I MAGICI SPIZ DI MEZZODÍ 2 - Il ritorno 18/07/2014
Inviato: 24/07/2014, 20:06L' amico che ho portato a fare l' Alta Via di Neves pare averci preso gusto con le scarpinate, cosí gli faccio una proposta scellerata: andare a ravanar ghiaie smarze per completare l' opera iniziata l' anno scorso sugli Spiz di Mezzodí, lasciata a metà a Forcella La Porta a causa del canale di discesa ancora intasato dalla neve.
Lo avviso: saremo molto più bassi di quota, la neve da attraversare sarà pochissima, ma l' ambiente sarà mille volte più aspro e selvaggio rispetto all' ultimo giro fatto assieme.
Lui ci sta, e venerdí 18, ad appena 2 giorni dal giro anarco-selvatico sul Catinaccio, partiamo alla volta di Forno di Zoldo.
Questa volta però non ripeteremo il giro eterno dell' anno scorso, ma faremo una cosetta più compatta partendo dalla Val Pramper.
Parcheggiamo quindi a Castelàz, da dove partiamo col sentiero 525 in direzione Casera di Mezzodí
Il sentiero comincia attraversando su un ponte il Torrente Prampèr
per poi infilarsi nel bosco dove sale a tornanti
concedendo ogni tanto qualche veduta su Tamèr e San Sebastiano
e sulla Moiazza
arriviamo cosí alla Casera di Mezzodí
da dove prendiamo il sentiero 534 in direzione Rifugio Sora 'l Sass
sempre nel bosco anche lui, sale inizialmente con molta calma per poi dare una tirata alla fine
arriviamo comunque in breve al grazioso Rifugio Sora 'l Sass, adesso gestito da una giovane coppia di Trevigiani, con lui che pare parecchio intrigato di viaz e robe selvadeghe
e ci accolgono subito sti panorami qua
breve sosta ristoratrice, faccio rifornimento di viveri e ripartiamo lungo il sentiero 532 in direzione Forcella Col Pelós
Manco a dirlo, anche questo sentiero si infila nel bosco, ma fortunatamente passa in breve alla mugheta regalando un ambiente più aperto...
uscendo in mugheta comincia pure a tirare e fa un caldo becco
ma le visioni fanno passare la fatica
Tamèr e San Sebastiano
Moiazza e Civetta
Pelmo
Sorapíss
Saliamo costeggiando la parete dello Spiz Nord Est
e quando voltiamo l' angolo ci si apre davanti questo spettacolo
arriviamo cosí al bivio del Giaron dantre i Spiz, dove trascuriamo il sentiero 533 che faremo al ritorno e proseguiamo nella nostra direzione
lasciando alle nostre spalle questo spettacolo
Il sentiero, dopo una iniziale salita, inizia un percorso di aggiramento del Belvedere in parte su cenge
dietro a noi questo paretone
davanti il Pelmo ci sorveglia
c'è anche un breve tratto attrezzato
dopodiché ancora cengia
con anche un breve attraversamento da stare un pelo più attenti
l' alternativa è finire giù di qua
Passato il punto "un po' cosí", arriviamo al bivio del Belvedere, dove noi ci infiliamo letteralmente in mezzo tra Belvedere e Spiz di Belvedere
da qua ci aspetta l' aggiramento della testata della Val de Dòa, tutto in un' alternanza di mughi e ghiaioni: "vedi, questi sono i sentieri alla Blitz" dico al mio amico... il problema è che mi risponde che gli piacciono allora non sono l' unico disturbato mentale 
scusa ma quelli?
chi questi?
