Monte Baldo, vajo Valdritta
Inviato: 14/11/2011, 20:57
Grazie all'invito di Fitman68, compagno ormai di svariate avventure escursionistiche conosciuto nel forum, sabato riesco finalmente a realizzare questa escursione, che avevo in desiderio ormai da troppo tempo.
Il vajo Valdritta è un canalone del versante orientale del Baldo che scende da un punto poco più a nord di cima Valdritta, la massima elevazione del gruppo baldese (2218 m.), s'infila sotto la strada Graziani e passa a fianco della placida malga Acquenere, per poi sembrare congiungersi -osservando la cartina- con altri vaji e perdersi o addirittura "sfociare" nel boschivo Pian della Cenere.
Offre un'escursione in uno degli angoli più solitari e selvaggi di questo monte, non tracciata né sulle carte né sul posto con segnavia, su roccette e qualcosina di più, delicata dal punto di vista della consistenza della roccia (fondo instabile, pericolo caduta sassi, eccetera), attraverso diramazioni che non sono certamente da imboccare a caso, dal sapore alpinistico, che è anche un'ottima lezione per progredire nell'esperienza montana.
Per l'orientamento, oltre che all'immancabile GPS di Stefano (Fitman68), ci siamo affidati a una relazione trovata in rete, che si è poi rivelata perfetta.
La descrizione della relazione è questa:
http://www.vienormali.it/montagna/cima_scheda.asp?cod=1998
In questa, però, la via finisce dove il sentiero di cresta (in realtà corre a un centinaio di metri sotto la cresta) taglia il canalone; noi, invece, ispirati dal momento, ci siamo avventurati anche nell'ultimo tratto del canalone fino in cima, e con grande successo!
Il tratto finale del vajo è decisamente più impegnativo del resto; è più via alpinistica che sentiero, mentre il resto è piu questo che quella. Se la relazione valuta la salita fino al sentiero con un PD, direi allora che il tratto finale possa essere considerato un AD con due passaggi D. Noi non abbiamo avuto alcuna difficoltà ad arrivare al sentiero, ma da qui in poi ci siamo proprio messi alla prova...
Però non eravamo a corto di spirito d'avventura e di adattamento! E comunque, è bene sottolinearlo, non abbiamo fatto cose di cui poi ci saremmo potuti pentire; abbiamo guadagnato metri di salita in maniera tale da poterli affrontare anche in discesa, magari in corda doppia, in previsione di una eventuale ritirata o di una fine senza sbocco del vajo. Perché, si sa, scendere è tutta un'altra cosa...
Per la risalita del canalone fino al sentiero abbiamo impiegato un'oretta; l'ultima fatica, invece, ci ha mangiato un'ora e mezza abbondante, nonostante il dislivello è un quinto del restante percorso di salita.
Qui il fondo è maggiormente sfasciato, la presa e il passo pretendevano da noi un'attenzione superiore, e un muretto e un camino da arrampicare hanno richiesto pazienza e sangue freddo.
Abbiamo tentato di aggirare il muretto di 3 metri circa alla sua sinistra. Questo lato è più gradinato e dal basso appare facile da risolvere, ma il terriccio scivoloso e la mancanza di un appiglio in un punto ideale ci impediva anche solo di issarci su di forza sopra un terrazzino, comunque stretto e addossato a un masso che con la sua pancia "butta in fuori".
Così ci siamo spostati a destra, dove il muretto forma un diedro ben più impegnativo tecnicamente, ma almeno con roccia pulita e solida. A questo punto, però, abbiamo ritenuto necessario metterci in sicurezza con le corde, così come con i 4 o 5 metri del camino.
Appena si arriva alla cresta, la croce di vetta si trova a meno di cinquanta metri e per raggiungerla basta seguire il filo di cresta o, come abbiamo fatto noi, con un... sentierino. Il quale, per noi che non conoscevamo anticipatamente la via, ci ha quasi fatto tirare un sospiro di sollievo e ci ha risparmiato di dover ridiscendere dalla stessa via.
