GHIAIONI CHE PASSIONE - Attorno a Cima Ombrettola 08/07/2017
Inviato: 19/07/2017, 18:05
Questo weekend - complice anche un compleanno la domenica - avrei dovuto passarlo a riposo, dedicando il sabato a prendere un po' di sole in spiaggia.
Visto però che il weekend successivo è in programma una grossa scammellata, e che a giugno il meteo mi aveva fatto saltare un' uscita di troppo, decido di fare un' extra-date per allenarmi.
Un "tranquillo" giretto in giornata, facile facile, tutto a ghiaioni
Da Fuciade, su a Forcella del Bachet, giú in Vallone Ombrettola, su a Passo Ombrettola, traversa a Passo Cirelle, e poi giú di nuovo a Fuciade: ça va sans dire, una passeggiata da aperitivo
Una parte sono sentieri CAI, un' altra (su e giú da Forcella del Bachet) sono sentieri "di nessuno" ma discretamente frequentati e - scoprirò qualche giorno dopo da un vecio Alpin al bar fuori dall' ufficio - che ai tempi della naja venivano regolarmente sistemati dagli Alpini della Brigata Cadore che facevano i campi estivi proprio a Passo San Pellegrino.
Zaino fatto, sacca degli scarponi pronta, ma non già in macchina come al solito (macchina dal meccanico, userò quella dei miei che è parcheggiata fuori), me ne vado a dormire.
Sabato la sveglia suona ad orario umano, il giro non sarà eterno e - al solito - non ho voglia di ansie/stress/ecc.
Colazione veloce, ZAINO IN MACCHINA e via verso Passo San Pellegrino.
Arrivo al parcheggio del Miralago: c' è qualche nuvoletta, ma il cielo è di un bel blu
Ottimo, allora prepariamoci e via!
Prendo lo zaino, prendo...
...ocaxxx e gli scarponi?
vola una serie di dolci parole, sono rimasti in garage
abituato a buttarli in bagagliaio la sera prima (la mia macchina di solito dorme in garage, che è collegato con l' appartamento), e la mattina a chiudere lo zaino e buttarlo in macchina, anche stamattina ho chiuso lo zaino e l' ho buttato in macchina, PUNTO
Peccato che dovendo usare la macchina dei miei, che dorme fuori, gli scarponi fossero ancora al loro posto
Mai prendere abitudini "automatiche", soprattutto di prima mattina!
Fortunatamente l' anno scorso, piú per sfizio che per altro, mi ero comprato un paio di scarpe da trail... perché mi piaceva il colore
La scusa ufficiale era usarle per camminate facili, alla fine le ho sempre usate solo per guidare andando a camminare.
Questa volta mi salvano le chiappe: le inauguro per davvero!
E qua mi viene in mente lo Sherpa, quella volta che si è trovato nella stessa situazione sul Latemar, e le sue parole "guido sempre con le scarpe da ginnastica, che almeno se dimentico gli scarponi non mi tocca saltare il giro".
Ecco, questo è esattamente il caso di oggi.
Bon, zaino in spalla e via lungo il sentiero 607
il sentiero, lunga traversata che dal San Pellegrino porta al Rifugio Contrin, in questa prima parte si presenta come una piacevole strada bianca che attraversa i boschi ed i pascoli sopra il passo, ragalando di tanto in tanto belle visuali verso le Pale di San Martino
La strada è praticamente in piano: ci sono dei brevi saliscendi ma sono quasi impercettibili... procedo quindi in tutto relax, fino ad arrivare dove la strada esce definitivamente dal bosco, incontrando questi tabià che sembrano quasi messi a fare la guardia
Ok è vero, questa prima parte l' avevo già fatta 3 anni fa, ma quando supero i due tabià e mi ritrovo davanti la conca di Fuciade con Ombrettola, Sas de Valfréida, Monte La Banca e Pizzo Le Crene, è come fosse la prima volta
ELAMADONNA CHE SPETTACOLO
Raggiungo un tabià con fontanella, questi sono uno piú bello dell' altro
ricordo solo un altro posto dove avevo trovato un simile villaggio di tabià: la conca di Vedòrcia, in Cadore, sovrastata dai gotici Spalti di Toro...
