Pelmo trilogy - 1 La Cengia di Paul
Nel settembre 1857 John Ball individuava e saliva al grande Pelmo lungo l'attuale via normale, oggi intensamente percorsa nonostante l'assodata esposizione lungo la famosa cengia che prese il suo nome. Questa salita non fu ancora pubblicata quando, nel 1863, il grande Paul Grohmann individuò uno strabiliante accesso che, staccando quasi al culmine della fessura e lungo una sospesa cengia, si ricollega alla mediana del lungo giaron sotto il Vant. In quel momento si pensò che quella fosse la prima ascesa. Tale via fu spesso percorsa sino alla costruzione del rif. Venezia e da allora fu quasi abbandonata in favore dell'attuale menzionata v.n., la cengia di Ball.
Lascio ogni mia (e nostra) considerazione personale a conclusione del racconto, le immagini è giusto che si esprimano per conto loro da subito, lontano da ogni impressione e valutazione.
Saliamo il giorno prima al rif. Venezia, principalmente per non avere sulle spalle una bestiale levataccia, la strada in auto ed almeno un'oretta di noioso avvicinamento. Poi la cena e la compagnia in rifugio son cose che si fanno apprezzare.
Alle 6.00 lasciamo il rifugio sotto un cielo di buon auspicio
ed accostiamo la Spalla Sud sino all'altezza della Fessura
da cui un solo ometto guida tortuosamente tra i mughi verso l'imbocco del canale
Contrattempo: qualche ometto sbagliato, scarne ed incomplete indicazioni lette, tracce fuorvianti, mettici tutto questo ed altro saliamo troppo in alto a destra e non individuamo il punto dove risalire la bastionata. Sotto di noi arriva un nutrito gruppetto ed a quanto pare non riescono manco loro a districarsi...
Noi e loro sparpagliati in giro a cercare... noi pensiamo cosa corretta scambiare loro le nostre impressioni e quello che stiamo verificando...
Sento dire poco sotto da qualcuno "son salita già due volte ma non ricordo dove...", ah bene! siamo a cavallo...
Scendiamo tutti decisamente suoi nostri passi e osservo il gruppetto che, decisamente più sotto di noi, sembra intrufolarsi dentro una macchia di mughi e scomparire. Scendiamo, ci raccogliamo alla base ed una macchia di terra tra i mughi mi colpisce... due passi sopra e la traccia è così evidente nella sua risalita e logicità che mi scaldo i nervi... Grazie della cortese indicazione per averci comunicato di aver trovato la via, a buon rendere la vostra cortesia! Persi quaranta minuti, speriamo ormai di non aver bisogno di altre ricerche.
Siamo dentro la Fessura, l'ambiente è già spettacolare ma dove si pestano0 le ghiaie volano sacramenti ed imprecazioni. Forse il Blitz si sarebbe posizionato al centro del canale e sarebbe salito con linea diretta, ma già a ridosso delle rocce a destra si impreca.
Si succedono tratti su roccia a lunghe risalite su ghiaie impantanate e scivolose. Bisogna traversare due volte le morene e solo su alcuni tratti di roccia si prende respiro.
L'ambiente è spettacolare comunque, le pareti si avvicinano e la pendenza aumenta. Il merdajo sotto i piedi si fa sentire e le litanie non mancano.
Ancora un pò di roccia a far respirare...
Ancora porchi a destra e sinistra poi l'ultima paretina...
L'ultimo infame tratto nel budino di sguarauss e poi al bivio con la nostra cengia: sosta!
Il singolare unico ometto ad inizio della cengia di Grohmann.
Questo è probabilmente il motivo principale perché questo accesso al Pelmo sia stato così trascurato a favore della ben più esposta ed impegnativa cengia di Ball. La salita lungo la Fessura (dislivello e merdajo a parte) comporta passi su roccia non banali.
Ora tiriamo il fiato e ci prepariamo al cinema!
