VOGLIA DI SOLITUDINE
Inviato: 30/05/2017, 8:04
Corno del Pasubio e Nido d' Aquila 21/05/2017
Inverno strano, quello appena passato... zero neve, il 29 marzo vedo una forcella a oltre 2600 metri pulita fino a quasi 100 metri sotto ed inizio a fantasticare programmi...
Poi arriva una primavera assurda: la settimana dopo la chiusura degli impianti inizia a nevicare, e pure fisso, e sconvolge nuovamente i programmi...
Io che dovrei ricostruire il mio rapporto con la montagna, devo invece preoccuparmi di correre dietro alle follie del meteo...
Si, ricostruire il mio rapporto con la Montagna.
Perché è inutile far finta di niente, io quell' elicottero ce l' ho ancora dentro, ed è pronto a farsi sentire quando meno me l' aspetto.
Come a novembre.
Bello svaccato in poltrona a guardarmi Mountain Heroes su Dmax, mi mancavano solo cocacola e popcorn ed ero apposto, non me ne ero perso una puntata che fosse una, troppo f'ga quella serie.
Eppure...
L' elicottero si avvicina alla parete per un recupero, il rumore passa dal classico "tow tow tow" a quella specie di fruscío provocato dell' aria frustata contro le pareti, un fruscío che conosco bene, troppo bene...
e dal nulla inizio a piangere come un ebete.
Il giro di fine settembre sulle Pale e quello di ottobre sul Pasubio mi hanno mostrato che la Montagna mi da ancora splendide emozioni, ma c' è da lavorare, sulla testa, e tanto.
È lei che a settembre mi ha fatto abortire non so quanti giri, alcuni addirittura dall' automobile.
Dicono che chi sta bene con sè stesso stia bene anche con gli altri: bene, devo tornare a star bene con me stesso, o meglio, devo tornare a star bene con me stesso tra i monti, e non posso ripartire da dove avevo interrotto, devo fare qualche passo indietro.
Magari sarà questione di un paio di uscite appena, magari sarà piú lunga... intanto (meteo permettendo) cominciamo...
Sta cavolo di stagione mi ha fatto saltare le "pascolate di sgranchimento gambe" sul Grappa e sull' Altopiano di Asiago, quindi parto subito con un giro di "curiosamenti" che mi era balzato in mente due anni fa: ero giunto infatti al Passo degli Alberghetti per la strada che parte dall' Arco Romano (sentiero 380) ed avevo letto in giro che il passo era collegato da un sentiero (di cresta?) alla Selletta del Comando. Scendendo da là ai ruderi di Malga Pasubietto, e ricollegandosi alla Strada degli Scarrubbi, verrebbe fuori un bel giretto interessante, non troppo problematico, e che giocandomela con gli orari mi permetterebbe di stare nella solitudine di cui ho bisogno.
Andiamo!
Sabato faccio serata tranquilla, e domenica mattina sveglia e via verso Bocca Campiglia.
All' arrivo il parcheggio è praticamente pieno, lascio che la massa vada ad improcessionarsi lungo la Strada delle 52 Gallerie (i piú avventurosi - non pochi - andranno sulla Ferrata Falcipieri) io frego tutti e me ne parto per la Strada degli Scarrubbi, a quest' ora praticamente deserta, a parte qualche sporadica MTB (la maggior parte salgono dalla Strada degli Eroi)
Che dire, meglio di cosí la giornata non poteva iniziare
e io passeggio beato lungo la strada godendomi la visuale su Monte Maio
e su Monte Novegno (? non sono sicuro, vicentini del forum correggetemi se sparo na ca'ata)
Piccola digressione: la Strada degli Scarrubbi, antico sentiero poi trasformato in carrozzabile durante la guerra (e rimpiazzata poi dalla Strada delle 52 Gallerie a causa dell' esposizione al tiro nemico) è il percorso ideale per chi deve smaltire pranzi o cene importanti, tipo matrimoni, maxi compleanni & co.