E le Pale? non dovrebbero esserci anche loro, dietro?
Mi giro, eccole
Mi rimetto in marcia godendomi la passeggiata
ed arrivo al Rifugio Fuciade, dove faccio pausa caffè, sto per pagare quando...
ELAMADONNA!
No, non è un panorama, è una fetta immensa di forestanera!
MIA!
E vaffanxxxx anche alla dieta
Bene, adesso sí che posso rimettermi in marcia!
Supero gli ultimi tabià
e riprendo il sentiero 607
Il pascolo è stato appena sfalciato, e cammino immerso nel profumo dell' erba tagliata, era da tanto che non lo sentivo...
Sulla destra si alza dolcemente la dorsale di Monte Le Saline, che mi accompagnerà per tutta questa seconda parte
Il sentiero ora si restringe e sembra voler puntare dritto a Sas da la Tascia
Sembra. Ma poi svolta deciso a destra quasi a portarsi parallelo alla traccia che, dall' altro lato del Rif de Jigolè, sale come scorciatoia da Fuciade
Ecco, adesso mi si apre davanti la splendida conca contornata da Palon de Jigolè, Cima Ombretola e Sas de Valfreida
io dovrò salire il ghiaione che porta a quella forcella là in mezzo: la Sforcèla del Bachét
Arrivo al bivio col sentiero 693 per Forca Rossa (che avevo percorso in discesa 3 anni fa, sentiero facile e stupendo)
e prendo proprio questo: secondo le cartine infatti a circa duecento metri di distanza dovrei trovare una traccia che si stacca a sinistra
Raggiungo e supero il punto indicato, confronto anche col GPS, ma della traccia... neanche l' ombra
Ora, ok che sono qua in modalità relax, ma non posso neanche passare la giornata a cercare una traccia fantasma, per di piú con il seguito che è ben visibile!
Mi spazientisco, e decido di risolvere la questione "à la Blitz": dritto per dritto su per il ghiaione
Ok, probabilmente ho una qualche vena masochista, quindi mal che si vuole non duole, ma salire sta roba con le scarpe basse...
mi sto ancora chiedendo come abbiano fatto dall' Alto a non tirarmi una carrettata di fulmini visto quante ne ho tirate
Ad un certo punto, piú in alto, vedo qualcosa di sospetto: come volevasi dimostrare, ho beccato la traccia, solo che questa non va giú per le ghiaie come indicato sule cartine, ma taglia piacevolmente il ghiaione (ed è pure in discrete condizioni) fino a congiungersi con uno dei tornanti che salgono a Passo Cirelle!
Ora, ok, anch' io mi prendo le mie belle stecche, quando son di festa tra mojiti e altro vado a quantità industriali, o come direbbero gli amici Inglesi, "in heroic quantities"
Ma porca miseria, non mi metto a fare una mappa subito dopo
Amen, ormai sghiaionato per sghiaionato, almeno adesso ho una traccia decente da seguire
Mi godo questi ultimi minuti di relax mentre punto dritto al Pulpito di Fuciade
Raggiungo un gruppo di massi dove ci sono dei segnavia particolari: non i soliti ometti, ma "composizioni" di schegge di bomba e filo spinato
da qua si sale, e son 'azzi tua
A dispetto dell' apparenza, e dell' abbandono, un minimo di traccia c' è quasi sempre, e la salita non è cosí atroce come sembrava, in compenso l' ambiente è incommensurabile
È faticosa, ovviamente, ma non problematica: anche nei pochi punti in cui la traccia scompare, la salita non è mai impossibile grazie al fondo "morbido" del ghiaione: magari in qualche punto fai un passo avanti e 3 metri indietro, ma non rischi di scivolare sul duro e franare di sotto
Quasi senza rendermene conto inizio a prendere quota velocemente...
oddio... quasi senza rendermene conto è un parolone, inizio a rendermene conto quando le gambe iniziano a dire ué manca ancora tanto?
