PRIME GHIAIE DI STAGIONE: Becco di Filadonna 15 giugno 2016
Inviato: 16/06/2016, 20:37
A maggio, curiosando tra cartine e siti internet, mi sono incuriosito sul Becco di Filadonna, montagna degli Altipiani Trentini che domina la Valsugana.
Mi studio un simpatico percorso circolare, valuto i tempi e bon, peccato che per quasi un mese continuino a dirmi che c'è un tratto ancora impraticabile per neve...
Poi arriva il brutto tempo, poi i rifugi in zona fino al 10 giugno aprivano solo il weekend, alla fine il giro è andato nel dimenticatoio.
Poi martedí mi illumino
Controllo, rifugi aperti, chiamo, sentiero apposto, domani chiamano pure bel tempo, VIA!
Cosí mercoledí, dopo essermi svegliato neanche tanto presto, zompo in macchina e parto alla volta di Paludèi, località di Centa San Nicolò vicino a Lavarone.
Tanto per cambiare comincio con la mitica A4, che però regala poche emozioni visto che l' abbandono quasi subito in favore dell' A31, dopodiché su per i tornanti fino a destinazione è tutta una goduria
Quando arrivo, la giornata mi da il benvenuto presentandosi cosí in fondo si vedono già la Madonnina e il puntino rosso del Bivacco Vigolana
Vai coi preparativi e mi metto in marcia lungo una strada sterrata che passa tra qualche casa e qualche orto
ed in breve mi immetto sul sentiero 444 (bel numero, ricorda la prima locomotiva elettrica italiana da 200 km/h )
Inizialmente il sentiero segue una comoda strada forestale
che poi abbandona per restringersi e tirare di piú.
Arriva poi a sbucare all' aperto in Val Bianca, dove si vedono i danni degli inverni recenti
La valle però non presenta solo quello: studiando il percorso infatti non mi ero accorto che non solo il bacco di Filadonna, ma proprio tutta la zona è giusto sopra la Valsugana, e appena mi giro TAAC SORPRESA!
Il Lago di Caldonazzo dominato dalla Panarotta
La cosa mi prende decisamente bene, ed inizio a risalire il greto del ruscello, che adesso è secco, ma sarei curioso di vederlo in piena attività
E la mia curiosità aumenta quando devo attraversarlo, guarda che razza di lavoro ha fatto l' erosione nel tempo
Rimonto dall' altro lato (occhio che è facile non beccare l' attacco subito): il sentiero prende a salire con calma a mezza costa
regalando una bella visuale sulla piana di Caldonazzo
e raggiungendo il bivio col sentiero 445 per Malga Doss del Bugo
tiro dritto
e quando il sentiero esce finalmente allo scoperto, il panorama si apre sulla fine della Valsugana e sulla cresta della Marzola
sto entrando in val Larga
e la Vigolana inizia a far capolino tra gli alberi
altro breve traverso
con le nuvole che non vogliono mollare la presa della Panarotta
anche verso sud continuano a gironzolare
Il sentiero intanto inizia ad aumentare la pendenza ed a puntare deciso verso le muraglie, spettacolo
il bivacco è là che mi guarda
scusa, senza colori
il caldo inizia a farsi sentire, e una bella folata mi da il benvenuto tra i mughi
per rifiatare concedo una close-up al Lago di Caldonazzo
e poi via su pei mughi!
Si fa vedere la Madonnina, la caratteristica conformazione "simbolo" della Vigolana
ma è un' altra la cosa che mi cattura, che mi manda via di testa... i mughi si diradano, ed il sentiero inizia a snodarsi su fondo di ghiaione...
si, ghia-io-ne
e lo scenario diventa qualcosa di ipermegagalattico
Ciao, sto sbavando come un cane
Mi giro dall' altra parte, anche di qua direi niente male eh
ogni tanto qualche cespuglio fiorito regala un bello "splash of colour"
intanto il sentiero sale, tenendosi ai margini delle ghiaie
eh ma arrivano anche loro!