non è mai particolarmente ripida, ma è mooooolto lunga, quindi visto che adesso è periodo di matrimoni, se avete bisogno di smaltire sapete dove andare
Torniamo a noi, raggiungo in breve Malga Campiglia, ancora chiusa in attesa che le sue regine ne prendano possesso
superata la malga, la strada entra nel vivo
e subito si incontra, al primo tornante, una piccola galleria che porta ad una postazione di artiglieria puntata dritta dritta verso Monte Maio
Si comincia a salire, e compaiono i primi spuntoni
Solitudine totale, strada tranquilla, scenari che via via si aprono, il risultato è un relax perfetto
compaiono anche le prime colate di ghiaie, aaah bene
Proseguo la lunga serie di tornanti
Mentre i paesaggi iniziano ad inasprirsi
Un tozzo gendarme fa da varco: segnala l' ingresso nel tratto piú bello della strada
Da qua infatti è tutta tagliata sul fianco della montagna
Passo una breve galleria con due "locali di servizio"
ed arrivo al bivio per la Val Belele ed i ruderi di Malga Pasubietto, per cui transiterò al ritorno
Riposo qualche minuto e mi concedo una sigaretta, ormai manca poco.
Mi rimetto in marcia, con la testata della valle già ben visibile, dominata dal Cimón del Soglio Rosso
Alla mia destra invece, in sinistra orografica, ecco la mia vera mèta: Il Corno del Pasubio ed il Nido d' Aquila
Me li mangio con gli occhi
e mi godo gli ultimi scampoli di tranquillità
Ormai sono prossimo alle Porte del Pasubio
Passo sotto il tratto finale della Ferrata Falcipieri, oggi ben frequentata
e un fischio mi perfora un timpano
Cioè, capisco che devi avvisare le tue comari, ma caxxo mettiti due metri piú in la!
superato il trauma marmottiano, con l' orecchio che fischia ancora (penso che quando da ragazzino ho assistito al decollo di un F-104 da bordo pista... fosse stato meno traumatico ) mi riavvio verso il valico
continuando a mangiarmi Corno e Nido
Arrivo quindi al Rifugio Papa, in quella che una volta era chiamata "el Milanin del Pasubio": la piccola Milano del Pasubio.
Il rifugio (che questa volta non ho fotografato causa sovraffollamento inumano, comprensibile visto che era il primo giorno bello della stagione) è infatti ricavato dall' unica casermetta superstite del vero e proprio villaggio che sorgeva qua durante la guerra; a sottolineare l' importanza del luogo, il dedalo di strade e sentieri che qui giunge: Scarrubbi, Eroi, Gallerie, Diosaquanti sentieri tra segnati e abbandonati... non so come facessero a non perdersi
Mi mangio una pasta del rifugio, caffettino-grappino-sigaretta e sono pronto a rimettermi in marcia lungo il sentiero 120: direzione Selletta del Comando
Anche questo "sentiero" è in realtà una comoda strada
Perfetto per quando si ha appena finito di mangiare: si può assecondare l' "assopimento digestivo" lasciandosi andare coi pensieri senza troppe preoccupazioni e godendosi il panorama
in lontananza inizia a scorgersi l' Arco Romano
mentre alle spalle è ben visibile tutto il tratto finale della Strada degli Scarrubbi
Nei pressi dell' arco un avviso: di qui non si passa
L' arco non è stato costruito in un luogo a caso: sorge nell' ex cimitero di guerra della Brigata Liguria, il cui ultimo erede, il 157º Reggimento Fanteria "Liguria" (la cui Bandiera di Guerra è decorata di due Medaglie d' Oro e due Medaglie d' Argento al Valor Militare per i combattimenti nelle due guerre mondiali), è stato sciolto nel 2004.
Non è questa la mia meta però, cosí proseguo
Arrivo alla Selletta del Comando
punto nevralgico del fronte, in quanto qua arrivava la trincea da Cima Palon e proseguiva verso Dente del Pasubio, Nido d' Aquila e (in teoria) Passo degli Alberghetti.
Ed è proprio questa trincea che voglio esplorare, approfittando del fatto che in passato il percorso era stato in parte segnalato.
Dentro in buca quindi, e partiamo verso il Corno
L' ambiente è quanto di piú brullo ci si possa aspettare
ed è uno spettacolo
No alt fermi tutti
COS' È QUELLA ROBA?????
