Questa volta seguo la moda........
Inviato: 08/12/2016, 19:32
Normalmente tendo ad evitare le 'mode', anzi spesso cerco di fare l' esatto opposto di quello che fa la ggente.
Però stavolta seguo anch' io la corrente: visto che nel forum va molto di moda andare sui monti del Garda............... ci vado anch' io.
(Dettaglio non trascurabile: in questo caso la ggente di cui sopra è in realtà Gente con la G maiuscola!)
Cazzate semi-serie a parte................. è già da inizio Novembre che voglio tornare in quella zona, finalmente riesco a trovare le condizioni giuste per andare.
La scelta dell' itinerario è presto fatta: rifaccio pari pari un escursione già fatta due anni fa. E' un itinerario molto bello che rifaccio volentieri, inoltre voglio fare qualcosa di tranquillo e conosciuto, senza dover consultare cartine, cartelli, segnavia, sarò giusto, sarò sul sentiero sbagliato, ecc...
Eccomi quindi, Giovedì 8 Dicembre, arrivare a Prada simpatica e fashion località.
In realtà credo che il mio sentiero parta da Prada Alta, in ogni caso non ci si può sbagliare visto che l'inizio è ben 'segnalato' da una stazione a valle di un impianto a fune dismesso.
Seguo quindi quella che immagino fosse la vecchia pista da sci e dopo poco dalla partenza vengo subito inebriato dalla visione del lago di Garda. A un certo punto l' evidente sentiero si perde tra i pascoli ma.........chissenefrega, so in che direzione puntare! L' intuito mi aiuta anche a riprendere il sentiero che ora ricomincia ad essere evidente. Arrivo quindi nei pressi della stazione a monte della seggiovia, alzo lo sguardo e scorgo lassù, in cresta, un nutrito gruppo di persone; decido di fare una cosa che non faccio mai: chissenefrega del sentiero e vado su, tra ripidi pascoli, dritto per dritto.
Arrivo in cresta e mentre son lì che penso a quale nome dare a questa mia nuova via appena 'aperta' (deciderò poi, al CAI piacendo, di chiamarla altavia Fabrizia) mi giro e non credo ai miei occhi! Un mare di nebbia che avvolge la pianura, si vedono persino l' appennino e i miei cari colli Euganei che, a fatica, emergono dalle nebbie.
Ovviamente rimane sempre ben in vista il lago di Garda oltrechè i monti (generico chè l' orografia non è il mio forte!) imbiancati verso nord.
Ora sono sul sentiero numerato 658 e in breve arrivo al rifugio Chierego. Proseguendo lungo il 658 si percorre un simpatico sentiero a mezzacosta che porta verso la Bocchetta del Coal Santo. Ora gli effetti dell' inversione termica sono così evidenti che decido di tirar fuori dallo zaino l' arma segreta: le BRAGHE corte che riuscirò a tener fino al termine dell' escursione nonostante in alcuni brevi tratti tirasse un arietta gelida a ricordarmi che sempre in Dicembre siamo.
Dalla Bocchetta si riprende a salire fino ad arrivare al passo del Cammino: un simpatico passaggio tra pareti che permette di cambiar versante: questa è senz' altro la parte più bella del sentiero; si respirano atmosfere da piccole Dolomiti.
In breve passo di fronte all' attacco della ferrata delle Taccole (che va giù per un ghiaione che manco se mi pagano.....) e arrivo ad un bivio: a destra si va verso il rifugio Barana e a sinistra verso il rifugio Telegrafo..............prendo verso sinistra sempre lungo il 658. Questa parte di sentiero è classificata difficile, in realtà nulla di terribile, anzi direi piuttosto semplice se fatta senza neve o ghiaccio (oggi c'era solo pochissima neve leggermente ghiacciata). Se proprio uno vule andare sul tranquillo consiglio, al bivio di cui prima, di andare a destra visto che Barana e Telegrafo sono lo stesso rifugio.
Arrivo in breve al rifugio che scopro, con mia sorpresa, essere aperto e , in un attimo, sono a Punta Telegrafo (Monte Maggiore quota 2200) dove mi gusto il panorama.
Comincia ora la discesa: parto lungo il 654 e arrivo in breve ad un bivio: a destra variante del Forcellin, a sinistra sentiero 'ufficiale'. Vado a destra visto che due anni fa ero andato a sinistra. Questa variante è classificata difficile e panoramica: confermo! Il lago è sempre in vista e ci sono alcuni tratti per nulla banali da scendere. Aggiungo che l' ho trovato abbastanza spaccapiedi: costringe ad infinite serpentine su fondo dissestato senza mai decidersi a scendere rapidamente di quota.
Arrivo al bivio dove si incontra di nuovo il 654 che finalmente si decide a scendere velocemente in mezzo ad un piacevole bosco e in breve arrivo sulla strada asfaltata che mi riporterà in circa 4 km al punto di partenza (caratteristico un tratto che letteralmente taglia il fianco di una alta parete rocciosa).
