Da "Che palle!" a "Che pale!"..........
Inviato: 26/12/2016, 18:03
........ovvero galeotti furono i bagigi e chi li comprò
Ogni anno è la solita solfa, pranzo di Natale con 'gara' a chi s' ingozza di più che mette a dura prova le mie chiappe inchiodate per ore alla sedia...........che palle!
Quest' anno però un trigono di combinazioni astrali mi permette, durante il pranzo, di sognare. Sogno dove andare in escursione a Santo Stefano: il meteo è fantastico, la forma buona e la neve poca (si, lo so che non è bello essere felici per l' assenza di neve, lo so che non è un bel segnale per la natura, però bisogna sempre cogliere anche i lati positivi!)
I nomi delle zone montane si mescolano ai nomi delle varie portate; arrivati all' arrosto ho deciso la zona........... mentre sgranocchio con avidità bagigi e pistacchi decido la meta: rifugio Pradidali con annesso laghetto.
La zona la conosco molto bene ma ci torno sempre volentieri. Queste sono le 'mie' dolomiti, le crode che mi hanno fatto innamorare della montagna: le Pale di san Martino.
La partenza è dall' ampio parcheggio nei pressi de La Ritonda e Cant del Gal. Subito prendo il sentiero 709 che in questa prima parte è praticamente un autostrada e sale piacevole con modesta pendenza seguendo il corso del torrente.
Alternando tratti più ripidi a tratti in falsopiano il sentiero attraversa il torrente e ora sale in mezzo al bosco.
Dopo un' ora arrivo ad uno spiazzo con cartello: località Pedemonte o Portelá recita il cartello.
Da qui riesco a vedere bene gli effetti della grande frana che pochi anni fa ha modificato il paesaggio: enormi blocchi si sono staccati dalla parete del Sass Maor e son rotolati giù nel bosco.......wow!
Ora comincia la parte più bella del sentiero che si incunea nella valle e supera con vari zig zag alcuni salti rocciosi, ci sono anche alcune inutili corde fisse.
Nei pressi della grande M* trovo con sorpresa il cartello che indica la direzione per il passo Sedole.
Con sorpresa perché avevo letto che l' avevano 'chiuso' definitivamente per frane: mi sbagliavo!
D' altra parte mi fa sorridere parlare di 'sentiero' visto che va su per questo budello franoso:
*la grande M altro non è che il sentiero che con i suoi tornanti e controtornanti disegna una M e la cosa è ben visibile dall' alto vista la totale assenza di vegetazione alta.
Proseguo sempre lungo il 709 e, nonostante il panettone si faccia sentire sullo stomaco e i bagigi un po' più giù, arrivo in una piana che anticipa il rifugio: sono i Prati Dali (gialli) che danno il nome al rifugio e al lago; ovviamente non sono gialli in questa stagione!
Anzi, qui comincio a pestare la prima neve, più ghiacciata di quanto mi aspettassi ma che non mi crea problemi per arrivare nei pressi del rifugio..............quanta emozione mi travolge! E quanti ricordi!
Non posso fare a meno di ripensare alla prima volta che mi sono trovato a cospetto di si tanta bellezza.
Sono ormai passati dieci anni: ero giovane ed inesperto. Ora sono un po' più vecchio e molto più esperto (per quanto l' esperienza non sia mai troppa); ma c'è qualcosa che non è cambiata e che, spero, non cambi mai: l' emozione che provo al cospetto di queste crode: che Pale!
Mi sento eccitato come un bambino al parco giochi che vorrebbe contemporaneamente fare un giro sullo scivolo, sull' altalena e sul cavalluccio; vorrei tanto proseguire, magari verso il passo Ball se non verso l' altipiano ma oggi è giusto fermarsi qui.
Babbo Natale è passato anche per me, questo è il suo regalo:
Dopo aver gironzolato attorno alla zona del rifugio mi concedo una sosta nel bivacco invernale: ha 6 posti letto ed è molto accogliente.
Ora è arrivato il momento di scendere e quindi giù a ritroso per il 709.
Visto che è ancora presto mi concedo una piacevole digressione verso i ruderi della malga Pradidali dove il torrente disegna giochi d' acqua saltellando tra vari massi.
In conclusione: Cant del Gal- rifugio Pradidali è un' escursione che consiglio a tutti. Sono 1100 metri di salita lungo un sentiero ben segnalato e senza difficoltà tecniche (sempre in caso di asciutto, bel tempo e niente neve/ghiaccio).
Si arriva in un luogo di commovente bellezza, e per i più allenati si può arrivare direttamente in altipiano puntando, ad esempio, al passo Pradidali Basso........ma questa è un' altra storia.......