Le Dolomiti di Brenta ed i colossi over 3'000 coi loro ghiacciai, roba da star male
Bon ciao, dopo questa posso anche andare a casa
Dopo alcuni minuti di svarioni cosmici, riesco a tornare nel mondo reale e riprendo la cresta, adesso fuori dalla trincea
mentre in basso mi incuriosisce una bella mulattiera (quasi una vera strada), tanto per cambiare non segnata da nessuna parte, senza sapare che di li a un paio d' ore mi sarei trovato a percorrerla, mio malgrado...
Il sentiero inizia a farsi un pelo piú... ruvido
mentre il paesaggio si fa sempre piú pazzesco, sembra che qualcuno si sia divertito a tirare secchiate di colore... prima il marron, poi il verde, poi spruzzi di bianco...
Torno ad incrociare resti di trincea
mentre il panorama mi regala vedute sempre piú belle
mmm mi pare di conoscerlo quello la in mezzo...
eh si, ci sono pure stato sopra l' anno scorso, è il Becco di Filadonna, meravigliosamente a picco sulla Valsugana
raggiunto il culmine del Corno, invero un quasi panettone molto morbido, inizio a scendere verso una selletta quando vengo bloccato da un fischio...
...inconfondibile quel fischio, possono essere solo loro
proseguo godendomi questo ambiente spettacolare in un silenzio rotto solo dai fischi dei camosci e dal rumore dei miei passi
proseguo... per modo di dire: 5 minuti buoni li passo imbambolato a guardarmi i colossi in fondo
Bene cosí, queste sensazioni possono solo farmi bene ed aiutarmi a ricucire il rapporto
Il Nido è la davanti, ed il sentiero sembra salire tranquillo
err... il Nido SEMBRAVA là davanti, ma qualcuno deve averlo spostato
in compenso è riapparsa la trincea
e come per magia arriva anche un breve passaggio un pelo piú pepato
selletta e... aridaje co sta cresta... non capisco se qua siano tutte uguali, o se ci sia qualcuno che man mano me le sposta avanti...
ma il pensiero dura poco, il tempo di un fischio.
C' è un branco di camosci poco sotto, e qualcuno si sta preparando ad una gara di corsa sulla neve
finisce il percorso e va dagli allenatori a controllare il tempo
ok è buono, andiamo a raggiungere gli altri
Li avevo sempre visti correre sulle pietraie, e di conseguenza avevo sempre sentito il rumore di sassi che schizzavano e rotolavano... sentirli correre sulla neve è tutta un' altra cosa, figo, veramente figo.
Li saluto e riparto lungo la cresta: sarà quella buona?
Pare di si, si inizia a vedere anche la croce
ultimi passi
e ci siamo!
Inutile dire che da qua si ha un panorama a 360 niente male
Bene, adesso arriva il bello: IN TEORIA il sentiero dovrebbe proseguire scendendo verso la dorsale che raggiunge Passo degli Alberghetti, IN TEORIA!
visto da qua sembrerebbe anche...
poi guardi bene... salti di roccia da una parte, salti di roccia dall' altra, vedo un tratto di ghiaino instabile che potrebbe essere il passaggio che mi avevano accennato, ma pare finire anche lui su salti di roccia... adesso capisco perché si chiama Nido d' Aquila!
Bene, per oggi va bene cosí, come disse Re Carlo Alberto a Pastrengo (dopo la leggendaria carica dei carabinieri a cavallo) "Pour aujourd'hui il y en a assez": non indago oltre, troppo presto per spingermi in robe strane, magari è una cavolata e dopo due metri mi salta fuori un' autostrada, ma non ho voglia, o almeno non ancora.
Torno sui miei passi, scendo la cresta e non è che abbia tutta sta voglia di rifarmi il saliscendi... ma non faccio a tempo a pensarlo che vedo una traccia sospetta...
potrebbe essere una pista di camosci e trarmi in inganno come ad agosto... per lo meno però non ci sono mughi a giocare scherzi...
No... troppo sfacciatamente sospetta sta traccia, non può essere una roba di animali...
ed infatti ecco arrivare le prime conferme
Bene
inizio a seguirla rilassandomi, lei mi porta in una costante, dolce discesa, facendomi evitare un po' di saliscendi, proprio quello che volevo
alla fina mi accorgo di essere sulla "strada bassa" che mi aveva incuriosito poco dopo la partenza dalla Selletta
do un ultimo sguardo al labirinto che corre alla base del Corno
ed in un AMEN arrivo all' Arco Romano
Bene, da qua non mi resta che prendere il sentiero 380 verso Passo degli Alberghetti, ricalcando parte del giro di due anni fa
sentiero che, tanto per cambiare, è de facto una strada
Un ultimo sguardo all' Arco
poi proseguo tra i miei interrogativi...
