Dolomiti di Sesto: una delle zone piu' famose e trafficate delle Dolomiti...
eppure anche loro possono celare degli angoli nascosti, poco conosciuti, praticamente deserti... ed e' proprio di questo che vado in cerca lunedi' 5 agosto, arrivato da un giorno nel mio amato Cadore...
parto infatti per un itinerario che mi portera' al Rifugio Pian di Cengia, uno dei piu' belli (e trafficati) della zona per un itinerario dove non passa praticamente nessuno...
Lascio cosi' la macchina al parcheggio in Val Marzon e prendo il sentiero 106 per la Val del Marden
inizialmente il sentiero e' al fresco del bosco, passeggio tranquillamente senza sforzare e dopo 20 minuti mi accorgo di aver fatto 200 metri di dislivello: 600 m/h, mai andato cosi' veloce!!! ca**o ho mangiato a colazione, cherosene????
ogni tanto il sentiero concede pure qualche piacevole scorcio, meglio di cosi'!!!
Ben presto pero' il bosco lascia spazio ai mughi, che si sa tanto fresco non fanno...
a cio' si aggiunge pure il sole che inizia a battermi addosso: e' l' inizio di un' agonia: mano a mano che salgo la velocita' scende... scende... scende... mi ritrovo ad arrancare sotto un sole cocente a 300 m/h scarsi, bevo l' impossibile, penso di aver beccato il sentiero piu' lungo e piu' rovente di tutte le Dolomiti, adesso ho capito perche' di qua non passa nessuno!!!!
Mi consolo con l' ambiente, che ai mughi alterna qualche ghiaione ed inizia ad offrire panorami sempre piu' piacevoli
Cammina cammina, err pardon, volevo dire ARRANCA ARRANCA il sentiero comincia a scostarsi dai mughi e inizio a vedere cose belle
ma sono cose tanto belle! Ma tanto!!!
Guarda che imponenza
il caldo e la fatica cedono il posto alla voglia di addentrarmi in questo mondo
Adesso sto camminando su un ghiaione che alterna tratti relativamente dolci a tratti un po' piu' ripidi, ma comunque piacevole...
e qua incredibilmente incrocio due persone, due ragazzi che fatalita' volevano fare il mio stesso giro (ma partendo piu' presto e chiudendolo in giornata, mentre io sono partito piu' tardi perche' voglio dormire su) ma ad un certo punto hanno preferito rientrare perche' la traccia che si vedeva su un nevaio in lontananza conduceva dritta contro un salto di roccia...
Bho - penso io - andiamo a vedere cosa sara' mai... testone come sono (tipo San Tommaso ) a costo di arrivare, sbatterci il naso e dover tornare indietro, voglio vedere da vicino, e cosi' proseguo in questo mondo incantato
C'e' poco da fare, questa mi ipnotizza
Il silenzio e' rotto solo dal rumore dei miei passi, sotto sto sole e con tutto sto riverbero fatico come na bestia ma sono in pace col mondo
Purtroppo il silenzio e la pace durano poco: il mio stomaco mi dichiara guerra e comincia a brontolare
"STA BON" gli dico io "ADESSO CI FERMIAMO A MANGIARE, NON ROMPERE!!"
Arrivo cosi' sotto la Forcella de l' Agnel, all' ex bivio basso per il Pian di Cengia
Mi guardo intorno e sono imbambolato, e' una conca fotonica, da sballo, grandiosa: roccia e piccoli nevai, di piu' non posso chiedere!
Bene, ormai il grosso e' fatto, cosi' salgo al bivio alto e mi fermofinalmente a mangiare: lo stomaco viene cosi' accontentato, torna zitto e si rimette in pace, ma visto che anche l' occhio vuole la sua parte mentre mangio mi godo il panorama, e stragodo!!!
Accontentato lo stomaco e accontentati gli occhi, me ne riparto lungo il sentiero 107: traversa tutto su ghiaione ma e' sostanzialmente in piano ed e' molto piacevole
attraverso un breve nevaietto...
...e lo spettacolo che mi si para davanti e' garantito
a dirla tutta anche dietro non e' mica da ridere eh, guarda che cinema!!
