IL DESERTO DEI TARTARI: Altopiano delle Pale 17-18/06/2017
Inviato: 28/06/2017, 19:37
È passato quasi un mese dalla prima uscita di stagione: vuoi per un motivo, vuoi per un altro, non sono piú riuscito a combinare niente;
le ultime due settimane poi sono state un concentrato di stress e skazzi vari, ho bisogno di togliermi dalle balle per un paio di giorni, starmene per i fatti miei...
Sabato ci sarebbe un festone da 10'000 persone a Padova, in 9 anni non ne ho saltato un' edizione, anzi ci lavoravo fino all' anno scorso, gli organizzatori sono i miei amici...
Niente da fare, ho troppo bisogno di scollegare il cervello ed isolarmi...
Avrei bisogno di un deserto...
Deserto... come quello dei Tartari...
DESERTO DEI TARTARI... come...
...L' ALTOPIANO DELLE PALE!
ECCO IL VERO DESERTO DEI TARTARI!
Ecco dove posso andarmene vagabondo nella solitudine più assoluta.
Ecco dove posso andare a ritrovare me stesso.
Un luogo dove scollegare il cervello, lasciarlo svuotare, vaneggiare ammirando le cime che lo circondano (quando non sono nascoste dalle sue sponde) e perdermi nella multiforme monotonia di questa distesa grigia, brulla, tutta uguale ma tutta diversa, silenziosa, dove le uniche voci sono quelle delle emozioni...
Controllo meteo: positivo per entrambi i giorni
Chiamo il gestore del Rifugio Rosetta: prenotato (va bene isolarsi, ma una pasta calda e qualche giro di grappe ci stanno sempre )
Sabato mattina, suona la sveglia (ad orario "turista", non ho fretta), mi preparo e parto alla volta di Garès, frazione di Canale d' Agordo nell' omonima valle che si incunea nel gruppo delle Pale.
Arrivo al parcheggio di Capanna Cima Comelle, a Pian delle Giàre, e la giornata mi si presenta cosí
Quanto a sentieri non c' è che l' imbarazzo della scelta, ce n' è per tutti i gusti.
Da qua la via piú logica sarebbe il sentiero 704, che risale gradatamente la Val delle Comelle, salvo poi dare uno strappetto verso la fine.
Bello anche paesaggisticamente, infatti prima o dopo lo farò, ma non oggi.
Oggi seguirò il sentiero 756, che ti tira subito su di mille metri, dai 1300 di Pian delle Giàre ai 2300 di Passo dell' Antermarúcol con millemila tornanti ma poi ti fa rilassare godendoti la traversata dell' altopiano.
Fa un caldo becco, ma il sentiero si dirige subito verso il fresco del bosco
inoltre è esposto a nordovest, quindi ombra sicura per un po'
Inizio a salire con calma: sono praticamente digiuno di allenamento e non voglio bruciarmi per poi agonizzare nella parte piú bella: la prima scusa per fermarmi è uno squarcio nella vegetazione che mi concede una bella vista sul Cimón della Stía
Riparto, altro squarcio, e le Pale mi regalano il primo antipasto della loro magia
Proseguo con un passo indecente, ma me ne frego: sono qua per rilassarmi, non per fare tempi, e per proseguire nella ricostruzione del mio feeling con la Montagna.
Il relax però viene bruscamente interrotto da una quindicina di bikers downhill: saltano fuori come comete da una curva a 90 gradi, se non ho il riflesso di buttarmi nell' erba a bordo sentiero, il primo mi ammazza. Se al posto mio c' è un anziano o un bambino è MORTO.
Adesso capisco chi tende fili o "booby traps" in stile guerra del Vietnam tra i sentieri in modo da fargli tanto male: TROPPO POCO
Raggiungo il bivio col sentiero 761 per Forcella Cesurette, da dove tornerò domani.
Tiro dritto per il mio 756
ed ecco una prima manifestazione di grandiosità
Bello cosí: davanti queste visioni che sembrano squarciare il bosco, alle spalle invece una distesa di verde
Una distesa di verde dietro cui però fa capolino una Signora, o meglio, una Regina
proseguo con comodo, e arrivo alla vecchia Malga Valbona
a questo punto, svaccato per svaccato, mi fermo a mangiare qua.
Dopo un lautiiiiiiiissimo pasto (un pompelmo e una barretta ) e una sigaretta d' ordinanza mi rimetto in marcia
passo davanti ad un crocefisso che protegge i viandanti
ed in breve raggiungo il bivio per il Viaz del Bus (notare le tabelle che se tutto va bene hanno visto le guerre napoleoniche )
ricomincio a salire
e gli scorci iniziano a farsi sempre piú interessanti
sia dietro
sia davanti
Poi una visione: il Marúcol, il guardiano dell' ingresso dell' altopiano
La fatica inizia a farsi sentire, come dicevo sono sostanzialmente a zero con l' allenamento, ma non ci penso e mi lascio "cullare" da questo ambiente ancora umano
Eccolo, già si vede l' ingresso del mondo fuori dal mondo
Adesso l' ambiente cambia, quasi a volermi preparare al grande deserto
Lascio alle mie spalle gli ultimi segni di dolcezza
mentre in fondo, ancora piú in la, inizia a manifestarsi qualcosa di grandioso
Svettano su tutto il resto, le vedi lontane, ma ti rendi conto che sono colossali
Marmolada
Civetta
Belle,
belle e imponenti, da toglierti il fiato e lasciarti la, imbambolato...
Passa qualche minuto di venerazione, ok, adesso puoi ripartire.
Mi rimetto in marcia, ormai non c' è piú nulla ad addolcire l' ambiente: sempre piú brullo
I pensieri in testa cominciano a diminuire, il cervello si svuota e si fa piú leggero, sto inseguendo gli ultimi pensieri quando giro un tornante e...
e...
e...
ELAMADONNA!
La Trinità di Falcade, vista dall' altro lato, è qualcosa di grandiosamente folle, fuori di testa, ti strappa via il cervello di forza e ti magnetizza, resti la in esaltazione...
L' avrò vista migliaia di volte, ho passato un inverno intero a sciarci davanti, in estate ci son passato davanti, dietro, sotto... ma ogni volta è come fosse la prima: ti prende i neuroni e te li butta via
Mi rimetto in marcia
Ma è difficile non voltarsi indietro ogni tre passi
Passo sotto al Marúcol, il guardiano dell' Altopiano
e proseguo verso il suo ingresso
Eccomi a Passo Antermarúcol: vera e propria porta dell' Altopiano delle Pale
Qua si congiunge il sentiero 761, che arriva da Campo Boaro passando per il Marúcol
Ultimo sguardo alle spalle
supero il valico e...
