Nella scorsa puntata vi avevo detto che a fine giro avevo chiamato un amico per una ravanata due giorni dopo, bene, gli spiego il programma e lui ci sta.
Questo giro origina da molto lontano: fin da bambino la mia prima uscita coi miei e coi nonni era il Rifugio Antelao, e qualche anno fa, quando ho ricominciato a scarpinare dopo 11 anni di pigrizia, mi sono ripromesso di "fare" tutti i sentieri che direttamente o indirettamente fanno capo al rifugio: l' ultimo che mi mancava era il 235: sentiero alpinistico Bortolo De Lorenzo, un vecchio viàz di cacciatori, semiabbandonato...
Ma veniamo al dunque... la sera il socio arriva dopocena, andiamo a farci un mojito in piazza, prepariamo gli zaini e via a dormire. Al risveglio scattiamo come molle e ci avviamo verso Costapiana, dove inizieremo la nostra avventura.
Al nostro arrivo ci accoglie Cima Fanton in un cielo blu limpidissimo
salutiamo mia madre che ci ha dato un passaggio e ci avviamo lungo il sentiero 251 in direzione Rifugio Antelao, che comincia inizialmente come piacevole mulattiera ex militare nel bosco
il socio trova pure un porcino, guardate il ritratto della soddisfazione
arriviamo al bivio per Forcella Antracisa, il nostro sentiero abbandona la strada militare e prosegue tra i mughi
e in breve ci porta alla chiesetta di San Dionisio
dove ci accoglie un panorama da cinema
Cima Fanton (Antelao)
Pelmo e Civetta
Sassolungo di Cibiana, Sfornioi & co.
Duranno (FINALMENTE!!!!!) e Cima dei Preti
e il tripudio di picchi e guglie degli Spalti di Toro
come da tradizione suono la campana della chiesetta
e ripartiamo verso il rifugio
arriviamo quindi al Rifugio Antelao, dove facciamo una bella colazione e facciamo rifornimento viveri per il pranzo
mentre ci godiamo il panorama sulle Marmarole
Bon, colazionati e riforniti, imbocchiamo il sentiero 250 per Forcella Piria ed il bivio per Forcella Cadin
il sentiero inizialmente si infila nel bosco e si inerpica a prendere quota, per poi uscirne e proseguire in costa tra i mughi con grandiose vedute sull' Oltrepiave e sul gruppo del Bosconero
Il sentiero continua a salire piacevolmente andando ad aggirare le Crode de San Piero
diamo uno sguardo indietro
e continuiamo a puntare verso la forcella
arriviamo a Forcella Piria, dove l' Antelao ci accoglie dopo aver messo il ciapèl...
breve sosta e ripartiamo subito
per arrivare subito al bivio col sentiero 230 che ci porterà a Forcella Cadín
Il sentiero inizia costeggiando in quota il bel vallone di Ciampestrín
sfilando queste conformazioni bizzarre
scende poi nel pascolo, quasi sotto le pareti della Cima Fanton
dove troviamo parecchie stelle alpine
e incontriamo le immancabili padrone di casa, coi padroncini, che da persone educate ci fermiamo a salutare
dopo i saluti di rito, ci riavviamo lungo il nostro sentiero
e raggiungiamo Forcella Cadin
da dove proseguiamo sotto la Costa dei Landri
fino a raggiungere il landro dove si trova il bivio per il nostro sentiero 235 Bortolo De Lorenzo
Il sentiero al bivio e per il primo tratto non è segnalato, forse per evitare che qualche sprovveduto vada a farsi male, ma la traccia è comunque ben evidente
davanti a noi abbiamo la Croda Castellone
a sinistra lo spettacolo dell' Oltrepiave
siamo entrati nel regno di camosci e cacciatori, zona selvaggia, qua non ci sono famigliole in infradito & via dicendo, anche se la prima (breve) parte di sentiero è in ambiente molto piacevole
arriviamo ad un primo ghiaione, dove ci fermiamo a mangiare in velocità
ripartiamo e ATTENZIONE, la traccia, assieme ad un ometto e a qualche sbiadito bollo rosso, induce ad andare in falsopiano aggirando un promontorio: bene, una volta aggirato si infila, tra i mughi, in un ripido canalone che non so come poi si risalga...
bisogna quindi trascurarla e risalire il ghiaione puntando alla base delle pareti
dove troviamo l' indicazione che siamo sulla strada giusta: un vecchissimo cartello divelto che indicava il Bivacco Brunetta (distrutto da una slavina oltre 20 anni fa)
Bene, adesso il sentiero entra nel vivo e ci presenta subito quale sarà il leit-motiv: una serie di innumerevoli saliscendi (o meglio, scendisali) giù e su per valloni e canali, alcuni stabili, altri franati
il tutto accompagnato da coreografie del genere
il primo canale si passa agevolmente
anche se guardare in su fa impressione
maglio guardare di lato va
Risaliamo
mmm meglio non scivolare
dicevo, risaliamo, e finiamo praticamente incastrati tra la parete e i mughi
Altro giro altra corsa!