si questi! sparati in faccia ci troviamo
Sfornioi
Bosconero e Rocchetta (tutto a sinistra il nevaio che ancora scende dalla Forcella del Matt bloccando di fatto il giro delle 3 forcelle di Bosconero & Sfornioi)
e giù verso la Tovanella
proprio senza panorami sto giro
no Blitz ci rinuncio non me li ricorderò mai ho già perso il conto (
)
intanto andiamo avanti, alternando tranquillo e ghiaioso
a occhio e croce in mezzo di la dovrebbe essere pure il Duranno
Davanti comincio ad intravvedere il sentiero da cui ero salito l' anno scorso
Dietro invece è cosí
Arriviamo a forcella Col Pelòs, dove ci fermiamo a mangiare. La segnaletica, rifatta nuova la scorsa estate, è già stata danneggiata da slavine e frane, tanto che il palo è stato provvisoriamente appoggiato alla parete...
e la tabella del sentiero 533 per Forcella La Porta, che seguiremo da qua, appggiata a terra...
il sentiero, che inizialmente sembra ripido ma quasi "innocuo", si addentra subito in un ambiente di selvaggia bellezza
ed a tutto il resto che abbiamo già visto, si aggiungono pure il Sorapíss e l' Antelào
mentre più a sud adesso sono allineati Sfornioi, Bosconero e Duranno, robe da matti
noi continuiamo a salire verso questo magico mondo, tenendoci circa sotto la parete sinistra
spostandoci ogni tanto verso il centro della colata
per poi risalire un budellino
Lo so, esagero con le foto ma con ste robe qua è impossibile fare a meno
Cammina e fotografa, fotografa e cammina, arriviamo al punto dove l' anno scorso avevo perso i bolli rossi e mi ero ravanato la colata fin sopra per poi tagliare
si passa di qua, per carità non che sia agevole, ma per lo meno è un filo meno rognoso
e questo davanti?
Blitz, cavarón, invece di questo davanti, pensa a questo di sotto
e qua la faccenda si fa mica simpatica eh, perché dopo essere scesi per quel coso (prima uno, poi una volta fuori "tiro" anche l'altro, per non tirarsi pietre in testa) bisogna pure aggirare il catino lungo una sottospecie di cengia scrostata, tanto stretta ed esposta quanto instabile
passata sta rogna sbuchiamo finalmente sul canale che scende da Forcella La Porta
ed iniziamo cosí l' ultima salita del giro
mica male qua eh?
anche guardando in su mica male
e arriviamo finalmente a Forcella La Porta
di fianco alla forcella c'è un cocuzzoletto (da cui parte una delle vie allo Spiz Nord) fatto a terrazza panoramica, pare fatto apposta... lo saliamo e...
e...
e...
e...
ELLAMADONNA
dopo aver goduto di un meritato relax panoramico, ci incamminiamo per tornare al rifugio lungo questo canale che è tutto fuori che simpatico: la traccia non esiste più, i vecchi bolli, sempre sulla parete sinistra, a volte sono alti 3 metri da terra a volte portano su salti...
l' inizio, fino alla prima chiazza di neve, è comunque gestibile e permette di godersi l' ambiente
poi da qua è tanta tanta rogna, bisogna stare attenti a non andar giù grattuggiandosi e stare attenti a non tirarsi pietre addosso
passata la parte cancara la pendenza, e soprattutto il fondo, si fa più gestibile, anzi godibile
soprattutto una volta girato questo masso
arriviamo cosí al nevaio misto finale, dove possiamo iniziare a rilassarci
la bollatura tenderebbe a sinistra, noi (e il gestore del rifugio sarà dello stesso parere) troviamo più agevole tenerci sulla destra... diamo un ultimo sguardo alle spalle prima di reimmetterci nel sentiero 532
che scendiamo velocemente
per tornare al Rifugio Sora 'l Sass dove ci aspettano i meritati caffè e grappe
Adesso ripercorriamo a ritroso il percorso dell, andata, 534 fino a Casera Mezzodí e 525 fino a Castelàz
dove prima di rimontare in auto ci godiamo i piedi a bagno nel torrente
il giro si potrebbe sintetizzare con questa risposta del mio amico, quando parlando di un giro gli ho detto "hai presente il monte che avevamo di fronte?"
