UNA SCUSA PER UNA FERRATA
Dopo due giri non proprio dietro l' angolo, arriva finalmente il momento di fare una gitarella fuori porta.
Un giretto tranquillo tranquillo, di tutto relax, in giornata: vado a farmi la Ferrata Tomaselli.
Fino a poco tempo fa l' avevo sempre snobbata: per quanto famosissima come "la superferrata delle Dolomiti", essendo relativamente breve non riuscivo a trovarci un senso compiuto, se non quello di un giretto da fare in una mattinata di noia.
Poi due anni fa comincio a leggere libri sulla grande guerra, e a seguirli sulle cartine...
Forcella Gasser Depot, Forcella del Mortaio, Cadin di Fanes... inizio a guardarli bene ed a pensare ad un giro ad anello...
Alt! Fermi tutti! Ma la dietro passa la Tomaselli! Vuoi vedere che ho trovato la scusa per farla?
La "superferrata" sarà il mio avvicinamento al giro: penso non ci sia altro da aggiungere, che ormai il mio quadro psichico sia chiaro
Bene, suona la sveglia ad un' ora piú che vacanziera, tanto da casa in mezzoretta si arriva al Falzarego, inoltre - avendo fatto solo un giorno di riposo dal giro precedente - taglierò dislivello con la funivia del Lagazuoi: troppa fatica salire il sentierone fino a Forcella Travenanzes
Oltre alla pigrizia, l' altro motivo per la sveglia "vacanziera" è la speranza di non trovare casino in ferrata: è impegnativa e trovare traffico, con magari gente in difficoltà, significherebbe trasformarla in una Via Crucis.
Colazione, zaino in macchina e via verso il Falzarego. Quando arrivo becco per una botta di k'ulo sfondato l' ultimissimo posto rimasto in parcheggio, faccio il biglietto e via su al Lagazuoi.
Quando esco dalla funivia questa è l' accoglienza
con le Conturines che ogni volta mi sorprendono per i loro colori: sembrano fatte ad acquerello
mentre il Grande Lagazuoi mi colpisce sempre per le sue pareti... dritto per dritto
Bon, bando alle ciance, zaino in spalla e mi avvio pigramente lungo il sentiero 401 per Forcella Lagazuoi
Oltre all' andamento blando, mi fermo ogni tre per due a curiosare le varie caverne e baracche di guerra di cui il posto è pieno: siamo esattamente sulla linea del fronte.
Arrivo in forcella
davanti, la muraglia dei Fanes che sembra quasi fondersi con le Conturines, sotto un cielo quasi completamente BLU
dietro, Antelao, Croda da Lago e Averau, con le prime nuvolette che iniziano a farsi vedere
Tanto per stare in tema di pigrizia, il sentiero si abbasserebbe leggermente per poi risalire piú avanti: io non ho voglia di scendere - seppur di poco - per poi risalire, cosí seguo una traccia non segnata ma ben visibile che avevo notato l' anno scorso, che punta ai ghiaioni alla base delle pareti del Grande Lagazuoi
Dopo i primi metri in mezzo al macereto, arriva il flash che non ti aspetti: una piccola conca con un prato quasi all' inglese
Mi rimetto in marcia
e subito incontro i ruderi di una casermetta
Qua a occhio c' era un vero e proprio villaggio, siamo nelle immediate retrovie
Supero i ruderi, e la traccia comincia a traversare il ghiaione sotto parete
alle spalle il plateau manifesta un aspetto lunare, spettacolo
Altri ruderi
mentre davanti il grigio inizia a lasciar posto al verde, sormontato dall' acquerello delle Conturines
sono letteralmente imbambolato, soprattutto sulle muraglie che si alzano dalle ghiaie
poi, vista la tranquillità del sentiero, e la totale assenza di altra gente, viene facile perdersi e vagabondare con la mente...
relax assoluto, totale
Ad un certo punto però il vagabondaggio mentale viene interrotto da delle voci; non è però un fastidioso chiacchericcio, ma sono dei comandi e dei richiami che quasi si intonano all' ambiente: giusto sopra la mia testa, due alpinisti stanno salendo una delle tante vie al Grande Lagazuoi
Allungo il passo per togliermi dalla traiettoria di eventuali sassi, e di colpo in fondo mi compaiono Sassongher e Puez; a fare da cornice le immancabili Conturines
sono di nuovo in modalità passeggio-caxxeggio, quando sotto di me compaiono i resti di quello che doveva essere un piccolo comando
Bon, arrivo quasi alla base della guglia che avevo fotografato prima: adesso si staglia contro il cielo da sola
Qua la mia traccia si ricongiunge col sentiero 20b che sale a Forcella Grande, e subito si va in cengia
cengia che peraltro dura un niente: quasi subito infatti c' è da attraversare un canale: lo attraverso in volata prima che mi vengano strane idee, perché vedo che è pieno di resti e di sicuro di sopra ci sarà stata qualche postazione...