Dai che qua la traccia riappare e la pendenza sembra pure ammorbidirsi
sisi, peccato che adesso riattacchi peggio di prima
Ecco, la principale accortezza quando si va in questi posti è non essere impressionabili dalle pendenze, capito come?
dai ultimi sforzi che poi dovrebbe spianare un po'
e infatti, come per magia, mi ritrovo di colpo in un magnifico catino ghiaioso
Guarda che roba, se la forcella ormai non fosse a pochi passi, mi verrebbe da sdraiarmi in pace qua, troppo fiko sto posto
Dai, ormai manca veramente un nulla, raggiungiamola!
Mi avvio quindi verso le ultime ghiaie
dicevo, ultime ghiaie... se qualcuno non continua a spostarmela!
ecco i massi finali
e finalmente eccomi a Sforcela del Bachét
Riposo qualche minuto e mi fumo la sigaretta della soddisfazione, godendomi la vista sulla Regina
poi mi alzo per rimettermi in marcia ma...
dove cavolo è finito?
errr... ehhhm... uhm...
Sto per gridare un BANZAI quando mi si strozza l' urlo in gola: qua da noi diremmo PIAN COL FAIAN (piano col fagiano)
il canale è cosparso di simpatici "ricordini"
meglio stare molto attenti prima di lasciarsi andare
Ok, frenomotore, piano fino ad avere un po' di visuale: per niente ripido, vero?
guarda che roba, da ripido che è sembra quasi di essere su una cengia
ok, cercando di individuare i resti dei reticolati e qualche sasso sporgente, mi avvio in discesa: come dall' altro versante, anche qua il ghiaino è morbido e ti fa sprofondare, l' unico difetto è che avendo le scarpe basse, devo fermarmi due volte a toglierle per svuotarle dai sassi! ma quanti!
Arrivo finalmente in Valón de Ombrétola
ed inizio ad attraversare il catino, costellato di assi di legno
sono i resti del villaggio che sorgeva a Passo Ombrettola, venuti giu in cent' anni con valanghe, piogge & co.
Do un' occhiata alle spalle al canale da cui sono sceso; da qua non sembra cosí tremendo: lo rifacciamo?
ANCHE NO
Raggiungo finalmente il sentiero 612 che sale dal Rifugio Falier (prima o poi devo tornarci, bel rifugio e bellissima gestione) e mi fermo a mangiare il mio solito pompelmo+barretta mentre mi godo la vista sulla parte bassa del vallone e Monte La Banca
Bon, mangiato e riposato, mi rimetto in marcia lungo l' agonia delle Dolomiti: questo sentiero infatti è tanto stupendo come ambiente, quanto tremendamente faticoso, sia che tu sia reduce da una scammellata, sia che tu sia appena partito dal rifugio
Mi spiego?
supero il peggio e continuo a risalire il canalone
mentre le visioni alleviano in parte la fatica
ormai manca poco
arrivo in vista delle caverne di guerra del Vernale
ed eccomi finalmente al passo!!!
Purtroppo il panorama non è cosí bello come 2 anni fa: oggi è misto nuvolo/fosco
e tira pure un vento della madonna!!!
Do un ultimo sguardo verso est
poi mi metto in marcia lungo il sentiero per Passo delle Cirelle
sentiero che in questo tratto è pieno di resti, addirittura all' inizio c' è ancora un gabbione da trincea intero (venivano riempiti di pietre per creare dei parapetti extra dove non era possibile scavare trincee profonde) con un tratto di reticolato subito davanti
Anche da questo versante la conca è piena di resti venuti giú nel tempo, o rimasti abbandonati
Il sentiero - 612 b - segue in costa il bordo meridionale della conca, in un ambiente che definire lunare è dire poco
che razza di posto
poi a quest' ora che non c' è anima viva, è ancora piú magico
arrivo cosí in vista del sentiero che sale dal Rifugio Contrin: manca poco al passo
eccomi all' incrocio
la brulleria di questo posto è spettacolare
ed eccomi a Passo Cirelle: da qua tutta discesa!
anche qua devo dire pendenza da niente
Bene, fatto trenta, facciamo trentuno! qua non ci sono neanche i reticolati in mezzo a fare scherzi: VIA!!!