Dietro intanto è cosí
Oltre alle ghiaie, arrivano alcuni brevi passaggi attrezzati per agevolare i passaggi un filo piú rognosetti
peccato però che mi allontanino dalle mie amate
Adesso il sentiero tende a tirare alcune impennate: mai paura, l' ambiente è magnetico e ci pensa lui a tirarmi su
Guarda che paretoni
Ultime fatiche
e raggiungo il bivio per la Bocca di Vallarga, dove il sentiero si calma ed inizia a tagliare in costa
La Madonnina è in vista, il bivacco pure, posso riposare le gambe
ed eccomi al Bivacco Vigolana: questo non è il classico semibotte standard del CAI, ma una piú grande Baracca Morteo, di quelle usate nei cantieri; il risultato è un ambiente molto spazioso dove, oltre a sei cuccette, c'è anche una "zona giorno" con stufetta
Diciamo che qua non serve giocare a tetris per muoversi
E il panorama?
Il panorama... bhe, andiamo dal lato Nord della Vigolana
alla città di Trento
al Lago di Caldonazzo con Pergine e lo sbocco della Val dei Mòcheni
all' Altopiano di Asiago...
può bastare?
Bon, soddisfatto dalla prima tappa, mi rimetto in marcia seguendo a ritroso il sentiero fino al bivio
delle nuvole si stanno concentrando proprio sul Becco di Filadonna, oi vedete di non scassare i maroni che mi avete già scp'ttanato il giro della settimana scorsa
raggiungo il bivio, e prendo il sentiero 425 verso Bocca di Vallarga ed il Rifugio Casarota, che segue il bel taglio in costa
il panorama sulla Valsugana è sempre spettacolare, sembra di essere in aereo
stupendo questo sentiero che traversa alla base dei paretoni
Il valico ormai è in vista, peccato non passare in mezzo a quelle ghiaie
Eccomi a Bocca di Vallarga, dove il panorama spazia verso il Cornetto e le montagne che sovrastano l' Adige
tralascio il sentiero 450 per la cima della Vigolana, e proseguo per il mio 425 verso il becco
sentiero che qua diventa una bella passeggiata di cresta
Mentre percorro la cresta si alza un vento della madonna, ma na roba brutta, il sudore mi si gela addosso, e il dramma è che continuo a sudare perché ho il sole addosso che mi pare un lanciafiamme... no fastidioso, di piú...
Dai tiriamo avanti... la croce, pochi metri sotto la cima, è ben visibile, e sono ben visibili anche quelle infami delle nuvole... se provate ad abbassarvi faccio piovere meteoriti da quante ne tiro
Inizio a salire la deviazione per la cima
quando arrivo su, il versante sudorientale è occluso dalle infami
alle spalle invece sono meno insistenti, e combinate con la dorsale creano un acquerello pazzesco
simpatico l' effetto del bivacco che sembra a picco sopra Trento
Bene, ne ho che basta di questo vento, e mi sta venendo pure fame...
Ma mentre mi riavvio per tornare al sentiero principale, mi accorgo di quanto stramba sia questa cima: è praticamente tutto un campo carreggiato!
Torno giù e in breve raggiungo il bivio col sentiero 442, che prendo in direzione del rifugio...
err... come? 1 ora e mezza?
seee ciao
il sentiero segue la base delle pareti del Becco
fino a riguadagnare la cresta a Bus de le Zole
da cui si ha una bella visuale di tutta la dorsale
da qua si butta a capofitto... nelle nebbie
La fame si fa sentire sempre di piú, ingrano la quarta e anche la sesta, manca solo che in curva faccia BEEP BEEP
All' improvviso la nebbia si dirada e mi si apre uno scenario surreale: un' immensa prateria costellata di scheletri di mughi, andati bruciati in un enorme incendio a gennaio 2002
la pendenza buona ma non eccessiva dei tornanti invoglia ed agevola il passo lungo
e velocemente mi trovo all' ingresso del bosco.
Quando ne esco manca ormai poco
e infatti in 5 minuti eccomi al Rifugio Casarota: bene, ricordate la tabella che indicava 1 ora e mezza? doveva essere particolarmente sbarellata perché veniva indicata 1h45 dal bivacco, ma soprattutto c' ho messo poco piú di mezzora!