SBADADAM
È una mazzata sui denti, di quelle tirate con una putrella d' acciaio
Cima della Vezzana, accompagnata dalle vicine Cima Corona e Cima delle Comelle, si erge maestosa, quasi ciclopica da dietro i magri pascoli del bordo dell' altopiano: fa impressione!
Impossibile non rimanere imbambolati a fissarla, quasi sotto ipnosi, è enorme, è stupenda
Perdo il conto di quanto tempo resto imbambolato, ad un certo punto comunque riesco a ripartire, anche perché davanti mi si presenta un ambiente quasi extraterrestre, col sentiero che costeggia le Buse di Col Alto
La marcia però dura poco, quasi niente, giusto il tempo di voltarmi e veder spuntare tutto il resto che dalle Ziròcole va via via verso i Focobón e oltre: CIAO
A sto punto mi siedo su un masso e chi s' è visto s' è visto, io resto qua
Riprendo coscienza di me stesso e mi rimetto in marcia, lungo un sentiero che, per quanto semplice, è a dir poco spettacolare
Superate le buse, il sentiero, sempre sostanzialmente in piano, inizia a portarsi verso le Sponde Alte
La spettacolare Trinità continua a farsi vedere alle spalle, con la Regina a vigilare dal fondo
Ma è davanti che cambia tutto, guarda che roba
Una sagoma scura, quasi squadrata, spunta oltre i bordi: è la Pala di San Martino
Il tutto è quasi surreale...
Il sentiero prosegue piacevolissimo: praticamente una passeggiata da nonne (a parte la lunghezza e la salita all' inizio) con dei panorami assurdi, stupendo
Do uno sguardo alle spalle, guarda che razza di posto
Raggiungo un piccolo valico
qua le visioni tornano a farsi colossali
riprendo il cammino, venire in questo posto è un viaggio, in tutti i sensi
Ormai sono sempre piú vicino alla mèta odierna, ma vorrei avere da camminare in questo ambiente ancora per ore e ore...
Vedo qualcosa fare capolino da dietro la Vezzana, capisco subito di chi si tratta e accelero il passo per vederlo comparire nella sua spettacolarità: eccolo il Cimón della Pala
è o non è spettacolare?
Mi godo una dovuta, sacrosanta, sosta contemplativa, poi riprendo la marcia
Ormai il rifugio è in vista, cosí come la cima della Rosetta e, piú in basso, il sentiero che sale dalla Val delle Comelle
Affronto la breve e dolce discesa accompagnato dalla visione del Cimón accompagnato dal Col Cantoni, separati dalla Valle dei Cantoni attraverso cui solitamente scendono i percorritori della bellissima Ferrata Bolver-Lugli
mentre alle spalle ho le ultime propaggini delle Sponde Alte
Cammino e godo, godo e cammino, con l' Altopiano che ormai ha decisamente manifestato la sua natura lunare
non so se mi sono spiegato
Raggiungo il bivio col sentiero 703 che arriva dal Rifugio Volpi attraverso lo spettacolare Passo delle Faràngole, e da cui poco a valle si stacca il 704 per Garès attraverso Val delle Comelle
ancora qualche passo di godimento
ed eccomi arrivato al rifugio Rosetta, dove mi aspettano una bella cena e una bella dormita
Mentre fumo la sigaretta della soddisfazione, non posso fare a meno di ammirare la Pala di San Martino e la Croda di Roda, e l' arrivo del temibile sentiero 702 i cui milioni di tornanti ho percorso in salita sette anni fa
Entro, saluto il gestore, una fortissima guida che ho già avuto modo di conoscere in passato durante i miei vagabondaggi sulle Pale, vado a preparare la branda e darmi una sciacquata e giú di corsa che è pronto!
Essendo ancora ad inizio stagione il rifugio non è pienissimo, ma ciò che mi sorprende è che gli italiani siano in netta maggioranza: Ferrara, Vicenza, Bergamo, Rovereto, Merano sono alcune delle provenienze.
Ma tra tutte le provenienze, italiane e straniere, ne spicca una d' eccezione, TEL AVIV: una ragazza Israeliana con la passione per le montagne sta esplorando le Dolomiti: sei una grande!
Mangio, fumo, chiacchero, bevo, richiacchero, ribevo, rifumo, ribevo (eh in quota faccio fatica ad addormentarmi quindi devo darmi l' aiutino con le grappe )
e mi godo anche un tramonto incredibile, siamo a giugno ma c' è un cielo pulito come fossimo a ottobre, si vede fino alle Tre Cime
non parliamo poi del colosso della Civetta
alla fine decido di buttarmi a dormire: sono in cameretta da solo, e prendo sonno appena poso la testa sul cuscino: fantastico!
Peccato però che dopo tre ore mi svegli: non c' è nessuno che russa, anzi il silenzio è totale, probabilmente dovevo semplicemente bere un paio di grappe in piú...
Niente, non c' è verso che riesca ad addormentarmi, manco avessi bevuto quaranta caffè... innervosirsi non serve a niente, tanto vale fare buon viso a cattivo gioco e cercare di riposare...
Arrivano le 5, abbandono i propositi di uscire a guardare l' alba e sposto la sveglia avanti, e miracolosamemte riesco ad addormentarmi.
Dopo un' ora però non è la sveglia a tirarmi giú dal letto: è un altro rumore, un rumore che conosco fin troppo bene e che risveglia i miei demoni interiori... si perché è impossibile che portino i rifornimenti al rifugio alle 6 di mattina...
Mi affaccio alla finestra, e i miei timori vengono confermati dal 139 del Soccorso Alpino di Trento che mi passa davanti alla finestra...
Ero venuto a fare il giro per ricostruire il mio rapporto con la Montagna, e invece si stanno scatenando i miei incubi peggiori...
Ancora rimbambito per la sveglia improvvisa, scendo le scale, e mi trovo davanti il medico e l' infermiere dell' elicottero, sbarcati assieme a parte del materiale probabilmente per essere piú leggeri nelle operazioni, visto che in paese hanno imbarcato altri soccorritori...
Potrebbe essere un buon segno, se devono fare manovre complesse in parete magari qualche speranza c'è...
Io sono in trance, uno dei vicentini mi parla ma non capisco cosa mi dice, piango e fotografo l' elicottero, piango e spero, prego che trovino ancora vivo quel ragazzo che ieri sera non è rientrato.
