Sul Crinale dei Laghi – breve trekking in Appennino Parmense

Percorsi non attrezzati con difficoltà tecniche contenute.

Sul Crinale dei Laghi – breve trekking in Appennino Parmense

Messaggioda pudra » 03/07/2014, 10:57

Sul Crinale dei Laghi – Un breve trekking nel distretto appenninico dei laghi
le foto sono qua: https://www.facebook.com/iris.nombosco/ ... 341&type=1

Dal 30 maggio al 2 giugno ho effettuato un trekking di 3 giorni sul Crinale dei Laghi in Provincia di Parma.
Siamo a cavallo tra due parchi: il Parco Regionale di Crinale Alta Val Parma e Cedra (più noto come Parco dei Cento Laghi) e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, nella zona di montagna più frequentata del Parmense e forse anche la più bella con picchi rocciosi, laghetti glaciali e non, foreste e praterie alpine e interessanti panorami sui canaloni del versante nord dell’Alpe di Succiso, sul Golfo della Spezia, sulle Apuane e sulle colline preappenniniche Parmensi e Reggiane.

Ho effettuato la traversata partendo da Bosco di Corniglio, che ho raggiunto in autobus da Parma nel primo pomeriggio del 30 maggio, e ho percorso nei successivi due gg tutto il crinale tra il Monte Orsaro e il Monte Malpasso nei pressi del Passo Lagastrello, scendendo a Rigoso di Monchio delle Corti nella Valle dell’Enza e quindi al confine con la provincia di Reggio Emilia.
Il crinale è percorso dal sentiero 00 (il percorso di crinale di tutto l’Appennino Tosco-Emiliano/Romagnolo) e dall’Alta Via dei Parchi (il percorso che collega buona parte dei parchi dell’Emilia-Romagna).

Stavolta sono riuscito a far stare tutto l’occorrente in uno zaino da 20 L (sì, lo so, lo zaino quasi esplode e l’ultimo giorno, durante il quale non riesco a piegare bene i vestiti, ho la felpa e la giacca appese fuori...), anche perché lo zaino da 50 L è troppo ingombrante e pesante, quindi mi sembra di viaggiare molto leggero (e per fortuna non ci stanno i 5 libri da leggere che volevo portarmi dietro, ma solo 1). :-)

Pronti? Via!

