Cronaca di un corso di arrampicata

Argomenti vari legati al mondo della montagna.

Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda fedipos » 06/11/2014, 20:42

Come al solito incasino tutto:qualcuno per favore ,il Moderatore, mi sposti il post di Trebiciano dall'altra parte. Grazie.
fedipos
 

Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda ezio1961 » 07/11/2014, 9:27

Fedipos ........ Barcaiolo era in relazione con " parancato" non con Paranco ( non mi permetterei di citare cio' che non conosco )
Nei corsi di alpinismo normalmente il malcapitato e terrorizzato "secondo" ( di solito piantato a meta' tiro tremante e senza il coraggio di guardare dove si trova ) ricomincia a ritrovare una parvenza di vita quando l'istruttore , dopo averlo fatto cagare un po' sotto con corda lasca ed averne goduto parecchio ( non chiedermi perche') lo rimette in tensione e lo " aiuta" ( lo " paranca" su a forza , anche se non usa un Paranco) facendolo arrivare in sosta dove puo' finalmente esercitarsi nel barcaiolo.
Questo era l'esempio. ........... ed esprimevo come questa puo' considerarsi una condizione privilegiata nella quale fare un barcaiolo
Figurarsi il resto
ezio1961
 
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda artemisio60 » 11/11/2014, 22:36

Salve a tutti,
oggi terza lezione del corso, ed è stata una sessione veramente impegnativa.
Siamo partiti con un po' di teoria sulle tecniche di assicurazione, sul fattore di caduta, la forza d'arresto e altre cose relative alla progressione in arrampicata.
Poi, dopo aver ampiamente discusso i particolari tecnici, siamo passati all'azione.
Nel senso che siamo andati in palestra e abbiamo finalmente iniziato ad arrampicare.
Gli istruttori hanno scelto una parete veticale ma (a dir loro) facile e ci hanno mostrato come funziona nella pratica l'assicurazione sia con il mezzo barcaiolo che con il tuber. Uno di loro saliva mentre un altro faceva sicura da terra.
A veder loro sembrava tutto facile, sia arrampicare che fare sicura, poi è toccato a noi, una coppia alla volta.
Quando è arrivato il turno della mia compagna e mio (le ragazze sono la maggioranza degli allievi, quindi la coppia "mista" è la regola), mi sono reso subito conto che tra il vedere e il fare c'è una bella differenza e che l'emozione può giocare brutti scherzi.
Memore della sessione di nodi sotto la pioggia, ho tenuto alta la concentrazione, così il mezzo barcaiolo è venuto al primo colpo e dopo un controllo da parte della mia compagna (e dell'istruttore), questa è partita.
Ebbene, devo dire due cose.
La prima è che veder arrampicare le ragazze è proprio un bello spettacolo. Il fisico femminile direi che si adatta alla perfezione (anche) a questa attività.
La seconda è che la sensazione che si prova quando si tiene fra le proprie mani la vita di un'altra persona, è indescrivibile e deve essere provata per capirla a fondo.
Prima avevo letto qualcosa nei manuali, ma non avevo la minima idea del vero significato del termine "fare sicura".
Si prova una senso di grande responsabilità, ma anche di grande orgoglio per la fiducia che questa persona ripone in te, e non solo questo, c'è molto di più.
Faccio fatica a trovare le parole per descriverle, sono sensazioni del tutto nuove per me e ne ho appena scalfito la superficie. Sicuramente qualcuno di voi che arrampica da più tempo è in grado di descriverle molto meglio.
Salita Inge senza problemi, l'ho calata a terra con tutta la cura possibile e poi è toccato a me.
Devo dire che forse non servirà a nulla per la montagna, che la "plastica" è troppo artificiale, che in "ambiente" è tutta un'altra cosa, ma, nonostante tutto questo, arrampicare in palestra è parecchio divertente.
Cioè, diventa divertente una volta che sei riuscito a superare la paura dei primi metri, che hai capito che le scarpette non scivolano, che le "prese" non si staccano, che la corda non si rompe, eccetera...
Scherzi a parte, davvero, dopo un pò di paura iniziale (come penso sia nella norma) credo di essere salito bene e sicuramente mi sono divertito.
E così, finito il giro, tutti hanno arrampicato, nessuno è caduto ed è finita anche questa terza lezione.

Bene, finalmente ho arrampicato.
Certo, se ripenso alla salita al Piccolo Cir, perso in mezzo a un mare di roccia e al cospetto delle splendide cime della Val Gardena, il paragone con la "salita" di oggi è impossibile.
Come si fa a confrontare quegli ambienti con l'interno di una palestra ? Non ha senso.
Eppure il confronto con il verticale, l'accettare la sfida con la forza di gravità o il senso comune che ti vorrebbero inchiodato con i piedi per terra, il capire le proprie possibilità e i propri limiti e sentire la voglia di superarli, ecco, queste cose, oggi, la palestra me le ha date non meno di quel giorno d'estate passato sui monti.

Alla prossima.

Artemisio
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda Arterio Lupin » 12/11/2014, 0:39

I due piaceri possono convivere, se lo vorrai.

C'è chi si schifa della plastica al solo vederla..

C'è chi ormai vuole solo quella.

C'è chi vede solo l'ambiente

e c'è chi vede solo il "Movimento"...

Hanno tutti ragione, se quello è ciò che loro piace.



L'importante sarà per te sfruttare i movimenti e le automazioni apprese con la pratica dell'arrampicata e trasferirli per la tua attività tra le montagne... Sarai facilitato per l'equilibrio e l'uso di mai e piedi, ma per tutto il resto dovrai ricominciare da capo... E proverai nuovamente la stessa gioia...