Ora alcune foto che, però, non rendono giustizia alla fantastica visibilità di oggi.
Però stavolta seguo anch' io la corrente: visto che nel forum va molto di moda andare sui monti del Garda............... ci vado anch' io.
(Dettaglio non trascurabile: in questo caso la ggente di cui sopra è in realtà Gente con la G maiuscola!)
Cazzate semi-serie a parte................. è già da inizio Novembre che voglio tornare in quella zona, finalmente riesco a trovare le condizioni giuste per andare.
La scelta dell' itinerario è presto fatta: rifaccio pari pari un escursione già fatta due anni fa. E' un itinerario molto bello che rifaccio volentieri, inoltre voglio fare qualcosa di tranquillo e conosciuto, senza dover consultare cartine, cartelli, segnavia, sarò giusto, sarò sul sentiero sbagliato, ecc...
Eccomi quindi, Giovedì 8 Dicembre, arrivare a Prada simpatica e fashion località.
In realtà credo che il mio sentiero parta da Prada Alta, in ogni caso non ci si può sbagliare visto che l'inizio è ben 'segnalato' da una stazione a valle di un impianto a fune dismesso.
Seguo quindi quella che immagino fosse la vecchia pista da sci e dopo poco dalla partenza vengo subito inebriato dalla visione del lago di Garda. A un certo punto l' evidente sentiero si perde tra i pascoli ma.........chissenefrega, so in che direzione puntare! L' intuito mi aiuta anche a riprendere il sentiero che ora ricomincia ad essere evidente. Arrivo quindi nei pressi della stazione a monte della seggiovia, alzo lo sguardo e scorgo lassù, in cresta, un nutrito gruppo di persone; decido di fare una cosa che non faccio mai: chissenefrega del sentiero e vado su, tra ripidi pascoli, dritto per dritto.
Arrivo in cresta e mentre son lì che penso a quale nome dare a questa mia nuova via appena 'aperta' (deciderò poi, al CAI piacendo, di chiamarla altavia Fabrizia) mi giro e non credo ai miei occhi! Un mare di nebbia che avvolge la pianura, si vedono persino l' appennino e i miei cari colli Euganei che, a fatica, emergono dalle nebbie.
Ovviamente rimane sempre ben in vista il lago di Garda oltrechè i monti (generico chè l' orografia non è il mio forte!) imbiancati verso nord.
Ora sono sul sentiero numerato 658 e in breve arrivo al rifugio Chierego. Proseguendo lungo il 658 si percorre un simpatico sentiero a mezzacosta che porta verso la Bocchetta del Coal Santo. Ora gli effetti dell' inversione termica sono così evidenti che decido di tirar fuori dallo zaino l' arma segreta: le BRAGHE corte che riuscirò a tener fino al termine dell' escursione nonostante in alcuni brevi tratti tirasse un arietta gelida a ricordarmi che sempre in Dicembre siamo.
Dalla Bocchetta si riprende a salire fino ad arrivare al passo del Cammino: un simpatico passaggio tra pareti che permette di cambiar versante: questa è senz' altro la parte più bella del sentiero; si respirano atmosfere da piccole Dolomiti.
In breve passo di fronte all' attacco della ferrata delle Taccole (che va giù per un ghiaione che manco se mi pagano.....) e arrivo ad un bivio: a destra si va verso il rifugio Barana e a sinistra verso il rifugio Telegrafo..............prendo verso sinistra sempre lungo il 658. Questa parte di sentiero è classificata difficile, in realtà nulla di terribile, anzi direi piuttosto semplice se fatta senza neve o ghiaccio (oggi c'era solo pochissima neve leggermente ghiacciata). Se proprio uno vule andare sul tranquillo consiglio, al bivio di cui prima, di andare a destra visto che Barana e Telegrafo sono lo stesso rifugio.
Arrivo in breve al rifugio che scopro, con mia sorpresa, essere aperto e , in un attimo, sono a Punta Telegrafo (Monte Maggiore quota 2200) dove mi gusto il panorama.
Comincia ora la discesa: parto lungo il 654 e arrivo in breve ad un bivio: a destra variante del Forcellin, a sinistra sentiero 'ufficiale'. Vado a destra visto che due anni fa ero andato a sinistra. Questa variante è classificata difficile e panoramica: confermo! Il lago è sempre in vista e ci sono alcuni tratti per nulla banali da scendere. Aggiungo che l' ho trovato abbastanza spaccapiedi: costringe ad infinite serpentine su fondo dissestato senza mai decidersi a scendere rapidamente di quota.
Arrivo al bivio dove si incontra di nuovo il 654 che finalmente si decide a scendere velocemente in mezzo ad un piacevole bosco e in breve arrivo sulla strada asfaltata che mi riporterà in circa 4 km al punto di partenza (caratteristico un tratto che letteralmente taglia il fianco di una alta parete rocciosa).
Ora alcune foto che, però, non rendono giustizia alla fantastica visibilità di oggi.