Fantomatici puntini neri: Cengia dei Camosci - Marmarole

Percorsi non attrezzati,su roccia od in ambiente Alpinistico.

Fantomatici puntini neri: Cengia dei Camosci - Marmarole

Messaggioda alverspir » 22/08/2013, 8:39

Abbiamo a volte citato o chiesto info su percorsi tracciati nelle cartine con quei fantomatici punti neri, se non mal definiti, poco probabili oppure persi nella storia delle nostre montagne.
Non i punti neri che segnano i confini comunali, che qualcuno interpreta come sentieri diritti che collegano cime e creste impossibili…
Ricordiamo su vecchie edizioni i puntini appena accennati della cengia Grohman, oppure gli ‘allora’ puntini rossi e radi della cengia Paolina ed altri ancora…
Di tali percorsi qualcosa nel web si è trovato, non moltissimo in verità ma raccogliendo qua e là si poteva far su qualche foto, qualche commento, una parvenza di descrizione insomma.
Per noi, che in questi ultimi anni le Marmarole sono diventate un terreno di esplorazione e di frequentazione, uno di questi ci ha lasciato un punto interrogativo particolare.
Si tratta di quei puntini che partono ad est del bivacco Fanton, tagliano le balze sotto Punta Granzotto, rimontano forcella Dei Baranci e dopo l’attraversamento del largo catino di Pomadonna si esauriscono nel segnavia CAI 28-272.
In internet non siamo mai riusciti a reperire una anche scarna descrizione del percorso che qualche anno fa pareva se non dismesso almeno interrotto/smottato in qualche punto.
Solo recentemente una pubblicazione sulle cenge delle Dolomiti pare lo includa ma di questo non abbiamo avuto ancora modo di documentarci.
Da notizie recenti risulta da poco risistemato e ricontrollato nelle poche attrezzature presenti da parte dell’ANA di Tarzo a cui va il ringraziamento.

Saltati alcuni progetti nell’arco di pochi giorni/ore, sabato scorso decidiamo di ‘ripiegare’ (se così si può dire) su questo percorso. Chiamiamo il rifugio Ciareido e ci confermano che il tracciato è da poco stato risistemato e pure ispezionato in questa stagione segnalandoci il tratto biv. Fanton-primo canale franoso come punto chiave/delicato in condizioni almeno da tenere presente.
Il giro solitamente verrebbe presentato da est ad ovest ma preferiamo affrontare in salita le varie discese ostiche su colate di sassi e ghiaie per cui la nostra scelta (peraltro decisa un’ora prima) cade sulla partenza dalla Val Da Rin – biv. Fanton – Cengia dei Camosci – forc. Paradiso – rif. Ciareido.

Non è questa l’occasione di discutere se siano più o meno ‘accettabili’ i bolli rossi lungo una via del genere, anche se viste le sporadiche attrezzature la mano artificiale ci sarebbe comunque…
Tantomeno sarebbe sufficiente questo post per una dettagliata e precisa relazione che un percorso del genere responsabilmente richiederebbe. Quest’ultima è in fase di preparazione con relativa gallery e sarà a breve pubblicata sul nostro sito.

Intendiamo solo portare a conoscenza alcuni punti per chi fosse interessato.
NON è un sentiero attrezzato né tanto meno una ferrata.
NON è una cengia come la concezione classica vuole; le cenge sul Brenta, la cengia Angelini, la cengia Grohman – tanto per citarne alcune - sono tratti continui, più o meno solidi ma talmente evidenti per chi le percorre che sbagliare strada vuol dire quasi volerlo.

E’ in definitiva un susseguirsi di brevi cenge, più o meno esposte ma disposte su diversi livelli di quota. I tratti in questione si uniscono con risalite o discese su pendii/sentieri ripidi ed attraversamenti di colate di massi, sassi e ghiaie da affrontare con estrema cautela per la natura mobile ed instabile del fondo.
Si usano anche le mani, sia su roccia sia su alcuni brevi tratti attrezzati che possono risultare anche superflui mentre altri sprotetti avrebbero forse richiesto qualcosa ma la cengia dei Camosci nel suo complesso è così: selvaggia, ostica, faticosa, sospesa.
I bolli rossi più recenti sono stati disposti per essere notati più facilmente per la percorrenza est-ovest per cui in senso contrario (il nostro) sono a volte semi nascosti. Ci sono vecchi bolli e frecce sbiaditi dal tempo che comunque aiutano a non prendere deviazioni poco raccomandabili.
Col senno di poi riteniamo la percorrenza ovest-est la migliore anche dopo esserci resi conto dei punti di scarico potenzialmente pericolosi e anche perché dopo la stanchezza accumulata all’inizio il tratto più facile è ideale che venga alla fine.
Ci vuole confidenza, esperienza per terreni del genere e buona gamba e prendere le ultime news dal Ciareido su eventuali novità.
Ultima nota. Concludere il giro con la salita extra-cengia a forcella Paradiso è la giusta ricompensa per un giro del genere: il panorama parte da ovest (Cristallo) per proseguire a nord (Dolomiti di Sesto tutte) e chiudersi ad est (Oltrepiave al gran completo).

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