Finalmente Neve!
Inviato: 18/01/2016, 22:21
Finalmente anche il "mio" Appennino ha deciso di mettere il vestito bianco. Era ora!
E così, ieri, dopo un'occhiata a Meteomont che mi conferma le ottime condizioni meteonivologiche: cielo sereno, circa 30cm di neve al Cavone e rischio valanghe a livello 2 su tutto il crinale Tosco-Emiliano, decido di farmi un giretto in zona Corno alle Scale.
Il programma è un pò ambizioso, contando che l'allenamento è quello che è e che un altro anno si è aggiunto nello zaino.
Vorrei salire dal Cavone a Punta Sofia, percorrere tutto il crinale fino allo Scaffaiolo con eventuale salita al Monte Cupolino e infine ritorno al Cavone.
Ma cosa fare esattamente, come al solito, lo vedrò sul posto in base a tutti i fattori che è necessario valutare quando si vuole la buona riuscita di una escursione, in special modo in ambiente innevato.
E allora eccomi qua, in zona Cavone, pronto a togliere la polvere dalle ciaspole e, perchè no, anche un pò di ruggine dai ramponi.
La giornata è splendida. Assenza totale di nuvole, aria tersa e fa anche parecchio freddo.
Non c'è nemmeno vento, per ora. Ma lo so, il Cavone è un luogo solitamente riparato dal vento e come sia la situazione reale lo imparerò più in alto. Anche se qualche sbuffo sulle cime è foriero del fatto che in quota la situazione non sarà così tranquilla.
Mi incammino nel bosco in direzione delle piste da sci, prima su sentiero e poi sulla strada forestale che conduce verso l'Alpe.
Mano a mano che salgo il panorama si apre e nonostante lo abbia già visto tante volte e in tante condizioni diverse, il crinale innevato e le cime del "mio" Appennino mi fanno sempre provare meraviglia e ammirazione.
Sono queste emozioni, già conosciute ma che si rinnovano ogni volta, che tengono viva la mia voglia di Montagna seppure dopo tanti, tanti anni di frequentazione. Vallo a spiegare a chi non ha la stessa passione!
Con tutta calma e senza faticare nemmeno troppo, arrivo al muraglione sotto alle Malghe. Nel frattempo mi ha raggiunto un gruppo di baldi giovani del SAER, bardati di tutto punto con caschetti, piccozze, ramponi, cordini e tutte le altre diavolerie.
Dall'andatura rilassata deduco che non sono in emergenza, per fortuna. Probabilmente stanno compiendo un'esercitazione.
Nel frattempo il vento, purtroppo, è già aumentato di parecchio.
Quindi per salire a Punta Sofia decido di imboccare il "Canalone", sperando che sia più riparato dal vento. Non c'è la traccia, ma il percorso lo conosco e ho dei buoni punti di riferimento.
Ciononostante la prendo in modo un pò troppo "allegro" e finisco inevitabilmente sul ripido e inevitabilmente inizio a tribolare. C'è più di un metro di neve fresca e si sprofonda che è "un piacere" anche con le ciaspole.
Sotto di me il gruppo SAER procede compatto in fila indiana lungo il sentiero che porta al Sasseto e al Passo dello Strofinatoio.
Mi rendo conto che le cose non stanno procedendo nel verso giusto quando mi accorgo di aver perso una ciaspola. Non me ne capacito, ma evidentemente nella foga di salire si è staccata e io non me ne sono neanche accorto.
Devo scendere parecchi ripidi metri prima di recuperarla.
Bene, anzi, male.
E' ora di mettere i ramponi e tirarsi fuori di qua senza fare ulteriori cazzate.
Sono salito troppo lungo il ripido fianco del canalone, però, e, anzichè evitare una pietraia stando sul fondo, ci finisco proprio in mezzo. Occhio! Qui bisogna fare attenzione sul serio, perchè se si infila la gamba in un buco fra le pietre si rischia grosso.
