Arriva finalmente l' agognata vacanza dolomitica, e quest' anno, per una combinazione di eventi, farò base a Cortina.
Al che una persona normale dice "bene, con tutte le montagne che ci sono intorno alla cittadina, non serve neanche prendere l' auto".
Appunto, una persona normale
Guardo le previsioni meteo: lunedí e martedí dovrebbe essere bello entrambi i giorni, e tiro fuori dalla lista dei giri una due giorni sulle... Dolomiti d' Oltrepiave, proprio qua dietro
Il programma prevede partenza poco a monte di Lorenzago, pernottamento al Bivacco Vaccari, e discesa per il Rifugio Padova con due varianti: quella lunga passando per il Rifugio Giaf e Forcella Las Busas, quella corta con discesa diretta.
Bene, pranzo con calma, mezzoretta di pennica e mi faccio accompagnare al mio punto di partenza.
Piccolo problema: ci sono 28 gradi
Coraggio, zaino in spalla e mi avvio lungo il sentiero 340: direzione Bivacco Vaccari
Il sentiero inizialmente segue una strada sterrata in leggera discesa
passa sotto ad una vecchia baita
e poi si infila dritto nel bosco
Questa discesa iniziale è perfetta per scaldare i muscoli senza strappare, visto che poi ci saranno millecento metri continui di dislivello.
Finita la discesa, la strada esce finalmente all' aperto in Val Cridola, regalando la prima visione della muraglia che sbarra la testata della valle
I primi 100 metri di dislivello sono abbastanza tranquilli: si segue piacevolmente il torrente lungo la strada, che arriva fino alla presa dell' acquedotto in corrispondenza della sorgente. Fosse tutta cosí sarebbe una goduria!
Seee magari!
La valle è stata letteralmente sconvolta dalle bombe d' acqua degli ultimi anni, e il risultato è che le buonanime del CAI devono passare ogni tre per due a ritracciare da zero il sentiero
Inizio a prendere quota, e alle spalle la visuale si apre sulle Dolomiti di Sesto e del Comelico
alla mia sinistra, presenza costante di quasi tutta la salita, la Cresta del Miaron, lungo le cui cenge passa il bellissimo Sentiero Olivato, ripristinato da qualche anno (per la precisione dall' anno dopo che mi ci son ravanato gli stinchi )
supero una vecchia piazzola per elicottero negli anni 70 ne erano state disseminate parecchie in tutta la zona cadorino-ampezzana
poi la valle si apre, con il Cridola a fare da vigile baluardo
ed inizia a manifestare la sua meravigliosa, brulla selvatichezza
Adesso inizia a farsi sentire anche il caldo: le gambe si lamentano e sto sudando come una bestia
Il sentiero si inerpica sulle ghiaie basali del Miaron
Tira niente, vero?
Tra un passo e un porcone contro la preparazione "poco ortodossa" di stamattina, arrivo al bivio col raccordo per il Sentiero Olivato
tiro dritto, e mi affaccio su questo catino dominato da torri una piú f'ka dell' altra
mentre un camoscio mi guarda incuriosito
Con la mia solita fortuna, viene su nebbia proprio quando arrivo sulla parte piú bella
Se tanto mi da tanto, stasera niente enrosadira
Amen, me ne faccio una ragione, sperando in un mattino migliore, e intanto raggiungo il bivio col sentiero 344 che domani mi condurrà alla Tacca del Cridola
attraverso questo piccolo, meraviglioso catino
e arrivo all' ultima salita della giornata
Salgo alla Cuna del Cridola, questo "dosso" sopra il catino, ed eccomi finalmente al Bivacco Vaccari!
Mi cambio, preparo la branda e, visto che la nebbia mi rovina il tramonto, mi dedico subito al cibo.
L' umidità è qualcosa di tremendo con sta cavolo di nebbia, fa anche un freschetto che ti penetra, comunque sotto le coperte non si sta male, anzi, faccio una signora dormita e mi sveglio giusto in tempo per vedere l' alba.
Già, l' alba, chissà come sarà... riuscirò ad avere un po' di enrosadira, o mi sarà negata come ieri sera...?
Si comincia con il rosa
Poi le montagne che mi circondano si accendono di fuoco in uno scenario atrocemente spettacolare
È qualcosa di impressionante, devastante, da andar via di testa
Un risveglio del genere, ti da tutta una nuova carica alla giornata
Via, faccio una veloce colazione, inizio a prepararmi e...
sparite le montagne!
