Forcella Segnata e Sentiero Marini 8/9 settembre 2014
Ancora ad inizio stagione il socio di ravanate con cui ho fatto anche il Bortolo De Lorenzo mi aveva chiesto un giro con (se possibile) ferrata e pernottamento in bivacco: mi si accende la lampadina, c'è questo anello in Oltrepiave mooooolto simpatico, senza ferrate ma più "intenso" e con previsto bivacco, che è da un po' che mi frulla per la testa... glielo propongo e ci sta, dovremmo farlo in agosto, durante la mia vacanza cadorina, ma il meteo non ne vuole sapere di darci 2 giorni contigui... cosí arriviamo a settembre e taaac, arrivano 2 giorni di bel tempo attaccati: vecio liberati lunedí e martedí che è la volta buona!
Bene, lunedí mattina con calma ci troviamo e partiamo per il Cadore: destinazione Domegge - Rifugio Padova, dove lasciamo l' auto e cominciamo il tour con una degna mangiata
Aspettando la pappa vado a compilare il registro del rifugio, indicando brevemente l' itinerario odierno (Bivacco Perugini via Forcella Segnata) ma lasciando uno spazio bianco... parlando coi gestori, quando nomino il Sentiero Marini che vorrei fare domani cambiano espressione:
-Guarda che è chiuso
-Si si, so che nel 2009 è stato dichiarato alpinistico con tutti gli annessi e connessi
-Ah ok, in bocca al lupo perché già ai tempi in cui il CAI gli faceva manutenzione era considerato un sentiero per matti, fa conto adesso
Bon, mangiato ho mangiato, caffettino-grappino-sigaretta, e siamo pronti a partire: torniamo all' auto, sistemiamo gli zaini e via ci incamminiamo lungo il sentiero 357 in direzione Bivacco Perugini
dopo qualche piacevole metro sul pascolo, il sentiero va ad infilarsi nel bosco, talvolta con faticosi tornanti che, complice lo zaino molto carico (in aggiunta allo standard per la notte fuori abbiamo corde, cordini, moschettoni e anche la picca, che ho usato mezza volta su neve ma mi è già tornata utile su ghiaioni franati) non accelerano certo il passo...
finalmente il bosco inizia ad aprirsi, concedendo una bella visione verso il Cridola
mentre davanti a noi l' "occhio" degli Spalti ci scruta curioso
arriviamo a Cadín di Toro, dove salutiamo gli ultimi alberi
mi giro un attimo a destra e...
e...
ELAMADONNA!!!! gli Spalti di Toro si manifestano in tutta la loro grandiosità
incantato da questa visione mi riavvio lungo il sentiero
sempre sotto lo sguardo, ora vigile, dell' occhio
a sinistra le nuvole si divertono con forme... bizzarre
mentre alle spalle mi nascondono le cime di Antelao e Marmaròle
il sentiero adesso inizia ad entrare nel vivo
stiamo puntando a quel budello là
mentre guardando indietro ho la bella radura dove sorgono la Casera Prà di Toro e il Rifugio Padova
SU PER IL GHIAIONE! finalmente sono nel mio regno
mentre risalgo l' imbocco del budello fa la sua comparsa anche la compagna fedele di questa estate: la neve, che quasi ostruisce il budellame lasciando due stretti passaggi ai lati
ci sono segnavia su entrambi i lati, il socio propenderebbe per seguire quelli piú recenti sul lato sinistro, ma a me ispira di piú quello destro
è vero, c'è da ravanare su ghiaino instabile e ripido, e ci sono pure delle roccette da salire, però si passa
mi accorgo velocemente di aver scelto il lato giusto, il sentiero infatti prosegue salendo sulla destra con l' aiuto di una corda fissa
senza neve eh? vi dico solo che il "muro" era più alto di me, e siamo a settembre ben sotto i 2000 metri
adesso arriva il bello: bisogna arrampicarsi su per questo canalino
il socio mi raggiunge
ue hai voluto tanto che ti portassi a fare una ferrata, guarda qua, è come una ferrata... solo che non ci sono i cavi!
sisi è una fikata mi risponde lui
Bene, allora andiamo avanti su per quest' altro canale
con seguito di roccette da arrampicare
per arrivare a questo bel pulpito panoramico, dove una bella pausa goduria & sigaretta ci sta davvero tutta
Oi Blitz ma dove caxxo sei finito?
