............vive l'escursionista.
Non mi riferisco ad una dieta ricca di spinaci ma alla mia situazione escursionistica di quest'anno!
Come già scritto recentemente in Agosto ho fatto ben due ferrate di media lunghezza: è stato il mese più ferroso della mia (breve) "carriera " escursionistica.
Belle le ferrate, per carità, però sentivo l'esigenza di tornare alle origini, di fare un' escursione senza ferri, solo sentieri: è questo quello che mi piace di più.
Il meteo è ok, non ho impegni e quindi dove andare? Cosa fare? .......consulto la mia lista scritta con inchiostro e piuma d'oca che conservo gelosamente in una cassaforte di seta........... l'occhio cade su un nome: Sasso Vernale. Ma come può essere finito nella lista? Gran Vernel e piccolo Vernel sono sulla Marmolada! Roba da alpinisti! Ma no, ma no..... leggi bene: Sasso Vernale; è un'altra cosa, la zona più o meno è quella ma è un' altra cosa!
Ora ricordo com' è finito nella lista: un paio d'anni fa feci una ciaspolata nella zona Rifugio Flora Alpina, Forca Rossa, rifugio Fuchiade e guardando la cartina (cosa che adoro fare) mi balzò all'occhio il nome di questa cima che di poco supera i 3000 e che pare essere raggiungibile escursionisticamente. Intanto tira fuori il calamaio e scrivi, poi si vedrà.............
Sabato 3 Settembre 2016- Sasso Vernale dalla piana di Fuchiade tramite passo Cirelle
Come al solito parto molto presto e riesco ad arrivare poco prima delle 7 nella zona di parcheggio lungo la stradina che porta al Rifugio Flora Alpina: non c'è nessuno ma non mi stupisco più di tanto.
Minimi preparativi e via, comincio subito a salire con discreta pendenza lungo la strada dapprima asfaltata e poi sterrata che porta verso il Rifugio Fuchiade attraversando una bellissima sequenza di baiti su una conca prativa meravigliosa e rilassante con immense pareti rocciose che si stagliano all'orizzonte. Pare un deja-vu: come quando mi capita di passare a baita Segantini alle 6 di mattina quando pace e tranquillità regnano ma poi al ritorno che caos!
Passato il rifugio si arriva nei pressi di un torrente: la mia cartina indica come tracciato ufficiale il sentiero che passa a sinistra del torrente, in realtà la cartellonistica e la segnaletica invitano a percorrere il sentiero che passa a destra e io, che trovo sempre conforto nel caro e vecchio bollo rosso, non mi azzardo a contraddire la cartellonistica!
Con il 607 comincia la risalita verso la Val de Tascia: nel primo tratto si attraversano i pascoli e qui accade un fatterello molto divertente; una mucca è in mezzo al sentiero e non ne vuole sapere di spostarsi, sembra in catalessi. Lo ammetto, ho un pò timore di queste bestie, così grandi, se niente niente si incazzano............ Cerco di passare un pò distante e lei non da segni, nessuna reazione; ma appena sono distante qualche metro sento un rumore inconfondibile! Mi giro e vedo che ha la coda alzata.......... Ora capisco: non era in catalessi, si stava solo concentrando!
Arrivo ad un bivio: un sentiero segnalato va verso la Forca Rossa. Da qui si può vedere l' ardito ghiaione che scende dalla forcella dei Bachet: non pare messo troppo male e si vede anche una bella traccia, potrebbe essere un' alternativa per il ritorno.
Io proseguo per il 607 fino ad arrivare alla base del ghiaione La prima parte di sentiero è in ottime condizioni, la traccia è univoca senza varianti particolari e porta a un bivio: a sinistra si risale la Val de Tascia ma io proseguo a destra lungo il 607 con direzione passo Cirelle. Questa seconda parte di sentiero lungo il ghiaione è messo abbastanza bene ma varie piccole frane lo interrompono a tratti e portano ad avere qualche dubbio in più rispetto a prima. In ogni caso la direzione è evidente (se non ci sono nebbie o nubi!).
Prima di arrivare al passo mi sia concessa una piccola considerazione: nel percorrere ghiaioni, laddove esista un sentiero ufficiale, ammesso che si riesca a trovare una traccia principale, sarebbe buona norma di educazione nei confronti dei manutentori e degli altri escursionisti, seguirla RIGOROSAMENTE per conservarla il più possibile.
Arrivo al passo Cirelle ed è ben visibile la mia meta finale ma anche la tappa intermedia: ora bisogna arrivare al passo Ombrettola.
Ci sono varie tracce di sentieri ma io seguo il cartello che mi indica sentiero 612B direzione passo di Ombrettola. Nella mia cartina il suddetto sentiero è il 612, evidentemente hanno cambiato qualcosina.
