Dallo scazzo (11slm) al sollazzo(2547slm) è breve il passo..
Inviato: 16/10/2016, 18:05
................mica tanto breve ché bisogna salire 2 chilometri e mezzo!
Causa meteo balordo in settimana mi è saltato un giro di due giorni con cattive compagnie , ma non tutto il male vien per nuocere: Domenica è bello! E allora che si fa?
E' Sabato e dopo pranzo mi rendo conto di un big problem: sono scazzato da morire! Sarà la pioggia incessante delle ultime ore, sarà che son fermo da tre settimane, sarà quel che sarà ma tant' è: capita!
Mi infilo a letto senza più pensarci e nel pomeriggio al risveglio l' illuminazione!
Al calduccio delle coperte, ancora mezzo inebetito, prima di 'aprire' la mia lista provo la carta della sorpresa: apro lo stradario e comincio a spulciare le varie zone montane alla ricerca di un indizio, un nome, un toponimo.................dopo pochi minuti l'occhio cade su un nome: M. Tamer (2547).
Ormai l' embolo è in circolo, mi alzo, recupero la cartina escursionistica e studio la zona.
In realtà non c'è molto da studiare: partenza 'obbligata' da passo Duran e poi su fino in cima con ritorno per la stessa via di salita o, volendo fare un giro più ampio, ritorno aggirando a nord le cime di san Sebastiano.
A questo punto, appurato che il meteo è buono, comincio a riflettere sulla situazione neve e sulle difficolta tecniche (sulla Tabacco c'è il simbolo dell' omino.....): guardo un po' di webcam e mi convinco che non è avventato provarci, non dovrei avere grossi problemi. (e comunque in montagna l'opzione dietrofront è sempre valida!)
Last but not least do un' occhiata in internet alle varie relazioni: passaggi di I, passaggi di II, EE, EEA.............non ci si capisce una mazza!
Toh, c'è anche la relazione del SomariTeam: come sempre chiara e concisa; ed è proprio l' itinerario che vorrei fare con la descrizione anche del 'ritorno lungo'.
Pare tutto procedere per il meglio quando.............Houston we have a problem........ nel preparare l'attrezzatura noto con orrore che i miei fidi e vecchi scarponi sono ridotti veramente male. In realtà l' avevo già notato al ritorno dalla precedente escursione ma non mi ero reso che la situazione fosse così grave. E' giunta l' ora delle decisioni irrevocabili: li pensiono con onore e carico in macchina gli scarponi nuovi già pronti in rampa di lancio da mesi ma utilizzati solo per un paio di giri brevi sui colli.................chissà come si comporteranno.................
Domenica 16 Ottobre- Tamer Grande
Come al solito parto di buon mattino e alle 8 sono a passo Duran, o meglio sono un paio di chilometri più giù versante agordino visto che parcheggio in uno spiazzo attrezzato con panchine nei pressi di malga Caleda vecchia. Il sentiero parte in mezzo al bosco e subito trovo un bivio segnalato: a destra si va verso il Pramper, a sinistra verso il Tamer. Il sentiero in questione non è numerato ma è ottimamente segnato; però è anche veramente simpatico: all' inizio pare un normale sentiero in mezzo al bosco, poi alterna vari guadi a paretine da superare toccando la roccia con le mani, divertente!
Nel frattempo cominciano a vedersi varie cime imbiancate tutt' attorno; è strano perchè pur essendo convinto di guardare in direzione pale di san Martino (la cartina non mente!) non riesco a riconoscere con certezza nessuna cima a me nota, che sia l' angolazione davvero particolare? (non sono mai stato in questa zona)
Arrivo al bivio con il sentiero 524 che arriva dal passo Duran, lo prendo proseguendo verso destra e in breve raggiungo uno spettacolare 'anfiteatro ghiaioso'. Ora il sentiero è meno evidente di prima ma sempre ben segnato e mi porta alla base di un'immensa parete rocciosa dove fa bella mostra di sè una segnaletica che invita l'escursionista a decidere la meta: a sinistra cima di san Sebastiano, a destra Tamer. Ovviamente prendo verso destra e risalgo un ghiaione che punta verso l' evidente forcella La Porta.