1° giorno:
parto da Bosco di Corniglio e dopo un breve tratto asfaltato mi addentro nella strada sterrata nel bosco. In questa zona dell’Appennino, tra le più frequentate, i percorsi sono ben segnalati e pure un ciuccia-nebbia / ciapa-quai come me non riesce a perdersi ...
il bosco dà poca tregua e i tratti panoramici sono veramente pochi...
Seguendo il sentiero 723, per sentieri e carrarecce nel bosco, passando anche un piccolo laghetto artificiale (circa due ore), giungo al Lago Santo Parmense, un lago di origine glaciale sbarrato da una morena.
Sulle sponde del lago c’è il Rifugio Mariotti del CAI, il più famoso e probabilmente l’unico rifugio custodito non raggiungibile in auto nel Parmense.
Entro nel rifugio, mi sistemo per bene nella stanza, mi metto a leggere qualcosa, poi realizzo che il tempo è proprio bello e decido di andare verso il Monte Sterpara, un contrafforte del crinale proprio di fronte a me.
Sono le 18 e qualcosa, si cena per le 19.30, quindi faccio in tempo!
Con lo zaino quasi vuoto salgo rapidamente lungo il sentiero nel bosco prima per il 723 (attraverso la pineta del Lago Santo) e poi per il 719, attraversando addirittura una chiazza di neve: seppure all’ombra del bosco, non mi aspettavo di trovare chiazze di neve a 1600 m. Giungo alla sella dello Sterpara.
Proseguendo diritto si entra nella Riserva Guadine-Pradaccio, mentre a destra si sale verso Aquila ed Aquilotto, lungo il crinale principale dell’Appennino. Visto che a sx verso lo Sterpara non c’è un sentiero evidente (scoprirò poi su un libro che la via normale ha dei tratti alpinistici – via alpinistica Roberto Fava) e siamo ancora nel bosco con poco panorama, decido di andare a dx verso il crinale.
Finalmente dopo pochi minuti esco dal bosco, vedo che il crinale si avvicina e la foga di arrivare al punto panoramico mi porta a corricchiare e faccio una piccola caduta: nulla di che, ma la fretta non porta bene. :-(
Bivio: a sx per il monte Aquila o a dx per l’Aquilotto?
Scelgo di andare a destra. Sull’ultimo pezzettino metto talvolta le mani a terra perché un po’ ripido su sfasciumi, ma arrivo agevolmente in cima.
Il panorama è grandioso!
Quello che salta subito all’occhio sono il Lago Santo e il Lago Pradaccio avvolti nel bosco: sembra di essere in Finlandia (però qui abbiamo almeno delle montagne per vederli dall’alto!).
Sotto di noi delle belle praterie e parte del crinale.
Dall’altro lato, ovvero sul versante Toscano, si scende rapidamente attraverso pareti e canaloni in Lunigiana e sullo sfondo si vedono le Alpi Apuane e il Golfo della Spezia.
Il Lago Pradaccio, ho letto poi su un libro, è artificiale, frutto dello sbarramento di una torbiera.
È situato nella riserva integrale Guadine-Pradaccio popolata da molti animali e piante tipiche e in cui è consentito l’accesso solo con guida.
Sto circa 15’ in cima per fare delle foto e poi scendo verso la sella che separa l’Aquilotto dal Marmagna e proseguo lungo il sentiero 723 verso il rifugio Mariotti.
Vengo assegnato al tavolo con 4 signori simpatici che stanno facendo in due gg la traversata dal Passo della Cisa a Prato Spilla. Mangio insieme a loro e scopro un nuovo gioco di carte: una variante della classica briscola, ovvero briscola 40. Si mangia, si trinka e si ronfa (sì, nella stanza ci sono ronfatori professionisti, purtroppo ...).