Bon, due anni fa mi ero fatto tutto il sentiero fino a Passo degli Alberghetti e poi giú, questa volta invece prendo il sentiero 378 verso i ruderi di Malga Pasubietto
Eh, scende bene il sentiero, questo no che non deriva da una strada per muli e cannoni
Che colpo d' occhio però la valle vista da qua
Mi lascio andare nella discesa, sono preso per i fatti miei e...
SBADADAM!!!
E QUESTI? Da dove cax'o saltano fuori??? dove me li ero persi???
mmmm penso di aver capito di cosa si tratta, e forse ho risolto un rebus
bene, prendiamo nota
Riprendo la discesa, con la dorsale meridionale spalmata in faccia
arrivo sui vecchi pascoli
ed in breve sono ai ruderi della malga
da qua prendo il sentiero 375 di collegamento con la Strada degli Scarrubbi: sarà l' ultima salita della giornata
piacevole questo sentiero: sale in mezzo al verde senza mai sforzare, temevo mi avrebbe segato a fine giornata, invece si lascia percorrere tranquillamente
si bhe, diciamo che anche l' ambiente circostante attorno aiuta
Ultimi metri di salita
ed eccomi sulla Strada degli Scarrubbi
Da qua, TUTTA DISCESA
Mi godo una sigaretta e mi rimetto in marcia
Questa volta però taglio: invece di seguire la strada, prendo il sentiero 370 che si fa fuori parecchi tornanti
e mi riporta ai pascoli di Malga Campiglia
Guardo l' ora, devo aver viaggiato nello spazio-tempo alla velocità della luce: la tabella sopra indicava 1h30, sono arrivato giú in neanche 50 minuti, che avessi un po' di fame?
Bon, la prima uscita è andata: ho dovuto interrompere l' esplorazione ma per il momento mi va piú che bene cosí: non ho intenzione di strafare, andiamo avanti per gradi.
Inverno strano, quello appena passato... zero neve, il 29 marzo vedo una forcella a oltre 2600 metri pulita fino a quasi 100 metri sotto ed inizio a fantasticare programmi...
Poi arriva una primavera assurda: la settimana dopo la chiusura degli impianti inizia a nevicare, e pure fisso, e sconvolge nuovamente i programmi...
Io che dovrei ricostruire il mio rapporto con la montagna, devo invece preoccuparmi di correre dietro alle follie del meteo...
Si, ricostruire il mio rapporto con la Montagna.
Perché è inutile far finta di niente, io quell' elicottero ce l' ho ancora dentro, ed è pronto a farsi sentire quando meno me l' aspetto.
Come a novembre.
Bello svaccato in poltrona a guardarmi Mountain Heroes su Dmax, mi mancavano solo cocacola e popcorn ed ero apposto, non me ne ero perso una puntata che fosse una, troppo f'ga quella serie.
Eppure...
L' elicottero si avvicina alla parete per un recupero, il rumore passa dal classico "tow tow tow" a quella specie di fruscío provocato dell' aria frustata contro le pareti, un fruscío che conosco bene, troppo bene...
e dal nulla inizio a piangere come un ebete.
Il giro di fine settembre sulle Pale e quello di ottobre sul Pasubio mi hanno mostrato che la Montagna mi da ancora splendide emozioni, ma c' è da lavorare, sulla testa, e tanto.
È lei che a settembre mi ha fatto abortire non so quanti giri, alcuni addirittura dall' automobile.
Dicono che chi sta bene con sè stesso stia bene anche con gli altri: bene, devo tornare a star bene con me stesso, o meglio, devo tornare a star bene con me stesso tra i monti, e non posso ripartire da dove avevo interrotto, devo fare qualche passo indietro.
Magari sarà questione di un paio di uscite appena, magari sarà piú lunga... intanto (meteo permettendo) cominciamo...
