premessa:
non avevo ben chiara l'idea di dove inserire questo report... su ferrate? sì, ci sono un paio di tratti attrezzati ma non sono il succo del percorso... escursionismo? sì, buona parte del giro si svolge su sentieri segnati o comunque su tracce più che evidenti... nondimeno, alcuni tratti sono decisamente offroad... memore della discussione sui viaz e su cosa è o non è alpinismo, l'ho inserito in quest'ultima categoria... anche se di alpinismo, in fin dei conti, c'è poco e forse niente... ma è solo una questione di etichette, la sostanza non cambia
ognuno ha i propri luoghi del cuore, a cui si è affezionati per i motivi più disparati... uno dei miei - forse quello a cui sono più legato - è il catinaccio... l'affollato, antropizzato, turisticizzato, a volte banalizzato, catinaccio... ma ancora in grado di regalare emozioni autentiche, a chi ha voglia di cercare un po'... es enza troppa fatica, anche... io ci sono letteralmente cresciuto sotto e dentro, dal punto di vista escursionistico prima e alpinistico poi... e anche, per certi versi, da quello umano... perciò non può passare estate senza che ci faccia almeno un giretto, foss'anche portare il mio bimbo al kinderheim del ciampedie...
per questa volta però ho scelto qualcosa di un po' più sostanzioso che non un viaggio in funivia, nonostante l'accesso al giro sia il più comune: i pulmini navetta per il rifugio gardeccia... al mattino presto il cielo non è già limpido come nei giorni passati e, arrivati al rifugio, le montagne sono avvolte in un'atmosfera quasi mistica...
come sempre, la maggior parte dei passeggeri dei pulmini si avvia lungo la strada per il vajolet... qualcun'altro imbocca il sentiero 540 per il ciampedie, altri ancora si fiondano direttamente in rifugio... pochissimi attraversano il ruf de soal e si incamminano sul sentiero larsec - segnavia 583 - per il pas da le scalete... noi (nel primo tratto mi accompagna anche il mio vecchio) facciamo proprio così...
sopra la nostra testa, il campanile gardeccia tenta di scrollarsi di dosso la coperta di nubi che lo ammanta...
e alla nostra destra cominciano a intravedersi le zigolade e le pale rabiouse...
dopo un primo tratto tra mughi e ghiaie, il nostro sentiero si accosta alle pareti meridionali dei dirupi di larsech... la crepa di socorda si lascia spiare da un angusto canale, ci sarà mica qualcosa da ravanare su per di là?!
poco più avanti ci si inoltra nel bosco, abbastanza rado però da poter scrutare fuori... sopra il gran cront, il cielo è ormai dello stesso blu cobalto a cui abbiamo fatto ormai ottima abitudine... anche oggi si farà indigestioni di panorami...
svoltato l'angolo sopra le fraine da soal, fa la sua comparsa la bellissima, austera guardiana dell'incantato regno di larsech... la pala della ghiaccia...
ai suoi piedi, un suggestivo mare di panna montata...
alla base del canale che scende dal pas da le scalete, una frana ha compromesso un tratto di sentiero, per cui in anni recenti è stato approntato un percorso alternativo che sale più a sinistra fin sotto le pareti (qui lo dico e qui lo nego, la vecchia traccia è ancora percorribile senza grossi problemi )... per ricongiungersi al vecchio sentiero, occorre poi superare un tratto attrezzato non proprio banale, secondo me tracciato appositamente così per scoraggiare il più possibile i tanti sprovveduti che bazzicano da queste parti...
superata la breve ferratina, si comincia a risalire il canale, all'inizio angusto, sempre sovrastati dall'imponente parete ovest della nostra sentinella...
https://lh3.googleusercontent.com/WJzdc ... 63-h750-no
alle nostre spalle, oltre le piste del ciampedie la vista comincia a spaziare lontano...
alla base della parete, tre persone stanno per attaccare la mitica diretta weiss, capolavoro assoluto di arrampicata libera...
dall'altro lato della gola, le non meno impressionanti - ma quanto meno solatie - pareti dei cront...
più in alto la gola si apre e il sentiero sale faticosamente tra balze e gradoni sulla destra orografica, fino a un secondo tratto attrezzato... le funi e le staffe sono nuove di zecca...
terminate le corde fisse, si è ormai in vista del pas da le scalete, ideale porta d'ingresso di un castello fatato...