2° giorno:
la mattina prendo in considerazione di proseguire con i miei compagni di cena, andando sino a Prato Spilla, ma purtroppo il rifugio Prato Spilla è chiuso, pertanto rimango della mia idea iniziale ovvero di raggiungere il rifugio Lagoni percorrendo le creste dell’Alta Val Parma dal Monte Orsaro al Monte Paitino. Pertanto dal Mariotti percorro a ritroso circa 30’ del percorso che ho effettuato il giorno prima percorrendo il sentiero 723, fino a quando non incrocio il 725A che mi porta attraverso una faggeta a salire ripidamente fino alla Foce del Fosco. Da qui svolto a sinistra e inizia la mia camminata lungo tutto il crinale che separa le province di Parma e Massa-Carrara.
Dapprima è nel bosco (talvolta faccio fatica a districarmi tra i rami, dovendo affrontare anche angusti passaggi tra residui di neve), poi la parte finale esce allo scoperto e si vedono dei bei panorami in primis sulla piramide Alpe di Succiso, il 2000 più settentrionale dell’Appennino, con i suoi canaloni nord molto ambiti dai locals.
Merenda rapida, mi faccio fare una foto in cima e riparto: le cime da fare sono ancora molte e non c’è tempo per cencischiare.
La discesa dall’Orsaro è il tratto più impegnativo della traversata, o meglio, il percorso che scelgo io, per evitare di scendere e risalire, è un tratto leggermente angusto in cui è necessario mettere le mani a terra e stare attenti.
Rapidamente risalgo al Monte Braiola, quindi si scende e si risale al Monte Marmagna, su cui vi è una maestosa croce del 1901 e parecchia gente: è probabilmente la cima più frequentata del Parmense.
Qui merenda più sostanziosa e disquisisco con dei signori su quali siano le montagne sullo sfondo: Ventasso, il Cusna si vede o no?
Si scende e si risale sull’Aquilotto, la montagna di ieri: da qui in poi c’è veramente poca gente e regna la tranquillità.
Mi abborda un runner locale e ciciariamo un po’.
Pranzo più serio e poi rapida discesa e risalita al Monte Aquila, quindi discesa al Passo delle Guadine dove faccio un’altra pausa, al limite della Riserva. Risalgo al Monte Brusà e scendendo incontro un amico locale che sta facendo il giro tra Lagoni, Monte Matto e Monte Brusà. probabilmente ci rivedremo ai Lagoni...
Ma io me la prendo con calma e non ci rivediamo...
Scendendo lungo la cresta sul versante parmense c’è una piccola alneta e poi risalgo tra verdi praterie e grigi macereti sino al Monte Matto. Una bella pausa in cima e poi in basso sul versante parmense riparato dal vento.
Poi si rannuvola, sembra stia cadendo qualche gocciolina e riparto lungo la cresta.
Nulla di che, qui siamo in una delle zone più selvagge ed interessanti.
Incontro dei runners che avevo visto prima al Passo delle Guadine, a parte questi non c’è nessuno in giro...
Salgo verso il Monte Paitino dove faccio un’altra pausa: qui si vede il Monte Sillara, la più alta cima del Parmense (è qualche decina di metri più alta del Paitino), che sarà la prima cima di domani.
Ormai sono passate le 17 ed è meglio scendere: anzi ricordo che avevo detto al rifugista che sarei arrivato verso le 17.30 e sono in ritardo: il telefono non prende e non posso avvisare: speriamo ci sia posto....
Scendo al rifugio Lagoni attraverso la via diretta, ovvero le Capanne del Lago Scuro.
Il rifugio ha soltanto una coppia di ospiti a dormire oltre a me, quindi c’è molto posto.
Al rifugio dicono che l’indomani sarà nuvoloso, con possibilità di piogge, ma sono le previsioni di ieri, quindi ho qualche speranza.
La colazione viene servita dalle 8:30, ma per me è un po’ troppo tardi per cui decido di pagare e di partire l’indomani più presto senza far colazione al rifugio.
In stanza sono da solo, ma le persiane sono aperte...

3° giorno:
al mattino mi sveglio ben prima della sveglia (forse anche prima delle 6) e dopo un po’ di dubbi se stare a letto ancora un po’ decido di prepararmi e verso le 6:45 sono in cammino.
Il tempo è bellissimo, do’ un saluto al lago inferiore dei Lagoni e mi inoltro nel bosco.
Prendo prima il 711A e poi il 711, prima per un bosco, poi per un breve macereto e quindi per la cresta finale in parte tra rododendri e raggiungo la Rocca Pumacciolo, sul confine con la Val Cedra.
Nella breve discesa sto sul versante dei Lagoni percorrendo una cengia ancora con qualche chiazza di neve (i signori di ieri mi dicevano che fino a qualche settimana fa c’era più di un metro di neve ed era difficile passare).
Tra chiazze di neve, rododendri, tratti su ghiaioni, giungo sulla cima del Monte Sillara, la cima più alta della provincia di Parma, 1861 m, con un bel panorama sui laghetti sottostanti.
Proseguo sempre su saliscendi con laghetti nel versante Parmense e dirupi sul versante toscano, talvolta tra chiazze di neve.
Supero il Monte Losanna e il Bragalata, dove faccio una pausa. Scendendo al Passo di Giovarello incontro le prime persone della giornata. Sono sopra Prato Spilla, una località sciistica. Passato il Monte Uomo Morto, giungo al Monte Bocco, dove faccio la sosta per il pranzo. Sono abbastanza in anticipo con i tempi, quindi faccio una lunga pausa.
Scendo al Passo che mi separa dalla Cima Canuti e ora inizia la parte più impegnativa della giornata: uno stretto sentiero EE a tratti ripido e con un brevissimo tratto di roccette attraverso le cime Canuti e Malpasso. Tra gli altri laghi si vede anche il Lago Artificiale di Lagastrello, il più grande della zona e finalmente sono vicinissimo all’Alpe di Succiso, presenza costante in questi giorni. In fondo dall’altro lato vedo quasi tutta la cresta percorsa fino all’Orsaro.
Si sta rannuvolando e mentre sto per finire la cresta piovvigina.
In pochi minuti raggiungo la fine del percorso di cresta dove svolto a sinistra per entrare nel bosco che mi porta ripidamente al Lago Squincio.
Incontro alcune persone che stanno cominciando la cresta diretti a Prato Spilla e ai vari laghetti e mi faccio fare una foto (non è proprio l’ideale il tempo adesso, ma vabbè ...).
In discesa ho qualche problema di orientamento a seguire il sentiero, ma giungo al Lago Squincio: sono in anticipo di più di un’ora dato che in mezz’ora si raggiunge Rigoso.
Faccio una pausa, ma dopo pochi minuti si mette a piovere intensamente.
Il percorso si preannuncia facile e non ho problemi a raggiungere Rigoso attraverso una strada sterrata.
A Rigoso smette di piovere e concludo qui la mia traversata.