Blitz, caxxo, quale monte che MANO A MANO CHE SI CAMMINAVA CI SIAMO TROVATI DAVANTI MEZZE DOLOMITI?????
Lo avviso: saremo molto più bassi di quota, la neve da attraversare sarà pochissima, ma l' ambiente sarà mille volte più aspro e selvaggio rispetto all' ultimo giro fatto assieme.
Lui ci sta, e venerdí 18, ad appena 2 giorni dal giro anarco-selvatico sul Catinaccio, partiamo alla volta di Forno di Zoldo.
Questa volta però non ripeteremo il giro eterno dell' anno scorso, ma faremo una cosetta più compatta partendo dalla Val Pramper.
Parcheggiamo quindi a Castelàz, da dove partiamo col sentiero 525 in direzione Casera di Mezzodí
Il sentiero comincia attraversando su un ponte il Torrente Prampèr
per poi infilarsi nel bosco dove sale a tornanti
concedendo ogni tanto qualche veduta su Tamèr e San Sebastiano
e sulla Moiazza
arriviamo cosí alla Casera di Mezzodí
da dove prendiamo il sentiero 534 in direzione Rifugio Sora 'l Sass
sempre nel bosco anche lui, sale inizialmente con molta calma per poi dare una tirata alla fine
arriviamo comunque in breve al grazioso Rifugio Sora 'l Sass, adesso gestito da una giovane coppia di Trevigiani, con lui che pare parecchio intrigato di viaz e robe selvadeghe
e ci accolgono subito sti panorami qua
breve sosta ristoratrice, faccio rifornimento di viveri e ripartiamo lungo il sentiero 532 in direzione Forcella Col Pelós
Manco a dirlo, anche questo sentiero si infila nel bosco, ma fortunatamente passa in breve alla mugheta regalando un ambiente più aperto...
uscendo in mugheta comincia pure a tirare e fa un caldo becco
ma le visioni fanno passare la fatica
Tamèr e San Sebastiano
Moiazza e Civetta
Pelmo
Sorapíss
Saliamo costeggiando la parete dello Spiz Nord Est
e quando voltiamo l' angolo ci si apre davanti questo spettacolo
arriviamo cosí al bivio del Giaron dantre i Spiz, dove trascuriamo il sentiero 533 che faremo al ritorno e proseguiamo nella nostra direzione
lasciando alle nostre spalle questo spettacolo
Il sentiero, dopo una iniziale salita, inizia un percorso di aggiramento del Belvedere in parte su cenge
dietro a noi questo paretone
davanti il Pelmo ci sorveglia
c'è anche un breve tratto attrezzato
dopodiché ancora cengia
con anche un breve attraversamento da stare un pelo più attenti
l' alternativa è finire giù di qua
Passato il punto "un po' cosí", arriviamo al bivio del Belvedere, dove noi ci infiliamo letteralmente in mezzo tra Belvedere e Spiz di Belvedere
da qua ci aspetta l' aggiramento della testata della Val de Dòa, tutto in un' alternanza di mughi e ghiaioni: "vedi, questi sono i sentieri alla Blitz" dico al mio amico... il problema è che mi risponde che gli piacciono
allora non sono l' unico disturbato mentale scusa ma quelli?
chi questi?
si questi! sparati in faccia ci troviamo
Sfornioi
Bosconero e Rocchetta (tutto a sinistra il nevaio che ancora scende dalla Forcella del Matt bloccando di fatto il giro delle 3 forcelle di Bosconero & Sfornioi)
e giù verso la Tovanella
proprio senza panorami sto giro
no Blitz ci rinuncio non me li ricorderò mai ho già perso il conto (
)intanto andiamo avanti, alternando tranquillo e ghiaioso
a occhio e croce in mezzo di la dovrebbe essere pure il Duranno
Davanti comincio ad intravvedere il sentiero da cui ero salito l' anno scorso
Dietro invece è cosí
Arriviamo a forcella Col Pelòs, dove ci fermiamo a mangiare. La segnaletica, rifatta nuova la scorsa estate, è già stata danneggiata da slavine e frane, tanto che il palo è stato provvisoriamente appoggiato alla parete...
