La vacanza cadorina è ormai giunta alla fine, dopo una bella prima settimana e due settimane successive da schifo, è giunta l' ora di tornare a casa.
Ironia della sorte, proprio per domenica danno speranza di bel tempo, cosí decido di farmi l' ultima uscita prima del rientro.
Giri in giornata da fare in zona non ne ho in programma (quelli che avevo li ho fatti tutti perché il meteo ha impedito giri più lunghi) e mi invento un anellino simpatico in zona Sorapíss, invogliato dai panorami con chiazze di neve visti dallo scorso giro sui Cadíni...
Cosí domenica con la macchina carica di bagagli mi avvio verso Cortina, dove vado a prendere la funivia del Falòria.
All' arrivo alla stazione a monte ricevo questo benvenuto
Croda da Lago
Tofane timide che si nascondono con le nuvole
Croda Rossa
Cristallo
Tre Cime
bhe che dire, niente male come inizio
Gasato da queste visioni mi avvio lungo il sentiero 223 verso i Tondi de Falòria
che inizialmente segue la strada sterrata che d' inverno è una pista da sci
Croda Rossa, Cristallo e Tre Cime, che trio delle meraviglie
intanto passo il rifugio Tondi e la strada diventa sentiero di cresta
e le meraviglie non sono finite, anzi sono appena iniziate!!!! mi si apre davanti la conca sotto Pónta Negra e Croda Róta
arrivo in breve a Forcella Falòria: alla mia sinistra il Cristallo fumante e i prati che scendono verso Passo tre Croci
alla mia destra la grandiosa conca che andrò a risalire col sentiero 215 verso il Rifugio Vandelli
sto per riavviarmi quando sento dei rumori di sassi, mi giro e giù in fondo vedo un branco di camosci, una dozzina circa
Bene, avendo visto i miei portafortuna parto più tranquillo che l'escursione andrà bene
il sentiero comincia tagliando i ghiaioni in ambiente a dir poco selvaggio
ed inizio a vedere le prime chiazze di neve
la prima da attraversare richiede attenzione: è breve ma ripida e ancora dura
Dopodiché torno a salire per ghiaie
altro sputacchietto di neve, mentre dal versante Cadorino arrivano su sempre più nuvole
ma la formidabile barriera le arresta!!!
sono ormai alla sella tra Ponta Negra e Croda Róta
e dietro si è coperto per bene anche il Cristallo
mentre qua la muraglia resiste! Nuvole non passate!
il posto è qualcosa di magico e ne approfitto per riposare qualche minuto mentre mi godo queste visioni, dopodiché via di nuovo, su ancora, non so ancora cosa mi aspetta, questo non è ancora niente!!!
intanto il Cristallo si sta liberando
mostrando le chiazze di neve fresca di questi giorni
dicono che il Sole bacia i belli: pronti qua!!!
c'è da salire un' ultima rampetta
lasciandomi alle spalle una coppia che andrà a fare Cengia del Banco e ferrata Berti (che bei ricordi)
un breve tratto attrezzato con cavo per gli ultimi metri e arrivo alla Sèla de Pónta Negra
giro l' angolo e...
no dai sto sognando, mi giro, mi rigiro per guardar meglio e impazzisco davanti alla possente armonia di questa meraviglia delle Dolomiti
sono davanti alla Ponta del Sorapíss con tutte le altre cime e crode a fargli da superbo corollario, questo è uno dei magici tre, che sono Antelao, Pelmo e Sorapíss appunto
Qua è impossibile ripartire subito come nulla fosse, il posto richiede la sua dovuta contemplazione scaricandoti un fiume di emozioni...
nel silenzio più totale, non vola una mosca, sono in preda al delirio di fronte a tale spettacolo...