Parto come una cometa, mollo quota come ridere, ma ad un certo punto quasi faccio un infarto. FRENA! FRENA!
Caxxx succede?
E guarda là cavolo!
DALL' AGNER AL CIMON DELLA PALA
Bon, il tempo guadagnato con la corsa a rotta di collo, lo perdo adesso imbambolato davanti alle Pale. Ok, giustificato
Mi rimetto in marcia, adesso piú calmo perché il canale è piú "articolato"
e arrivo ad un bivio molto interessante: qua infatti arriva la prosecuzione del sentiero Bepi Zac, grandiosa traversata della cresta Costabella-Cima Uomo: da fare assolutamente prima o poi
supero qualche tornante, ed il sentiero inizia ad addolcirsi
guardo indietro, mica male il posticino da dove sono venuto
adesso come per magia il sentiero diventa quasi una passeggiata da nonne permettendo di godersi il panorama: sembra di essere in una cartolina
Presso un tornante vedo delle bandiere: è un piccolo monumento alle truppe che si sono contese queste cime ormai un secolo fa: i Kaiserjäger dell' Esercito Imperial-Regio e gli Alpini del Regio Esercito Italiano, e le bandiere sono quelle dell' epoca.
Scendo gli ultimi tornanti con in vista il percorso che ho fatto stamattina
ed in breve sono di nuovo al bivio di Jigolé
mi rilasso qualche minuto davanti a questi colori incredibili: oggi son passato continuamente da colori spenti dalle nuvole, a colori sparati dal Sole
mi rimetto in marcia verso valle: è tardi ma non mi corre dietro nessuno, la prendo comoda.
Relax doveva essere, e relax è stato, ora mi godo il rientro lungo la piacevole strada sterrata
Visto però che il weekend successivo è in programma una grossa scammellata, e che a giugno il meteo mi aveva fatto saltare un' uscita di troppo, decido di fare un' extra-date per allenarmi.
Un "tranquillo" giretto in giornata, facile facile, tutto a ghiaioni
Da Fuciade, su a Forcella del Bachet, giú in Vallone Ombrettola, su a Passo Ombrettola, traversa a Passo Cirelle, e poi giú di nuovo a Fuciade: ça va sans dire, una passeggiata da aperitivo
Una parte sono sentieri CAI, un' altra (su e giú da Forcella del Bachet) sono sentieri "di nessuno" ma discretamente frequentati e - scoprirò qualche giorno dopo da un vecio Alpin al bar fuori dall' ufficio - che ai tempi della naja venivano regolarmente sistemati dagli Alpini della Brigata Cadore che facevano i campi estivi proprio a Passo San Pellegrino.
Zaino fatto, sacca degli scarponi pronta, ma non già in macchina come al solito (macchina dal meccanico, userò quella dei miei che è parcheggiata fuori), me ne vado a dormire.
Sabato la sveglia suona ad orario umano, il giro non sarà eterno e - al solito - non ho voglia di ansie/stress/ecc.
Colazione veloce, ZAINO IN MACCHINA e via verso Passo San Pellegrino.
Arrivo al parcheggio del Miralago: c' è qualche nuvoletta, ma il cielo è di un bel blu
Ottimo, allora prepariamoci e via!
Prendo lo zaino, prendo...
...ocaxxx e gli scarponi?
vola una serie di dolci parole, sono rimasti in garage
abituato a buttarli in bagagliaio la sera prima (la mia macchina di solito dorme in garage, che è collegato con l' appartamento), e la mattina a chiudere lo zaino e buttarlo in macchina, anche stamattina ho chiuso lo zaino e l' ho buttato in macchina, PUNTO
Peccato che dovendo usare la macchina dei miei, che dorme fuori, gli scarponi fossero ancora al loro posto
Mai prendere abitudini "automatiche", soprattutto di prima mattina!