E adesso arriva il bello
Canederli in brodo
Spezzatino resuscitamorti con polenta
na sleppa di formaggio
Ho mangiato molto bene, e lo staff del rifugio è molto simpatico, promossi a pieni voti!
Sono decisamente soddisfatto, cosí dopo i soliti caffè, grappino e sigaretta, bello contento mi rimetto in marcia, ripercorrendo a ritroso un breve tratto del sentiero con cui sono sceso
sentiero che regala un piacevole scorcio panoramico verso Centa San Nicolò
arrivo cosí al bivio di Albi, al margine del bosco, dove prendo il sentiero 432 verso Paludèi
La prima parte del sentiero attraversa piacevolmente il bosco in sostanziale falsopiano, fino ad uscirne per aggirare un colatoio
e qua arriva l' incontro che non ti aspetti: mentre sto girando sotto il colatoio, mi trovo quasi faccia a faccia con un camoscio che sembra non preoccuparsi della mia presenza
stiamo là a guardarci un po'... bon che facciamo, na briscola?
alla fine lui bello tranquillo riprende a pascolare e io mi rimetto in marcia
Si procede dentro e fuori dal bosco
con alle spalle il cimitero dei mughi
All' improvviso il sentiero si butta giú in picchiata, ma è meglio non strafare perché il fondo non è il massimo, e beccare una radice umida... meglio di no
e arriva anche l' ultima - breve - salita della giornata
Il tratto sommitale è esposto (e attrezzato con dei cavi di sicurezza), e sotto c'è questo roccione che fa bella mostra di sè
Da qua cala l' esposizione e il sentiero scende molto tranquillamente
fino a ricollegarsi alle varie strade forestali
da qua in poi è senza storia, si va giú per strade nel bosco fino a sbucare sui pascoli della frazione Frisanchi
ed al suo bel nucleo di casette
da dove un breve tratto asfaltato mi riporta al parcheggio di Paludèi.
Anche questa è fatta, era un giro che mi interessava fare piú per curiosità che altro, e che mi ha fatto scoprire un posto veramente bello, con ambienti selvaggi e signori panorami, oltre a un rifugio dove si mangia davvero bene
In piú, ciliegina sulla torta, i bei ghiaioni che ho costeggiato durante la salita.
Posso tornare a casa soddisfatto
Mi studio un simpatico percorso circolare, valuto i tempi e bon, peccato che per quasi un mese continuino a dirmi che c'è un tratto ancora impraticabile per neve...
Poi arriva il brutto tempo, poi i rifugi in zona fino al 10 giugno aprivano solo il weekend, alla fine il giro è andato nel dimenticatoio.
Poi martedí mi illumino
Controllo, rifugi aperti, chiamo, sentiero apposto, domani chiamano pure bel tempo, VIA!
Cosí mercoledí, dopo essermi svegliato neanche tanto presto, zompo in macchina e parto alla volta di Paludèi, località di Centa San Nicolò vicino a Lavarone.
Tanto per cambiare comincio con la mitica A4, che però regala poche emozioni visto che l' abbandono quasi subito in favore dell' A31, dopodiché su per i tornanti fino a destinazione è tutta una goduria
Quando arrivo, la giornata mi da il benvenuto presentandosi cosí in fondo si vedono già la Madonnina e il puntino rosso del Bivacco Vigolana
Vai coi preparativi e mi metto in marcia lungo una strada sterrata che passa tra qualche casa e qualche orto
ed in breve mi immetto sul sentiero 444 (bel numero, ricorda la prima locomotiva elettrica italiana da 200 km/h )
Inizialmente il sentiero segue una comoda strada forestale
che poi abbandona per restringersi e tirare di piú.
Arriva poi a sbucare all' aperto in Val Bianca, dove si vedono i danni degli inverni recenti
La valle però non presenta solo quello: studiando il percorso infatti non mi ero accorto che non solo il bacco di Filadonna, ma proprio tutta la zona è giusto sopra la Valsugana, e appena mi giro TAAC SORPRESA!