Durante la salita avviene un fatterello rilevante: nel posare lo scarpone in quella che sembra una bella pietra dove far presa mi scivola il piede..............mannaggia, lo sapevo che andava così! Lo scarpone nuovo ha una suola con gomma di scarsa qualità! E mentre penso a dove andare a comprare scarponi nuovi appoggio la mano sulla pietra: vetrato! Scusate scarponi per aver dubitato di voi, che la vostra storia di 'acquisto' è davvero particolare, così interessante che meriterebbe l' apertura di un apposito thread..............
In ogni caso arrivo in forcella senza patemi, ma con le antenne dritte!
Dopo breve sosta proseguo l' escursione; prendo l'evidente cengia che va verso destra dalla parte del versante di salita; comincio a pestare la prima neve ma vedo segni di scarponi: qualcuno è già passato di qui oggi! A un certo punto finiscono le tracce di scarponi: chi le ha fatte non ha proseguito oltre. Io però calzo i ramponcini e lungo la cengia il piede affonda bene nella neve, non c'è ghiaccio vivo; però su una mano tengo il guanto e con l'altra 'assaggio' la roccia per capire la situazione vetrato.
Sono assalito da mille dubbi: vado avanti? torno indietro? aspetto che arrivi il sole a scaldare la roccia?
A un certo punto lo vedo: è un punto luminoso; lo raggiungo e capisco..............sono arrivato, arrivato dove oggi è giusto fermarsi.............. mancano solo 100 metri alla cima ma ho già raggiunto la mia cima: sono contento lo stesso; anzi, meglio, sono contento punto.
A questo punto i lettori più attenti esclameranno: "Ma come? Nel titolo scrivevi di esserti sollazzato in cima a quota 2550 o giù di lì!"
Ma allora non avete capito niente: io oggi sono arrivato in cima lo stesso! Non fisicamente d'accordo............
Dopo il tradizionale panino di vetta, con le antenne sempre dritte torno all forcella La Porta; ora ad accogliermi c'è il sole che mi scalda e mi metto a rimirar le varie cime e anche qui mi rendo conto che non ne riconosco manco mezza!
Mi avvio lungo il 524 'versante zoldano' e devo attraversare e poi discendere un ghiaione veramente assurdo, pare impossibile passare in sicurezza, eppure si passa. Ora comincio finalmente a riconoscere alcune cime: monte Rite, Sassolungo di Cibiana, Antelao e il mitico Pelmo incappucciato dalle nuvole.
Supperggiù a quota 1850 trovo un bivio senza indicazioni, consulto la cartina e prendo verso sinistra raggiungendo in breve il simpatico bivacco Angelini che decido di 'visitare': non ci sono coperte, in compenso c'è una roncola e un seghetto............robe da Saw l'enigmista!
Ora devo tornare verso il passo Duran, il sentiero (536) è abbastanza evidente, inoltre è ottimamente segnato ma non aspettatevi i rassicuranti segnavia bianco e rossi, qui si trovano solo bolli arancio fosforescente. Perlopiù il 536 passa in mezzo ai boschi alternando vari brevi salite ad altrettanto brevi ridiscese; occhio al 'vetrato dei boschi' : le radici affioranti bagnate!
Ancora non sono esplosi i colori autunnali ma, nonostante i sentieri boschivi non mi attraggano particolarmente, questo l' ho trovato simpatico: hai il Pelmo sempre in vista e la tracciatura non è affatto noiosa.
A metà strada verso il Duran altro fatterello interessante, incontro due giovani e uno mi fa una domanda che mi spiazza: "Perchè solo un bastoncino?"
Tra l' ironia generale dico che la domanda non è affatto stupida! In genere o due bastoncini o niente, ma io da anni viaggio con un bastoncino solo! (anche questo argomento meriterebbe un thread a parte).
Nell' arrivare verso il passo Duran alcune passarelle in legno con grate per non scivolare aiutano l' escursionista a non impantanarsi.
............arrivo al passo, ora manca solo di percorrere poca strada asfaltata per tornare alla macchina: anche questa parte si rivela piacevole tra visioni di cime tutt' attorno, con il vento che accarezza l' erba e i pensieri che viaggiano lassù dove scorgo due tizi con il parapendio..............
Per concludere, alcuni ringraziamenti:
-grazie ai Somari per le loro relazioni dettagliate;
-grazie ai miei vecchi scarponi che mi hanno accompagnato e supportato negli ultimi 4 anni: godetevi la pensione;
-grazie ai miei nuovi scarponi che si sono rivelati comodi e funzionali;
-grazie a fudos che troverà il paloma gestazionale e promenico;
-thank you to my English teacher (even if you were and are a STRONZA);
-grazie allo stradario illuminante;
-grazie, graziella e grazie al caz........ [cit.]
