ALLA RICERCA DEL SENTIERO PERDUTO
Inviato: 30/08/2013, 18:38
C'e' un rifugio.
E c'e' un sentiero.
Il rifugio e' il Rifugio Antelao, tappa d' obbligo di ogni mia vacanza cadorina da quando sono bambino, a cui sono molto affezionato.
Il sentiero e' l' ex sentiero CAI 238, che lo raggiunge passando per la Val Maissima, sentiero che da quando so leggere vedo tracciato in nero e senza segnavia, abbandonato quindi da molti anni.
Qualcuno mi domandera' -legittimamente- chi cavolo me lo faccia fare di andarmi ad impegolare per un sentiero abbandonato dove non so cosa trovero'...
bhe, da quando ho ricominciato a far montagna qualche anno fa ho percorso quasi tutti i sentieri che portano al rifugio, e questo e' uno dei pochi che mi mancano... poi un' animo curioso e selvadego allo stesso tempo non possono che portare a tali risultati
e' la mattina di Ferragosto quando mi faccio accompagnare al Pnte di Vallesina dove il sentiero dovrebbe iniziare, la giornata sembra promettere bene ed e' inoltre la prima uscita dopo 4 giorni di stop dovuti al ribaltone sul sentiero Olivato: e' sostanzialmente il mio collaudo.
Si comincia con una strada sterrata di fondovalle, ben battuta e comoda
che poco dopo si ingrezzisce affiancando il torrente
fino a diventare sentierino nell' erba
c'e' un piccolo passaggio franato, ma niente di che, e si ritorna presto nell' erba, e vedo che qualcuno (non so se matto o anima pia ) ogni tanto passa a segnare dei bollini rossi, probabilmente il proprietario di qualcuno dei tabia' rimasti lungo la valle...
Qua una volta c'era un ponte, adesso si attraversa cosi'...
e si riprende il sentiero, che a dire il vero pare ben tenuto e ci sono anche delle tabelle a indicare i vari "villaggi" di tabia'...
c'e' anche una madonnina
qua dev' esserci passaggio di gente, il ponte sembra recente
Dopo il ponte, quell' ultimo ponte, il sentiero inizia ad essere meno frequentato: a volte ben evidente, a volte con l' erba un po' alta, ma comunque sempre rintracciabile e bollinato (anche se i bolli iniziano ad essere piu' vecchi)
Fino a qua comunque nulla di che, una piacevole passeggiata nel bosco.
Questo tabia' pero' segna il confinecon l' inselvatichimento: gia' per raggiungerlo si deve attraversare il torrente, il ponte che lo passava e' crollato e bisogna farsi strada tra ortiche alte un metro e mezzo... mmm che gioia!!!!
dal tabia' intravvedo un bollino al di la' del torrente: da qua comincia un continuo attraversare e riattraversare, alla ricerca della traccia giusta (talvolta il bollino e' su un albero... crollato!) visto che il terreno viene giu' stesso e nel corso degli anni sono state battute varie tracce diverse man mano che franavano...
trovo quella giusta e proseguo: ad un certo punto compare anche una vestigia di quando il sentiero era segnato dal CAI
Un po' a sinistra e un po' a destra, un po' su e un po' giu', prendi la traccia, finisce nel nulla, torna indietro, prendine un' altra, trova il bollino (sempre piu' vecchio man mano che si sale) questo e' il procedere per questo sentiero
arrivo ai Fienili Code dove il sentiero inizia ad alternare il bosco con il prato: prato ovviamente di erba alta, senno' che gusto c'e'?
Arrivo in localita' I Campi e all' omonimo tabia', quello messo meglio di tutti (anzi messo proprio bene) dove il sentiero sulle mappe finisce
e arriva la sorpresa: i proprietari del tabia' col decespugliatore hanno fatto un sentiero che si congiunge con quelli CAI poco dietro il rifugio!!