L' elicottero torna indietro
carica il medico e riparte
lavorano davanti alla Cima Val di Roda, al rifugio si spera e si prega
Altro giro, caricano l' infermiere ed il materiale che avevano sbarcato, poi la radio del rifugio che ti gela il sangue: non c' è niente da fare...
Sono sventrato...
La giornata non poteva iniziare in maniera peggiore, troppi pensieri negativi, troppi brutti ricordi che si mettono in movimento...
Faccio colazione, poi per distrarmi parlo del mio giro col gestore, e di un sentiero che è segnato sulla cartina del rifugio, mentre sulle Tabacco è indicato come non segnalato... mi farebbe molto comodo perché mi risparmierebbe una discesa, e successiva risalita, di 400 metri...
Il gestore mi dice che è uno svarione della Tabacco, ok mi fido, se non lo sa lui che conosce le Pale sasso per sasso...
Però non mi sento pronto, sono bloccato...
Esco a fumare...
Dai Blitz ziocanon alza le chiappe, muovi il kulo e vai che te la godi!
Mmmmm sicuro?
Dai caxxo vai muoviti!
Anche i gestori mi consigliano di non pensarci ed andare, il percorso è facile e l' unica difficoltà è una specie di placconata in discesa, verso fine giro ed in zona comunque frequentata.
Ok, li saluto e mi metto in marcia, imboccando il sentiero 707 verso Forcella del Miel
ieri ho attraversato la parte piú occidentale dall' Altopiano delle Pale, quella psicologicamente piú facile, perché comunque c' è un minimo di alternanza tra la roccia e qualche magro pascolo, e bene o male ci sono sempre grandi cime o creste a fare da riferimento: oggi invece, dopo aver seguito la "riviera" meridionale, farò la traversata orientale: quella piú solitaria, piú brulla, piú fuori dal mondo, dove in molti tratti gli unici riferimenti sono i segnavia dei sentieri e non hai nulla per orientarti...
Tecnicamente facile, psicologicamente o la va o la spacca, nel senso che per andar da solo in un posto del genere non devi essere tutto a posto con la testa, devi avere voglie di eremitaggio... se mi prende male son dolori seri, se mi prende bene vuol dire che la ricostruzione del mio rapporto sta andando avanti, e bene.
Mi rendo subito conto che ciò che ho visto ieri era solo l' antipasto di ciò che mi aspetta oggi
Altopiano di contrasti, almeno nella sua parte iniziale: davanti ti si apre il deserto lunare, mentre dietro Cima Corona e Col Cantoni, con il Cimón alle spalle e tutta la catena occidentale che prosegue, si alzano possenti
Il mutevole "rapporto" con questa enorme catena potrebbe quasi considerarsi il filo conduttore di questa due giorni: appare, scompare per un tratto, poi riappare m aa metà, poi fa capolino, poi di nuovo immensa, poi riscompare... l' unica quasi sempre presente in tutto il percorso...
È un tema ricorrente, è il tema piú frequente, è un tocco che continuamente impreziosisce di spettacolo il grandioso quadro entro cui mi muovo, ma non è il tema dominante.
Il tema dominante è un altro.
Benvenuti sulla Luna.
Benvenuti nel Deserto dei Tartari.
Benvenuti sull' Altopiano delle Pale.
Un ambiente cosí ti disarma, ti annichilisce, ti pianti là e pensi "ma dove cavolo sono finito? "
ed è solo l' inizio
Inizio a salire dolcemente di quota, e l' ambiente viene appena ingentilito da dei residui della pochissima neve caduta questo inverno
ma la sostanza sempre quella è
In fondo compare anche la Fradusta, con quello che resta del suo ghiacciaio
Molto probabilmente un posto del genere può mettere inquietudine, magari anche un po' d' ansia, a me invece trasmette serenità...
Si, in un posto del genere mi sento abbandonare dalle negatività che mi rincorrevano a inizio mattina, ho una sensazione di benessere, manco mi fossi fatto...
È strano da descrivere, ma a camminare qua sto bene. Punto.
Raggiungo il bivio col sentiero 709 per Passo Pradidali e l' omonimo rifugio: sentiero stupendo che ho percorso 7 anni fa, e rifugio in posizione spaziale dove ho dormito a settembre. Però, pensandoci, sulle Pale c' è un posto che non sia stupendo, che non abbia panorami spaziali?
questa volta proseguo per il 707
il sentiero si alza, e torna a spuntare la catena occidentale
poi scende nuovamente, e va ad imboccare la Riviera di Manna
Il luogo è impressionante, desolato, quasi spettrale
alle spalle, un timido segno di vita arriva dalla catena occidentale, che riesce ancora ad emergere
Davanti invece è silenzio
Silenzio, desolazione e gelo: ai bordi della riviera si nascondono i luoghi piú freddi d' Italia: una serie di doline carsiche, tra cui la Busa di Manna, dove le temperature arrivano a -49° : si avete capito bene, QUARANTANOVESOTTOZZERO
Il Cimón e la Vezzana adesso fanno capolino a fatica, dietro le sponde dell' altopiano
Proseguo nel mio viaggio, il sentiero non è difficile, è solo psicologicamente devastante
Non ci fossero loro a fare da faro, in lontananza, uno si sentirebbe davvero perduto
Sembra strano che un casinista discotecaro ami perdersi in posti del genere...
dualismo dell' uomo lo chiamano...
alla fine, guarda che razza di posti, inimmaginabili...
Ad un certo punto sento come un richiamo da dietro, mi giro...
SBADADAM
dalla desolazione si alza, enorme, la Pala di San Martino
mi giro lentamente verso destra, altra tabella sui denti, Cimon e Vezzana che fanno paura
Questa è la follia di questo posto: un momento sei nella desolazione totale, il momento dopo sei nell' estasi euforica, pazzesco...
Vedo delle tabelle oltre un campo di neve
sono al bivio col sentiero 711b che sale a Passo della Fradusta e Passo delle Lede
ma niente, continuo imperterrito lungo il 707
mi fermo a godere la vista della Fradusta: quanto durerà?
poi mi reincammino lungo il deserto
e raggiungo un altro bivio: un bivio che secondo la Tabacco non dovrebbe neanche esistere, e invece è vivo e vegeto
Sono ormai vicino al margine orientale dell' Altopiano, e davanti iniziano ad aprirsi panorami che vanno dalle Tofane alla Civetta
ma è qualcos' altro a magnetizzarmi, un cupolone che si erge da dietro il bordo: so a chi appartiene, so cosa significa, e non vedo l' ora che si manifesti in tutta la sua grandiosità
Abbandono il sentiero 707, ed imbocco il sentiero ex 776 (senza numero da qualche anno perché hanno cambiato alcune numerazioni) per Gares via Campo Boaro e Forcella Cesurette. Secondo la cartina dovrebbe essere una traccia non segnalata, invece è ben segnato, con segni biancorossi e frequenti paletti segnavia, in modo da non rischiare di perdersi con cattiva visibilità
Tutte queste precauzioni sono dovute al fatto che il sentiero porta in quella che è probabilmente la parte più remota e solitaria dell' altopiano, e per questo anche la piú affascinante.