La traccia è in generale abbastanza semplice da seguire: prima si scende leggermente, poi falsopiano, poi discesa più decisa e infine si risale al passo; con buona frequenza sbiaditi bolli rossi e recenti segnavia mi confermano che sono giusto.
Arrivo al passo Ombrettola e non c'è nemmeno la palettina con i segnavia: non mi stupisco, sono ora passato in Veneto e la segnaletica è sempre molto carente.
Dal passo scendo brevemente dalla parte opposta a dove sono arrivato rimanendo vicino alla parete del Sasso Vernale e tenendola alla mia sinistra: devo trovare la traccia che mi porterà in cima. Riesco a trovarla quasi subito e seguendo alcuni ometti che mi fanno risalire un salto roccioso in breve sono lungo la cresta che sarà il riferimento per la seconda parte della salita. Non mi dilungherò nella descrizione poichè non ci sono bolli rossi, solo qualche ometto; sottolineo però il fatto che, pur non presentando particolari difficoltà tecniche la salita va affrontata consapevoli che il terreno è molto infido e in molti punti l' esposizione è notevole.
Arrivo in cima e sono le 10:30. Il panorama tutt' attorno è fenomenale. Marmolada in primo piano, Pale di san Martino, Civetta, Pelmo, Antelao e un sacco di altre cime che non ho idea di come si chiamino!
Ci sono parecchie nuvole non minacciose che danno al panorama qualcosa di magico, però è meglio che mi affretto a scendere che non vorrei mai essere ingabbiato dalle nuvole e avere problemi di orientamento.
Quando manca poco a tornare al passo Ombrettola scorgo un qualcosa di strano, qualcosa che fino a qui non avevo considerato: è un altro escursionista! E' il primo umano che scorgo da stamattina! Subito penso che se mi sbrigo a raggiungerlo potrei sperare che noti i miei vecchi e logori pantaloni corti a tinta unica rigorosamentenontecnici e potrebbe farmi i complimenti! Ma egli si allontana e non mi lascia il tempo di raggiungerlo; poi mi ricordo che non sono vanitoso e la frustrazione lascia lo spazio al "Ecchisenefrega!" (si fa per scherzare Blitz)
Dal passo Ombrettola ci sono almeno tre opzioni per il rientro:
1-scendere di 200 metri direzione valle Ombrettola per poi risalire a forcella dei Bachet. Opzione scartata perchè i ghiaioni selvadeghi in salita mi fanno infrangere ripetutamente il secondo comandamento.
2-salire alla vicina cima Ombrettola e provare a scendere direttamente alla forcella. La risalgo ma dalla cima, pur essendo evidente la direzione, non mi sembra esserci alcun sentiero discretamente sicuro.
3-tornare indietro per la stessa via di salita. Bingo!
Nel frattempo le presenze umane sono in aumento...................... arrivo al passo Cirelle e scendo velocemente quando nei pressi del bivio con la Val de Tascia incontro un giuovine che mi fa:"Scusa,posso farti una domanda?" 'No ti prego, so già cosa mi chiederai' penso. "Certamente" dico. "Quanto manca al passo Cirelle?"
Allargo le braccia e sconsolato dico:"E' una domanda da un milione di dollari!" Dalla sua reazione intuisco che abbia capito che per avere l'informazione voglio essere pagato! Quindi mi affretto ad aggiungere:"Stamattina io ci ho messo mezz'ora..............poi c'è chi ci mette 10 minuti e chi 1 ora e mezza!"
"Ah, ma io son lento..........." mi dice. 'Estigranqaatsi' penso. (chissà se legge il forum)
Come dicevo le presenze umane sono in deciso aumento ma io, per oggi, ho quasi esaurito la mia quota giornaliera di 'Salve' 'Buongiorno' e 'Ciao', quindi testa bassa e barretta fraccà raggiungo rapidamente il rifugio Fuchiade proprio all' ora di pranzo. Devo dire che si, c'è gente. Ma non troppa, e non troppo rumorosa. Si respira aria piacevole e rilassante, nonostante ciò non può mancare il solito signore nevrotico al telefono che parla a voce alta lamentandosi di chissà cosa con l' interlocutore. Ma stai sereno, perdinci!
In breve sono all' auto: sono le 13.
Tornato a casa controllo lo zaino: quante cose ho avanzato,quante cose ho portato in più del necessario. Un panino, un'intera bottiglia di acqua da litro, 3 'Salve' e 1 'Buongiorno', una confezione di biscotti...................... un inutile fardello che mi ha sicuramente rallentato!
Ma ho portato a casa anche tante emozioni e tante istantanee di una magnifica escursione; e questo, di sicuro, non è un fardello.............