VOGLIA DI VERTIGINI: anello del Sorapis 10/11 agosto 2012
Inviato: 03/09/2012, 20:39
Dopo due giorni di meritato riposo riparto per un' altra avventura: dopo aver letto varie relazioni e report decido di affrontare l' anello completo del Sorapis, in senso antiorario partendo da San Vito e dormendo al Rifugio Vandelli, e cosi' dopo una sveglia ad orari umani e 20 minuti di strada (partivo come al solito da Pieve di Cadore) mi ritrovo a San Vito sulla seggiovia che porta al Rifugio Scoter, bello carico per questa nuova scammellata, e intanto mi godo il panorama (peccato per l' Antelao che era infotografabile in quanto controsole in pieno)
Scendo dal caregotto e mi avvio lungo il comodo sentiero 228, prima su ghiaie e poi nel bosco
raggiungo cosi' il piccolo RIFUGIO SAN MARCO, quota 1823, a mio avviso uno dei piu' belli del Cadore (una signora commentava al telefono "sembra la casetta delle fate")
Dopo strudel e cappuccino d' ordinanza mi avvio lungo il sentiero 226 in direzione Val di San Vito
Si comincia nel bosco per salire ripidamente ed arrivare sui ghiaioni
e si continua su ghiaie e detriti fino a Forcella Grande, al cospetto della Torre dei Sabbioni
Il cielo tanto per cambiare comincia a chiudersi e io proseguo, in leggera discesa, lungo la valle che sembra un paradiso terrestre...
Arrivo cosi' all' "incrocio" della Val di San Vito dove imbocco il sentiero 243 SENTIERO MINAZIO in direzione Bivacco Comici
Il sentiero inizia tranquillamente manifesta ben presto la propria natura: e' infatti un mix di tratti esposti, ghiaie e tratti su cui necessita usare anche le mani per andar su, con il costante panorama di questa valle di prati e boschi, BELLISSIMO
Arrivo cosi' alla Forcella Bassa del Banco, da cui il sentiero porta comodamente al Bivacco Comici, la casetta nel bosco
Panino e cocacola, compatto e impacchetto i rifiuti (notando amaramente che altri invece li lasciano la) e riparto, sempre lungo il 243 che pero' cambia nome: si va alla FERRATA VANDELLI
si comincia inerpicando e talvolta, anche qua, usando le mani per salire sulla roccia
il panorama e' impagabile
Proprio quando arrivo su all' attacco della ferrata comincia a piovigginare, ma che bello da la con l' anfiteatro ed il laghetto sotto
Sembra una presa per i fondelli, superata la parte un po' piu' impegnativa il cielo si riapre, CHE SPETTACOLO
arrivo giu' e mi avvio con passo spedito verso il rifugio
e finalmente eccomi al RIFUGIO VANDELLI m. 1928
Doccia immediatamente e dopo cena rubo una foto al tramonto
La mattina come al solito sveglia presto per vedere se si combina qualcosa con l' alba...
Soddisfatto per aver immortalato la magia di re Laurino in trasferta, controllo l' armamentario, faccio colazione e mi metto in marcia lungo il sentiero 215
Passo al cospetto del Dito di Dio
e costeggio il laghetto
dopo il laghetto comincio a risalire lo scassamar... err volevo dire il ghiaione
che porta in una bella conca
dalla conca parte il 242, un sentiero rognosetto su cui bisogna arrampicare un pochettino facendo attenzione
ma la soddisfazione e' la dietro l' angolo: un ultimo sforzo e si e' sulla CENGIA DEL BANCO, quasi un kilometro e mezzo di strapiombo sulla Val Boite, ed e' subito VOGLIA DI VERTIGINI
Passata l' euforia arrivo all' attacco della FERRATA BERTI, coi suoi bei tratti verticali dove un krukko di nome e di fatto ha messo tutto l' impegno possibile per comparire nelle foto, avete presente quando in veneto si dice "sempre in mezo come el zoba"? (in mezzo come il giovedi') ecco quello era lui per fortuna i suoi sforzi sono stati vani perche' son sempre riuscito a farlo sparire dietro a qualche masso
Arrivo finalmente a Forcella del Bivacco, mi sbarazzo del krukko (non chiedetemi in che modo ) e.... e... no la Madonna l' ho gia' scomodata sul Cristallo, qua son pure in terreno aperto non posso rischiare na saetta in pieno... e dicevo... e... M' INKIA KEFFIG'ATA DI POSTO!
Bello, brullo e salvadego (altra licenza poetica dal Veneto) come piace a me
Mi dirigo al BIVACCO SLATAPER dove, neanche ci fossimo dati appuntamento, ritrovo quasi tutte le persone che avevo incrociato il primo giorno e che facevano il giro inverso del mio, saremo stati una ventina, tutti fuori dal bivacco a mangiare, bellissimo!!!
C'e' da dire che il bivacco si presenta adesso in condizioni eccellenti
Ditemi voi se non e' una fig'ata sto posto
dopo aver mangiato, compattato & impacchettato i rifiuti, e salutato i ragazzi che concluderanno il loro tour al Passo Tre Croci, riparto lungo il sentiero 246 per Forcella Grande
si comincia scendendo il ghiaione per la gioia delle ginocchia
Per poi proseguire in costa, prima nuovamente su ghiaia, poi su prato, fino alla benedetta forcella...
da dove prendo il sentiero 226 che ripidamente (aridaje co ste ginocchia pore bestie ) mi riporta al Rifugio San Marco
mmm pranzare ho pranzato, mmmm cosa manca? OVVIO! caffe' e grappa d' ordinanza!!!