Sta cavolo di stagione mi ha fatto saltare le "pascolate di sgranchimento gambe" sul Grappa e sull' Altopiano di Asiago, quindi parto subito con un giro di "curiosamenti" che mi era balzato in mente due anni fa: ero giunto infatti al Passo degli Alberghetti per la strada che parte dall' Arco Romano (sentiero 380) ed avevo letto in giro che il passo era collegato da un sentiero (di cresta?) alla Selletta del Comando. Scendendo da là ai ruderi di Malga Pasubietto, e ricollegandosi alla Strada degli Scarrubbi, verrebbe fuori un bel giretto interessante, non troppo problematico, e che giocandomela con gli orari mi permetterebbe di stare nella solitudine di cui ho bisogno.
Andiamo!
Sabato faccio serata tranquilla, e domenica mattina sveglia e via verso Bocca Campiglia.
All' arrivo il parcheggio è praticamente pieno, lascio che la massa vada ad improcessionarsi lungo la Strada delle 52 Gallerie (i piú avventurosi - non pochi - andranno sulla Ferrata Falcipieri) io frego tutti e me ne parto per la Strada degli Scarrubbi, a quest' ora praticamente deserta, a parte qualche sporadica MTB (la maggior parte salgono dalla Strada degli Eroi)
Che dire, meglio di cosí la giornata non poteva iniziare
e io passeggio beato lungo la strada godendomi la visuale su Monte Maio
e su Monte Novegno (? non sono sicuro, vicentini del forum correggetemi se sparo na ca'ata)
Piccola digressione: la Strada degli Scarrubbi, antico sentiero poi trasformato in carrozzabile durante la guerra (e rimpiazzata poi dalla Strada delle 52 Gallerie a causa dell' esposizione al tiro nemico) è il percorso ideale per chi deve smaltire pranzi o cene importanti, tipo matrimoni, maxi compleanni & co.
non è mai particolarmente ripida, ma è mooooolto lunga, quindi visto che adesso è periodo di matrimoni, se avete bisogno di smaltire sapete dove andare
Torniamo a noi, raggiungo in breve Malga Campiglia, ancora chiusa in attesa che le sue regine ne prendano possesso
superata la malga, la strada entra nel vivo
e subito si incontra, al primo tornante, una piccola galleria che porta ad una postazione di artiglieria puntata dritta dritta verso Monte Maio
Si comincia a salire, e compaiono i primi spuntoni
Solitudine totale, strada tranquilla, scenari che via via si aprono, il risultato è un relax perfetto
compaiono anche le prime colate di ghiaie, aaah bene
Proseguo la lunga serie di tornanti
Mentre i paesaggi iniziano ad inasprirsi
Un tozzo gendarme fa da varco: segnala l' ingresso nel tratto piú bello della strada
Da qua infatti è tutta tagliata sul fianco della montagna
Passo una breve galleria con due "locali di servizio"
ed arrivo al bivio per la Val Belele ed i ruderi di Malga Pasubietto, per cui transiterò al ritorno
Riposo qualche minuto e mi concedo una sigaretta, ormai manca poco.
Mi rimetto in marcia, con la testata della valle già ben visibile, dominata dal Cimón del Soglio Rosso
Alla mia destra invece, in sinistra orografica, ecco la mia vera mèta: Il Corno del Pasubio ed il Nido d' Aquila
Me li mangio con gli occhi
e mi godo gli ultimi scampoli di tranquillità
Ormai sono prossimo alle Porte del Pasubio
Passo sotto il tratto finale della Ferrata Falcipieri, oggi ben frequentata
e un fischio mi perfora un timpano
Cioè, capisco che devi avvisare le tue comari, ma caxxo mettiti due metri piú in la!
superato il trauma marmottiano, con l' orecchio che fischia ancora (penso che quando da ragazzino ho assistito al decollo di un F-104 da bordo pista... fosse stato meno traumatico ) mi riavvio verso il valico
continuando a mangiarmi Corno e Nido
Arrivo quindi al Rifugio Papa, in quella che una volta era chiamata "el Milanin del Pasubio": la piccola Milano del Pasubio.
