Son già tre settimane che vado in Valle d'Aosta per cercare il meteo migliore, e devo dire che l'ho trovato, anche se, "a caro prezzo"!
Ma considerando che durante la settimana non si riesce a fare un giro di "numero"...ci sta!
Partiti prestissimo, sabato (nel timore di non trovare posto al bivacco), abbiamo cominciato a camminare alle 7e30, partendo dalla parte alta di Pila.
La prima meta era salire la Becca di Nona, per poi scendere direttamente al Bivacco Federigo e prenderci qualche ora di relax in loco, aspettando la mattina dopo per affrontare la salita al Monte Emilius, meta principale.
Alle 12e30 eravamo già al bivacco, con la preoccupazione di non trovar posto, in realtà non c'era nessuno e, siamo rimasti soli soletti tutto il pomeriggio e la notte! Proprio come due piccioncini in luna di miele (che tra l'altro non abbiamo mai fatto)!
Nei dintorni, è stato tutto un brulicare di stambecchi, maschi da una parte, femmine e cuccioli dall'altra, con le marmotte che continuavano a fischirgli dietro! Che rompine, però, che siete!
La neve caduta nei giorni scorsi ci preoccupava un po'....ma il bel, caldo sole della giornata, accompagnato da una buona brezza, la scioglierà ben ben, abbiamo pensato.
Dopo una notte di sonno travagliato, un po' per il freddo (5 coperte a testa!), un po' per l'agitazione del caso, ci alziamo con la luce della luna piena che illuminava le Grandi Cime che tutt'attorno vi vedevano, imponenti!
Dopo pochi passi, ci sian resi conto che era la giornata "giusta"! La roccia s'era perfettamente asciugata, solo qualche sporadica traccia di neve ghiacciata....
Il passaggio sul "ponte tibetano", emozionante, anche in virtù dell'arietta pelosa che volteggiava, percorrendolo! E anche di alcuni tiranti tranciati....
La via si lascia percorrere liscia come l'olio, senza difficoltà rilevanti...siamo sul Piccolo Emilius, il panorama e Immenso!
Guardiamo la vetta di fronte a noi, sembra a portata di mano, ma credetemi, non lo è affatto!!!
Ora per cresta, passaggi su belle placche, tante staffe, forse troppe, ma col senno di poi....
Per accedere all'ultima parete, la più impegnativa della via, c'è un traverso insidioso: neve ghiacciata, sfasciumi pericolanti, assenza di cavo e, "vietato sbagliare", ne fa la parte più tensiva della giornata!
Io sono un po' titubante; Patty parte, senza timore (è una Grande!), con passi felpati e ben ponderati, arriva al cavo! Tiro un sospiro di sollievo, tocca a me, seguo le sue orme, la tensione è alta, arrivo al cavo, è fatta!
Della serie: "le ferrate sono facili", è quello che ci sta attorno che può esser veramente difficile!
In vetta, lo spazio si apre a "giostra"!
Il rientro è lungo, molto lungo, ma il versante diverso di discesa, con i suoi panorami diversi, fa scorrere il tempo, e la fatica si assopisce!
Una bevanda fresca al bel Rifugio d'Arbolle e, in un batter d'occhio all'auto...
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