Qua è probabilmente pure peggio della traversata lungo la Riviera di Manna: qua è veramente quasi tutto piatto, qua davvero capisci come sia venuto in mente a Buzzati di scrivere il Deserto dei Tartari...
quando sei in un posto del genere quasi non ti ricordi piú chi sei e cosa fai, anzi quasi non ti ricordi piú di avere pensieri per la testa, tanto sei assorbito da questo ambiente surreale...
e sei la in vaneggio, quasi assuefatto a questo ambiente piatto e tutto uguale, quando ti si parano davanti due colossi:
Civetta
Agnèr
Due montagne leggendarie, una per la Parete delle Pareti, lunga alcuni chilometri, l' altra per il suo Spigolo e la parete Nord, alta MILLECINQUECENTOMETRI: una delle tre piú alte delle Alpi, le altre due sono Monte Rosa e Eiger: mi spiego?
Dopo una sacrosanta sosta contemplativa mi rimetto in marcia
e adesso tocca alla Regina uscire allo scoperto
seguita da due corni...
err scusa, due corni???
eh, si!
poi ai corni si affianca anche il resto: è la catena occidentale che torna a farsi vedere
dopo l' esaltazione torno a scendere, e finisco in buca!
e come qualsiasi cosa sulle Pale, non può essere normale: infatti in fondo, praticamente sotto la parete, ci sono le sabbie mobili: si, sabbie mobili a 2600 metri
Non so come cavolo abbia fatto a formarsi, probabilmente per la continua stagnazione dell' acqua, non ho idea... ma c' è una specie di mini palude dove si sprofonda 20 centimetri nella melma
Misteri delle Pale...
Bon, mi tiro fuori dal pantano ed affronto l' ultima, breve, salita di tutto il giro
dando l' ultimo sguardo alla Fradusta
Da qua sarà tutta discesa!!!
Mentre cammino sento un rumore di passi... no, impossibile, sono allucinato...
e invece quasi dal nulla appare un tizio, gli chiedo da dove salti fuori, arriva da Col di Pra: il bivio col sentiero 776 è qua sotto.
Scendo la placconata con l' Agner in faccia
e raggiungo la tabella del bivio
Anche dal versante veneto il sentiero è segnalato: la cartina non ha scusanti...
Proseguo lungo i lembi orientali di questo mondo fuori dal mondo
mentre al colossale Agner si affianca la Croda Granda
scavalco un dossetto e...
e...
e...
TUTTO QUESTO È PAZZESCO!!!!
di colpo mi si apre un panorama impressionante grandioso, quasi incredibile da quanto spettacolare è!
Catena di Costabella / Cima Uomo
Marmolada
Sasso della Croce, Conturines, Lagazuoi & Fanes
Tofane e Cristallo
Civetta (con alle spalle Sorapíss e Antelao)
Fortuna che vado a camminare da solo, ci fosse stato qualcuno con me, mi avrebbe accoltellato
Non so quanto resto imbambolato, comunque mai abbastanza...
Riprendo la marcia, ormai in discesa: sto raggiungendo i confini di questo mondo di allucinazione
Il sentiero adesso punta deciso ad Ovest, verso la porta dell' Altopiano, e ancora una volta è spettacolo, con la catena occidentale che torna a farsi vedere
con lei torna a farsi vedere anche la Valle di Garés
e adesso arriva il bello: da qua la discesa è a dir poco ripida, in alcuni tratti serve aiutarsi con le mani
e per concludere in bellezza, una ripida placconata dove se non hai scarponi buoni finisci rotolando per 200 metri
e per fortuna che è segnato come sentiero facile
ad un certo punto mi skazzo e prendo a scendere per il colatoio a lato, almeno qualcosa da attaccarmi lo trovo...
riesco a raggiungere qualcosa che di nuovo assomiglia ad un sentiero
e a sto punto mi fermo anche a mangiare (il solito pompelmo + barretta).
Mentre mangio sento delle voci dall' alto, e dopo qualche minuto mi raggiunge un gruppetto che sta facendo un anello da Col Di Pra.
Approfittano di far due chiacchere per riposarsi, e mentre chiaccheriamo arriva un altro gruppetto che sta seguendo il loro stesso itinerario.
Piú in basso poi c' è parecchio movimento sul sentiero che collega Passo Antermarúcol a Casera Campigat, non me l' aspettavo.
Finito di mangiare e fumato la dovuta sigaretta, saluto il gruppetto che riparte, e compio un atto impuro
Mi scosto dal sentiero, tiro fuori un lenzuolo dallo zaino, mi spoglio in boxer e mi stendo un' ora a prendere il sole: il degno completamento di questa due giorni "rilassata"
Bene, è giunta l' ora di rimettersi in marcia
ed in breve arrivo al bivio col sentiero 761 che, come dicevo prima, collega Passo Antermarúcol e Casera Campigat
Lo imbocco in direzione della casera, in un ambiente che è sideralmente opposto a quello di poco piú di un' ora fa...
incredibile questo cambiamento cosí drastico, col verde dell' erba punteggiato dalle chiazze rosa dei rododendri
costeggio gli antichi pascoli di Campo Boaro, peccato che non ci vengano piú portati gli animali...
Saluto la Luna per l' ultima volta
poi accelero in discesa... anzi no, sto cavolo!
Sono poco belli sti panorami?
arrivo alla vecchia Casera Campigat, che scopro essere meta di parecchi escursionisti, grazie ai sentieri facili che la raggiungono
valico Forcella Cesurette
e giú per il sentiero che mi porta a collegarmi con la parte iniziale della salita di ieri
Pochi minuti ancora e arrivo al parcheggio, dove mi accolgono due simpatici asinelli che non sono riuscito a fotografare per il controluce.
Vedo gente intorno a me, tanta, tantissima, ma non riesco a focalizzarmi: negli occhi - e nel cuore - ho ancora quel mondo fuori dal mondo che ho attraversato, quel deserto dei Tartari che mi ha svuotato di ansie, skazzi e nervosi.
Apro il baule dell' auto, mi siedo sul bordo e accendo una sigaretta, e mi accorgo di sorridere mentre guardo una bambina di 2/3 anni giocare coi sassi, mentre la madre la guarda premurosa.
