da artemisio60 » 18/11/2014, 22:10
Certo che ad alcuni di voi piace proprio chiacchierare, eh ?
Bello, siete intervenuti davvero in tanti, e vi ringrazio tutti per le parole di apprezzamento e per i concetti che avete espresso.
Mi piacerebbe rispondere a ciascuno di voi, ma ho paura di annoiarvi con le mie chiacchiere. Fidatevi però che ho letto ogni intervento con l'attenzione che meritava.
A questo proposito, ho ragionato sull'esempio "sciatorio" di fedipos e credo di averne capito il senso, tuttavia non so se sia applicabile al mio caso.
Nell'esempio si parla di un autodidatta, mentre io sto seguendo un corso.
Al corso, credo (spero), che uno dei compiti principali degli istruttori sia (o dovrebbe essere) proprio quello di far notare gli errori agli allievi e di correggerli, evitando quei vizi di impostazione di cui parla il nostro amico.
Anzi, esattamente da questo punto di vista, se fare le cose da autodidatta espone maggiormente al rischio di commettere errori proprio di questo tipo, andare in montagna da soli non è sbagliato ?
Adesso però ho voglia di scrivere altre immense (e istituzionali) cazzate, quindi di raccontarvi cosa è successo questa sera al corso di arrampicata. Ormai siamo alla quarta lezione e si comincia a fare sul serio.
Come al solito abbiamo iniziato con un po' di teoria: i gradi di difficoltà e la storia dell'arrampicata.
Innanzitutto un istruttore ci ha illustrato la scala UIAA e la scala Francese e spiegato il significato dei vari gradi di difficoltà.
Il motivo dell'esistenza di una doppia scala è stato più chiaro dopo aver parlato di storia dell'arrampicata e aver visto lo svilupparsi di questa disciplina dagli anni '70 ai giorni nostri.
Un argomento che ho trovato molto interessante, pieno di aneddoti e di personaggi davvero particolari con le loro scarpe da ginnastica e il loro modo di non prendersi troppo sul serio.
Mi piacerebbe approfondire, con l'aiuto di internet o meglio ancora con il vostro, se fra voi c'è qualcuno che ha seguito le vicende di quel periodo.
Poi siamo scesi in palestra per arrampicare.
E ho avuto subito due problemi: il primo è che gli istruttori hanno scelto una parete con maggiore difficoltà e il secondo è che hanno deciso di mettermi in coppia con Monika.
Ora, dovete sapere che Monika è la ragazza più carina del corso (scusa Helga, anche tu sei bellissima, ma certe verità vanno giocoforza accettate) e dovete sapere, anche, che lei non fa assolutamente nulla per nasconderlo.
Vederla salire fasciata dalla sua tuta aderente e muoversi sicura e sinuosa da una presa all'altra, mi ha fatto pensare che ha proprio ragione fedipos quando dice che "avrò sempre nel cervello l'immagine dei bei culetti delle fanciulle", anche se l'attrezzo al quale stavo pensando in quel momento non era precisamente luccicante come dice lui, e difficilmente lo userei per fare sicura.
"Oh, Donna,
chi mai fu più fortunato di me,
che di ben cinque sensi venni dotato per poterti apprezzare.
Del senso dell'olfatto, per ascoltare la melodia del tuo profumo,
del senso del gusto, per odorare il sapore dei tuoi umori,
del senso del tatto, per vedere la luce giocare con i tuoi capelli e il buio con le tue forme,
del senso della vista, per toccare l'immagine perfetta del tuo volto,
del senso dell'udito, per assaporare la sapidità delle tue parole.
Oh, Donna,
cosa sarei io se tu non esistessi ?
Nulla, nemmeno saprei il significato di esistere,
perché nessuna emozione arriverebbe ai mie sensi.
Oh, Donna,
se mi degnerai anche solo di un fuggevole sguardo,
mi farai capire di essere,
e nello stesso momento farai di me l'entità più felice del creato,
il Re dei Re".