Il rifugio (che questa volta non ho fotografato causa sovraffollamento inumano, comprensibile visto che era il primo giorno bello della stagione) è infatti ricavato dall' unica casermetta superstite del vero e proprio villaggio che sorgeva qua durante la guerra; a sottolineare l' importanza del luogo, il dedalo di strade e sentieri che qui giunge: Scarrubbi, Eroi, Gallerie, Diosaquanti sentieri tra segnati e abbandonati... non so come facessero a non perdersi
Mi mangio una pasta del rifugio, caffettino-grappino-sigaretta e sono pronto a rimettermi in marcia lungo il sentiero 120: direzione Selletta del Comando
Anche questo "sentiero" è in realtà una comoda strada
Perfetto per quando si ha appena finito di mangiare: si può assecondare l' "assopimento digestivo" lasciandosi andare coi pensieri senza troppe preoccupazioni e godendosi il panorama
in lontananza inizia a scorgersi l' Arco Romano
mentre alle spalle è ben visibile tutto il tratto finale della Strada degli Scarrubbi
Nei pressi dell' arco un avviso: di qui non si passa
L' arco non è stato costruito in un luogo a caso: sorge nell' ex cimitero di guerra della Brigata Liguria, il cui ultimo erede, il 157º Reggimento Fanteria "Liguria" (la cui Bandiera di Guerra è decorata di due Medaglie d' Oro e due Medaglie d' Argento al Valor Militare per i combattimenti nelle due guerre mondiali), è stato sciolto nel 2004.
Non è questa la mia meta però, cosí proseguo
Arrivo alla Selletta del Comando
punto nevralgico del fronte, in quanto qua arrivava la trincea da Cima Palon e proseguiva verso Dente del Pasubio, Nido d' Aquila e (in teoria) Passo degli Alberghetti.
Ed è proprio questa trincea che voglio esplorare, approfittando del fatto che in passato il percorso era stato in parte segnalato.
Dentro in buca quindi, e partiamo verso il Corno
L' ambiente è quanto di piú brullo ci si possa aspettare
ed è uno spettacolo
No alt fermi tutti
COS' È QUELLA ROBA?????
Le Dolomiti di Brenta ed i colossi over 3'000 coi loro ghiacciai, roba da star male
Bon ciao, dopo questa posso anche andare a casa
Dopo alcuni minuti di svarioni cosmici, riesco a tornare nel mondo reale e riprendo la cresta, adesso fuori dalla trincea
mentre in basso mi incuriosisce una bella mulattiera (quasi una vera strada), tanto per cambiare non segnata da nessuna parte, senza sapare che di li a un paio d' ore mi sarei trovato a percorrerla, mio malgrado...
Il sentiero inizia a farsi un pelo piú... ruvido
mentre il paesaggio si fa sempre piú pazzesco, sembra che qualcuno si sia divertito a tirare secchiate di colore... prima il marron, poi il verde, poi spruzzi di bianco...
Torno ad incrociare resti di trincea
mentre il panorama mi regala vedute sempre piú belle
mmm mi pare di conoscerlo quello la in mezzo...
eh si, ci sono pure stato sopra l' anno scorso, è il Becco di Filadonna, meravigliosamente a picco sulla Valsugana
raggiunto il culmine del Corno, invero un quasi panettone molto morbido, inizio a scendere verso una selletta quando vengo bloccato da un fischio...
...inconfondibile quel fischio, possono essere solo loro
proseguo godendomi questo ambiente spettacolare in un silenzio rotto solo dai fischi dei camosci e dal rumore dei miei passi
proseguo... per modo di dire: 5 minuti buoni li passo imbambolato a guardarmi i colossi in fondo
Bene cosí, queste sensazioni possono solo farmi bene ed aiutarmi a ricucire il rapporto
Il Nido è la davanti, ed il sentiero sembra salire tranquillo
err... il Nido SEMBRAVA là davanti, ma qualcuno deve averlo spostato
in compenso è riapparsa la trincea
e come per magia arriva anche un breve passaggio un pelo piú pepato
selletta e... aridaje co sta cresta... non capisco se qua siano tutte uguali, o se ci sia qualcuno che man mano me le sposta avanti...
ma il pensiero dura poco, il tempo di un fischio.
C' è un branco di camosci poco sotto, e qualcuno si sta preparando ad una gara di corsa sulla neve
finisce il percorso e va dagli allenatori a controllare il tempo
ok è buono, andiamo a raggiungere gli altri
Li avevo sempre visti correre sulle pietraie, e di conseguenza avevo sempre sentito il rumore di sassi che schizzavano e rotolavano... sentirli correre sulla neve è tutta un' altra cosa, figo, veramente figo.