e arrivo cosi' al bel Rifugio Antelao, che per me fin da quando sono piccolo e' IL rifugio
qua mi aspetta un bel piatto di salsicia e polenta, seguito da immancabili caffe' e grappino
Dopo mangiato faccio i complimenti a Federica (una delle due ragazze che gestiscono il rifugio) per lo spettacolare reportage sull' Alta Via n.3 uscito su Meridiani Montagne di maggio e le chiedo se sappia da quanti anni il CAI non gestisca piu' quel sentiero: mi risponde che se tutto va bene e' dall' alluvione del 66 e che e' meglio evitare perche' il torrente porta giu' di tutto di piu' quindi e' facile che si sia mangiato anche pezzi di sentiero: alla mia risposta "bhe la frittata e' gia' fatta perche' sono salito da la" prima mi guarda con gli occhi spiritati, poi non sa se ridere o chiamare la neuro per farmi ricoverare
Secondo programma avrei dovuto fare uno dei due sentieri che ormai mi mancano tra quelli che arrivano qua, ma e' lungo rognoso ed esposto, al rifugio me la sono presa comoda e il tempo si e' rannuvolato, quindi decido di fare l' altro, che scende per Cason Antelao verso Calalzo) e mi avvio verso Forcella Piria lungo il sentiero 250, che l' anno scorso avevo percorso in senso opposto
Dopo il breve tratto nel bosco, il sentiero esce tra i mughi regalando visuali molto belle (nuvole permettendo )
ad un certo punto mi incuriosisco ad un bivio che segnala un sentiero per Pian dei Ciavai: mmm per Forcella Piria ci son gia' passato l' anno scorso, andiamo a vedere com'e' di qua
Nonostante sia indicato in nero sulle mappe, questo sentiero e' ben tenuto e ben segnalato, ed offre una piacevole alternativa al sentiero 250, a cui si ricongiunge a Valon Cianpestrin
porta ad un valico prativo veramente bello e con gran panorami da ambo i lati: davanti infatti ci sono Antelao e Marmarole
Riparto in ambiente pietraia-mix, completamente diverso dal versante da cui ero salito
mi garba decisamente
si va ad aggirare le Crode de San Piero, e magicamente appare il vallone che scende dal ghiacciaio dell' Antelao
proseguo a mezzacosta tra i mughi con una visuale niente male
rientro nel bosco, non si puo' camminare tutto il giorno sotto il sole
e arrivo al Valon Cianpestrin, dove il sentiero si congiunge con quello che avevo abbandonato
da qua prendo il collegamento per il sentiero 258 in direzione Calalzo
un vero tormento spaccarotule che scende ripido tra i mughi
fino a diventare pianeggiante presso la bella radura dove sorge Cason Antelao, un tempo casone di caccia di un locale e adesso baita di vacanza di una simpatica coppia vittoriese
sentiero 258 e si continua in piano, sempre su prato
il prato e' popolato! mucche e vitellini al pascolo, i piu' piccoli si avvicinano a curiosare, cari
e qua rischio l' irreparabile: sento un muggito di furia, mucche e vitelli si spostano manco fossero le acque del Mar Rosso al passaggio di Mose': un giovane torello vuole mostrare al mondo chi e' che comanda, mi punta e prende il passo
tra due massi c'e' una sbarra di legno in modo che non escano, con una scala per permettere alle persone di scavalcare: bhe, scavalco senza la scala!!!
Passato lo spavento, rientro nel bosco ed il sentiero ricomincia a scendere
vado giu' tranquillo ed in breve arrivo nei pressi di Praciadelan, sopra Calalzo
Mi vengono a prendere, e mentre torno a casa ripenso a quel pirla che voleva aggiungermi 2 buchi al posteriore ed al bel giro: un sentiero abbandonato da 50 anni, ed altri due mai percorsi in un bell' ambientino.
Il collaudo e' andato bene, sono carico e pronto per ripartire!!!
E c'e' un sentiero.
Il rifugio e' il Rifugio Antelao, tappa d' obbligo di ogni mia vacanza cadorina da quando sono bambino, a cui sono molto affezionato.
Il sentiero e' l' ex sentiero CAI 238, che lo raggiunge passando per la Val Maissima, sentiero che da quando so leggere vedo tracciato in nero e senza segnavia, abbandonato quindi da molti anni.
Qualcuno mi domandera' -legittimamente- chi cavolo me lo faccia fare di andarmi ad impegolare per un sentiero abbandonato dove non so cosa trovero'...
bhe, da quando ho ricominciato a far montagna qualche anno fa ho percorso quasi tutti i sentieri che portano al rifugio, e questo e' uno dei pochi che mi mancano... poi un' animo curioso e selvadego allo stesso tempo non possono che portare a tali risultati
e' la mattina di Ferragosto quando mi faccio accompagnare al Pnte di Vallesina dove il sentiero dovrebbe iniziare, la giornata sembra promettere bene ed e' inoltre la prima uscita dopo 4 giorni di stop dovuti al ribaltone sul sentiero Olivato: e' sostanzialmente il mio collaudo.
Si comincia con una strada sterrata di fondovalle, ben battuta e comoda
che poco dopo si ingrezzisce affiancando il torrente
fino a diventare sentierino nell' erba
c'e' un piccolo passaggio franato, ma niente di che, e si ritorna presto nell' erba, e vedo che qualcuno (non so se matto o anima pia ) ogni tanto passa a segnare dei bollini rossi, probabilmente il proprietario di qualcuno dei tabia' rimasti lungo la valle...
Qua una volta c'era un ponte, adesso si attraversa cosi'...
e si riprende il sentiero, che a dire il vero pare ben tenuto e ci sono anche delle tabelle a indicare i vari "villaggi" di tabia'...
c'e' anche una madonnina
qua dev' esserci passaggio di gente, il ponte sembra recente
Dopo il ponte, quell' ultimo ponte, il sentiero inizia ad essere meno frequentato: a volte ben evidente, a volte con l' erba un po' alta, ma comunque sempre rintracciabile e bollinato (anche se i bolli iniziano ad essere piu' vecchi)
Fino a qua comunque nulla di che, una piacevole passeggiata nel bosco.