Le nuvole si sono rialzate, quasi non vedo fuori dal bivacco... ok torniamo a letto un' oretta
Quando mi rialzo, le nuvole si sono abbassate quel tanto da concedermi di rivedere le cime: preparo lo zaino e mi metto in marcia
Diciamo che sarei disonesto a lamentarmi
saluto il bivacco
mentre il Sole si alza sopra la Forca del Cridola
sono sul bordo della Cuna, sto ammirando le cime intorno, ma alla mia anima non basta: la vedo separarsi dal mio corpo, come volesse precedermi, come volesse andarsene libera tra le sue montagne
Passato il momento di estasi mistica, comincio a scendere lungo i fianchi della Torre Cridola
questo breve tratto di sentiero è un po' rognosetto: c' è parecchio da aiutarsi con le mani
ma dura poco, ed in breve mi trovo depositato sul bordo del catino
Là in fondo c' è il bivio che avevo passato ieri
Inizio a risalire le ghiaie
una tabella "vintage" indica la direzione
svolto l' angolo della Torre Cridola e mi affaccio sul piacevole canalone da risalire, tutto da ravanare di gusto
Forza e coraggio, andiamo su, sono solo 300 metri scarsi!
Si si, vai avanti te che a me vien da ridere
Questo è il classico ghiaione che il CAI passa a sistemarlo, ed il giorno dopo viene giú di nuovo...
però ti regala un ambiente che definire spettacolare è riduttivo
Pian piano continuo a salire
mentre alle spalle le Dolomiti di Sesto giocano a nascondino con le nuvole
attacco l' ultima rampa, ormai il peggio è passato
dai che ci siamo!
ad un certo punto, quasi dal nulla, mi si parano davanti le forme piú assurde
sono i gendarmi della forcella...
allungo il passo... cos' è sta roba??
SBADADAM :shock::shock:
la vista che mi si presenta davanti è impressionante, surreale, annichilente, incredibile...
Crodon di Giaf, Monfalcon di Forni, e le torri che li circondano
Mi riposo qualche minuto chiaccherando con due ragazzi di Udine che stanno facendo l' anello Giaf - Tacca - Vaccari - Forca - Giaf, poi mi rimetto in moto prendendo la discesa verso Forcella Scodavacca, 200 metri piú sotto
anche questo un bello sbudellamento
sbudellamento reso "pericoloso" da mille distrazioni: tutto intorno al canale infatti è un tripudio di torrioni, pinnacoli, conformazioni assurde
e poi questa parete, di fronte, che va giú dritta e sembra non avere fine
Passo davanti a questo "coso" che non so come definire
poi giú per il budello!
Alla fine il budello sbuca su un larghissimo ghiaione: qua la traccia c' è e non c' è, i bolli bianco/rossi non si capisce se siano la secondo una logica o se - molto probabile - i temporali li abbiano fatti rotolare giú mollandoli a caso, io mi stufo di fare Pollicino e decido di finire la discesa... à la Blitz
Dritto per dritto in picchiata
ed in un amen arrivo a Forcella Scodavacca
do un' occhiata al canale da dove sono sceso, o meglio, al ghiaione finale, perché il canale è cosí stretto ed incassato tra le pareti che quasi non si vede
guardo l' ora: non è prestissimo, le gambe sono ancora acciaccate da ieri, e soprattutto verso il Rifugio Giaf è tutto coperto da nuvole basse
Opto per la variante breve: discesa diretta al Rifugio Padova.
Imbocco il ramo occidentale del sentiero 346: la prima parte è una breve ma stupenda traversata in falsopiano sulle ghiaie
poi pian piano, prende ad avvicinarsi alla vegetazione e ad entrare tra i primi mughi
Costeggio le ultime propaggini del Crodon di Giaf
e mi trovo in una piccola radura dove ti viene voglia di dire ciao a tutti e buttarti la steso per ore
Mi rimetto in marcia, adesso il sentiero si fa piú ripido seguendo una serie di canaletti tra i mughi nella Val Pra di Toro
allungo il passo, ed arrivo al bivio di quota 1500 dove si staccano i sentieri per il Bivacco Marchi-Granzotto ed il Bivacco Perugini
Da qua, via dentro il bosco
e nel giro di poco arrivo al Rifugio Padova, accompagnato dall' allegro scampanellio delle regine di Casera Pra di Toro.
Qua mi aspetta una mangiata come non ci fosse un domani :skipasta: ma questa è un' altra storia