Fuori dal canale, tocca ad una franosa rampetta addomesticata peraltro con una serie di tronchi
per poi tornare su cengia
giro l' angolo e...
ELAMADONNA CHE COLORI
in fondo poi ha fatto la sua comparsa anche il Sella
Oi Blitz, muovi le chiappe che il Sole mangia le ore!
Ok ok va bene!
Attraverso l' ultimo tratto in costa
e comincio la breve salita verso la già visibile Forcella Grande
In breve sono su
con le Tofane che mi si parano davanti pronte a mettersi il cappuccio
In basso compare il Cadin di Lagazuoi con il casermone naturale del Gasser Depot, che sarà uno dei miei punti di transito al rientro
mentre alle spalle... una cartolina della Val Badia, con le nuvole che finalmente hanno lasciato apparire anche le Odle
Sto per imbragarmi, quando un tipo mi raggiunge e mi chiede di fargli una foto. Per ringraziarmi si offre di farne una anche a me...
Ok, let's strike a pose
Visto che il grosso del giro sarà costituito da ravanamenti incogniti, il dress-code del giorno è "hi-viz", che non si sa mai
Bon, imbragato, è ora di rimettermi in marcia: punto dritto a un rudere alla base della parete
in alto, dopo un secolo, restano ancora appese le scale usate dagli Austro-Ungarici per raggiungere le postazioni
Cominciamo!
Breve traversetto iniziale e poi su dritti, la quota sale velocemente
Altro traverso, anzi IL traverso, croce e delizia di molti ferratisti
dopodiché si torna a salire
Arriva un breve tratto in piano: qua incrocio il sentiero della splendida Cengia Veronesi, che avevo percorso un anno fa
Dopo un altro breve tratto verticale i due percorsi tornano a separarsi: la Cengia Veronesi va a sinistra, la Tomaselli prende a destra
Dopo questo breve tratto di riposo, la ferrata ricomincia a salire quasi sempre dritto per dritto, senza lasciarti fiato
giusto una cengetta per rifiatare un attimo
poi su di nuovo, sempre in tiro
Non so se renda l' idea
Su e tira, su e spingi, finalmente la cresta sommitale inizia a farsi vedere
Ancora un ultimo sforzo, e sono in cima!
Fumo la sigaretta della soddisfazione, dovrei anche fermarmi a mangiare ma, nonostante le previsioni, quelle nuvole si stanno facendo un po' troppo insistenti
per non parlare di ciò che vedo verso Pelmo e Civetta
meglio essere fuori dai ferri prima che arrivi qualcosa, anche se in cuor mio spero che le infami si fermino sulla muraglia Fanes-Tofane (già successo altre volte di avere un lato di un monte monte limpido, e l' altro lato nero)
cosí rinvio il pranzo a quando sarò in forcella ed inizio a scendere
Questa per me è la parte piú fastidiosa della ferrata, e devo dire santi guanti...
La discesa infatti è anche lei... dritto per dritto
Parte piú fastidiosa, ma probabilmente anche la piú spettacolare: l' ambiente qua è fantascientifico, mi sto calando nel Cadin di Fanes
guarda che roba
nonostante l' impertinenza delle nuvole, sopra la mia testa vedo ancora blu
intanto raggiungo un camino: affacciandomi vedo che è meno peggio del previsto, ci sono un paio di staffe ad aiutare
poi riprendo il dritto per dritto, con la forcella già in vista
raggiungo un cengione
lo supero, ultima discesa
ed eccomi alla Selletta di Fanes!
Bene, ora una persona sana di mente, appagata dall' aver fatto la "superferrata", gira a destra e prende il sentiero di rientro per Gasser Depot e Forcella Travenanzes: io giro a sinistra, per me il giro inizia qua
Giro a sinistra e quasi faccio un infarto: il Cadin di Fanes è qualcosa di M E G A G A L A T T I C O
Bello, stupendo, ma per i soldati della duplice monarchia era anche un luogo maledetto: l' avevano infatti ribattezzato col poco lusinghiero nome di Cadin della Morte, poiché in inverno scaricava continuamente valanghe, travolgendo a decine gli uomini che salivano di corvée...
Sulla mappa non ci sono indicati sentieri, neanche a puntini neri, ma non si vedono nemmeno salti di roccia, solo un bel ghiaione che scende; inoltre sapendo che in guerra ci passavano le corvées (quindi decine di persone alla volta) non dev' essere impossibile da scendere... poi se alla fine riesco ad incrociare il passaggio verso Forcella del Mortaio, bene, altrimenti andrò ad incrcociare il sentiero 17 che scende da Forcella Casale: non c' è il problema di dover beccare la cengia giusta come sulle Tofane.