Fortunatamente l' anno scorso, piú per sfizio che per altro, mi ero comprato un paio di scarpe da trail... perché mi piaceva il colore
La scusa ufficiale era usarle per camminate facili, alla fine le ho sempre usate solo per guidare andando a camminare.
Questa volta mi salvano le chiappe: le inauguro per davvero!
E qua mi viene in mente lo Sherpa, quella volta che si è trovato nella stessa situazione sul Latemar, e le sue parole "guido sempre con le scarpe da ginnastica, che almeno se dimentico gli scarponi non mi tocca saltare il giro".
Ecco, questo è esattamente il caso di oggi.
Bon, zaino in spalla e via lungo il sentiero 607
il sentiero, lunga traversata che dal San Pellegrino porta al Rifugio Contrin, in questa prima parte si presenta come una piacevole strada bianca che attraversa i boschi ed i pascoli sopra il passo, ragalando di tanto in tanto belle visuali verso le Pale di San Martino
La strada è praticamente in piano: ci sono dei brevi saliscendi ma sono quasi impercettibili... procedo quindi in tutto relax, fino ad arrivare dove la strada esce definitivamente dal bosco, incontrando questi tabià che sembrano quasi messi a fare la guardia
Ok è vero, questa prima parte l' avevo già fatta 3 anni fa, ma quando supero i due tabià e mi ritrovo davanti la conca di Fuciade con Ombrettola, Sas de Valfréida, Monte La Banca e Pizzo Le Crene, è come fosse la prima volta
ELAMADONNA CHE SPETTACOLO
Raggiungo un tabià con fontanella, questi sono uno piú bello dell' altro
ricordo solo un altro posto dove avevo trovato un simile villaggio di tabià: la conca di Vedòrcia, in Cadore, sovrastata dai gotici Spalti di Toro...
E le Pale? non dovrebbero esserci anche loro, dietro?
Mi giro, eccole
Mi rimetto in marcia godendomi la passeggiata
ed arrivo al Rifugio Fuciade, dove faccio pausa caffè, sto per pagare quando...
ELAMADONNA!
No, non è un panorama, è una fetta immensa di forestanera!
MIA!
E vaffanxxxx anche alla dieta
Bene, adesso sí che posso rimettermi in marcia!
Supero gli ultimi tabià
e riprendo il sentiero 607
Il pascolo è stato appena sfalciato, e cammino immerso nel profumo dell' erba tagliata, era da tanto che non lo sentivo...
Sulla destra si alza dolcemente la dorsale di Monte Le Saline, che mi accompagnerà per tutta questa seconda parte
Il sentiero ora si restringe e sembra voler puntare dritto a Sas da la Tascia
Sembra. Ma poi svolta deciso a destra quasi a portarsi parallelo alla traccia che, dall' altro lato del Rif de Jigolè, sale come scorciatoia da Fuciade
Ecco, adesso mi si apre davanti la splendida conca contornata da Palon de Jigolè, Cima Ombretola e Sas de Valfreida
io dovrò salire il ghiaione che porta a quella forcella là in mezzo: la Sforcèla del Bachét
Arrivo al bivio col sentiero 693 per Forca Rossa (che avevo percorso in discesa 3 anni fa, sentiero facile e stupendo)
e prendo proprio questo: secondo le cartine infatti a circa duecento metri di distanza dovrei trovare una traccia che si stacca a sinistra
Raggiungo e supero il punto indicato, confronto anche col GPS, ma della traccia... neanche l' ombra
Ora, ok che sono qua in modalità relax, ma non posso neanche passare la giornata a cercare una traccia fantasma, per di piú con il seguito che è ben visibile!