Sopra la tua testa!!!! dai vien su!!!!
ripartiamo, sempre in su tra canali, roccette e sfasciumi
La salita è impegnativa ma molto divertente, e condita da conformazioni bizzarre: la concentrazione e la goduria non mi fanno più sentire il peso dello zaino (per fortuna!!! )
il budello sembra volersi allargare
ma si richiude quasi subito
fa un' altra breve concessione al panorama, che si apre fino alle Tre Cime
per poi richiudersi nuovamente, dando adesso un panorama... obliquo
ultime fatiche
e arriviamo finalmente a Forcella Segnata
in lontananza si sente qualche tuono, e il versante friulano è tutto coperto
direi che sia il caso di darsi una mossa, peccato che anche da questo lato non è che il sentiero sia proprio banale, anzi, altro round di sbudellamento
alla fine dallo sbudellamento si passa ad un piacevole sentiero su prato
e compare lui, il Campanile di Val Montanaia
tanto per gradire attraversiamo un breve tratto ghiaioso
ed arriviamo in breve al Bivacco Perugini
Anche se all' esterno mostra tutti i suoi anni, all' interno è un vero gioiellino: completamente rifatto alcuni anni fa, è tutto rivestito in legno e con le cuccette dotate di reti ortopediche!!
Quando arriviamo siamo soli, e non arriverà più nessuno: bella fortuna se penso che 2 settimane fa in 7 hanno dovuto dormire fuori perché dentro era strapieno!!!
Bon, ci sistemiamo, ci diamo una rinfrescata, e aspettiamo il momento più atteso da tutti gli appassionati di Dolomiti: l' enrosadira, che l' anno scorso proprio qua mi era stata negata sia al tramonto che all' alba dalle nebbie...
quest' anno direi che va decisamente meglio
giusto il tempo di fotografarla e comincia a piovere... ci rintaniamo dentro e che facciamo?
mazzi di carte non ne abbiamo, a sto punto facciamoci due cicchetti di grappa va
finalmente smette di piovere, e il socio butta su il fuoco
carbonella, salsicce e würstel non sono pesati poco, ma direi che ne è valsa la pena, aaaaaaaah che mangiata, ci voleva!!!!
dimenticavo, il socio ha saggiamente portato su anche del buon vinello, altrimenti che allegra grigliata sarebbe?
Per concludere degnamente ci facciamo due grappini, poi stanchi morti puntiamo la sveglia per l' enrosadira e ci fiondiamo a letto.
Crollo come un pero, ma alle 2 di notte mi sveglio per un rapido bisognino: quando esco trovo il Campanile che indica la Luna
Ho fatto bene i miei conti: suona la sveglia, tempo qualche minuto per capirsi e tirarci in piedi e ci si presenta questo spettacolo
Tutto contento per essermi rifatto con gli interessi delle nebbie dell' anno scorso preparo lo zaino e saluto il Campanile
e ci avviamo lungo il sentiero 353 verso il Rifugio Pordenone
il sentiero passa di fianco al Campanile e si infila giù per il ghiaione
per poi entrare nel bosco e diventare quasi un sentiero "da morose"
ma in breve torna fuori
e rivela la sua natura selvadega
do un ultimo sguardo alle spalle
e giù per lo sbudellamento che adesso si affianca al torrente
arrivati quasi in fondo il sentiero si alza dal ghiaione e gira in costa
per poi entrare nel bosco
e portarci in breve al grazioso Rifugio Pordenone, dove facciamo una bella colazione e facciamo rifornimento per pranzo
"Dove andate di bello ragazzi?" ci chiede la signora sorridendo
"MARINI" le rispondo
Lei cambia espressione, di colpo seria... "Sapete già tutto vero?"
"Si si sappiamo che problemi ha il percorso, dichiarazione itinerario alpinistico, ecc. ecc." e da la poi chiaccheriamo piacevolmente del più e del meno fino a che ripartiamo.
Prendiamo il sentiro 352, che ha un nome "SENTIERO ARTURO MARINI", dismesso dal CAI nel 2009 e dichiarato percorso alpinistico a causa dei continui franamenti che hanno reso l' attraversamento della Valle San Lorenzo sostanzialmente impraticabile... come ci dicevano ieri, un sentiero per matti già ai tempi in cui il CAI lo gestiva, un sentiero per psicopatici masochisti adesso...
L' inizio è tranquillissimo perché la prima parte è usata per andare ai due belvedere verso il Campanile: si attraversa il torrente
e si risale il bosco
fino a raggiungere i due belvedere, che spettacolo
un cartello mette in guardia i "turisti per caso"
per noi è l' inizio dell' avventura. Inizio un po' noioso direi, visto che si sale ripidamente e noiosamente in un fitto bosco
devo essere sincero? DUE PALLE GRANDI COME NA CASA
cammina e sali, sali e suda, che do bae, finalmente il bosco concede una vista ad oblò sulle Cime Le Corde
per poi aprirsi su un bel vallone che dobbiamo attraversare
il canale va giù ripido
ma con un po' di attenzione e passo fermo lo passiamo senza tanti patemi
eccoci dall' altro lato
e ripartiamo, adesso fortunatamente tra i mughi
che ci permettono una bella vista verso Postegae e Pramaggiore
altro vallone da passare
questo sentiero inizia a piacermi
anche qua, occhio e passo fermo, e arriviamo dall' altro lato
adesso si torna di nuovo nel bosco fitto
ma un altro vallone viene a riaprire il panorama con visioni mistiche
via tra i mughi
ed eccone un altro
adesso il sentiero riprende il leit-motiv iniziale: lungo, ripido, strapallosissimo nel bosco, due palle infinite
Lo sbattimento dura fino ad arrivare sul Col Cadorin, dove la fatica viene ripagata da Cima di San Lorenzo, Cima Talagona, Cima Cadin di Toro, Cima Cadin di Vedorcia e Cima Cadin dei Elmi che danno spettacolo
in lontananza, sotto la piramide di Cima Spe, si vede già il puntino rosso del Bivacco Gervasutti
dall' altro lato a dare spettacolo sono Postegae e Pramaggiore
sono completamente imbambolato davanti a tanta bellezza, ma a riportarmi coi piedi per terra ci pensa il socio...