Il sentiero prosegue, verso il famoso nevaio e sempre con le Tre Cime alla mia sinistra a vigilare come gendarmi
Ma e' a cio' che c'e' alle mie spalle che non riesco a resistere
Arrivo al nevaio: la traccia e' evidente e va dove deve andare, quella che avevano visto i due ragazzi non era altro che una linea di sporco depositato
Alla fine la traccia andrebbe a finire dritta su una breve paretina attrezzata, ma il gran caldo ha formato una specie di crepaccio di 2/3 metri tra la neve e la parete, quindi mi sposto piu' a monte dove il nevaio arriva su un tratto pianeggiante dove la neve "aderisce" al terreno senza buchi
che posticino!!
ricomincio a camminare su ghiaione
sto camminando sotto l' imponente parete della Croda dei Toni (tuoni), la montagna dove i demoni si scatenano nelle loro macabre danze a suon di fulmini e saette
sempre guardando le Tre Cime riparto
Il mio motto e' "piu' e' brullo e piu' e' bello" e vengo accontentato
Arrivo cosi' alla Forcella Croda dei Toni, dove faccio il secondo incontro della giornata: venendo dal Rifugio Auronzo, per loro probabilmente sono il milionesimo incontro della giornata
Ormai manca poco, il sentiero diventa una comoda strada militare pianeggiante, e mi riavvio trotterellando
guardo verso il sentiero da cui provengo, purtroppo le nuvole vengono a guastare la festa
Arrivo sopra i Laghi di Cengia e inizia la breve discesa, ci voleva per lasciare andare un po' le gambe
ultimo sguardo verso la Forcella Croda dei Toni
arrivo al bivio con il sentiero che dal Rifugio Lavaredo porta al Rifugio Pian di Cengia per l' omonima forcella, ma e' troppo trafficato per i miei gusti: voglio godermi gli ultimi scampoli di solitudine e cosi' prendo la variante diretta per Passo Fiscalino, non segnalata ma evidentissima
ultimo sforzo su per il canalino detritico
ed in breve raggiungo Passo Fiscalino e sono finalmente alla meta: Rifugio Pian di Cengia
prima di entrare mi guardo intorno, elamadonna che posto!!!!
Nonostante di giorno sia trafficatissimo, l' atmosfera e' cordiale ed intima ed il personale rende la serata piacevole, poi dopo cena sotto l' effetto di birre e grappe un tedesco prende la chitarra e tutto il rifugio a cantare!!!
una fotina al tramonto
finiti i canti si va tutti a letto: come dicevo sono giorni caldissimi anche in montagna, siamo a 2500 metri e dormo sena coperte: in mutande e maglietta con solo il sacco lenzuolo!!!
Arriva mattina, colazione, preparazione, via verso Forcella Pian di Cengia
arrivo alla forcella e se il buongiorno si vede dal mattino... bhe con questi panorami sara' una gran giornata!!!
Prendo il sentiero 104 in direzione Rifugio Lavaredo
il panorama cambia drasticamente rispetto a ieri: piu' dolce, piu' verde, ma sempre bello
La strada militare scende ripidamente verso il Lago di Cengia, sulle cui acque si specchiano le Tre Cime!!
Oggi e' tutta discesa cosi' vado a cuor leggero godendomi il panorama
supero il pianoro del lago ed arrivo al bivio con il mio prossimo sentiero: 1107 direzione Val di Cengia
err sara' mica da infilarsi per quel budello la vero?
meglio non pensarci e godere della vista
Azz, si, era proprio da infilarsi per il budello... fondo ottimo, per carita', ma uno spaccarotule di prima categoria!!!
uno sguardo a cio' che lascio
ed uno a cio' che prendo
sono proprio un affarista, no?
faccio una breve divagazione lungo una cengia che pero' si interrompe presso una cascata: una volta la si attraversava, adesso e' venuto giu' di tutto ed e' meglio lasciar perdere
il sentiero attraversa piu' in basso il torrente che interrompeva la cengia
risale
e poi giu' ancora a spaccar rotule
Finalmente il sentiero si calma ed entra nel bosco per poi giungere al bel prato del Cason Cengia Bassa
mi stendo 10 minuti a fare un meritato riposino e appena ripartito incrocio un ragazzo che sale: da quanto e' trafficato il sentiero, lo scambio di sguardi e' un unisono "ma questo, che cavolo ci fa qua????"
in breve il sentiero torna all' aperto, ma ormai la fatica e' fatta ed e' piacevole
per l' ultimo tratto segue il torrente, che con le nevicate infinite del lungo inverno ed il caldo feroce che fa adesso e' bello carico
coccolato dal suono del torrente raggiungo cosi' la strada della Val Marzon, da cui in breve raggiungero' la macchina
ora di mezzogiorno saro' a casa a Pieve di Cadore preciso perfetto per un bel pranzetto
Avrei potuto fare il giro in giornata con ritmi piu' serrati, ma visto il gran caldo direi che e' stato meglio cosi', anche perche' andando piu' calmo ho potuto apprezzare appieno un ambiente solitario e grandioso, a poche centinaia di metri in linea d' aria dalle sovraffollatissime "autostrade della montagna"