Dolomiti Pesarine - Creta di Mimoias
Inviato: 10/05/2017, 16:51
Come prima escursione primaverile, decido di avventurarmi nelle Dolomiti Pesarine, in particolare sulla Creta di Mimoias.
Lasciata l’auto in un comodo spiazzo a pochi passi dal Bosco dei Los, mi incammino lungo il sentiero CAI 203 mantenendo la sinistra orografica fino ad incrociare il Rio Mimoias.
Avendo piovuto ben poco negli ultimi mesi, il ruscello si presenta con poca acqua, e si lascia attraversare facilmente.
Abbandono la stradina per imboccare il sentiero CAI 202 verso il Passo di Oberenghe e salgo di quota fino a vedere la sommità della Cresta di Enghe.
La scritta rossa su di un masso mi indica la direzione per la Creta di Mimoias, portandomi a seguire i bollini rossi nel bosco fuori dal sentiero CAI.
A questo punto la pendenza cambia rapidamente e mi costringe a rallentare il passo, mentre un capriolo si prende beffa di me e scende rapido dal lato opposto.
Fuori dal bosco scompaiono sia i bollini che la traccia del sentiero, ma una parete di roccia poco più in alto ed il Monte Paradara sulla sinistra mi tolgono ogni dubbio circa la direzione da prendere.
Così risalgo la valletta in parte al costone roccioso, dove il terreno diventa sempre più ripido e a tratti ghiaioso, fino all’insellatura con il Paradara.
Qui una breve sosta mi permette di scorgere la cima est della Creta di Mimoias e, oltre il passo Elbel, la Cresta di Enghe in tutta la sua grandezza.
Attraversata una breve depressione con resti di neve, rimonto uno sperone puntando ad un esiguo gruppo di abeti, dietro ai quali si nasconde il tratto più difficile.
Superate le rocce di I grado, esco sul pendio sommitale che prelude alla cima.
L’ultimo tratto è così ripido che sembra rendere sempre di più lontana la vetta e devo proseguire con i bastoncini completamente chiusi.
Nella parte finale, lasciando a destra uno stretto e profondo crepaccio, compio ancora pochi passi e raggiungo la croce di vetta, che si erge a quota 2288 m.
Ad essere sinceri, il punto più alto della Creta è la cima NE e si trova, poco più in alto, a quota 2301 m. Tuttavia non me la sentivo e così mi sono fermato sotto la croce di vetta.
Secondo un parere personale, a differenza di altre montagne, la Creta di Mimoias mi ha dato l’impressione di essere più bella se vista dall’alto che non dal fondovalle. Ciò non può che essere un invito a venire “ca su ta’ cretis” ad esplorare montagne selvagge come questa, forse meno ricercata di altre, ma non per questo incapace di offrire grandi emozioni.
Lasciata l’auto in un comodo spiazzo a pochi passi dal Bosco dei Los, mi incammino lungo il sentiero CAI 203 mantenendo la sinistra orografica fino ad incrociare il Rio Mimoias.
Avendo piovuto ben poco negli ultimi mesi, il ruscello si presenta con poca acqua, e si lascia attraversare facilmente.
Abbandono la stradina per imboccare il sentiero CAI 202 verso il Passo di Oberenghe e salgo di quota fino a vedere la sommità della Cresta di Enghe.
La scritta rossa su di un masso mi indica la direzione per la Creta di Mimoias, portandomi a seguire i bollini rossi nel bosco fuori dal sentiero CAI.
A questo punto la pendenza cambia rapidamente e mi costringe a rallentare il passo, mentre un capriolo si prende beffa di me e scende rapido dal lato opposto.
Fuori dal bosco scompaiono sia i bollini che la traccia del sentiero, ma una parete di roccia poco più in alto ed il Monte Paradara sulla sinistra mi tolgono ogni dubbio circa la direzione da prendere.
Così risalgo la valletta in parte al costone roccioso, dove il terreno diventa sempre più ripido e a tratti ghiaioso, fino all’insellatura con il Paradara.
Qui una breve sosta mi permette di scorgere la cima est della Creta di Mimoias e, oltre il passo Elbel, la Cresta di Enghe in tutta la sua grandezza.
Attraversata una breve depressione con resti di neve, rimonto uno sperone puntando ad un esiguo gruppo di abeti, dietro ai quali si nasconde il tratto più difficile.
Superate le rocce di I grado, esco sul pendio sommitale che prelude alla cima.
L’ultimo tratto è così ripido che sembra rendere sempre di più lontana la vetta e devo proseguire con i bastoncini completamente chiusi.
Nella parte finale, lasciando a destra uno stretto e profondo crepaccio, compio ancora pochi passi e raggiungo la croce di vetta, che si erge a quota 2288 m.
Ad essere sinceri, il punto più alto della Creta è la cima NE e si trova, poco più in alto, a quota 2301 m. Tuttavia non me la sentivo e così mi sono fermato sotto la croce di vetta.
Secondo un parere personale, a differenza di altre montagne, la Creta di Mimoias mi ha dato l’impressione di essere più bella se vista dall’alto che non dal fondovalle. Ciò non può che essere un invito a venire “ca su ta’ cretis” ad esplorare montagne selvagge come questa, forse meno ricercata di altre, ma non per questo incapace di offrire grandi emozioni.