e la tabella del sentiero 533 per Forcella La Porta, che seguiremo da qua, appggiata a terra...
il sentiero, che inizialmente sembra ripido ma quasi "innocuo", si addentra subito in un ambiente di selvaggia bellezza
ed a tutto il resto che abbiamo già visto, si aggiungono pure il Sorapíss e l' Antelào
mentre più a sud adesso sono allineati Sfornioi, Bosconero e Duranno, robe da matti
noi continuiamo a salire verso questo magico mondo, tenendoci circa sotto la parete sinistra
spostandoci ogni tanto verso il centro della colata
per poi risalire un budellino
Lo so, esagero con le foto
ma con ste robe qua è impossibile fare a meno Cammina e fotografa, fotografa e cammina, arriviamo al punto dove l' anno scorso avevo perso i bolli rossi e mi ero ravanato la colata fin sopra per poi tagliare
si passa di qua, per carità non che sia agevole, ma per lo meno è un filo meno rognoso
e questo davanti?
Blitz, cavarón, invece di questo davanti, pensa a questo di sotto
e qua la faccenda si fa mica simpatica eh, perché dopo essere scesi per quel coso (prima uno, poi una volta fuori "tiro" anche l'altro, per non tirarsi pietre in testa) bisogna pure aggirare il catino lungo una sottospecie di cengia scrostata, tanto stretta ed esposta quanto instabile
passata sta rogna sbuchiamo finalmente sul canale che scende da Forcella La Porta
ed iniziamo cosí l' ultima salita del giro
mica male qua eh?
anche guardando in su mica male
e arriviamo finalmente a Forcella La Porta
di fianco alla forcella c'è un cocuzzoletto (da cui parte una delle vie allo Spiz Nord) fatto a terrazza panoramica, pare fatto apposta... lo saliamo e...
e...
e...
e...
ELLAMADONNA
dopo aver goduto di un meritato relax panoramico, ci incamminiamo per tornare al rifugio lungo questo canale che è tutto fuori che simpatico: la traccia non esiste più, i vecchi bolli, sempre sulla parete sinistra, a volte sono alti 3 metri da terra a volte portano su salti...
l' inizio, fino alla prima chiazza di neve, è comunque gestibile e permette di godersi l' ambiente
poi da qua è tanta tanta rogna, bisogna stare attenti a non andar giù grattuggiandosi e stare attenti a non tirarsi pietre addosso
passata la parte cancara la pendenza, e soprattutto il fondo, si fa più gestibile, anzi godibile
soprattutto una volta girato questo masso
arriviamo cosí al nevaio misto finale, dove possiamo iniziare a rilassarci
la bollatura tenderebbe a sinistra, noi (e il gestore del rifugio sarà dello stesso parere) troviamo più agevole tenerci sulla destra... diamo un ultimo sguardo alle spalle prima di reimmetterci nel sentiero 532
che scendiamo velocemente
per tornare al Rifugio Sora 'l Sass dove ci aspettano i meritati caffè e grappe
Adesso ripercorriamo a ritroso il percorso dell, andata, 534 fino a Casera Mezzodí e 525 fino a Castelàz
dove prima di rimontare in auto ci godiamo i piedi a bagno nel torrente
il giro si potrebbe sintetizzare con questa risposta del mio amico, quando parlando di un giro gli ho detto "hai presente il monte che avevamo di fronte?"
Blitz, caxxo, quale monte che MANO A MANO CHE SI CAMMINAVA CI SIAMO TROVATI DAVANTI MEZZE DOLOMITI?????