Li saluto e riparto lungo la cresta: sarà quella buona?
Pare di si, si inizia a vedere anche la croce
ultimi passi
e ci siamo!
Inutile dire che da qua si ha un panorama a 360 niente male
Bene, adesso arriva il bello: IN TEORIA il sentiero dovrebbe proseguire scendendo verso la dorsale che raggiunge Passo degli Alberghetti, IN TEORIA!
visto da qua sembrerebbe anche...
poi guardi bene... salti di roccia da una parte, salti di roccia dall' altra, vedo un tratto di ghiaino instabile che potrebbe essere il passaggio che mi avevano accennato, ma pare finire anche lui su salti di roccia... adesso capisco perché si chiama Nido d' Aquila!
Bene, per oggi va bene cosí, come disse Re Carlo Alberto a Pastrengo (dopo la leggendaria carica dei carabinieri a cavallo) "Pour aujourd'hui il y en a assez": non indago oltre, troppo presto per spingermi in robe strane, magari è una cavolata e dopo due metri mi salta fuori un' autostrada, ma non ho voglia, o almeno non ancora.
Torno sui miei passi, scendo la cresta e non è che abbia tutta sta voglia di rifarmi il saliscendi... ma non faccio a tempo a pensarlo che vedo una traccia sospetta...
potrebbe essere una pista di camosci e trarmi in inganno come ad agosto... per lo meno però non ci sono mughi a giocare scherzi...
No... troppo sfacciatamente sospetta sta traccia, non può essere una roba di animali...
ed infatti ecco arrivare le prime conferme
Bene
inizio a seguirla rilassandomi, lei mi porta in una costante, dolce discesa, facendomi evitare un po' di saliscendi, proprio quello che volevo
alla fina mi accorgo di essere sulla "strada bassa" che mi aveva incuriosito poco dopo la partenza dalla Selletta
do un ultimo sguardo al labirinto che corre alla base del Corno
ed in un AMEN arrivo all' Arco Romano
Bene, da qua non mi resta che prendere il sentiero 380 verso Passo degli Alberghetti, ricalcando parte del giro di due anni fa
sentiero che, tanto per cambiare, è de facto una strada
Un ultimo sguardo all' Arco
poi proseguo tra i miei interrogativi...
Bon, due anni fa mi ero fatto tutto il sentiero fino a Passo degli Alberghetti e poi giú, questa volta invece prendo il sentiero 378 verso i ruderi di Malga Pasubietto
Eh, scende bene il sentiero, questo no che non deriva da una strada per muli e cannoni
Che colpo d' occhio però la valle vista da qua
Mi lascio andare nella discesa, sono preso per i fatti miei e...
SBADADAM!!!
E QUESTI? Da dove cax'o saltano fuori??? dove me li ero persi???
mmmm penso di aver capito di cosa si tratta, e forse ho risolto un rebus
bene, prendiamo nota
Riprendo la discesa, con la dorsale meridionale spalmata in faccia
arrivo sui vecchi pascoli
ed in breve sono ai ruderi della malga
da qua prendo il sentiero 375 di collegamento con la Strada degli Scarrubbi: sarà l' ultima salita della giornata
piacevole questo sentiero: sale in mezzo al verde senza mai sforzare, temevo mi avrebbe segato a fine giornata, invece si lascia percorrere tranquillamente
si bhe, diciamo che anche l' ambiente circostante attorno aiuta
Ultimi metri di salita
ed eccomi sulla Strada degli Scarrubbi
Da qua, TUTTA DISCESA
Mi godo una sigaretta e mi rimetto in marcia
Questa volta però taglio: invece di seguire la strada, prendo il sentiero 370 che si fa fuori parecchi tornanti
e mi riporta ai pascoli di Malga Campiglia
Guardo l' ora, devo aver viaggiato nello spazio-tempo alla velocità della luce: la tabella sopra indicava 1h30, sono arrivato giú in neanche 50 minuti, che avessi un po' di fame?
Bon, la prima uscita è andata: ho dovuto interrompere l' esplorazione ma per il momento mi va piú che bene cosí: non ho intenzione di strafare, andiamo avanti per gradi.