Ciao
Boris
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Re: Sul Crinale dei Laghi – breve trekking in Appennino Parm

Messaggioda Fitman » 03/07/2014, 19:15

Ottima descrizione, quando tornerò all'attacco, ne farò presente.
Noi abbiamo salito il Monte Torricella dalla Cresta S, dove abbiamo trovato dei passaggi interessanti, max II, serviti anche da spit e soste :mmemo: ;forse li usano come scuola...; discesa dall'Anticima N dove, c'è anche una crocetta, verso nord a prendere il sentiero per Prato Spilla
Era l'unica cima che ogni tanto si svelava...
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Re: Sul Crinale dei Laghi – breve trekking in Appennino Parm

Messaggioda fudos » 04/07/2014, 9:51

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Re: Sul Crinale dei Laghi – breve trekking in Appennino Parm

Messaggioda pudra » 04/07/2014, 14:11

fudos ha scritto:e bravo Boris.... :lovemo: :naaemo: :lol:
http://www.theredclimber.it/2012/12/m-s ... berto.html
hai fatto questo?


pudra ha scritto:Giungo alla sella dello Sterpara.
Proseguendo diritto si entra nella Riserva Guadine-Pradaccio, mentre a destra si sale verso Aquila ed Aquilotto, lungo il crinale principale dell’Appennino. Visto che a sx verso lo Sterpara non c’è un sentiero evidente (scoprirò poi su un libro che la via normale ha dei tratti alpinistici – via alpinistica Roberto Fava) e siamo ancora nel bosco con poco panorama, decido di andare a dx verso il crinale.


sono stato lungo e pesante :sbaemo: , quindi sei stato poco attento... :okkemo:
come ho scritto sopra, mi sono trovato all'inzio della via e quindi l'ho evitata... :)

Fitman ha scritto:Ottima descrizione, quando tornerò all'attacco, ne farò presente.
Noi abbiamo salito il Monte Torricella dalla Cresta S, dove abbiamo trovato dei passaggi interessanti, max II, serviti anche da spit e soste :mmemo: ;forse li usano come scuola...; discesa dall'Anticima N dove, c'è anche una crocetta, verso nord a prendere il sentiero per Prato Spilla
Era l'unica cima che ogni tanto si svelava...


come vedi dalla conformazione delle montagne (che è relativamente monotona) tutte le creste sud dei contrafforti settentrionali del crinale (si dice così?), quindi Serpara (la via che ha linkato Fudos), Roccabiasca, Fumolaccio, Torricella etc... hanno passaggi arrampicosi e quindi gli arrampicatori locali hanno tracciato magari qualche via attrezzata...
i Parmensi da qualche parte si dovranno pur allenare... :)
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