Dal mio punto di vista, anche di più, ma io sono un vecchio amante della montagna, insofferente alla plastica (pur rispettandola).

Buon divertimento

L.
Arterio Lupin
 

Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda fedipos » 12/11/2014, 6:22

NO;NO;NO;!!!!!!!!!!!!! E' qui il gigantesco errore. Non fai sicura,eserciti un'azione meccanica su ancoraggi assolutamente certi e in mulinette. Non funziona così:in montagna ,su roccette di primo grado marce ti ammazzi. Non è quello l'approccio giusto,ma non lo volete capire e allora giocate agli alpinisti. D'altra parte i 500 morti all'anno devono pur venire fuori da qualche parte. Artemisio oltretutto è messo in una situazione di entusiasmo e buona volontà talmente alta che gli ritornerà nei denti come un boumerang con una delusione mostruosa. Lo ripeterò fino alla morte: se una persona si innamora della montagna ,un corso di arrampicata è una devastazione totale, pratica, psicologica e tremendamente pericolosa.
fedipos
 

Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda fedipos » 12/11/2014, 12:45

Ne aggiungo un pezzo. Come facciamo a fargli capire che sta facendo una cazzata? Artemisio, riprendo solo due delle immense cazzate che stai scrivendo. Le scarpette tengono? Prova a prendere un pò di pioggia su del gneis bagnato, perennemente pieno di licheni, con gli scarponi e poi vieni a dirmi cosa tiene! Le corde non si rompono? Ma come fai a fare affermazioni del genere? Non è questione di fare il corvo, ma tu appena metti fuori i piedi in montagna sei al primo posto della categoria -cliente del CNSAS. Caro amico, io ,e gli altri lo sanno, nella mia vita ne ho messo 54 nei sacchi di tela cerata, e credimi, so di cosa sto parlando e ripeto, nel momento che arrivi alla montagna vera avrai la più grande delusione della tua vita.
fedipos
 

Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda Fitman » 12/11/2014, 13:40

Beh, per come la vedo io, Artemisio60 si sta divertendo perché sta scoprendo un Mondo nuovo, nuove emozioni, nuove esperienze...
Quando finirà il corso dovrà ben valutare il passo seguente; non è mica un ragazzino di 16anni!
Per l'età che ha, sicuramente pondererà bene il da farsi.
Come ho fatto io, sicuramente sbaglierà qualche scelta, ma da uomo maturo, che è, non andrà di certo a farsi una via sulla Sud Marmolada!
Non scoraggiamolo, è così bello vedere la voglia di vivere in una persona non più giovanissima!
Divertiti! E condividi...
Fitman
 
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda reverso » 12/11/2014, 14:35

Fitman ha scritto:...
Non scoraggiamolo, è così bello vedere la voglia di vivere in una persona non più giovanissima!
...

quoto in pieno ...

ma
Fitman ha scritto:...., ma da uomo maturo, che è, non andrà di certo a farsi una via sulla Sud Marmolada!
...

l'idiozia umana non ha limiti

N.B.
nessun riferimento preciso al diretto interessato ... è solo una constatazione generale che vale per tutti ... il sottoscritto per primo
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda ezio1961 » 12/11/2014, 14:45

Ciao , vista nell'ottica della "montagna" non posso che dare ragione a Fedipos ..... Artemisio dovra' essere bravo a divertirsi sulla plastica o in falesia ed a resettare se andra' in montagna.
Ci si ammazza anche sulla "Provenzale" anche se qualcuno ne e' uscito vivo in infradito.
Purtroppo ( per fortuna) sul monte cambiano tutti i parametri. Esempio : Dietro allo Chabod c'e' una paretina attrezzata dalle guide , un mattino c'erano degli Alpinisti che "scherzando" si facevano 'sti monotiri con gli scarponi ( tipo Nepal per dare l'idea ) , con me "grandi" arrampicatori da palestra / falesia ( ovviamente con gli scarponi ..... si saliva il Granpa) per cui io , conscio del tutto , ( sapevo cosa sarebbe successo) mi sono messo in un angolo a farmi due risate , I MIEI "COMPARI" hanno provato a salire i monotiri quando si sono liberati , risultato : non uno che abbia staccato i piedi da terra :sciemo:
Tutto troppo diverso ..... pero' mi ripeto , arrampicata + bici = forma fisica + divertimento
E' gia' qualcosa no ?
ezio1961
 
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda fedipos » 12/11/2014, 15:06

Ecco, non volgio sembrare il caron dimonio. Avrei un desiderio: prendere Artemisio, dopo il corso, e portarlo da qualche parte,nel Brenta nascosto, fuori dalle attrezzature,su quelle belle cenge larghe 30 cm con 300 metri sotto da una parte e la parete che devi abbassare la testa dall'altra. Poi, dopo essere passati, prendere un saltino di 10 metri, sbifido e merdoso, da dover scendere. Ossia una qualunque delle 3 miliardi di variabili che quotidianamente accompagnano chi fa montagna, quella vera. Il tutto ,diciamo, 100 metri di persorso su 5/6 ore di normalissimo cammino. Ecco, forse capirebbe il mio discorso e maledirebbe il momento nel quale ha deciso di fare quel benedetto corso.Guardate,tutti, che non riuscirà mai a resettare questo discorso, avrà sempre nel cervello l'immagine dei bei culettti delle fanciulle che volteggiano da uno spit all'altro tenute su come oche ,penserà a quel bel attrezzo luccicante che aveva sull'imbrago e che lo faceva sentire chissà chi,penserà a quelle belle suole che "tengono" e alle corde "che non si rompono". Succede così da quando maneggio corde, ossia da 50 anni. Se poi Lui sarà l'eccezione che conferma la regola tanto meglio per lui.
fedipos
 

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