Causa meteo balordo in settimana mi è saltato un giro di due giorni con cattive compagnie , ma non tutto il male vien per nuocere: Domenica è bello! E allora che si fa?
E' Sabato e dopo pranzo mi rendo conto di un big problem: sono scazzato da morire! Sarà la pioggia incessante delle ultime ore, sarà che son fermo da tre settimane, sarà quel che sarà ma tant' è: capita!
Mi infilo a letto senza più pensarci e nel pomeriggio al risveglio l' illuminazione!
Al calduccio delle coperte, ancora mezzo inebetito, prima di 'aprire' la mia lista provo la carta della sorpresa: apro lo stradario e comincio a spulciare le varie zone montane alla ricerca di un indizio, un nome, un toponimo.................dopo pochi minuti l'occhio cade su un nome: M. Tamer (2547).
Ormai l' embolo è in circolo, mi alzo, recupero la cartina escursionistica e studio la zona.
In realtà non c'è molto da studiare: partenza 'obbligata' da passo Duran e poi su fino in cima con ritorno per la stessa via di salita o, volendo fare un giro più ampio, ritorno aggirando a nord le cime di san Sebastiano.
A questo punto, appurato che il meteo è buono, comincio a riflettere sulla situazione neve e sulle difficolta tecniche (sulla Tabacco c'è il simbolo dell' omino.....): guardo un po' di webcam e mi convinco che non è avventato provarci, non dovrei avere grossi problemi. (e comunque in montagna l'opzione dietrofront è sempre valida!)
Last but not least do un' occhiata in internet alle varie relazioni: passaggi di I, passaggi di II, EE, EEA.............non ci si capisce una mazza!
Toh, c'è anche la relazione del SomariTeam: come sempre chiara e concisa; ed è proprio l' itinerario che vorrei fare con la descrizione anche del 'ritorno lungo'.
Pare tutto procedere per il meglio quando.............Houston we have a problem........ nel preparare l'attrezzatura noto con orrore che i miei fidi e vecchi scarponi sono ridotti veramente male. In realtà l' avevo già notato al ritorno dalla precedente escursione ma non mi ero reso che la situazione fosse così grave. E' giunta l' ora delle decisioni irrevocabili: li pensiono con onore e carico in macchina gli scarponi nuovi già pronti in rampa di lancio da mesi ma utilizzati solo per un paio di giri brevi sui colli.................chissà come si comporteranno.................
Domenica 16 Ottobre- Tamer Grande
Come al solito parto di buon mattino e alle 8 sono a passo Duran, o meglio sono un paio di chilometri più giù versante agordino visto che parcheggio in uno spiazzo attrezzato con panchine nei pressi di malga Caleda vecchia. Il sentiero parte in mezzo al bosco e subito trovo un bivio segnalato: a destra si va verso il Pramper, a sinistra verso il Tamer. Il sentiero in questione non è numerato ma è ottimamente segnato; però è anche veramente simpatico: all' inizio pare un normale sentiero in mezzo al bosco, poi alterna vari guadi a paretine da superare toccando la roccia con le mani, divertente!
Nel frattempo cominciano a vedersi varie cime imbiancate tutt' attorno; è strano perchè pur essendo convinto di guardare in direzione pale di san Martino (la cartina non mente!) non riesco a riconoscere con certezza nessuna cima a me nota, che sia l' angolazione davvero particolare? (non sono mai stato in questa zona)
Arrivo al bivio con il sentiero 524 che arriva dal passo Duran, lo prendo proseguendo verso destra e in breve raggiungo uno spettacolare 'anfiteatro ghiaioso'. Ora il sentiero è meno evidente di prima ma sempre ben segnato e mi porta alla base di un'immensa parete rocciosa dove fa bella mostra di sè una segnaletica che invita l'escursionista a decidere la meta: a sinistra cima di san Sebastiano, a destra Tamer. Ovviamente prendo verso destra e risalgo un ghiaione che punta verso l' evidente forcella La Porta.
Durante la salita avviene un fatterello rilevante: nel posare lo scarpone in quella che sembra una bella pietra dove far presa mi scivola il piede..............mannaggia, lo sapevo che andava così! Lo scarpone nuovo ha una suola con gomma di scarsa qualità! E mentre penso a dove andare a comprare scarponi nuovi appoggio la mano sulla pietra: vetrato! Scusate scarponi per aver dubitato di voi, che la vostra storia di 'acquisto' è davvero particolare, così interessante che meriterebbe l' apertura di un apposito thread..............
