno a fare la ferrata per dire di essere stati lì, non perché si divertono...
Quelli che salgono a Cortina perché fa figo, non perché sia bella la conca.
Quelli che vanno sulla neve perché così si deve fare, non perché amino il vestito bianco invernale della natura.
Quelli della prima categoria, invece, sono gli stessi che salgono su una vetta, passano attraverso un bosco, visitano un paesino medievale ancora conservato e sono sempre felici allo stesso modo, con gli occhi pieni di "bello" e un senso di piacere che nessuno potrà portar via o sminuire proprio perché unicamente "loro".
Se io decido di salire su una cimetta camminando e quel giorno QUELLO è ciò che voglio fare, non ci sarà NULLA che possa valere di più PER ME.
L'andar per montagna non è una gioia oggettiva, ma squisitamente soggettiva. Una vetta, un sentiero, un panorama avranno tanti significati e tanti effetti quante sono le persone che li affrontano e se li godono.
Una prova della differenza tra "degustatori dell'Alpe" e alpinioni (Fedipos ti rubo il termine)????
Andate sulla Moiazza Sud dal Carestiato salendo dalla Cengia Angelini, per scendere poi alla forcella delle Masenade e giù per tornare al Duran...
La maggior parte di quelli che incontrerete saranno persone che vi guarderanno con stupore:
"Ma come, sei salito dalla discesa?"
"Sono salito da questo itinerario..."
"Ma si sale dalla ferrata.. La Costantini.. La più dura.. Ecc. ecc. ecc..."
"Giò fatta parecchie volte..." Avevo voglia di fare un giro diverso... Lo stesso sentiero, fatto nella direzione opposta, spesso regala particolari che a farlo dall'altra parte erano andati persi..."
"Ma così ti perdi la prima parte della ferrata, quella dura, col "passaggio chiave"..."
(Ovviamente questo termine viene sottolineato ad indicare, con un ampio respiro, l'importanza del "passaggio chiave" della Costantini.
"Beh, sai, mi divertivo di più a falro vent'anni fa, prima che scavassero appoggi così comodi e la facilitassero così..."
(Sguardo tra l'incredulo e l'infastidito, che poi si guarda attorno per cercare appoggio dai compangi di salita)
"Poi, sai, le ultime volte, comunque l'ho fatta solo in discesa, viene buona quando sali una qualche via sulla Pala delle Masenade... La ferrata va bene come via sicura di discesa... "..
(Sguardo d'odio tipico di chi rosica non potendoti uccidere)
P. S.
Quella persona, a precisa richiesta, mai si era posta la questione su chi mai fosse stato Gianni Costantini... Ed i nomi di Soldà, Decima, Bonetti o addirittura di Soro Dorotei non gli risultavano noti.
Una persona che conosceva bene le descrizioni delle ferrate presenti in rete, ma nulla della storia delle montagne e dell'alpinismo...
E se non studi ciò che è avvenuto nel rapporto tra uomini e montagna, quindi se non studi l'etnografia alpina, la storia e la storia economica delle zone, per poi andare a studiare la storia delle esplorazioni e dell'alpinismo, non potrai conoscere le montagne.
Questo per il semplice motivo che non si può studiare una montagna senza il suo rapporto con l'Uomo perché è solo da quell'incontro che nascono l'Alpinismo e le Montagne così come le vediamo noi. Altrimenti altro non sarebbero che un ammasso di sassi, rocce, pietre, detriti.
E' per questa serie di ragionamenti, apparentemente senza filo logico, che invito a rileggere attentamente quanto espresso da Betto Spinelli e gli altri articoli di Sandro Gogna... Ricordandosi che, per quanto la loro opinione sia fondamentale, la vera risposta può arrivare solo da ciascuno di noi. Tenendo presente che la montagna deve essere anche sviluppata, in modo sostenibile, sia chiaro, per chi in quelle zone vive... Il giusto mezzo tra le esigenze id preservazione della natura e quelle del progresso e dello sviluppo economico...
Mi pare che davvero ci sia molto su cui riflettere.
Buone montagne
L