'Sta "cimetta" delle Alpi Apuane giaceva già da lungo tempo nel mio cassetto delle cose da fare. Ma per andare in Apuane, Montagne "Vere", e godersele, occorre che ci siano le condizioni "giuste".
Perchè qui, in Montagna ma a pochi chilometri dal mare, il meteo può essere veramente bizzarro e pronto a giocare in fretta dei brutti tiri a chi volesse azzardarsi a sfidarlo.
Se poi si intende salire una cima che per giunta si chiama "Pizzo delle Saette" (già il nome è tutto un programma), la giornata bisogna scegliersela davvero bene
Questo periodo di bel tempo stabile mi pareva ideale per tirar fuori finalmente questa salita, ma nonostante l'alta pressione e le ottime previsioni, qualche "nuvoletta" di troppo si è fatta ugualmente vedere (le Apuane non si smentiscono mai), senza causare però troppi patemi.
Si parte dalla località di Piglionico, raggiungibile in auto su strada stretta ma asfaltata e in buone condizioni. Gli ultimi quattro chilometri sono a pagamento, o meglio, in questo tratto della strada è a pagamento il parcheggio. Questo per contribuire alla manutenzione, come spiega un cartello posto nei pressi del parcometro. Tre euro per una giornata si spendono tutto sommato volentieri.
Già dalla strada si può subito godere di alcune visioni che fanno scalpitare e danno l'idea dell'ambiente a cui andremo a far visita...
Lasciata l'auto al termine della strada, si imbocca un comodo sentiero segnato che traversa all'interno del bosco per aggirare le propaggini della Pania Secca. In breve la parte "comoda" lascia il posto a tratti più ripidi e sconnessi che consentono di guadagnare quota abbastanza rapidamente.
Usciti dalla faggeta sui prati, ecco apparire lassù il Rifugio Rossi alla Pania, giusto sotto al cosiddetto "Naso dell'Uomo Morto" (il Puntone). Manca ancora un centinaio di metri di salita, ma la vista del rifugio da una parte e della Pania Secca dall'altra (ma soprattutto quella del rifugio ), fanno dimenticare la fatica e continuare la salita con rinnovata energia.
Si arriva così al Rifugio Rossi, una piccola perla incastonata fra queste Montagne (ma veramente piccola: 18 posti letto in tutto ).
Dopo una doverosa pausa, si lascia alle spalle il rifugio per traversare in leggera discesa verso la Focetta del Puntone (in Apuanese: foce = forcella, focetta = forcelletta ).
Crocevia di sentieri, dalla Focetta ora si vede bene il Pizzo delle Saette (a destra), le incombenti pareti della Pania della Croce (a sinistra) e il lungo crinale che li collega (in mezzo ).
Si vede molto bene anche il sentiero che scende alla Borra di Canala e la traccia che da esso si stacca e traversa in quota verso il Pizzo passando tra ghiaioni e pietraie.
Ora si scende per qualche decina di metri lungo il sentiero che percorre la Borra di Canala. Trattasi questo di uno stretto vallone, incassato fra il labirintico altopiano carsico della Vetricia e le pendici del Pizzo delle Saette (la Pianiza). L'aspetto della Borra è davvero selvaggio, il fondo tutto una pietraia completamente priva di vegetazione.
Molto, molto interessante. Si prospetterebbe anche una bella ravanata, ma bisogna invece "accontentarsi" solo di un piccolo assaggio stando attenti alla debole traccia che si stacca sulla sinistra (scendendo) e imboccarla senza esitazione evitando di perdere troppa quota.
Comunque, un buon spunto per una eventuale prossima volta.
Per la "ravanata" giù (o su ) per la Canala forse ci sarà un'altra occasione, ma non è che la traversata verso il Pizzo la faccia poi troppo rimpiangere, eh.
Anche qui, fra ghiaioni e pietraie c'è di che divertirsi.
Qualche segno blu (un classico dei percorsi "pelosi" apuanici) aiuta a districarsi nel labirinto caotico di sassi venuti giù dalle pareti soprastanti, mentre sui ghiaioni la traccia resta abbastanza buona.