appena rientrato dalle ferie estive, tra le decine di mail arretrate che aspettavano di essere lette, c'era anche quella che avvisava che il 16 settembre gli uffici sarebbero rimasti chiusi per il santo patrono... un martedì... la mia mente ha impiegato più o meno 30 secondi a partorire l'equazione "martedì festa + lunedì permesso = ponte = 2 giorni in montagna"
sì? ma dove andare? comincio a vagliare tutte le possibili mete che facciano combaciare la "lista dei desideri" di mio padre con la mia... civetta? mmm, no... focobon? neanche... trovato!!! la cima d'ambiez... io non sono mai stato in brenta e il mio vecchio ha dovuto rinunciare due anni fa causa maltempo... fatta!!!
domenica chiamo il gestore del rif. agostini per sincerarmi sulle condizioni del percorso... il responso è positivo, per cui prenoto sia il posto in rifugio sia la jeep per salire fino al rif. al cacciatore... salire a piedi sarebbe stato molto più poetico e stimolante, ma prima dell'una non saremmo riusciti a partire da padova, per cui si sarebbe fatto troppo tardi... perciò, appuntamento alle 16:30 a san lorenzo in banale... appena arriviamo, comincia a piovviginare...
per fortuna, il tempo di fare la strada con la jeep e, arrivati al cacciatore, ha smesso... ci avviamo pertanto lungo la comoda mulattiera che conduce al rif. agostini... la val d'ambiez si mostra subito in tutto il suo splendore, un incredibile emiciclo di pareti e cime...
al centro del quale svetta lei, la cima d'ambiez, con la sua parete nera e ocra che da sempre smuove le mie pulsioni arrampicatorie...
tuttavia, almeno per questa volta la meta non è la parete est, bensì la ben più abbordabile via normale da sud... sempre che il meteo sia dalla nostra... ... infatti, mentre i miei pensieri vagano tra le pieghe e le striature delle cime che mi circondano, dalla valle cominciano a salire quelle nebbie che rappresenteranno il leitmotiv della nostra gita...
il bel rifugio agostini, che mostra ancora i danni della slavina che lo ha sommerso quest'inverno, ci accoglie in un'atmosfera decisamente autunnale...
non facciamo quasi a tempo a sistemarci in stanza che è pronta la cena... gli ospiti sono quasi tutti francesi, russi e tedeschi, tra cui una signora di stoccarda che se ne sta andando a zonzo per le dolomiti sola soletta, mentre il marito sta a casa... ... l'indomani, al nostro risveglio l'altmosfera è decisamente cambiata...
un simile spettacolo non può che farti cominciare la giornata con il buonumore... perciò zaino in spalla e via lungo il sentiero 358 verso la vedretta d'ambiez... purtroppo la festa dura poco... non facciamo a tempo a raggiungere la base della cima d'ambiez che dalla valle cominciano già ad avanzare le antipatiche nubi...
meglio non pensarci e godersi lo spettacolo che ci circonda, almeno finché si può...
per raggiungere la via normale (o meglio, quella più frequentata delle tre vie "normali" che salgono ai 3.096 metri della cima) occorre percorrere tutta la cengia che taglia la parete est...
fino a raggiungere il canale che separa la cima d'ambiez dai denti d'ambiez...
poco prima di raggiungere la sommità del canale, vi è il passaggio "tecnicamente" più difficile del percorso...
purtroppo, questa sarà l'ultima foto "all'aperto"... di lì a pochi minuti, infatti, saremo completamente avvolti da una coltre di nubi e nebbie che non ci abbandoneranno praticamente mai... la scarsa visibilità, oltre a compromettere la componente paesaggistica della salita, crea anche qualche problema di orientamento... questo versante della montagna è tutto un susseguirsi di gradoni e canalini e, in assenza di punti di riferimento, scegliere quelli giusti non è sempre immediato...
ad ogni modo, riusciamo a raggiungere abbastanza agevolmente la cresta sommitale, dove comunque la musica non cambia...
come si dice di solito, in vetta la vista spazia a 360°... a est le magnifiche nebbie, a sud le stupende nubi... a ovest le suggestive brume... ... a nord... a nord, almeno per qualche istante, le nuvole si diradano quel tanto che basta a regalare una spettrale visione della vedretta dei camosci...
ma, come detto, si tratta di pochi istanti... anzi, comincia a cadere anche qualche gocciolina, perciò giriamo subito i tacchi e cominciamo la discesa... la grigia coltre che ci ha avvolto per tutta la mattina ci abbandona quando mettiamo nuovamente piede alla forcella che separa cima e denti d'ambiez... ne approfitto per fotografare il mio vecchio che si cala dal camino percorso poche ore prima...
a questo punto, non resta che percorrere nuovamente la cengia...
per ritrovarsi al punto di partenza, alla base della vedretta d'ambiez... non si può descrivere il momentaneo giramento di gonadi, quando alzando lo sguardo scorgo uno squarcio d'azzurro sopra cima tosa...
ma si tratta solo di un fugace gesto di scherno da parte della siora nebbia, che subito torna a coprire il cielo e ad avvolgere anche la valle sottostante...
a noi, soddisfatti per aver comunque vissuto una magnifica giornata su una ancor più magnifica montagna, non resta che tornarcene con calma al rifugio... per il panorama dalla vetta spero di avere un'altra occasione...