Attenzione: astenersi Fedipos se ha una brutta giornata o brutto karma : ho fatto un paio di biskerate ke ti faranno incazzare un poketto
Dopo un inverno di sciate e una primavera di attesa e qualche allenamento, arriva finalmente il mio ritorno sopra i 2500: sabato 16 infatti il programma e' BEPI ZAC: percorso attrezzato in quota lungo percorsi e gallerie della Prima Guerra Mondiale con panorami molto suggestivi.
Sveglia alle 6, macchina gia' carica dalla sera prima, PARTENZA!!!
Arrivo al Passo San Pellegrino che non c'e' una nuvola una, BENE!!
Botta di crema solare e mi avvio lungo il sentiero 604 in direzione Rifugio Passo delle Selle
Il sentiero comincia tra splendidi pascoli che d' inverno diventano le piste da sci del passo
Man mano che si sale si imbrullisce
Fino a diventare poi un percorso di pietraia
Me la faccio sotto sentendo forti scariche di sassi, proseguo cosi' con occhi ed orecchie come parabole fino a raggiungere il RIFUGIO PASSO DELLE SELLE - BERGVAGABUNDEN HUTTE a quota 2529, dove non mi faccio mancare un bel cappuccino
Panorama dal rifugio
Riparto lungo il sentiero 637: direzione BEPI ZAC!!
Incontro quasi subito la causa delle continue scariche di sassi che mi avevano fatto preoccupare all' inizio: un personaggio il cui concetto di sistemazione del sentiero era scaricare badilate di sassi sulla testa della gente che passava di sotto...
Per di piu' poi si era messo a litigare con una pietra di 50 cm per 30, conficcata la in mezzo da chissa' quanti secoli, perche' se un turista la passa a valle rischia di
cadere!!!
Err scusa se siamo in montagna e non in centro a Roma, direi che e' naturale trovare pietre nei sentieri... o vogliamo ridurli tutti ad autostrade come quella porcheria che hanno fatto al Sassopiatto dove passan pure le nnne coi passeggini?
Sto personaggio mi dice di non proseguire perche' la ferrata non e' praticabile ci sono sassi sui sentieri (ma va? io mi aspettavo di trovare il porfido) ed alcune gallerie ed alcuni passaggi invasi dalla neve: potete immaginare che credibilita' gli abbia dato visti i presupposti... cosi' gli dico si va ben, arrivo dove arrivo e poi torno indietro.
Se il fenomeno non sio fosse presentato con la sua guerra ai sassi in montagna, probabilmente gli avrei dato ascolto e mi sarei risparmiato una bella serie di botte e graffi
Mi riavvio lungo la mia strada, trovando qualche chiazza di neve superabile senza preoccupazione e un paio di gallerie bloccate dalla neve che pero' si possono aggirare tramite dei sentieri segnalati con gli ometti... il paesaggio in compenso e' qualcosa di fenomenale...
In lontananza vedo anche un camoscio che pero' non riesco a fotografare... e probabilmente piu' tardi sara' lui a brontolarmi da dietro... almeno fatti fotografare biskero che non sei altro!!!
Sto aggirando il Picol Laste, il percorso e' un continuo alternarsi di cresta e cengia
Arrivo cosi' ad un ricovero austriaco che conserva ancora il legno originale... ne approfitto per fare pausa panino e sigaretta
Riparto per andare alla Cima de Campagnacia passando per il Gran Laste
Proseguo in direzione CRESTA DI COSTABELLA
Comincia qualche attraversamento di neve piu' esteso, mai comunque preoccupante: niente ghiaccio/vetrato ed era praticamente il fondo di una conca
In fondo il Castello di Costabella con l' osservatorio italiano
Riparto sempre accompagnato da qualche chiazza di neve
Blitz pero' non e' contento se non va a cacciarsi nei casini e scopre che il personaggio lanciasassi aveva ragione!!
Per salire all' osservatorio (o aggirare il Castello) bisogna passare per un canalino innevato... vabbe' ne ho gia' attraversata tanta di neve... due passi in piu' due passi in meno...
COL CAVOLO!!! cosi' di istinto c'e' qualcosa che non mi quadra e invece di passare dritto il canalino provo a sentire con la mano la consistenza della neve: sotto i primi 2/3 centimetri c'era uno spesso lastrone di ghiaccio!
Come faccio, come non faccio, di tornare indietro non ne ho assolutamente voglia: sono a 1 ora e mezza dalla macchina e tornare indietro vorrebbe dire almeno raddoppiare... vedo che il canalino infame per i primi metri non e' troppo ripido, inoltre si stringe e la parte innevata quindi si accorcia: canalini infami ne ho gia' fatti, cosi' con in testa l' imperativo di non fare cappelle mi abbasso di un metro/due, scivolo culo a terra ma avevo una mano gia' appigliata... tasto di nuovo la neve... ed e' neve dura ma senza ghiaccio, cosi' attraverso e risalgo dall' altro lato.
Visto che incasinarsi una volta non mi basta, ecco la seconda: il sentiero di aggiramento e' attraversato da un canalino innevato ancora piu' ripido che va bene come rampa di lancio per un bel volo... NEIN
Devo trovare un modo per salire quei 2/3 metri per ritrovare il percorso, se prima non avevo voglia di tornare indietro, fiiguriamoci se ne ho adesso con in mezzo anche il vanale da riattraversare!
Vedo che c'e' una specie di fessura tra le rocce che sbuca proprio sotto il secondo tratto attrezzato, e sembra pure fatto apposta pieno di appigli, cosi' mi arrampico su sti 2/3 metri ed arrivo ad agganciarmi al cavo di sicurezza.
Il primo tratto partiva da la in mezzo, coi primi metri sotto il ghiaccio...
Faccio una brevissima visita al museo allestito nell' osservatorio, le foto sono crude quanto basta per fare il loro effetto antibellico...
quando esco la visuale e' cosi'
Siccome non c'e' due senza tra, l' ultima galleria e' innevata, e non c'e' sentiero alternativo come nelle altre, ma fortunatamente c'e' il cavo di sicurezza.
La neve e' dura e scendo agevolmente, solo che gli ultimi metri sono un lastrone di ghiaccio, cosi' mi giro di spalle e, ringraziando l' imbottitura dei guanti, mi lascio scivolare tenendo ben saldo il cavo
Bon, le rogne son finite e posso gustarmi panorama e sigaretta
Arrivo alla FORCELLA CIADIN
Da qua lungo il sentiero 637b e' una discesa senza storia lungo i ghiaioni prima
ed i pascoli poi
Escursione intensa, ho rischiato e sono stato fortunato, i paesaggi sono mozzafiato in un ambiente unico.
Lezione appresa: MONA, portati sempre picca e ramponi che non si sa mai!