accolgo volentieri l'invito dell'arterio e pubblico qualche foto di questa scampagnata di mezza giornata... ... infatti, ieri sono riuscito a "parcheggiare" la famigliola alla maison de la belle-mère e a raggiungere il mio vecchio in cadore...
le rocchette sono uno di quei luoghi che ho da sempre sotto il naso e che da sempre mi incuriosiscono... ma che, causa la distrazione rappresentata dalle tante, blasonate mete di cui è costellato il cadore, non mi sono mai deciso a visitare... ieri però era l'occasione ideale...
per evitare sia il casino della maratona dles dolomites, sia il traffico del rientro, abbiamo deciso di partire dal p.so staulanza, passando per il rif. città di fiume...
poco dopo aver oltrepassato il rifugio e il bivio per f.lla forada, ecco spuntare "la meta della nostra gita" [cit. la settimana enigmistica]
il meteo è meno bello di quanto le previsioni lasciassero intendere... il re è tutto incappucciato...
e neanche il caregòn sembra essere di buon umore...
la giornata è comunque piacevole... tra una pausa foto e l'altra, arriviamo in vista di malga prendera, già raggiunta da una nutrita schiera di escursionisti, tutti però diretti verso f.lla ambrizola e la croda da lago...
arrivato a forc. col duro (nel punto in cui dal sentiero si stacca la traccia per le rocchette), mi fermo ad aspettare il babbo e sua sorella (che poi sarebbe mia zia )... nel frattempo, ne approfitto per ammirare i meravigliosi pascoli di mondeval...
la zietta decide che per questa volta lei si accontenta di essere arrivata fin qui, e di aspettarci... al che mio padre decide di farle compagnia "che tanto lui sulla rocchetta c'è già stato" (tipo quando i beatles erano ancora una band attiva )... perciò proseguo da solo... all'inizio la traccia è molto poco marcata, poi cominciano a comparire i primi ometti... il ghiaione si rivela molto più breve di quanto sembrava da sotto... arrivato sotto le rocce del becco di mezzodì, un vistoso ometto inviterebbe ad attraversare verso destra una banca ghiaiosa... che, però a me non ispira per nulla... ... perciò decido di risalire direttamente i gradoni erbosi sopra di me fino a ritrovarmi sulla sella tra il becco e la rocchetta... da qui si vede bene l'ultimo tratto di crinale che conduce in cima alla rocchetta di prendera...
la cima è veramente bella e solitaria... e il panorama sarebbe eccezionale... dico sarebbe, perché le nubi purtroppo nascondono quasi tutte le bellezze che la circondano... l'unica cima scoperta è la vicina rocchetta di campolongo...
non resta allora che guardare in basso, verso la malga e le belle pareti delle rocchette...
indugio ancora un po' in cima e scatto un paio di "selfie" che vi risparmio per decenza , poi in breve raggiungo il parentado e torniamo alla malga... prima di ripartire, mi fermo un attimo a rimirare "dov'ero" e il (quasi ex ) alpinista che è in me comincia a fantasticare su possibili vie di salita per quelle belle pareti...
non resta che tornarsene a valle, che c'è un treno da prendere (e la pioggia da evitare, possibilmente )...
lungo il sentiero però mi fermo un attimo ad osservare i rododenderi... la maggior parte deve ancora sbocciare, il che la dice lunga di come quest'anno la stagione sia in ritardo...
alla fine, anche il caregòn decide di mostrare il "cabezòn", senza vergognarsi di quella brutta ferita in fronte che si è procurato tre anni fa...
dura poco, però... in breve il cielo torna a farsi minaccioso e, all'altezza di malga fiorentina, veniamo sorpresi da una leggera pioggerellina... che non riesce tuttavia a togliermi il buonumore...
che dire... luoghi noti, arcinoti e iper-frequentati... eppure, nonostante la relativa facilità del percorso e la brevità della deviazione dal sentiero battuto, la rocchetta è pressoché ignorata dagli escursionisti... noi siamo stati i primi visitatori "estivi" di quest'anno, prima le poche firme sul libro di vetta erano esclusivamente di scialpinisti... beh, meglio così... un luogo in più a portata di mano per irtrovare quel silenzio e quella tranquillità che solo le montagne sanno offrire...