Mi spazientisco, e decido di risolvere la questione "à la Blitz": dritto per dritto su per il ghiaione
Ok, probabilmente ho una qualche vena masochista, quindi mal che si vuole non duole, ma salire sta roba con le scarpe basse...
mi sto ancora chiedendo come abbiano fatto dall' Alto a non tirarmi una carrettata di fulmini visto quante ne ho tirate
Ad un certo punto, piú in alto, vedo qualcosa di sospetto: come volevasi dimostrare, ho beccato la traccia, solo che questa non va giú per le ghiaie come indicato sule cartine, ma taglia piacevolmente il ghiaione (ed è pure in discrete condizioni) fino a congiungersi con uno dei tornanti che salgono a Passo Cirelle!
Ora, ok, anch' io mi prendo le mie belle stecche, quando son di festa tra mojiti e altro vado a quantità industriali, o come direbbero gli amici Inglesi, "in heroic quantities"
Ma porca miseria, non mi metto a fare una mappa subito dopo
Amen, ormai sghiaionato per sghiaionato, almeno adesso ho una traccia decente da seguire
Mi godo questi ultimi minuti di relax mentre punto dritto al Pulpito di Fuciade
Raggiungo un gruppo di massi dove ci sono dei segnavia particolari: non i soliti ometti, ma "composizioni" di schegge di bomba e filo spinato
da qua si sale, e son 'azzi tua
A dispetto dell' apparenza, e dell' abbandono, un minimo di traccia c' è quasi sempre, e la salita non è cosí atroce come sembrava, in compenso l' ambiente è incommensurabile
È faticosa, ovviamente, ma non problematica: anche nei pochi punti in cui la traccia scompare, la salita non è mai impossibile grazie al fondo "morbido" del ghiaione: magari in qualche punto fai un passo avanti e 3 metri indietro, ma non rischi di scivolare sul duro e franare di sotto
Quasi senza rendermene conto inizio a prendere quota velocemente...
oddio... quasi senza rendermene conto è un parolone, inizio a rendermene conto quando le gambe iniziano a dire ué manca ancora tanto?
Dai che qua la traccia riappare e la pendenza sembra pure ammorbidirsi
sisi, peccato che adesso riattacchi peggio di prima
Ecco, la principale accortezza quando si va in questi posti è non essere impressionabili dalle pendenze, capito come?
dai ultimi sforzi che poi dovrebbe spianare un po'
e infatti, come per magia, mi ritrovo di colpo in un magnifico catino ghiaioso
Guarda che roba, se la forcella ormai non fosse a pochi passi, mi verrebbe da sdraiarmi in pace qua, troppo fiko sto posto
Dai, ormai manca veramente un nulla, raggiungiamola!
Mi avvio quindi verso le ultime ghiaie
dicevo, ultime ghiaie... se qualcuno non continua a spostarmela!
ecco i massi finali
e finalmente eccomi a Sforcela del Bachét
Riposo qualche minuto e mi fumo la sigaretta della soddisfazione, godendomi la vista sulla Regina
poi mi alzo per rimettermi in marcia ma...
dove cavolo è finito?
errr... ehhhm... uhm...
Sto per gridare un BANZAI quando mi si strozza l' urlo in gola: qua da noi diremmo PIAN COL FAIAN (piano col fagiano)
il canale è cosparso di simpatici "ricordini"
meglio stare molto attenti prima di lasciarsi andare
Ok, frenomotore, piano fino ad avere un po' di visuale: per niente ripido, vero?
guarda che roba, da ripido che è sembra quasi di essere su una cengia
ok, cercando di individuare i resti dei reticolati e qualche sasso sporgente, mi avvio in discesa: come dall' altro versante, anche qua il ghiaino è morbido e ti fa sprofondare, l' unico difetto è che avendo le scarpe basse, devo fermarmi due volte a toglierle per svuotarle dai sassi! ma quanti!
Arrivo finalmente in Valón de Ombrétola
ed inizio ad attraversare il catino, costellato di assi di legno
sono i resti del villaggio che sorgeva a Passo Ombrettola, venuti giu in cent' anni con valanghe, piogge & co.