incastonata tra la pala della ghiaccia e lo spiz da le roe de ciampié, fa una fugace apparizione anche la regina dal bianco mantello...
eccoci al passo... la guardiana è stata benevola e ci ha lasciati entrare, forse distratta da quelle tre formichine intente a inerpicarsi sui suoi fianchi...
varcato il portone, si spalanca il magico, silenzioso mondo della val de lausa... al centro, come una vedetta, il cogol de larsech...
un po' narciso, questo tozzo torrione - che torrione poi non è - tenta di specchiarsi nel lago, ma qualche folletto dispettoso deve aver fatto sparire l'acqua...
qui saluto il mio babbo, che resterà a godersi la tranquillità della conca, e proseguo sempre lungo il sentiero 583 in direzione del pas de lausa... prima di inoltrarsi nella valle principale, vale la pena dare uno sguardo all'ancor più solitaria e idilliaca val de larsech... la rivedremo più tardi...
all'inizio la valle è pressoché pianeggiante ed è chiusa a nord dalla cima de lausa...
è difficile vincere la tentazione di mollare lo zaino e buttarsi a oziare sull'erba soffice... ma la voglia di girovagare per questo ambiente fatato prevale, perciò avanti... il sentiero ricomincia a salire per balze rocciose, regalando scorci pittoreschi sul vallone sottostante... la guardiana è sempre lì...
a distogliere la mia mente dai voli pindarici ci pensa quel suono di pietre smosse che i viandanti d'alta quota ben conoscono... un gruppo di mufloni si rilassa all'ombra delle crepe de lausa...
il pas de lausa è ormai vicino...
al passo si conclude la prima parte della mia escursione, quella bene o male frequentata... sì, insomma... io ho incontrato cinque persone... ... sull'altro versante spuntano le cime che fanno da corona al valon de antermoa: croda dei cirmei, croda del lago, sas de dona... più lontani, i gruppi di sassolungo e sella...
a est del passo un'evidente traccia sale verso le crepe de lausa... non faccio in tempo ad avviarmi che vengo raggiunto dagli amici a quattro zampe, forse incuriositi dal fatto che ci sia qualcuno oltre a loro interessato a certi percorsi...
ci fissiamo qualche minuto, poi loro scappano via e io proseguo la mia salita... salita molto tranquilla, per altro... raggiunto il crinale, comincia il festival del cinema... qui niente sciacquette (s)vestite con abiti dagli spacchi ombelicali... solo cime, cime a perdita d'occhio... tra queste, si meritano un'inquadratura speciale le odle, visitate appena due giorni prima...
ma non sono ancora arrivato, questa è solo l'anticima... per raggiungere la sommità della crepa de lausa nord, occorre scendere brevemente a una sella e poi risalire le ghiaie della cima vera e propria... giunti in vetta ci si può riaffacciare sulla val de lausa, dove spicca ora la curiosa sagoma del piz dal sciarpel... sarà forse un enorme trampolino usato dagli abitanti del regno per tuffarsi nel mare di nubi?
scontato a dirsi, da qui il panorama è anche meglio di quello offerto dall'anticima... in un'unica inquadratura, tutti i più grandi giganti dolomitici...
sul versante opposto, la cima de lausa tenta invano di nascondere l'unico 3000 del gruppo...
prima di scendere indugio un po' sulla silenziosa e selvaggia busa de lausa, la cui parte bassa è stata sconquassata ormai più di 20 anni fa dalla ciclopica frana staccatasi dalle crepe e il cui sfregio è ormai un tratto distintivo della val di fassa...
tornato al passo mi dirigo subito sull'altro lato, dove una nuova traccia sale a ovest in direzione della cima de lausa... al contrario della precedente, questa è segnata con dei segnavia biancorossi, pur non essendovi alcuna indicazione su dove essa conduca...
questa volta il pendio da risalire è piuttosto ripido, perciò tanto vale fermarsi a rifiatare... in realtà è solo una scusa per fotografare nuovamente la crepa de lausa, da una prospettiva diversa...
da qui si può finalmente vedere anche il fondo del valon de antermoa, per quanto il celeberrimo lago rimanga sempre ben nascosto... questo è uno degli aspetti che mi ha sempre intrigato di quel luogo: per poterlo vedere non ci sono sconti, non ci sono scorciatoie... si deve camminare fino alle sue sponde...