Con molta, molta prudenza ne vengo fuori. Rimane solo un ultimo ripido proprio all'uscita del canalone e finalmente sono fuori dai guai.
E così, ieri, dopo un'occhiata a Meteomont che mi conferma le ottime condizioni meteonivologiche: cielo sereno, circa 30cm di neve al Cavone e rischio valanghe a livello 2 su tutto il crinale Tosco-Emiliano, decido di farmi un giretto in zona Corno alle Scale.
Il programma è un pò ambizioso, contando che l'allenamento è quello che è e che un altro anno si è aggiunto nello zaino.
Vorrei salire dal Cavone a Punta Sofia, percorrere tutto il crinale fino allo Scaffaiolo con eventuale salita al Monte Cupolino e infine ritorno al Cavone.
Ma cosa fare esattamente, come al solito, lo vedrò sul posto in base a tutti i fattori che è necessario valutare quando si vuole la buona riuscita di una escursione, in special modo in ambiente innevato.
E allora eccomi qua, in zona Cavone, pronto a togliere la polvere dalle ciaspole e, perchè no, anche un pò di ruggine dai ramponi.
La giornata è splendida. Assenza totale di nuvole, aria tersa e fa anche parecchio freddo.
Non c'è nemmeno vento, per ora. Ma lo so, il Cavone è un luogo solitamente riparato dal vento e come sia la situazione reale lo imparerò più in alto. Anche se qualche sbuffo sulle cime è foriero del fatto che in quota la situazione non sarà così tranquilla.
Mi incammino nel bosco in direzione delle piste da sci, prima su sentiero e poi sulla strada forestale che conduce verso l'Alpe.
Mano a mano che salgo il panorama si apre e nonostante lo abbia già visto tante volte e in tante condizioni diverse, il crinale innevato e le cime del "mio" Appennino mi fanno sempre provare meraviglia e ammirazione.
Sono queste emozioni, già conosciute ma che si rinnovano ogni volta, che tengono viva la mia voglia di Montagna seppure dopo tanti, tanti anni di frequentazione. Vallo a spiegare a chi non ha la stessa passione!
Con tutta calma e senza faticare nemmeno troppo, arrivo al muraglione sotto alle Malghe. Nel frattempo mi ha raggiunto un gruppo di baldi giovani del SAER, bardati di tutto punto con caschetti, piccozze, ramponi, cordini e tutte le altre diavolerie.
Dall'andatura rilassata deduco che non sono in emergenza, per fortuna. Probabilmente stanno compiendo un'esercitazione.
Nel frattempo il vento, purtroppo, è già aumentato di parecchio.
Quindi per salire a Punta Sofia decido di imboccare il "Canalone", sperando che sia più riparato dal vento. Non c'è la traccia, ma il percorso lo conosco e ho dei buoni punti di riferimento.
Ciononostante la prendo in modo un pò troppo "allegro" e finisco inevitabilmente sul ripido e inevitabilmente inizio a tribolare. C'è più di un metro di neve fresca e si sprofonda che è "un piacere" anche con le ciaspole.
Sotto di me il gruppo SAER procede compatto in fila indiana lungo il sentiero che porta al Sasseto e al Passo dello Strofinatoio.
Mi rendo conto che le cose non stanno procedendo nel verso giusto quando mi accorgo di aver perso una ciaspola. Non me ne capacito, ma evidentemente nella foga di salire si è staccata e io non me ne sono neanche accorto.
Devo scendere parecchi ripidi metri prima di recuperarla.
Bene, anzi, male.
E' ora di mettere i ramponi e tirarsi fuori di qua senza fare ulteriori cazzate.
Sono salito troppo lungo il ripido fianco del canalone, però, e, anzichè evitare una pietraia stando sul fondo, ci finisco proprio in mezzo. Occhio! Qui bisogna fare attenzione sul serio, perchè se si infila la gamba in un buco fra le pietre si rischia grosso.
Con molta, molta prudenza ne vengo fuori. Rimane solo un ultimo ripido proprio all'uscita del canalone e finalmente sono fuori dai guai.