Sono tornato in pace col mondo.
(almeno fino a lunedí mattina )
le ultime due settimane poi sono state un concentrato di stress e skazzi vari, ho bisogno di togliermi dalle balle per un paio di giorni, starmene per i fatti miei...
Sabato ci sarebbe un festone da 10'000 persone a Padova, in 9 anni non ne ho saltato un' edizione, anzi ci lavoravo fino all' anno scorso, gli organizzatori sono i miei amici...
Niente da fare, ho troppo bisogno di scollegare il cervello ed isolarmi...
Avrei bisogno di un deserto...
Deserto... come quello dei Tartari...
DESERTO DEI TARTARI... come...
...L' ALTOPIANO DELLE PALE!
ECCO IL VERO DESERTO DEI TARTARI!
Ecco dove posso andarmene vagabondo nella solitudine più assoluta.
Ecco dove posso andare a ritrovare me stesso.
Un luogo dove scollegare il cervello, lasciarlo svuotare, vaneggiare ammirando le cime che lo circondano (quando non sono nascoste dalle sue sponde) e perdermi nella multiforme monotonia di questa distesa grigia, brulla, tutta uguale ma tutta diversa, silenziosa, dove le uniche voci sono quelle delle emozioni...
Controllo meteo: positivo per entrambi i giorni
Chiamo il gestore del Rifugio Rosetta: prenotato (va bene isolarsi, ma una pasta calda e qualche giro di grappe ci stanno sempre )
Sabato mattina, suona la sveglia (ad orario "turista", non ho fretta), mi preparo e parto alla volta di Garès, frazione di Canale d' Agordo nell' omonima valle che si incunea nel gruppo delle Pale.
Arrivo al parcheggio di Capanna Cima Comelle, a Pian delle Giàre, e la giornata mi si presenta cosí
Quanto a sentieri non c' è che l' imbarazzo della scelta, ce n' è per tutti i gusti.
Da qua la via piú logica sarebbe il sentiero 704, che risale gradatamente la Val delle Comelle, salvo poi dare uno strappetto verso la fine.
Bello anche paesaggisticamente, infatti prima o dopo lo farò, ma non oggi.
Oggi seguirò il sentiero 756, che ti tira subito su di mille metri, dai 1300 di Pian delle Giàre ai 2300 di Passo dell' Antermarúcol con millemila tornanti ma poi ti fa rilassare godendoti la traversata dell' altopiano.
Fa un caldo becco, ma il sentiero si dirige subito verso il fresco del bosco
inoltre è esposto a nordovest, quindi ombra sicura per un po'
Inizio a salire con calma: sono praticamente digiuno di allenamento e non voglio bruciarmi per poi agonizzare nella parte piú bella: la prima scusa per fermarmi è uno squarcio nella vegetazione che mi concede una bella vista sul Cimón della Stía
Riparto, altro squarcio, e le Pale mi regalano il primo antipasto della loro magia
Proseguo con un passo indecente, ma me ne frego: sono qua per rilassarmi, non per fare tempi, e per proseguire nella ricostruzione del mio feeling con la Montagna.
Il relax però viene bruscamente interrotto da una quindicina di bikers downhill: saltano fuori come comete da una curva a 90 gradi, se non ho il riflesso di buttarmi nell' erba a bordo sentiero, il primo mi ammazza. Se al posto mio c' è un anziano o un bambino è MORTO.
Adesso capisco chi tende fili o "booby traps" in stile guerra del Vietnam tra i sentieri in modo da fargli tanto male: TROPPO POCO
Raggiungo il bivio col sentiero 761 per Forcella Cesurette, da dove tornerò domani.
Tiro dritto per il mio 756
ed ecco una prima manifestazione di grandiosità
Bello cosí: davanti queste visioni che sembrano squarciare il bosco, alle spalle invece una distesa di verde
Una distesa di verde dietro cui però fa capolino una Signora, o meglio, una Regina
proseguo con comodo, e arrivo alla vecchia Malga Valbona
a questo punto, svaccato per svaccato, mi fermo a mangiare qua.
Dopo un lautiiiiiiiissimo pasto (un pompelmo e una barretta ) e una sigaretta d' ordinanza mi rimetto in marcia
passo davanti ad un crocefisso che protegge i viandanti
ed in breve raggiungo il bivio per il Viaz del Bus (notare le tabelle che se tutto va bene hanno visto le guerre napoleoniche )
ricomincio a salire
e gli scorci iniziano a farsi sempre piú interessanti
sia dietro
sia davanti
Poi una visione: il Marúcol, il guardiano dell' ingresso dell' altopiano
La fatica inizia a farsi sentire, come dicevo sono sostanzialmente a zero con l' allenamento, ma non ci penso e mi lascio "cullare" da questo ambiente ancora umano
Eccolo, già si vede l' ingresso del mondo fuori dal mondo
Adesso l' ambiente cambia, quasi a volermi preparare al grande deserto
Lascio alle mie spalle gli ultimi segni di dolcezza
mentre in fondo, ancora piú in la, inizia a manifestarsi qualcosa di grandioso
Svettano su tutto il resto, le vedi lontane, ma ti rendi conto che sono colossali
Marmolada
Civetta
Belle,
belle e imponenti, da toglierti il fiato e lasciarti la, imbambolato...
Passa qualche minuto di venerazione, ok, adesso puoi ripartire.
Mi rimetto in marcia, ormai non c' è piú nulla ad addolcire l' ambiente: sempre piú brullo
I pensieri in testa cominciano a diminuire, il cervello si svuota e si fa piú leggero, sto inseguendo gli ultimi pensieri quando giro un tornante e...
e...
e...
ELAMADONNA!
La Trinità di Falcade, vista dall' altro lato, è qualcosa di grandiosamente folle, fuori di testa, ti strappa via il cervello di forza e ti magnetizza, resti la in esaltazione...
L' avrò vista migliaia di volte, ho passato un inverno intero a sciarci davanti, in estate ci son passato davanti, dietro, sotto... ma ogni volta è come fosse la prima: ti prende i neuroni e te li butta via
Mi rimetto in marcia
Ma è difficile non voltarsi indietro ogni tre passi
Passo sotto al Marúcol, il guardiano dell' Altopiano
e proseguo verso il suo ingresso
Eccomi a Passo Antermarúcol: vera e propria porta dell' Altopiano delle Pale
Qua si congiunge il sentiero 761, che arriva da Campo Boaro passando per il Marúcol
Ultimo sguardo alle spalle
supero il valico e...