Do un' occhiata alle spalle al canale da cui sono sceso; da qua non sembra cosí tremendo: lo rifacciamo?
ANCHE NO
Raggiungo finalmente il sentiero 612 che sale dal Rifugio Falier (prima o poi devo tornarci, bel rifugio e bellissima gestione) e mi fermo a mangiare il mio solito pompelmo+barretta mentre mi godo la vista sulla parte bassa del vallone e Monte La Banca
Bon, mangiato e riposato, mi rimetto in marcia lungo l' agonia delle Dolomiti: questo sentiero infatti è tanto stupendo come ambiente, quanto tremendamente faticoso, sia che tu sia reduce da una scammellata, sia che tu sia appena partito dal rifugio
Mi spiego?
supero il peggio e continuo a risalire il canalone
mentre le visioni alleviano in parte la fatica
ormai manca poco
arrivo in vista delle caverne di guerra del Vernale
ed eccomi finalmente al passo!!!
Purtroppo il panorama non è cosí bello come 2 anni fa: oggi è misto nuvolo/fosco
e tira pure un vento della madonna!!!
Do un ultimo sguardo verso est
poi mi metto in marcia lungo il sentiero per Passo delle Cirelle
sentiero che in questo tratto è pieno di resti, addirittura all' inizio c' è ancora un gabbione da trincea intero (venivano riempiti di pietre per creare dei parapetti extra dove non era possibile scavare trincee profonde) con un tratto di reticolato subito davanti
Anche da questo versante la conca è piena di resti venuti giú nel tempo, o rimasti abbandonati
Il sentiero - 612 b - segue in costa il bordo meridionale della conca, in un ambiente che definire lunare è dire poco
che razza di posto
poi a quest' ora che non c' è anima viva, è ancora piú magico
arrivo cosí in vista del sentiero che sale dal Rifugio Contrin: manca poco al passo
eccomi all' incrocio
la brulleria di questo posto è spettacolare
ed eccomi a Passo Cirelle: da qua tutta discesa!
anche qua devo dire pendenza da niente
Bene, fatto trenta, facciamo trentuno! qua non ci sono neanche i reticolati in mezzo a fare scherzi: VIA!!!
Parto come una cometa, mollo quota come ridere, ma ad un certo punto quasi faccio un infarto. FRENA! FRENA!
Caxxx succede?
E guarda là cavolo!
DALL' AGNER AL CIMON DELLA PALA
Bon, il tempo guadagnato con la corsa a rotta di collo, lo perdo adesso imbambolato davanti alle Pale. Ok, giustificato
Mi rimetto in marcia, adesso piú calmo perché il canale è piú "articolato"
e arrivo ad un bivio molto interessante: qua infatti arriva la prosecuzione del sentiero Bepi Zac, grandiosa traversata della cresta Costabella-Cima Uomo: da fare assolutamente prima o poi
supero qualche tornante, ed il sentiero inizia ad addolcirsi
guardo indietro, mica male il posticino da dove sono venuto
adesso come per magia il sentiero diventa quasi una passeggiata da nonne permettendo di godersi il panorama: sembra di essere in una cartolina
Presso un tornante vedo delle bandiere: è un piccolo monumento alle truppe che si sono contese queste cime ormai un secolo fa: i Kaiserjäger dell' Esercito Imperial-Regio e gli Alpini del Regio Esercito Italiano, e le bandiere sono quelle dell' epoca.
Scendo gli ultimi tornanti con in vista il percorso che ho fatto stamattina
ed in breve sono di nuovo al bivio di Jigolé
mi rilasso qualche minuto davanti a questi colori incredibili: oggi son passato continuamente da colori spenti dalle nuvole, a colori sparati dal Sole
mi rimetto in marcia verso valle: è tardi ma non mi corre dietro nessuno, la prendo comoda.
Relax doveva essere, e relax è stato, ora mi godo il rientro lungo la piacevole strada sterrata