Il Lago di Caldonazzo dominato dalla Panarotta
La cosa mi prende decisamente bene, ed inizio a risalire il greto del ruscello, che adesso è secco, ma sarei curioso di vederlo in piena attività
E la mia curiosità aumenta quando devo attraversarlo, guarda che razza di lavoro ha fatto l' erosione nel tempo
Rimonto dall' altro lato (occhio che è facile non beccare l' attacco subito): il sentiero prende a salire con calma a mezza costa
regalando una bella visuale sulla piana di Caldonazzo
e raggiungendo il bivio col sentiero 445 per Malga Doss del Bugo
tiro dritto
e quando il sentiero esce finalmente allo scoperto, il panorama si apre sulla fine della Valsugana e sulla cresta della Marzola
sto entrando in val Larga
e la Vigolana inizia a far capolino tra gli alberi
altro breve traverso
con le nuvole che non vogliono mollare la presa della Panarotta
anche verso sud continuano a gironzolare
Il sentiero intanto inizia ad aumentare la pendenza ed a puntare deciso verso le muraglie, spettacolo
il bivacco è là che mi guarda
scusa, senza colori
il caldo inizia a farsi sentire, e una bella folata mi da il benvenuto tra i mughi
per rifiatare concedo una close-up al Lago di Caldonazzo
e poi via su pei mughi!
Si fa vedere la Madonnina, la caratteristica conformazione "simbolo" della Vigolana
ma è un' altra la cosa che mi cattura, che mi manda via di testa... i mughi si diradano, ed il sentiero inizia a snodarsi su fondo di ghiaione...
si, ghia-io-ne
e lo scenario diventa qualcosa di ipermegagalattico
Ciao, sto sbavando come un cane
Mi giro dall' altra parte, anche di qua direi niente male eh
ogni tanto qualche cespuglio fiorito regala un bello "splash of colour"
intanto il sentiero sale, tenendosi ai margini delle ghiaie
eh ma arrivano anche loro!
Dietro intanto è cosí
Oltre alle ghiaie, arrivano alcuni brevi passaggi attrezzati per agevolare i passaggi un filo piú rognosetti
peccato però che mi allontanino dalle mie amate
Adesso il sentiero tende a tirare alcune impennate: mai paura, l' ambiente è magnetico e ci pensa lui a tirarmi su
Guarda che paretoni
Ultime fatiche
e raggiungo il bivio per la Bocca di Vallarga, dove il sentiero si calma ed inizia a tagliare in costa
La Madonnina è in vista, il bivacco pure, posso riposare le gambe
ed eccomi al Bivacco Vigolana: questo non è il classico semibotte standard del CAI, ma una piú grande Baracca Morteo, di quelle usate nei cantieri; il risultato è un ambiente molto spazioso dove, oltre a sei cuccette, c'è anche una "zona giorno" con stufetta
Diciamo che qua non serve giocare a tetris per muoversi
E il panorama?
Il panorama... bhe, andiamo dal lato Nord della Vigolana
alla città di Trento
al Lago di Caldonazzo con Pergine e lo sbocco della Val dei Mòcheni
all' Altopiano di Asiago...
può bastare?
Bon, soddisfatto dalla prima tappa, mi rimetto in marcia seguendo a ritroso il sentiero fino al bivio
delle nuvole si stanno concentrando proprio sul Becco di Filadonna, oi vedete di non scassare i maroni che mi avete già scp'ttanato il giro della settimana scorsa
raggiungo il bivio, e prendo il sentiero 425 verso Bocca di Vallarga ed il Rifugio Casarota, che segue il bel taglio in costa
il panorama sulla Valsugana è sempre spettacolare, sembra di essere in aereo
stupendo questo sentiero che traversa alla base dei paretoni
Il valico ormai è in vista, peccato non passare in mezzo a quelle ghiaie
Eccomi a Bocca di Vallarga, dove il panorama spazia verso il Cornetto e le montagne che sovrastano l' Adige
tralascio il sentiero 450 per la cima della Vigolana, e proseguo per il mio 425 verso il becco
sentiero che qua diventa una bella passeggiata di cresta
Mentre percorro la cresta si alza un vento della madonna, ma na roba brutta, il sudore mi si gela addosso, e il dramma è che continuo a sudare perché ho il sole addosso che mi pare un lanciafiamme... no fastidioso, di piú...