SBADADAM
È una mazzata sui denti, di quelle tirate con una putrella d' acciaio
Cima della Vezzana, accompagnata dalle vicine Cima Corona e Cima delle Comelle, si erge maestosa, quasi ciclopica da dietro i magri pascoli del bordo dell' altopiano: fa impressione!
Impossibile non rimanere imbambolati a fissarla, quasi sotto ipnosi, è enorme, è stupenda
Perdo il conto di quanto tempo resto imbambolato, ad un certo punto comunque riesco a ripartire, anche perché davanti mi si presenta un ambiente quasi extraterrestre, col sentiero che costeggia le Buse di Col Alto
La marcia però dura poco, quasi niente, giusto il tempo di voltarmi e veder spuntare tutto il resto che dalle Ziròcole va via via verso i Focobón e oltre: CIAO
A sto punto mi siedo su un masso e chi s' è visto s' è visto, io resto qua
Riprendo coscienza di me stesso e mi rimetto in marcia, lungo un sentiero che, per quanto semplice, è a dir poco spettacolare
Superate le buse, il sentiero, sempre sostanzialmente in piano, inizia a portarsi verso le Sponde Alte
La spettacolare Trinità continua a farsi vedere alle spalle, con la Regina a vigilare dal fondo
Ma è davanti che cambia tutto, guarda che roba
Una sagoma scura, quasi squadrata, spunta oltre i bordi: è la Pala di San Martino
Il tutto è quasi surreale...
Il sentiero prosegue piacevolissimo: praticamente una passeggiata da nonne (a parte la lunghezza e la salita all' inizio) con dei panorami assurdi, stupendo
Do uno sguardo alle spalle, guarda che razza di posto
Raggiungo un piccolo valico
qua le visioni tornano a farsi colossali
riprendo il cammino, venire in questo posto è un viaggio, in tutti i sensi
Ormai sono sempre piú vicino alla mèta odierna, ma vorrei avere da camminare in questo ambiente ancora per ore e ore...
Vedo qualcosa fare capolino da dietro la Vezzana, capisco subito di chi si tratta e accelero il passo per vederlo comparire nella sua spettacolarità: eccolo il Cimón della Pala
è o non è spettacolare?
Mi godo una dovuta, sacrosanta, sosta contemplativa, poi riprendo la marcia
Ormai il rifugio è in vista, cosí come la cima della Rosetta e, piú in basso, il sentiero che sale dalla Val delle Comelle
Affronto la breve e dolce discesa accompagnato dalla visione del Cimón accompagnato dal Col Cantoni, separati dalla Valle dei Cantoni attraverso cui solitamente scendono i percorritori della bellissima Ferrata Bolver-Lugli
mentre alle spalle ho le ultime propaggini delle Sponde Alte
Cammino e godo, godo e cammino, con l' Altopiano che ormai ha decisamente manifestato la sua natura lunare
non so se mi sono spiegato
Raggiungo il bivio col sentiero 703 che arriva dal Rifugio Volpi attraverso lo spettacolare Passo delle Faràngole, e da cui poco a valle si stacca il 704 per Garès attraverso Val delle Comelle
ancora qualche passo di godimento
ed eccomi arrivato al rifugio Rosetta, dove mi aspettano una bella cena e una bella dormita
Mentre fumo la sigaretta della soddisfazione, non posso fare a meno di ammirare la Pala di San Martino e la Croda di Roda, e l' arrivo del temibile sentiero 702 i cui milioni di tornanti ho percorso in salita sette anni fa
Entro, saluto il gestore, una fortissima guida che ho già avuto modo di conoscere in passato durante i miei vagabondaggi sulle Pale, vado a preparare la branda e darmi una sciacquata e giú di corsa che è pronto!
Essendo ancora ad inizio stagione il rifugio non è pienissimo, ma ciò che mi sorprende è che gli italiani siano in netta maggioranza: Ferrara, Vicenza, Bergamo, Rovereto, Merano sono alcune delle provenienze.
Ma tra tutte le provenienze, italiane e straniere, ne spicca una d' eccezione, TEL AVIV: una ragazza Israeliana con la passione per le montagne sta esplorando le Dolomiti: sei una grande!
Mangio, fumo, chiacchero, bevo, richiacchero, ribevo, rifumo, ribevo (eh in quota faccio fatica ad addormentarmi quindi devo darmi l' aiutino con le grappe )
e mi godo anche un tramonto incredibile, siamo a giugno ma c' è un cielo pulito come fossimo a ottobre, si vede fino alle Tre Cime
non parliamo poi del colosso della Civetta
alla fine decido di buttarmi a dormire: sono in cameretta da solo, e prendo sonno appena poso la testa sul cuscino: fantastico!
Peccato però che dopo tre ore mi svegli: non c' è nessuno che russa, anzi il silenzio è totale, probabilmente dovevo semplicemente bere un paio di grappe in piú...
Niente, non c' è verso che riesca ad addormentarmi, manco avessi bevuto quaranta caffè... innervosirsi non serve a niente, tanto vale fare buon viso a cattivo gioco e cercare di riposare...
Arrivano le 5, abbandono i propositi di uscire a guardare l' alba e sposto la sveglia avanti, e miracolosamemte riesco ad addormentarmi.
Dopo un' ora però non è la sveglia a tirarmi giú dal letto: è un altro rumore, un rumore che conosco fin troppo bene e che risveglia i miei demoni interiori... si perché è impossibile che portino i rifornimenti al rifugio alle 6 di mattina...
Mi affaccio alla finestra, e i miei timori vengono confermati dal 139 del Soccorso Alpino di Trento che mi passa davanti alla finestra...
Ero venuto a fare il giro per ricostruire il mio rapporto con la Montagna, e invece si stanno scatenando i miei incubi peggiori...
Ancora rimbambito per la sveglia improvvisa, scendo le scale, e mi trovo davanti il medico e l' infermiere dell' elicottero, sbarcati assieme a parte del materiale probabilmente per essere piú leggeri nelle operazioni, visto che in paese hanno imbarcato altri soccorritori...
Potrebbe essere un buon segno, se devono fare manovre complesse in parete magari qualche speranza c'è...
Io sono in trance, uno dei vicentini mi parla ma non capisco cosa mi dice, piango e fotografo l' elicottero, piango e spero, prego che trovino ancora vivo quel ragazzo che ieri sera non è rientrato.
L' elicottero torna indietro
carica il medico e riparte
lavorano davanti alla Cima Val di Roda, al rifugio si spera e si prega
Altro giro, caricano l' infermiere ed il materiale che avevano sbarcato, poi la radio del rifugio che ti gela il sangue: non c' è niente da fare...