La cengia, dopo i primi metri di ricerca, inizia easy, tranquilla, quasi rilassante...
dietro di noi la grande cengiona che aggira il Pelmetto per la via normale
Sempre facile la nostra presenta qualche tratto sotto la volta dove i due spilungoni procedono ad arco mentre Sergio può anche giocare a basket...
Davanti la cengia prosegue tranquilla, le banche di ghiaie a destra non lasciano trapelare alcun salto. Sappiamo che ci sono centinaia di metri di strapiombo ma tratti del genere ormai ne abbiamo fatti parecchi negli anni.
Il Pelmetto si allontana con Fitman ed Enrico sulla cengiona come pure il gruppo dei 'cordiali informatori'. Siamo soli, beatamente soli.
Si intravvede la fine della prima parte, verso lo spigolo, un ometto su un terrazzo...
Un saluto al Pelmetto dal terrazzo
Si prosegue sulla cengia, ora la parte centrale, a lettura la più 'stretta'
A vederla così, in effetti, stretta lo sembrerebbe...
Il primo dei due spigoli da aggirare... qualche passo in discesa e si aggira comodamente lo spigolo senza vedere ancora lo strapiombo diretto sotto i piedi, c'è sempre qualche metro di banca.
Si continua. La cengia è meno marcata ma tiene bene, la progressione è accorta ma tranquilla.
Ci si avvicina al secondo spigolo. I salti sono sempre avanti o dietro a noi, mai direttamente sotto i piedi. Certo che lo spigolo sembra quasi inesistente...
Ah ecco! In realtà sono tre le virate a vista. Una alta ma credo mai pestata viste le scaglie che la ricoprono, una bassa anche larga ricoperta di ghiaia a mò di terrazzino (e sotto probabilmente il salto), ed infine quella centrale. Imbocchiamo quest'ultima, scendiamo due metri su buona roccia ad un balconcino solidissimo ed aggiriamo lo spigolo tanto fotografato (ed in parte romanzato)
Il benevolo inganno della classica foto dello spigolo è semplicemente che non si vede il terrazzino che nella foto sta appena al di sotto dei piedi. Sia chiaro, l'esposizione c'è ma non si vede lo strapiombo, solo le ghiaie.
Oltre lo spigolo è quasi relax, la cengia si adagia, si scende sensibilmente e ci si porta sulla mediana del ghiaione dove arriva la normale dalla cengia di Ball
Qui termina la cengia di Grohmann. Spettacolare, adrenalinica, immensa. Almeno 60 minuti di spettacolo puro. per me che ho già percorso la Ball quattro volte niente a che vedere dal punto di vista di impegno tecnico. Beninteso, sei sospeso su delle banche a volte anche ripide ma la cengia si è rivelata solida, bella, ideale. Dei fantomatici due salti di 3 metri di 2° in discesa neanche a parlarne. Due brevissime discese (grosso modo due metri abbondanti) di max 1°. Al primo spigolo i passi in discesa sono più accorti con ghiaie e scaglie, al secondo su roccia dura. Mai il vuoto visibile sotto i piedi ma la sensazione di 'volare' traversando la parete quasi sempre.
Non sono mai troppo azzardato nei miei giudizi, anzi, ma tra le due cenge non c'è paragone. Spigoli a parte, se scivoli sulle banche della Grohmann almeno qualche piccola possibilità di fermarti ti resta, sulla Ball neanche a parlarne. Neanche adesso che è 'cordonata' in tre punti, ma molti altri restano espostissimi.
Mi confronto con gli altri e sento che tutti la pensano allo stesso modo. Chi meno esperto, chi già navigato. Non certo un percorso da neofiti o per chi soffre certe esposizioni; il percorso necessita sempre di una buona confidenza coi terreni simili, dove l'occhio vuole attenzione e le orecchie devono sempre stare belle dritte.
Peccato per l'accesso, ma resta comunque la più bella cengia mai percorsa.