Il socio si gira a chiamarmi
"Oi Blitz muoviti con ste foto, mi hai detto di far veloce con le vacche, ma tu stai facendo il censimento dei sassi del sentiero!!!"
passiamo anche questo, e quando mi volto quasi non capisco da dove cavolo siamo venuti giù
E tre!
questa volta però il socio mi condona la pausa fotografica perché il panorama merita davvero
Scendendo ci troviamo davanti due pinnacoli che sembrano spuntare da in mezzo ai mughi
mentre risalendo siamo noi ad andarci ad infilare dentro...
facendo una mega baruffa coi mughi riesco a beccarmi sto panorama da niente
Civetta
Pelmo
Croda da Lago e dintorni
dopo aver baruffato per emergere tipo periscopio, mi tocca baruffare per riinfilarmi dentro
e quando ne usciamo... bhe ovvio, non possiamo che trovarci un bel canale ripido tra due muri di mughi da scendere, stando bene attenti a non saltare eventuali uscite
bhe l' uscita la troviamo facilmente perché... è un altro canale tra i mughi
Bon, torniamo su traccia "umana" ed iniziamo l' attraversamento del vallone
quando qualcosa ci fa rizzare le antenne: le immagini non rendono, ma qua è slavato per bene, e una scivolata non vorrebbe dire andar giù qualche metro, ma finire su un salto e poi continuare ad andar giù, cosí riteniamo opportuno spendere qualche minuto in più ma assicurarci con la corda, vista anche la presenza di un bel masso perfetto per ancorarla... meglio un eccesso di prudenza che...
uscito dalla rogna mi concedo una foto a Sassolungo di Cibiana e Sfornioi
dopodiché ricomincia la solita solfa di mughi
risaliamo sotto queste pareti incombenti per poi raggiungere un bel prato... aaah non mi par vero!!!!
ah dimenticavo, anche se erbose e mugose, OVVIAMENTE siamo passati per cenge
Approfittiamo del prato per riposare un attimo, ripartiamo, giariamo l' angolo, e... e... ELAMADONNA!!!!! siamo al cospetto del Valon de l' Antelào
iniziamo pian piano ad aggirare e scendere
quando arriviamo al centro del vallone arrivano i rimuginamenti... ma... adesso dove cavolo si passa? è tutto franato, ma franato ripido, e bisogna ragionarci un attimo perché seguire i bolli serve a poco, a volte portano sul... nulla, a volte li trovi 3 metri sopra la testa e non sai come arrivarci...
Trascuriamo i bolli e attraversiamo in quello che sembra il punto più agevole, o meglio, quello meno impestato
La fatica e gli smadonnamenti sono tanti
e ad un certo punto per passare dobbiamo ricorrere alla picca per andare avanti e alla corda per assicurarci, ma le visioni ripagano alla grande
finalmente recuperiamo la traccia e...
... le nostre imprecazioni sono irripetibili: dopo aver tribolato per risalire, bisogna scendere di nuovo un altro canale parallelo al vallone
vabbé, tanto ormai... ce le mettiamo via, scendiamo, e andiamo a prendere l' ennesima risalita tra i mughi
passando per un quasi-landro, dove peraltro troviamo per la prima volta indicato il numero del sentiero
dopo il landro andiamo a fare un' altra baruffa chioggiotta coi mughi
per poi prendere una breve cengia attrezzata
giù è cosí
mentre davanti sempre mughi
Ad un certo punto SORPRESA! qualcuno ci sta osservando
Loro ci guardano, noi li guardiamo imbambolati, poi ciascuno riparte per la propria strada...
e qua avviene l' incredibile: giro l' angolo e passando davanti ad un landro mi trovo faccia a faccia con un camoscio, a 2 metri di distanza... non so chi sia più stupito dei due, io di sicuro sono inebetito, tanto che invece di prendere la macchina fotografica resto rimbambito a guardarlo, e quando la prendo lui è già partito in picchiata
dai rumori comunque pare che ci siano gli altri, sopra di noi, decidiamo quindi di muoverci il più silenziosamente possibile per sentire eventuali sassi che dovessero lanciare e nella speranza di rivederli...
La scelta paga... lui ci guarda
poi chiama il socio
e ci guardano insieme
sotto il loro sguardo vigile, noi scendiamo e risaliamo dall' altra parte
Dopo averci visto andar su a passo da bipede, e pure affaticati, loro decidono di darci una sfacciatissima dimostrazione di come si va in montagna, se ci provo io mi recuperano stile puzzle
si fermano a farci marameo da sopra una roccia
poi ripartono e tornano indietro
visto? si fa cosí!!!
Sdegnati per tanta sfacciataggine ripartiamo
e sfiliamo di fianco a questa parete che sembra quasi scritta
La traccia adesso prosegue comoda, per quanto si possa usare il termine comodo su questo percorso
e arriviamo finalmente all' ultimo canalone da risalire... finalmente perché il caldo (il percorso è interamente rivolto a sud) mi ha distrutto, salgo a fatica con le gambe praticamente tagliate
dai coraggio ormai ci siamo!
arriviamo finalmente a Busa de la Ciaudiéra, dove 20 anni fa si trovava il Bivacco Brunetta, i cui unici resti sono una vecchissima tabella che indica il Rifugio Antelao e gli attacchi dei cavi di ancoraggio
sopra di noi incombe il Bùs del Diàu: il buco del diavolo
riposiamo alcuni minuti, la stanchezza si fa sentire ma non possiamo cedere: bisogna infatti scendere lungo il sentiero 232, che va giù in picchiata prima tra i mughi e poi nel bosco
quando arriviamo al bivio con il sentiero 230, che avevamo lasciato a Forcella Cadin e sostanzialmente segue il Bortolo De Lorenzo più in basso e su terreno ben più facile, possiamo tirare un sospiro di sollievo
ancora qualche minuto nel bosco
e arriviamo finalmente al villaggio ENI sopra Borca, dove mia madre ci sta aspettando.
Siamo cotti come peri, distrutti, ma soddisfatti per aver completato un giro che non è proprio la classica passeggiata da morose e soprattutto non ti capita tutti i giorni.
La seconda uscita della vacanza è andata, adesso vediamo come mette il meteo, stay tuned