Quando mi ripiglio comincio la discesa nei Tonde de Sorapíss: questa parte è delicata perché la testa vorrebbe restare in contemplazione ma bisogna concentrarsi sul sentiero che è molto friabile
e in alcuni tratti attrezzato con cavo e staffe
Giusto per aumentare le distrazioni spunta anche il Lago del Sorapíss con le sue acque di quel colore unico... che ne dite, abbastanza aerea la mia posizione panoramica?
intanto le nuvole sembrano voler valicare la Forcella Sora la Cengia del Banco
Il sentiero gira sotto parete
e passa per un landro rosso che genera questo effetto bicolore
dopo un breve tratto nuovamente sulle ghiaie scende attrezzato
per poi passare un quasi passo del gatto che lo porta in cengia: aah che ben
guardandomi alle spalle mi godo lo spettacolo dei Tonde
la cengia prosegue, sempre con Lui davanti
e quando si abbassa a toccare il bordo del catino il paesaggio diventa lunare
Arrivo cosí al bivio col sentiero 242 diretto a quello spettacolo della Cengia del Banco, io proseguo lungo il 215
il sentiero discende il ghiaioso catino
passando sotto queste pareti maestose
e arriva ai piedi di ciò che resta del ghiacciaio del Sorapíss
incontro una coppia in assetto "un po' troppo vacanziero estivo" che mi chiede informazioni sul sentiero della Pónta Negra, fioi ci sono chiazze di neve tra cui una ripida e dura, con le scarpe da avvicinamento ve lo sconsiglio vivamente...
intanto proseguo la mia discesa ghiaiosa
e arrivo nuovamente in vista dello splendido laghetto
do un ultimo sguardo indietro
e mi lancio in picchiata per il ghiaione
fino a quando il sentiero diventa comoda traccia tra i mughi
arrivo cosí in riva al lago, sormontato dal Dito di Dio
ed è subito trauma: nel giro di pochi secondi infatti sono passato da un ambiente semideserto alla folla più variegata e chiassosa
in breve arrivo poi al Rifugio Vandelli che, tra la bellezza del luogo e il fatto che è il primo giorno di meteo decente dopo 1 settimana di pioggia, è invaso di gente (quanta ma quanta f'iga c'era!!!!! la prossima volta faccio anch' io il sentierino dal Tre Croci fermandomi 3 ore in rifugio, altro che ravanate con soste alla "touch'n'go" !!! )
Nella speranza -poi effettivamente avverata- di mangiare in velocità (l' ottimo staff del rifugio, di cui ero già rimasto soddisfatto 2 anni fa quando ci avevo dormito, ha un occhio clinico che con uno sguardo di una frazione di secondo ti inquadra: questo ha la macchina qua sotto ed è venuto a prendere il sole con calma, oppure questo ha da fare chissà quali ravanate strambe, facciamolo ripartire velocemente, bravi, bravissimi!!!!!) decido di sedermi dentro, sono da solo ad un tavolo da 6 e faccio l' enorme cappella di far accomodare una famiglia
Marito e moglie sf'igati con figlio 14enne viziato, rincojonito e da prendere a sberle.
Subito iniziano a discutere percheé il bocia si è seduto sullo zaino della mamma rompendo la carta di credito, poi decidono di prendere dei dolci ma il bocia non si sa decidere, e il padre commenta
"eh non si è deciso anche perché non hanno questo non hanno quello..."
e, guardando me in cerca di complicità
"...e sono anche carissimi, hahahaha"
mona stai ridendo solo tu, penso io... non sto ridendo, lo guardo con una fulminata
"bhe siamo in un rifugio a 2000 metri, non possiamo pretendere l' assortimento e i prezzi della pasticceria in città"
lui continua
"ma al rifugio tal dei tali..."
"al rifugio tal dei tali fanno la spola con la jeep, qua devono usare la teleferica, e le spese di gestione e manutenzione di un rifugio non sono le stesse di toni il piadinaro"
fine della conversazione, fortunatamente si rende conto che non è il caso di rompermi i cogl'ioni, per lui il rifugio è un bar ad alta quota, per me un punto d' appoggio durante giri più o meno lunghi e complessi.