Sono sventrato...
La giornata non poteva iniziare in maniera peggiore, troppi pensieri negativi, troppi brutti ricordi che si mettono in movimento...
Faccio colazione, poi per distrarmi parlo del mio giro col gestore, e di un sentiero che è segnato sulla cartina del rifugio, mentre sulle Tabacco è indicato come non segnalato... mi farebbe molto comodo perché mi risparmierebbe una discesa, e successiva risalita, di 400 metri...
Il gestore mi dice che è uno svarione della Tabacco, ok mi fido, se non lo sa lui che conosce le Pale sasso per sasso...
Però non mi sento pronto, sono bloccato...
Esco a fumare...
Dai Blitz ziocanon alza le chiappe, muovi il kulo e vai che te la godi!
Mmmmm sicuro?
Dai caxxo vai muoviti!
Anche i gestori mi consigliano di non pensarci ed andare, il percorso è facile e l' unica difficoltà è una specie di placconata in discesa, verso fine giro ed in zona comunque frequentata.
Ok, li saluto e mi metto in marcia, imboccando il sentiero 707 verso Forcella del Miel
ieri ho attraversato la parte piú occidentale dall' Altopiano delle Pale, quella psicologicamente piú facile, perché comunque c' è un minimo di alternanza tra la roccia e qualche magro pascolo, e bene o male ci sono sempre grandi cime o creste a fare da riferimento: oggi invece, dopo aver seguito la "riviera" meridionale, farò la traversata orientale: quella piú solitaria, piú brulla, piú fuori dal mondo, dove in molti tratti gli unici riferimenti sono i segnavia dei sentieri e non hai nulla per orientarti...
Tecnicamente facile, psicologicamente o la va o la spacca, nel senso che per andar da solo in un posto del genere non devi essere tutto a posto con la testa, devi avere voglie di eremitaggio... se mi prende male son dolori seri, se mi prende bene vuol dire che la ricostruzione del mio rapporto sta andando avanti, e bene.
Mi rendo subito conto che ciò che ho visto ieri era solo l' antipasto di ciò che mi aspetta oggi
Altopiano di contrasti, almeno nella sua parte iniziale: davanti ti si apre il deserto lunare, mentre dietro Cima Corona e Col Cantoni, con il Cimón alle spalle e tutta la catena occidentale che prosegue, si alzano possenti
Il mutevole "rapporto" con questa enorme catena potrebbe quasi considerarsi il filo conduttore di questa due giorni: appare, scompare per un tratto, poi riappare m aa metà, poi fa capolino, poi di nuovo immensa, poi riscompare... l' unica quasi sempre presente in tutto il percorso...
È un tema ricorrente, è il tema piú frequente, è un tocco che continuamente impreziosisce di spettacolo il grandioso quadro entro cui mi muovo, ma non è il tema dominante.
Il tema dominante è un altro.
Benvenuti sulla Luna.
Benvenuti nel Deserto dei Tartari.
Benvenuti sull' Altopiano delle Pale.
Un ambiente cosí ti disarma, ti annichilisce, ti pianti là e pensi "ma dove cavolo sono finito? "
ed è solo l' inizio
Inizio a salire dolcemente di quota, e l' ambiente viene appena ingentilito da dei residui della pochissima neve caduta questo inverno
ma la sostanza sempre quella è
In fondo compare anche la Fradusta, con quello che resta del suo ghiacciaio
Molto probabilmente un posto del genere può mettere inquietudine, magari anche un po' d' ansia, a me invece trasmette serenità...
Si, in un posto del genere mi sento abbandonare dalle negatività che mi rincorrevano a inizio mattina, ho una sensazione di benessere, manco mi fossi fatto...
È strano da descrivere, ma a camminare qua sto bene. Punto.
Raggiungo il bivio col sentiero 709 per Passo Pradidali e l' omonimo rifugio: sentiero stupendo che ho percorso 7 anni fa, e rifugio in posizione spaziale dove ho dormito a settembre. Però, pensandoci, sulle Pale c' è un posto che non sia stupendo, che non abbia panorami spaziali?
questa volta proseguo per il 707
il sentiero si alza, e torna a spuntare la catena occidentale
poi scende nuovamente, e va ad imboccare la Riviera di Manna
Il luogo è impressionante, desolato, quasi spettrale
alle spalle, un timido segno di vita arriva dalla catena occidentale, che riesce ancora ad emergere
Davanti invece è silenzio
Silenzio, desolazione e gelo: ai bordi della riviera si nascondono i luoghi piú freddi d' Italia: una serie di doline carsiche, tra cui la Busa di Manna, dove le temperature arrivano a -49° : si avete capito bene, QUARANTANOVESOTTOZZERO
Il Cimón e la Vezzana adesso fanno capolino a fatica, dietro le sponde dell' altopiano
Proseguo nel mio viaggio, il sentiero non è difficile, è solo psicologicamente devastante
Non ci fossero loro a fare da faro, in lontananza, uno si sentirebbe davvero perduto
Sembra strano che un casinista discotecaro ami perdersi in posti del genere...
dualismo dell' uomo lo chiamano...
alla fine, guarda che razza di posti, inimmaginabili...
Ad un certo punto sento come un richiamo da dietro, mi giro...
SBADADAM
dalla desolazione si alza, enorme, la Pala di San Martino
mi giro lentamente verso destra, altra tabella sui denti, Cimon e Vezzana che fanno paura
Questa è la follia di questo posto: un momento sei nella desolazione totale, il momento dopo sei nell' estasi euforica, pazzesco...
Vedo delle tabelle oltre un campo di neve
sono al bivio col sentiero 711b che sale a Passo della Fradusta e Passo delle Lede
ma niente, continuo imperterrito lungo il 707
mi fermo a godere la vista della Fradusta: quanto durerà?
poi mi reincammino lungo il deserto
e raggiungo un altro bivio: un bivio che secondo la Tabacco non dovrebbe neanche esistere, e invece è vivo e vegeto
Sono ormai vicino al margine orientale dell' Altopiano, e davanti iniziano ad aprirsi panorami che vanno dalle Tofane alla Civetta
ma è qualcos' altro a magnetizzarmi, un cupolone che si erge da dietro il bordo: so a chi appartiene, so cosa significa, e non vedo l' ora che si manifesti in tutta la sua grandiosità
Abbandono il sentiero 707, ed imbocco il sentiero ex 776 (senza numero da qualche anno perché hanno cambiato alcune numerazioni) per Gares via Campo Boaro e Forcella Cesurette. Secondo la cartina dovrebbe essere una traccia non segnalata, invece è ben segnato, con segni biancorossi e frequenti paletti segnavia, in modo da non rischiare di perdersi con cattiva visibilità
Tutte queste precauzioni sono dovute al fatto che il sentiero porta in quella che è probabilmente la parte più remota e solitaria dell' altopiano, e per questo anche la piú affascinante.