Si, adesso posso dire di essere apposto e iniziare la discesa
Arrivato allo Scoter mi balena l' idea di scendere lungo la pista ma le ginocchia mi fanno
ok ok va bene, prendo la seggiovia!
Le nuvole mi concedono un altro scorcio mentre sto gia' pensando al prossimo tour, intanto mi aspettano 2 giorni di riposo
Scendo dal caregotto e mi avvio lungo il comodo sentiero 228, prima su ghiaie e poi nel bosco
raggiungo cosi' il piccolo RIFUGIO SAN MARCO, quota 1823, a mio avviso uno dei piu' belli del Cadore (una signora commentava al telefono "sembra la casetta delle fate")
Dopo strudel e cappuccino d' ordinanza mi avvio lungo il sentiero 226 in direzione Val di San Vito
Si comincia nel bosco per salire ripidamente ed arrivare sui ghiaioni
e si continua su ghiaie e detriti fino a Forcella Grande, al cospetto della Torre dei Sabbioni
Il cielo tanto per cambiare comincia a chiudersi e io proseguo, in leggera discesa, lungo la valle che sembra un paradiso terrestre...
Arrivo cosi' all' "incrocio" della Val di San Vito dove imbocco il sentiero 243 SENTIERO MINAZIO in direzione Bivacco Comici
Il sentiero inizia tranquillamente manifesta ben presto la propria natura: e' infatti un mix di tratti esposti, ghiaie e tratti su cui necessita usare anche le mani per andar su, con il costante panorama di questa valle di prati e boschi, BELLISSIMO
Arrivo cosi' alla Forcella Bassa del Banco, da cui il sentiero porta comodamente al Bivacco Comici, la casetta nel bosco
Panino e cocacola, compatto e impacchetto i rifiuti (notando amaramente che altri invece li lasciano la) e riparto, sempre lungo il 243 che pero' cambia nome: si va alla FERRATA VANDELLI
si comincia inerpicando e talvolta, anche qua, usando le mani per salire sulla roccia
il panorama e' impagabile
Proprio quando arrivo su all' attacco della ferrata comincia a piovigginare, ma che bello da la con l' anfiteatro ed il laghetto sotto
Sembra una presa per i fondelli, superata la parte un po' piu' impegnativa il cielo si riapre, CHE SPETTACOLO
arrivo giu' e mi avvio con passo spedito verso il rifugio
e finalmente eccomi al RIFUGIO VANDELLI m. 1928
Doccia immediatamente e dopo cena rubo una foto al tramonto
La mattina come al solito sveglia presto per vedere se si combina qualcosa con l' alba...
Soddisfatto per aver immortalato la magia di re Laurino in trasferta, controllo l' armamentario, faccio colazione e mi metto in marcia lungo il sentiero 215
Passo al cospetto del Dito di Dio
e costeggio il laghetto
dopo il laghetto comincio a risalire lo scassamar... err volevo dire il ghiaione
che porta in una bella conca
dalla conca parte il 242, un sentiero rognosetto su cui bisogna arrampicare un pochettino facendo attenzione
ma la soddisfazione e' la dietro l' angolo: un ultimo sforzo e si e' sulla CENGIA DEL BANCO, quasi un kilometro e mezzo di strapiombo sulla Val Boite, ed e' subito VOGLIA DI VERTIGINI
Passata l' euforia arrivo all' attacco della FERRATA BERTI, coi suoi bei tratti verticali dove un krukko di nome e di fatto ha messo tutto l' impegno possibile per comparire nelle foto, avete presente quando in veneto si dice "sempre in mezo come el zoba"? (in mezzo come il giovedi') ecco quello era lui per fortuna i suoi sforzi sono stati vani perche' son sempre riuscito a farlo sparire dietro a qualche masso
Arrivo finalmente a Forcella del Bivacco, mi sbarazzo del krukko (non chiedetemi in che modo ) e.... e... no la Madonna l' ho gia' scomodata sul Cristallo, qua son pure in terreno aperto non posso rischiare na saetta in pieno... e dicevo... e... M' INKIA KEFFIG'ATA DI POSTO!
Bello, brullo e salvadego (altra licenza poetica dal Veneto) come piace a me
Mi dirigo al BIVACCO SLATAPER dove, neanche ci fossimo dati appuntamento, ritrovo quasi tutte le persone che avevo incrociato il primo giorno e che facevano il giro inverso del mio, saremo stati una ventina, tutti fuori dal bivacco a mangiare, bellissimo!!!
C'e' da dire che il bivacco si presenta adesso in condizioni eccellenti
Ditemi voi se non e' una fig'ata sto posto
dopo aver mangiato, compattato & impacchettato i rifiuti, e salutato i ragazzi che concluderanno il loro tour al Passo Tre Croci, riparto lungo il sentiero 246 per Forcella Grande
si comincia scendendo il ghiaione per la gioia delle ginocchia
Per poi proseguire in costa, prima nuovamente su ghiaia, poi su prato, fino alla benedetta forcella...
da dove prendo il sentiero 226 che ripidamente (aridaje co ste ginocchia pore bestie ) mi riporta al Rifugio San Marco
mmm pranzare ho pranzato, mmmm cosa manca? OVVIO! caffe' e grappa d' ordinanza!!!
Si, adesso posso dire di essere apposto e iniziare la discesa
Arrivato allo Scoter mi balena l' idea di scendere lungo la pista ma le ginocchia mi fanno
ok ok va bene, prendo la seggiovia!
Le nuvole mi concedono un altro scorcio mentre sto gia' pensando al prossimo tour, intanto mi aspettano 2 giorni di riposo