la sommità della cima de lausa è in realtà una vasta spianata, punto d'osservazione privilegiato sul brulicare di ferratisti saliti sul catinaccio d'antermoia...
ma la mia attenzione è catturata da un altro catinaccio, quello vero... la MIA montagna... quella che potrei salire tutti i giorni senza mai stancarmi... visto da qui sembra un tulipano appena sbocciato... che buffo, un tulipano nel bel mezzo di un giardino di rose...
neanche a dirlo, da questa cima la visuale è ancora più ampia che non dalla crepa...
a est
a nord
a sud (in basso, tra le ghiaie, i miei amici mufloni)
vabbé, il luogo è talmente bello ma talmente bello, che decido di deturparlo un po' con un autoscatto...
bòn, dopo questa botta di egocentrismo mi avvio sul versante opposto, seguendo sempre i segnavia, fino ad affacciarmi sul pas de larsech dove, incredibile dictu, incrocio un gruppetto di escursionisti (tra cui due inglesi in palese difficoltà), attirati dalla traccia che sale dal vicino pas de antermoa...
il catinaccio d'antermoia e l'omonimo passo, visti dal pas de larsech
giunto al pas de larsech, imbocco subito la traccia che risale dal lato opposto verso la punta de larsech... qui niente segnavia, solo qualche ometto ma la direzione da seguire è evidente... raggiunta una selletta sulla cresta, la vista su catinaccio e torri del vajolet si fa mozzafiato... sulla sinistra cima scalieret, la più frequentata (anzi, l'unica veramente frequentata) di tutti i dirupi...
giogo di pra' caminaccio, crode di ciamin e cime di valbona
la punta de larsech è la cima più elevata di tutto il sottogruppo... a sud la vista abbraccia tutta la catena settentrionale delle pale...
a ovest... beh, l'ho già detto... ... prima di scendere di nuovo (non per niente ho intitolato il thread "su e giù" ), faccio una rapida ricognizione aerea sul prosieguo dell'itinerario...
beh dài, faccio anche un'altra panoramica...
ok, questa volta mi muovo davvero e torno rapidamente sui miei passi, in direzione del pas de antermoa... senza però raggiungerlo... pochi metri prima, devio subito a ovest per la traccia (neanche questa segnata) che conduce al pas de scalieret...
in realtà sarebbe possibile calarsi direttamente al pas de scalieret dalla punta de larsech, ma nell'ultimo tratto si dovrebbe arrampicare in discesa con passaggi non proprio elementari su roccia poco rassicurante, con il rischio di far cadere qualche pietra sugli escursionisti di ritorno da cima scalieret... meglio di no... ad ogni modo, tornando alla nostra traccia, quando questa si biforca conviene tenere il ramo di sinistra e in pochi minuti si giunge sulla stretta forcella... da qui la prosecuzione logica del giro sarebbe salire a cima scalieret e poi scendere verso il rif. vajolet per il sentiero don guido... itinerario che consiglio a chiunque non abbia mai visitato questo angolo di mondo... essendoci già stato più di una volta, io ho un'idea diversa che mi ha sempre stuzzicato ma - per un motivo o per un altro - non ho mai realizzato... scendere lungo la val de larsech...
i primi metri sono piuttosto agevoli, ci si cala per fini ghiaie al centro del vallone... quando la pendenza si attenua e le ghiaie diventano più grossolane, si prosegue un po' a naso cercando accenni di tracce e aggirando i salti di roccia più marcati...
oh, le provo tutte pur di sfuggire agli abitanti del luogo ma non c'è niente da fare... mi hanno trovato anche qui...
uno strano esemplare di ungulato bicromatico si mette pure in posa davanti all'obiettivo...
a parte questo, qui il silenzio e la solitudine regnano incontrastati... più in basso il vallone si restringe e si deve proseguire saltando qui e lì tra i massi, salvo poi aprirsi definitivamente in dosso prativo...
anche qui i mufloni mi raggiungono e mi sorpassano di gran carriera... saranno in ritardo per il pranzo... occorre ora scavalcare il profondo solco che incide nel mezzo il vallone, per scendere alla sua sinistra orografica...
e puntare, obliquando verso sinistra, a una specie di muretto da bivacco eretto sulla sommità di un dosso...
mentre ne approfitto per uno spuntino, ripercorro con lo sguardo tutto il vallone appena sceso... un altro piccolo sogno realizzato...
continua...