Blitz, posto bellissimo, semplicemente spettacolare ma... come caxxo ci passiamo la in mezzo??
Errr... mmm... andiamo la e vediamo come fare...
in caso di problemi ho comunque previsto due vie di fuga:
1-rientro al Rifugio Pordenone e da là al Rifugio Padova per Forcella Montanaia (percorso che ho già fatto l' anno scorso)
2-extrema ratio solo in caso d' emergenza- discesa per la Valle San Lorenzo fino in Val Cimoliana e da là autostop per risalire in Cadore a recuperare l' auto
ripartiamo lungo la cresta
per poi infilarci in un mix di bosco e mughi
sempre inframmezzato da qualche canalino da attraversare
che spettacolo
ad un certo punto ci accorgiamo che ci sono due tizi che stanno attraversando il canale: INCREDIBILE! ben 4 persone su questo sentiero lo stesso giorno!!!
ne approfittiamo per vedere il loro percorso, attraversano in quota su passaggi psicopaticamente friabili, roba che smuovi un microsassetto in più e vai di sotto tu il canalone e tutto quanto
mmm no decisamente non ci fidiamo
quando saremo la studieremo il modo di abbassarsi e poi risalire evitando la parte peggiore...
intanto proseguiamo davanti a questo tripudio di torri, picchi e guglie degno di una cattedrale gotica
il sentiero ormai punta dritto all' ora della verità
passiamo sotto la vecchia targa d' attacco
e siamo in ballo
finché riusciamo seguiamo i vecchi segni e gli ometti
dopodiché ci caliamo per il ghiaione e cerchiamo il modo di risalire
di questa parte non ho foto perché le mani mi servivano per tenermi (se avessi potuto avrei usato anche la terza gamba!! ) e su alcuni passaggi sfruttiamo i rari massi stabili per far sicura con le corde
alla fine arriviamo dall' altra parte, tiriamo il fiato e cominciamo a risalire ripidi tornanti tra i mughi
per poi aggirare la Cima Cadin dei Elmi
aggiriamo, et voilà, ci si presenta davanti la conca dove sorge il Bivacco Gervasutti, che dobbiamo raggiungere con un bel sentiero in costa tra i mughi
La stanchezza però si fa sentire, e la fame pure, cosí decidiamo di anticipare la pausa pranzo per digerire con la breve discesa che abbiamo davanti
dopo qualche minuto di relax ed un bel paninazzo (al Pordenone fanno dei signori panini, bravi!) siamo pronti a ripartire
arriviamo finalmente al Bivacco Gervasutti
ma con noi sembra arrivare anche la pioggia
per il momento sembrano due gocce, cosí ripartiamo subito
il sentiero comincia a salire lungo il prato
ma quasi subito l' ambiente diventa più consono ai miei gusti
CHE SPETTACOLO!!! peccato solo per la nebbia
Brullo e selvadego, questo sentiero fa proprio per me DEVO tornarci col sereno
arriviamo cosí a Forcella Spe
da qua in poi sarà (quasi) tutta discesa
e conoscendomi, poteva essere una discesa non-ravanosa? CLARO QUE NO
arriviamo in Cadin dei Elmi, e come per una presa in giro il cielo si riapre... ma non poteva farlo prima che mi godevo anche l' altra valle?
vabbé... raggiungiamo il bivio per il Rifugio Tita Barba, mia vcchia conoscenza di agosto, e proseguiamo sempre lungo il nostro fidato 352
che si alterna tra prati e torrenti in secca
sempre accompagnato da un bel corollario di cime
adesso puntiamo dritti verso il bosco
affiancandoci al Ru de Val con le sue belle cascatelle
arriviamo poi al bivio di Valle, dove proseguiamo sempre nel bosco
per poi attraversare il torrente su un ponticello
e rientrare nel bosco (che palle), per di più in salita (aripalle )
poi quasi di colpo ci ritroviamo sui bei pascoli dei Prà di Toro, dove una tappa a salutare le padrone di casa è d' obbligo
e da qua in breve al Rifugio Padova, dove ci aspetta una bella bevuta
Ricordate che ieri avevo compilato il registro lasciando uno spazio bianco? bene, era riservato a oggi. Lo riempio cosí:
EL SIOR DEI GIARONI COLPISCE ANCORA, dal Perugini siamo tornati per il Sentiero Marini