Ed ecco le nostre foto, che arricchiscono ulteriomente la nostra piccola avventura:
https://picasaweb.google.com/117075526445887936418/BaldoVajoValdritta
Il vajo Valdritta è un canalone del versante orientale del Baldo che scende da un punto poco più a nord di cima Valdritta, la massima elevazione del gruppo baldese (2218 m.), s'infila sotto la strada Graziani e passa a fianco della placida malga Acquenere, per poi sembrare congiungersi -osservando la cartina- con altri vaji e perdersi o addirittura "sfociare" nel boschivo Pian della Cenere.
Offre un'escursione in uno degli angoli più solitari e selvaggi di questo monte, non tracciata né sulle carte né sul posto con segnavia, su roccette e qualcosina di più, delicata dal punto di vista della consistenza della roccia (fondo instabile, pericolo caduta sassi, eccetera), attraverso diramazioni che non sono certamente da imboccare a caso, dal sapore alpinistico, che è anche un'ottima lezione per progredire nell'esperienza montana.
Per l'orientamento, oltre che all'immancabile GPS di Stefano (Fitman68), ci siamo affidati a una relazione trovata in rete, che si è poi rivelata perfetta.
La descrizione della relazione è questa:
http://www.vienormali.it/montagna/cima_scheda.asp?cod=1998
In questa, però, la via finisce dove il sentiero di cresta (in realtà corre a un centinaio di metri sotto la cresta) taglia il canalone; noi, invece, ispirati dal momento, ci siamo avventurati anche nell'ultimo tratto del canalone fino in cima, e con grande successo!
Il tratto finale del vajo è decisamente più impegnativo del resto; è più via alpinistica che sentiero, mentre il resto è piu questo che quella. Se la relazione valuta la salita fino al sentiero con un PD, direi allora che il tratto finale possa essere considerato un AD con due passaggi D. Noi non abbiamo avuto alcuna difficoltà ad arrivare al sentiero, ma da qui in poi ci siamo proprio messi alla prova...
Però non eravamo a corto di spirito d'avventura e di adattamento! E comunque, è bene sottolinearlo, non abbiamo fatto cose di cui poi ci saremmo potuti pentire; abbiamo guadagnato metri di salita in maniera tale da poterli affrontare anche in discesa, magari in corda doppia, in previsione di una eventuale ritirata o di una fine senza sbocco del vajo. Perché, si sa, scendere è tutta un'altra cosa...
Per la risalita del canalone fino al sentiero abbiamo impiegato un'oretta; l'ultima fatica, invece, ci ha mangiato un'ora e mezza abbondante, nonostante il dislivello è un quinto del restante percorso di salita.
Qui il fondo è maggiormente sfasciato, la presa e il passo pretendevano da noi un'attenzione superiore, e un muretto e un camino da arrampicare hanno richiesto pazienza e sangue freddo.
Abbiamo tentato di aggirare il muretto di 3 metri circa alla sua sinistra. Questo lato è più gradinato e dal basso appare facile da risolvere, ma il terriccio scivoloso e la mancanza di un appiglio in un punto ideale ci impediva anche solo di issarci su di forza sopra un terrazzino, comunque stretto e addossato a un masso che con la sua pancia "butta in fuori".
Così ci siamo spostati a destra, dove il muretto forma un diedro ben più impegnativo tecnicamente, ma almeno con roccia pulita e solida. A questo punto, però, abbiamo ritenuto necessario metterci in sicurezza con le corde, così come con i 4 o 5 metri del camino.
Appena si arriva alla cresta, la croce di vetta si trova a meno di cinquanta metri e per raggiungerla basta seguire il filo di cresta o, come abbiamo fatto noi, con un... sentierino. Il quale, per noi che non conoscevamo anticipatamente la via, ci ha quasi fatto tirare un sospiro di sollievo e ci ha risparmiato di dover ridiscendere dalla stessa via.
Ed ecco le nostre foto, che arricchiscono ulteriomente la nostra piccola avventura:
https://picasaweb.google.com/117075526445887936418/BaldoVajoValdritta