Ogni anno è la solita solfa, pranzo di Natale con 'gara' a chi s' ingozza di più che mette a dura prova le mie chiappe inchiodate per ore alla sedia...........che palle!
Quest' anno però un trigono di combinazioni astrali mi permette, durante il pranzo, di sognare. Sogno dove andare in escursione a Santo Stefano: il meteo è fantastico, la forma buona e la neve poca (si, lo so che non è bello essere felici per l' assenza di neve, lo so che non è un bel segnale per la natura, però bisogna sempre cogliere anche i lati positivi!)
I nomi delle zone montane si mescolano ai nomi delle varie portate; arrivati all' arrosto ho deciso la zona........... mentre sgranocchio con avidità bagigi e pistacchi decido la meta: rifugio Pradidali con annesso laghetto.
La zona la conosco molto bene ma ci torno sempre volentieri. Queste sono le 'mie' dolomiti, le crode che mi hanno fatto innamorare della montagna: le Pale di san Martino.
La partenza è dall' ampio parcheggio nei pressi de La Ritonda e Cant del Gal. Subito prendo il sentiero 709 che in questa prima parte è praticamente un autostrada e sale piacevole con modesta pendenza seguendo il corso del torrente.
Alternando tratti più ripidi a tratti in falsopiano il sentiero attraversa il torrente e ora sale in mezzo al bosco.
Dopo un' ora arrivo ad uno spiazzo con cartello: località Pedemonte o Portelá recita il cartello.
Da qui riesco a vedere bene gli effetti della grande frana che pochi anni fa ha modificato il paesaggio: enormi blocchi si sono staccati dalla parete del Sass Maor e son rotolati giù nel bosco.......wow!
Ora comincia la parte più bella del sentiero che si incunea nella valle e supera con vari zig zag alcuni salti rocciosi, ci sono anche alcune inutili corde fisse.
Nei pressi della grande M* trovo con sorpresa il cartello che indica la direzione per il passo Sedole.
Con sorpresa perché avevo letto che l' avevano 'chiuso' definitivamente per frane: mi sbagliavo!
D' altra parte mi fa sorridere parlare di 'sentiero' visto che va su per questo budello franoso:
*la grande M altro non è che il sentiero che con i suoi tornanti e controtornanti disegna una M e la cosa è ben visibile dall' alto vista la totale assenza di vegetazione alta.
Proseguo sempre lungo il 709 e, nonostante il panettone si faccia sentire sullo stomaco e i bagigi un po' più giù, arrivo in una piana che anticipa il rifugio: sono i Prati Dali (gialli) che danno il nome al rifugio e al lago; ovviamente non sono gialli in questa stagione!
Anzi, qui comincio a pestare la prima neve, più ghiacciata di quanto mi aspettassi ma che non mi crea problemi per arrivare nei pressi del rifugio..............quanta emozione mi travolge! E quanti ricordi!
Non posso fare a meno di ripensare alla prima volta che mi sono trovato a cospetto di si tanta bellezza.
Sono ormai passati dieci anni: ero giovane ed inesperto. Ora sono un po' più vecchio e molto più esperto (per quanto l' esperienza non sia mai troppa); ma c'è qualcosa che non è cambiata e che, spero, non cambi mai: l' emozione che provo al cospetto di queste crode: che Pale!
Mi sento eccitato come un bambino al parco giochi che vorrebbe contemporaneamente fare un giro sullo scivolo, sull' altalena e sul cavalluccio; vorrei tanto proseguire, magari verso il passo Ball se non verso l' altipiano ma oggi è giusto fermarsi qui.
Babbo Natale è passato anche per me, questo è il suo regalo:
Dopo aver gironzolato attorno alla zona del rifugio mi concedo una sosta nel bivacco invernale: ha 6 posti letto ed è molto accogliente.
Ora è arrivato il momento di scendere e quindi giù a ritroso per il 709.
Visto che è ancora presto mi concedo una piacevole digressione verso i ruderi della malga Pradidali dove il torrente disegna giochi d' acqua saltellando tra vari massi.
In conclusione: Cant del Gal- rifugio Pradidali è un' escursione che consiglio a tutti. Sono 1100 metri di salita lungo un sentiero ben segnalato e senza difficoltà tecniche (sempre in caso di asciutto, bel tempo e niente neve/ghiaccio).
Si arriva in un luogo di commovente bellezza, e per i più allenati si può arrivare direttamente in altipiano puntando, ad esempio, al passo Pradidali Basso........ma questa è un' altra storia.......