Lo spit solitario
Inviato: 10/05/2015, 17:40
Ci sono luoghi, in Montagna, dove ogni tanto mi piace tornare.
A volte perchè sono dei bei posti, ma più spesso perchè indissolubilmente legati a dei ricordi.
Uno di questi è il Monte Beni, una cimetta del "mio" Appennino alta quasi 1300 metri, che si trova sopra al paesino di Covigliaio in provincia di Firenze.
Erano i primi anni '70, avevamo tanto entusiasmo ma altrettanto pochi soldi e le Dolomiti erano spesso un sogno lontano.
Allora, per appagare la "fame" di montagna, ci si arrangiava come si poteva, cercando ed esplorando tutte le possibili (poche, purtroppo) formazioni rocciose locali.
Non conoscevamo nemmeno l'esistenza del termine "falesia". Per noi quelle erano semplicemente pareti di roccia sulle quali sfogare la nostra voglia di arrampicare.
Ma, quando le salivamo, con un pò di fantasia ci sembrava di essere su una parete dolomitica oppure in "occidentali".
Una di queste la scoprimmo appunto al Monte Beni, in modo del tutto inaspettato, durante un'escursione.
Ci piacque subito quella formazione, verticale e articolata benchè breve, e decidemmo di strapparla alla vegetazione.
Armati di seghetto, cesoie e spazzola la rendemmo accessibile e la ripulimmo per bene dal muschio che, complice l'esposizione a nord, svolgeva egregiamente la sua funzione di colonizzatore.
Qualche chiodo, qualche piastrina fissata nei punti più ostici ed ecco pronta quella che fu la una delle nostre piccole palestre di roccia per svariati anni.
Ci trovavamo spesso in tanti qua, e tante sono state le giornate trascorse ad arrampicare e concluse, la sera, con l'immancabile grigliata e i canti attorno al fuoco.
Così, oggi, sono tornato qua, sotto a questa parete dove ancora mi sembra di sentire l'eco di quei suoni.
Ma ora non c'è rimasto più nulla, e nessuno viene più ad arrampicare qui da molto tempo. Persino gli escursionisti sono abbastanza rari, nonostante la cima offra un bel panorama.
Nessuno fa più pulizia e la Natura si è ripresa giustamente i suoi spazi. La parete è di nuovo coperta dal muschio e difesa da una muraglia di rovi e arbusti.
Ma, mentre riprendo il sentiero, un brillio, lassù, attira la mia attenzione. Vuoi vedere che una delle nostre piastrine è sopravvissuta ? Ma come raggiungerla ?
Mi sposto a destra fuori dal sentiero e raggiungo la roccia dove questa si appoggia e diventa più abbordabile.
Primo e secondo grado, friabile ed esposto, ma si può fare.
A volte perchè sono dei bei posti, ma più spesso perchè indissolubilmente legati a dei ricordi.
Uno di questi è il Monte Beni, una cimetta del "mio" Appennino alta quasi 1300 metri, che si trova sopra al paesino di Covigliaio in provincia di Firenze.
Erano i primi anni '70, avevamo tanto entusiasmo ma altrettanto pochi soldi e le Dolomiti erano spesso un sogno lontano.
Allora, per appagare la "fame" di montagna, ci si arrangiava come si poteva, cercando ed esplorando tutte le possibili (poche, purtroppo) formazioni rocciose locali.
Non conoscevamo nemmeno l'esistenza del termine "falesia". Per noi quelle erano semplicemente pareti di roccia sulle quali sfogare la nostra voglia di arrampicare.
Ma, quando le salivamo, con un pò di fantasia ci sembrava di essere su una parete dolomitica oppure in "occidentali".
Una di queste la scoprimmo appunto al Monte Beni, in modo del tutto inaspettato, durante un'escursione.
Ci piacque subito quella formazione, verticale e articolata benchè breve, e decidemmo di strapparla alla vegetazione.
Armati di seghetto, cesoie e spazzola la rendemmo accessibile e la ripulimmo per bene dal muschio che, complice l'esposizione a nord, svolgeva egregiamente la sua funzione di colonizzatore.
Qualche chiodo, qualche piastrina fissata nei punti più ostici ed ecco pronta quella che fu la una delle nostre piccole palestre di roccia per svariati anni.
Ci trovavamo spesso in tanti qua, e tante sono state le giornate trascorse ad arrampicare e concluse, la sera, con l'immancabile grigliata e i canti attorno al fuoco.
Così, oggi, sono tornato qua, sotto a questa parete dove ancora mi sembra di sentire l'eco di quei suoni.
Ma ora non c'è rimasto più nulla, e nessuno viene più ad arrampicare qui da molto tempo. Persino gli escursionisti sono abbastanza rari, nonostante la cima offra un bel panorama.
Nessuno fa più pulizia e la Natura si è ripresa giustamente i suoi spazi. La parete è di nuovo coperta dal muschio e difesa da una muraglia di rovi e arbusti.
Ma, mentre riprendo il sentiero, un brillio, lassù, attira la mia attenzione. Vuoi vedere che una delle nostre piastrine è sopravvissuta ? Ma come raggiungerla ?
Mi sposto a destra fuori dal sentiero e raggiungo la roccia dove questa si appoggia e diventa più abbordabile.
Primo e secondo grado, friabile ed esposto, ma si può fare.