Torniamo a noi, parlavo dell' occhio clinico dello staff: bene alla velocità della luce faccio primo secondo caffè e grappa, aribravi, aribravissimi!!!!
esco e mi fumo una sigaretta godendomi il panorama
anche se di panorama da godere ce ne sarebbe pure un altro
Via partenza! saluto il Dito di Dio
e vado ad immugarmi nel sentiero 216
al bivio col 215 per Passo tre Croci poi il sentiero si imbosca direttamente
per poi tornare tra i mughi
e regalare questi spettacoli
Tra un mugo e l' altro arrivo finalmente ad aggirare le Zímes del Ciadín del Lòudo e mi trovo di fronte le Zimes de Marcuòira
e sullo sfondo la bella conca di Misurina
il sentiero scende nella conca, poi dovrò risalire a Forcella Marcuòira, già visibile in fondo
supero l' ex bivio per Ciadín del Lòudo: l' area è franata l' autunno scorso e il primo tratto di sentiero, franato, è stato chiuso
procedo cosí, "pascolando" piacevolmente
la zona del distacco è ben evidente
poi devo risalire brevemente
e arrivo a Forcella Marcuòira, dove si stacca il nuovo percorso del sentiero 223
che aggira la zona franata e si ricongiunge al vecchio tracciato sotto la Forcella Ciadín
Da qua un breve tratto attrezzato porta alla forcella
e quando arrivo su...
CHE SPETTACOLO!!!!!!!
il sentiero procede su questa spettacolare bancata tra pietraie e nevai
con panorami di tutto riguardo
ambienti lunari e neve: l' essenza di questo giro
intanto il Cristallo torna a farsi vedere
torno a camminare sulle ghiaie, ma altra neve è in vista
raggiungo il bivio per Passo Tre Croci, tiro dritto
si lo so, l' ho appena postato, ma il Cristallo mi magnetizza
Dai Marco, muoviti che fai tardi poi con la funivia!
e allora andiamo avanti sempre tra ghiaioni e nevai che, vista l' ora, si sono ammorbiditi e son più facilmente affrontabili
Mi secca non potermi fermare qua
ecco, fine della festa
anzi no!!!!
questo però è l' ultimo nevaio da attraversare
il sentiero infatti adesso sbuca su un pianoro sasso/erboso
adesso procede dolcemente in un ambiente completamente diverso, mi sono lasciato il selvaggio alle spalle e sto rientrando nel mondo umano
e ho già in vista Forcella Falòria
col cocuzzolo da cui ero sceso la mattina
per accorciare i tempi, invece di ripercorrere a ritroso il sentiero del mattino (salire per poi ridiscendere), prendo il collegamento al sentiero 213 che scende alla funivia perdendo quota gradatamente e regolarmente
il sentiero da un ultimo colpo selvatico
per poi attraversare le piste da sci e tornare a scendere piacevolmente
fino a ricongiungersi alla strada della mattina e raggiungere cosí il Rifugio Falòria
Sono stanco morto ma contentissimo, è stata un' avventura relativamente breve, ma intensa e spettacolare, e i miei amici camosci mi hanno portato fortuna facendomi scampare il rischio pioggia...
...solo che...
ehm...
ho fatto na cappella grande come na casa...
non so per quale motivo ero convinto che l' ultima corsa fosse alle 17,30 (e che avrò controllato 10 volte!!!) sono le 17,10 quindi in anticipo, penso io...
si, cosí in anticipo che i tornelli sono chiusi, ultima corsa ore 17
mi fermo, fumo una sigaretta, poi riguardo il cartello, quando metto insieme il concetto HO FATTO NA CAPPELLA HO PERSO LA FUNIVIA non vi dico il rosario che ho tirato giù, pare che persino il vescovo di Belluno abbia indetto processioni ed esorcismi
niente, mi rassegno a scendere per il sentiero e dal nervoso faccio pure il record personale di velocità in discesa: circa 1000 metri/ora
e quando arrivo giù, cosa c'è di meglio per consolarsi di un ottimo mojito all' LP26?