Qua è probabilmente pure peggio della traversata lungo la Riviera di Manna: qua è veramente quasi tutto piatto, qua davvero capisci come sia venuto in mente a Buzzati di scrivere il Deserto dei Tartari...
quando sei in un posto del genere quasi non ti ricordi piú chi sei e cosa fai, anzi quasi non ti ricordi piú di avere pensieri per la testa, tanto sei assorbito da questo ambiente surreale...
e sei la in vaneggio, quasi assuefatto a questo ambiente piatto e tutto uguale, quando ti si parano davanti due colossi:
Civetta
Agnèr
Due montagne leggendarie, una per la Parete delle Pareti, lunga alcuni chilometri, l' altra per il suo Spigolo e la parete Nord, alta MILLECINQUECENTOMETRI: una delle tre piú alte delle Alpi, le altre due sono Monte Rosa e Eiger: mi spiego?
Dopo una sacrosanta sosta contemplativa mi rimetto in marcia
e adesso tocca alla Regina uscire allo scoperto
seguita da due corni...
err scusa, due corni???
eh, si!
poi ai corni si affianca anche il resto: è la catena occidentale che torna a farsi vedere
dopo l' esaltazione torno a scendere, e finisco in buca!
e come qualsiasi cosa sulle Pale, non può essere normale: infatti in fondo, praticamente sotto la parete, ci sono le sabbie mobili: si, sabbie mobili a 2600 metri
Non so come cavolo abbia fatto a formarsi, probabilmente per la continua stagnazione dell' acqua, non ho idea... ma c' è una specie di mini palude dove si sprofonda 20 centimetri nella melma
Misteri delle Pale...
Bon, mi tiro fuori dal pantano ed affronto l' ultima, breve, salita di tutto il giro
dando l' ultimo sguardo alla Fradusta
Da qua sarà tutta discesa!!!
Mentre cammino sento un rumore di passi... no, impossibile, sono allucinato...
e invece quasi dal nulla appare un tizio, gli chiedo da dove salti fuori, arriva da Col di Pra: il bivio col sentiero 776 è qua sotto.
Scendo la placconata con l' Agner in faccia
e raggiungo la tabella del bivio
Anche dal versante veneto il sentiero è segnalato: la cartina non ha scusanti...
Proseguo lungo i lembi orientali di questo mondo fuori dal mondo
mentre al colossale Agner si affianca la Croda Granda
scavalco un dossetto e...
e...
e...
TUTTO QUESTO È PAZZESCO!!!!
di colpo mi si apre un panorama impressionante grandioso, quasi incredibile da quanto spettacolare è!
Catena di Costabella / Cima Uomo
Marmolada
Sasso della Croce, Conturines, Lagazuoi & Fanes
Tofane e Cristallo
Civetta (con alle spalle Sorapíss e Antelao)
Fortuna che vado a camminare da solo, ci fosse stato qualcuno con me, mi avrebbe accoltellato
Non so quanto resto imbambolato, comunque mai abbastanza...
Riprendo la marcia, ormai in discesa: sto raggiungendo i confini di questo mondo di allucinazione
Il sentiero adesso punta deciso ad Ovest, verso la porta dell' Altopiano, e ancora una volta è spettacolo, con la catena occidentale che torna a farsi vedere
con lei torna a farsi vedere anche la Valle di Garés
e adesso arriva il bello: da qua la discesa è a dir poco ripida, in alcuni tratti serve aiutarsi con le mani
e per concludere in bellezza, una ripida placconata dove se non hai scarponi buoni finisci rotolando per 200 metri
e per fortuna che è segnato come sentiero facile
ad un certo punto mi skazzo e prendo a scendere per il colatoio a lato, almeno qualcosa da attaccarmi lo trovo...
riesco a raggiungere qualcosa che di nuovo assomiglia ad un sentiero
e a sto punto mi fermo anche a mangiare (il solito pompelmo + barretta).
Mentre mangio sento delle voci dall' alto, e dopo qualche minuto mi raggiunge un gruppetto che sta facendo un anello da Col Di Pra.
Approfittano di far due chiacchere per riposarsi, e mentre chiaccheriamo arriva un altro gruppetto che sta seguendo il loro stesso itinerario.
Piú in basso poi c' è parecchio movimento sul sentiero che collega Passo Antermarúcol a Casera Campigat, non me l' aspettavo.
Finito di mangiare e fumato la dovuta sigaretta, saluto il gruppetto che riparte, e compio un atto impuro
Mi scosto dal sentiero, tiro fuori un lenzuolo dallo zaino, mi spoglio in boxer e mi stendo un' ora a prendere il sole: il degno completamento di questa due giorni "rilassata"
Bene, è giunta l' ora di rimettersi in marcia
ed in breve arrivo al bivio col sentiero 761 che, come dicevo prima, collega Passo Antermarúcol e Casera Campigat
Lo imbocco in direzione della casera, in un ambiente che è sideralmente opposto a quello di poco piú di un' ora fa...
incredibile questo cambiamento cosí drastico, col verde dell' erba punteggiato dalle chiazze rosa dei rododendri
costeggio gli antichi pascoli di Campo Boaro, peccato che non ci vengano piú portati gli animali...
Saluto la Luna per l' ultima volta
poi accelero in discesa... anzi no, sto cavolo!
Sono poco belli sti panorami?
arrivo alla vecchia Casera Campigat, che scopro essere meta di parecchi escursionisti, grazie ai sentieri facili che la raggiungono
valico Forcella Cesurette
e giú per il sentiero che mi porta a collegarmi con la parte iniziale della salita di ieri
Pochi minuti ancora e arrivo al parcheggio, dove mi accolgono due simpatici asinelli che non sono riuscito a fotografare per il controluce.
Vedo gente intorno a me, tanta, tantissima, ma non riesco a focalizzarmi: negli occhi - e nel cuore - ho ancora quel mondo fuori dal mondo che ho attraversato, quel deserto dei Tartari che mi ha svuotato di ansie, skazzi e nervosi.
Apro il baule dell' auto, mi siedo sul bordo e accendo una sigaretta, e mi accorgo di sorridere mentre guardo una bambina di 2/3 anni giocare coi sassi, mentre la madre la guarda premurosa.
Sono tornato in pace col mondo.
(almeno fino a lunedí mattina )