In ogni caso arrivo in forcella senza patemi, ma con le antenne dritte!
Dopo breve sosta proseguo l' escursione; prendo l'evidente cengia che va verso destra dalla parte del versante di salita; comincio a pestare la prima neve ma vedo segni di scarponi: qualcuno è già passato di qui oggi! A un certo punto finiscono le tracce di scarponi: chi le ha fatte non ha proseguito oltre. Io però calzo i ramponcini e lungo la cengia il piede affonda bene nella neve, non c'è ghiaccio vivo; però su una mano tengo il guanto e con l'altra 'assaggio' la roccia per capire la situazione vetrato.
Sono assalito da mille dubbi: vado avanti? torno indietro? aspetto che arrivi il sole a scaldare la roccia?
A un certo punto lo vedo: è un punto luminoso; lo raggiungo e capisco..............sono arrivato, arrivato dove oggi è giusto fermarsi.............. mancano solo 100 metri alla cima ma ho già raggiunto la mia cima: sono contento lo stesso; anzi, meglio, sono contento punto.
A questo punto i lettori più attenti esclameranno: "Ma come? Nel titolo scrivevi di esserti sollazzato in cima a quota 2550 o giù di lì!"
Ma allora non avete capito niente: io oggi sono arrivato in cima lo stesso! Non fisicamente d'accordo............
Dopo il tradizionale panino di vetta, con le antenne sempre dritte torno all forcella La Porta; ora ad accogliermi c'è il sole che mi scalda e mi metto a rimirar le varie cime e anche qui mi rendo conto che non ne riconosco manco mezza!
Mi avvio lungo il 524 'versante zoldano' e devo attraversare e poi discendere un ghiaione veramente assurdo, pare impossibile passare in sicurezza, eppure si passa. Ora comincio finalmente a riconoscere alcune cime: monte Rite, Sassolungo di Cibiana, Antelao e il mitico Pelmo incappucciato dalle nuvole.
Supperggiù a quota 1850 trovo un bivio senza indicazioni, consulto la cartina e prendo verso sinistra raggiungendo in breve il simpatico bivacco Angelini che decido di 'visitare': non ci sono coperte, in compenso c'è una roncola e un seghetto............robe da Saw l'enigmista!
Ora devo tornare verso il passo Duran, il sentiero (536) è abbastanza evidente, inoltre è ottimamente segnato ma non aspettatevi i rassicuranti segnavia bianco e rossi, qui si trovano solo bolli arancio fosforescente. Perlopiù il 536 passa in mezzo ai boschi alternando vari brevi salite ad altrettanto brevi ridiscese; occhio al 'vetrato dei boschi' : le radici affioranti bagnate!
Ancora non sono esplosi i colori autunnali ma, nonostante i sentieri boschivi non mi attraggano particolarmente, questo l' ho trovato simpatico: hai il Pelmo sempre in vista e la tracciatura non è affatto noiosa.
A metà strada verso il Duran altro fatterello interessante, incontro due giovani e uno mi fa una domanda che mi spiazza: "Perchè solo un bastoncino?"
Tra l' ironia generale dico che la domanda non è affatto stupida! In genere o due bastoncini o niente, ma io da anni viaggio con un bastoncino solo! (anche questo argomento meriterebbe un thread a parte).
Nell' arrivare verso il passo Duran alcune passarelle in legno con grate per non scivolare aiutano l' escursionista a non impantanarsi.
............arrivo al passo, ora manca solo di percorrere poca strada asfaltata per tornare alla macchina: anche questa parte si rivela piacevole tra visioni di cime tutt' attorno, con il vento che accarezza l' erba e i pensieri che viaggiano lassù dove scorgo due tizi con il parapendio..............
Per concludere, alcuni ringraziamenti:
-grazie ai Somari per le loro relazioni dettagliate;
-grazie ai miei vecchi scarponi che mi hanno accompagnato e supportato negli ultimi 4 anni: godetevi la pensione;
-grazie ai miei nuovi scarponi che si sono rivelati comodi e funzionali;
-grazie a fudos che troverà il paloma gestazionale e promenico;
-thank you to my English teacher (even if you were and are a STRONZA);
-grazie allo stradario illuminante;
-grazie, graziella e grazie al caz........ [cit.]