Questo tabia' pero' segna il confinecon l' inselvatichimento: gia' per raggiungerlo si deve attraversare il torrente, il ponte che lo passava e' crollato e bisogna farsi strada tra ortiche alte un metro e mezzo... mmm che gioia!!!!
dal tabia' intravvedo un bollino al di la' del torrente: da qua comincia un continuo attraversare e riattraversare, alla ricerca della traccia giusta (talvolta il bollino e' su un albero... crollato!) visto che il terreno viene giu' stesso e nel corso degli anni sono state battute varie tracce diverse man mano che franavano...
trovo quella giusta e proseguo: ad un certo punto compare anche una vestigia di quando il sentiero era segnato dal CAI
Un po' a sinistra e un po' a destra, un po' su e un po' giu', prendi la traccia, finisce nel nulla, torna indietro, prendine un' altra, trova il bollino (sempre piu' vecchio man mano che si sale) questo e' il procedere per questo sentiero
arrivo ai Fienili Code dove il sentiero inizia ad alternare il bosco con il prato: prato ovviamente di erba alta, senno' che gusto c'e'?
Arrivo in localita' I Campi e all' omonimo tabia', quello messo meglio di tutti (anzi messo proprio bene) dove il sentiero sulle mappe finisce
e arriva la sorpresa: i proprietari del tabia' col decespugliatore hanno fatto un sentiero che si congiunge con quelli CAI poco dietro il rifugio!!
e arrivo cosi' al bel Rifugio Antelao, che per me fin da quando sono piccolo e' IL rifugio
qua mi aspetta un bel piatto di salsicia e polenta, seguito da immancabili caffe' e grappino
Dopo mangiato faccio i complimenti a Federica (una delle due ragazze che gestiscono il rifugio) per lo spettacolare reportage sull' Alta Via n.3 uscito su Meridiani Montagne di maggio e le chiedo se sappia da quanti anni il CAI non gestisca piu' quel sentiero: mi risponde che se tutto va bene e' dall' alluvione del 66 e che e' meglio evitare perche' il torrente porta giu' di tutto di piu' quindi e' facile che si sia mangiato anche pezzi di sentiero: alla mia risposta "bhe la frittata e' gia' fatta perche' sono salito da la" prima mi guarda con gli occhi spiritati, poi non sa se ridere o chiamare la neuro per farmi ricoverare
Secondo programma avrei dovuto fare uno dei due sentieri che ormai mi mancano tra quelli che arrivano qua, ma e' lungo rognoso ed esposto, al rifugio me la sono presa comoda e il tempo si e' rannuvolato, quindi decido di fare l' altro, che scende per Cason Antelao verso Calalzo) e mi avvio verso Forcella Piria lungo il sentiero 250, che l' anno scorso avevo percorso in senso opposto
Dopo il breve tratto nel bosco, il sentiero esce tra i mughi regalando visuali molto belle (nuvole permettendo )
ad un certo punto mi incuriosisco ad un bivio che segnala un sentiero per Pian dei Ciavai: mmm per Forcella Piria ci son gia' passato l' anno scorso, andiamo a vedere com'e' di qua
Nonostante sia indicato in nero sulle mappe, questo sentiero e' ben tenuto e ben segnalato, ed offre una piacevole alternativa al sentiero 250, a cui si ricongiunge a Valon Cianpestrin
porta ad un valico prativo veramente bello e con gran panorami da ambo i lati: davanti infatti ci sono Antelao e Marmarole
Riparto in ambiente pietraia-mix, completamente diverso dal versante da cui ero salito
mi garba decisamente
si va ad aggirare le Crode de San Piero, e magicamente appare il vallone che scende dal ghiacciaio dell' Antelao
proseguo a mezzacosta tra i mughi con una visuale niente male
rientro nel bosco, non si puo' camminare tutto il giorno sotto il sole
e arrivo al Valon Cianpestrin, dove il sentiero si congiunge con quello che avevo abbandonato
da qua prendo il collegamento per il sentiero 258 in direzione Calalzo
un vero tormento spaccarotule che scende ripido tra i mughi
fino a diventare pianeggiante presso la bella radura dove sorge Cason Antelao, un tempo casone di caccia di un locale e adesso baita di vacanza di una simpatica coppia vittoriese
sentiero 258 e si continua in piano, sempre su prato
il prato e' popolato! mucche e vitellini al pascolo, i piu' piccoli si avvicinano a curiosare, cari
e qua rischio l' irreparabile: sento un muggito di furia, mucche e vitelli si spostano manco fossero le acque del Mar Rosso al passaggio di Mose': un giovane torello vuole mostrare al mondo chi e' che comanda, mi punta e prende il passo
tra due massi c'e' una sbarra di legno in modo che non escano, con una scala per permettere alle persone di scavalcare: bhe, scavalco senza la scala!!!
Passato lo spavento, rientro nel bosco ed il sentiero ricomincia a scendere
vado giu' tranquillo ed in breve arrivo nei pressi di Praciadelan, sopra Calalzo
Mi vengono a prendere, e mentre torno a casa ripenso a quel pirla che voleva aggiungermi 2 buchi al posteriore ed al bel giro: un sentiero abbandonato da 50 anni, ed altri due mai percorsi in un bell' ambientino.
Il collaudo e' andato bene, sono carico e pronto per ripartire!!!