Ma sto divagando...
Tornando all'arrampicata, la volta scorsa ci siamo cimentati (pare) su un 4b mentre questa volta gli istruttori ci hanno fatto affrontare un 5b (scusate se parlo di gradi, ma li ho appena imparati e devo fare esercizio) e la differenza l'ho sentita, eccome.
Sono riuscito a salire, alla fine, concentrandomi sui movimenti e non su Monika che mi faceva sicura, ma è stato decisamente più difficile della volta precedente (e certo non per colpa di Monika).
Non avendo molti termini di paragone, dato che sono le mie prime arrampicate, mi chiedo quale sia l'effettiva differenza di difficoltà fra un grado e il successivo, e cosa voglia dire affrontare un 6b o peggio.
Finito il turno di tutti (e qualcuno di noi non è riuscito a "risolvere" il 5b di oggi), siamo passati a una semplice parete appoggiata e gli istruttori si sono inventati uno strano tipo di progressione.
Ci hanno fatti salire slegati a un metro da terra, e fatto percorrere la parete in "traversata" orizzontale usando una sola mano, scambiando la destra e la sinistra ad ogni passo e portando l'altra dietro la schiena.
Non avevo mai fatto niente del genere, ovviamente, e mi sono reso conto immediatamente che ci vuole parecchia concentrazione.
Intanto mi veniva spontaneo usare entrambe le mani, quindi ho dovuto forzarmi per usarne una sola. Inoltre, a ogni cambio di mano dovevo essere perfettamente in equilibrio sui piedi, altrimenti la caduta era inevitabile.
Infine, come ultima parte della lezione, un'altra invenzione degli istruttori.
Siamo rimasti sulla parete appoggiata dove ci hanno fatto salire, legati, usando entrambe le mani però tenendole strette a pugno e lontane dalle prese.
Stando agli istruttori la parete è molto facile (3c, la usano con i bambini) ma dover salire senza quella rassicurante sensazione che viene dall'aver afferrato saldamente le prese con le mani è stato davvero duro.
Ho avuto paura.
Paura di scivolare con i piedi e non potersi tenere con le mani, paura che Monika non riuscisse a tenermi, di farmi male, di fare una figuraccia davanti agli altri allievi.
Mi sono fermato, solo un attimo, per ragionare e riprendere il controllo, mi sono concentrato sui piedi e sono arrivato su.
E così è terminata anche questa quarta lezione.
Cosa ho imparato e quali sensazioni ho sperimentato questa volta ?
Oltre ai gradi di difficoltà e ai personaggi spesso curiosi e mitici che hanno caratterizzato e interpretato la storia di questa disciplina, è stato davvero emozionante e una grande soddisfazione salire il mio primo 5b.
E'stata interessante anche la "traversata" a mani alternate.
Ma è nella salita con le mani chiuse a pugno che mi sono reso veramente conto di quanta strada devo ancora fare.
Dovendo fare a meno dell'uso "normale" delle mani, sono stato costretto a concentrarmi molto di più sull'equilibrio, sulla posizione del corpo e sui piedi, e secondo me la tecnica ne ha giovato.
Quando sono arrivato alla catena, la paura è andata via ma i dubbi sono rimasti.
"Cosa ci faccio qua ? Che senso ha mettersi in queste situazioni ?"
Devo metabolizzare queste domande, trovare delle risposte e decidere se è il caso di mollare tutto o continuare.
Credo che, al di là del grado di difficoltà, questa sia stata la parte più utile di tutta la lezione pratica.
Alla prossima.
Artemisio
P.S.
Come ultima cosa, vorrei associarmi all'appello di Sergio da non-ho-capito-dove: fanciulle del forum, battete un colpo, se ci siete!
Non fatevi intimidire dagli equivoci personaggi che popolano questo luogo virtuale di incontri (e scontri), non sono poi così terribili.
Perciò, fatevi sentire, anche solo con un fuggevole post.
Sarà sufficiente per farci capire di esistere.