Dai tiriamo avanti... la croce, pochi metri sotto la cima, è ben visibile, e sono ben visibili anche quelle infami delle nuvole... se provate ad abbassarvi faccio piovere meteoriti da quante ne tiro
Inizio a salire la deviazione per la cima
quando arrivo su, il versante sudorientale è occluso dalle infami
alle spalle invece sono meno insistenti, e combinate con la dorsale creano un acquerello pazzesco
simpatico l' effetto del bivacco che sembra a picco sopra Trento
Bene, ne ho che basta di questo vento, e mi sta venendo pure fame...
Ma mentre mi riavvio per tornare al sentiero principale, mi accorgo di quanto stramba sia questa cima: è praticamente tutto un campo carreggiato!
Torno giù e in breve raggiungo il bivio col sentiero 442, che prendo in direzione del rifugio...
err... come? 1 ora e mezza?
seee ciao
il sentiero segue la base delle pareti del Becco
fino a riguadagnare la cresta a Bus de le Zole
da cui si ha una bella visuale di tutta la dorsale
da qua si butta a capofitto... nelle nebbie
La fame si fa sentire sempre di piú, ingrano la quarta e anche la sesta, manca solo che in curva faccia BEEP BEEP
All' improvviso la nebbia si dirada e mi si apre uno scenario surreale: un' immensa prateria costellata di scheletri di mughi, andati bruciati in un enorme incendio a gennaio 2002
la pendenza buona ma non eccessiva dei tornanti invoglia ed agevola il passo lungo
e velocemente mi trovo all' ingresso del bosco.
Quando ne esco manca ormai poco
e infatti in 5 minuti eccomi al Rifugio Casarota: bene, ricordate la tabella che indicava 1 ora e mezza? doveva essere particolarmente sbarellata perché veniva indicata 1h45 dal bivacco, ma soprattutto c' ho messo poco piú di mezzora!
E adesso arriva il bello
Canederli in brodo
Spezzatino resuscitamorti con polenta
na sleppa di formaggio
Ho mangiato molto bene, e lo staff del rifugio è molto simpatico, promossi a pieni voti!
Sono decisamente soddisfatto, cosí dopo i soliti caffè, grappino e sigaretta, bello contento mi rimetto in marcia, ripercorrendo a ritroso un breve tratto del sentiero con cui sono sceso
sentiero che regala un piacevole scorcio panoramico verso Centa San Nicolò
arrivo cosí al bivio di Albi, al margine del bosco, dove prendo il sentiero 432 verso Paludèi
La prima parte del sentiero attraversa piacevolmente il bosco in sostanziale falsopiano, fino ad uscirne per aggirare un colatoio
e qua arriva l' incontro che non ti aspetti: mentre sto girando sotto il colatoio, mi trovo quasi faccia a faccia con un camoscio che sembra non preoccuparsi della mia presenza
stiamo là a guardarci un po'... bon che facciamo, na briscola?
alla fine lui bello tranquillo riprende a pascolare e io mi rimetto in marcia
Si procede dentro e fuori dal bosco
con alle spalle il cimitero dei mughi
All' improvviso il sentiero si butta giú in picchiata, ma è meglio non strafare perché il fondo non è il massimo, e beccare una radice umida... meglio di no
e arriva anche l' ultima - breve - salita della giornata
Il tratto sommitale è esposto (e attrezzato con dei cavi di sicurezza), e sotto c'è questo roccione che fa bella mostra di sè
Da qua cala l' esposizione e il sentiero scende molto tranquillamente
fino a ricollegarsi alle varie strade forestali
da qua in poi è senza storia, si va giú per strade nel bosco fino a sbucare sui pascoli della frazione Frisanchi
ed al suo bel nucleo di casette
da dove un breve tratto asfaltato mi riporta al parcheggio di Paludèi.
Anche questa è fatta, era un giro che mi interessava fare piú per curiosità che altro, e che mi ha fatto scoprire un posto veramente bello, con ambienti selvaggi e signori panorami, oltre a un rifugio dove si mangia davvero bene
In piú, ciliegina sulla torta, i bei ghiaioni che ho costeggiato durante la salita.
Posso tornare a casa soddisfatto