Inizio la discesa per le ghiaie, ovviamente traccia libera!
a sinistra le Cime di fanes sono come le mura di un castello, dritte a piombo, stupende
alle spalle le nuvole si fanno meno insistenti, bene
Quasi subito mi trovo davanti una matassa di filo spinato... invecchiata da nuova!
La discesa è piacevole, l' ambiente è superbo
Altra matassa di filo spinato: questa addirittura ha ancora i paletto in mezzo per srotolarla
No vabbé ma in che razza di posto sono finito?
È fuori di testa.
È spettacolare
Ed è pure tutto strano: mentre la maggioranza dei cadini che ho attraversato sono piú o meno circolari, o al limite allungati, questo invece è un bananone, che quasi avvolge la Torre Fanes.
Bene, arrivo proprio dove svolta, affacciandosi alto sulla Val Travenanzes, e le Tofane sono servite
Anche qua i resti non si contano
addirittura su una cengetta c' è un ancoraggio con dei cavi a penzoloni
Mi sposto a sinistra per evitare dei salti fastidiosi
Con la Val Travenanzes bella in vista ora vorrei quasi buttarmi letteralmente giú per il ghiaione, ma il ricordo dei reticolati affioranti di un mese fa mi fa desistere...
Poco male: mi godo l' acquerello
Questo posto è qualcosa di veramente spettacolare, è un peccato che non abbiano ripristinato il sentiero come invece hanno fatto col vicino che sale a Forcella Casale...
Arrivo piú o meno alla quota di Forcella del Mortaio: inizio a riportarmi a destra, girando attorno alla base di Torre Fanes, per vedere se incrocio la traccia che la cartina indica salire da Val Travenanzes, e saluto per l' ultima volta questo cadino delle meraviglie
La traccia che sale dal fondovalle non la vedo, in compenso ne incrocio una, non segnata sulla cartina, che rimanendo in quota arriva dal canalone di Forcella Casale e punta dritta dritta a Forcella del Mortaio! TOP
E ci sono pure degli ometti, allora non sono l' unico psicolabile
La traccia corre esattamente parallela al fondovalle: da qua, mentre la Tofana di Rozes è seminascosta, le sue sorelle appaiono invece maestose, due fortezze inespugnabili, protette dal bastione della Nemesis
mentre alle spalle, in fondo, troneggia la Croda Rossa, ben incappucciata
Raggiungo l' ultima bastionata di Torre Fanes prima della forcella: dai, un paio di minuti e ci siamo!
Err come non detto, è franato tutto
Ok, mi abbasso lungo il neonato canalone, e all' altezza di alcuni ruderi incrocio il sentiero che sale dal fondovalle, quello indicato sulla cartina
neanche il tempo di imboccarlo, e subito la prima sorpresa: dietro un masso trovo 4 clip da fucile austriache!
inizio la breve salita; qua si trova di tutto: pallottole, resti di reti di contenimento, travi...
il sentiero sale regolare e piacevole, non sembra neanche abbandonato da un secolo
poco prima della forcella, una matassa di rete che se devo risistemare il giardino so dove venire a prenderla
Eccomi a Forcella del Mortaio: davanti a me si apre il verde Cadin di Lagazuoi, vigilato dalla fortezza di Gasser Depot
Inizio a scendere il canalone, ovviamente slavato dalle solite infamissime bombe d' acqua
Non sono neanche a metà che un nuovo acquerello mi ferma
Arrivo giú, dove ritrovo la traccia che traversa piacevolmente in costa
ma arriva un altro stop: questa volta tocca al Pelmo, che si erge dietro i Lastoi de Formin
C O L O S S A L E
Ad un certo punto il sentiero va a tagliare un canalone: mi accorgo di qualcuno che si muove, piú in basso
anche lui si accorge di me
Tira un fischio, uno solo, ma sufficiente a far scattare tutti come razzi
Parto anch' io (non a razzo però ) ed inizio a traversare il canalone
tra un franamento e l' altro, che faccio quasi piú dislivello qua che non in tutto il resto del giro, arrivo finalmente sul bordo del cadino
sento dei rumori: sono i ritardatari
Ora un sentiero dovrebbe deviare verso il fondo del cadino: non lo trovo, ma il pendio è tranquillo e scendo libero tra l' erba, puntando alla fine del bastione di Gasser Depot
in breve sono sul fondo, dove ritrovo la traccia
che risalgo fino a "quota villaggio"
dove due paletti col reticolato mi danno il benvenuto
Aggiro la bastionata, e mi trovo su un bel pascolo con vista su Croda da Lago, Lastoi de Formin e Pelmo: what else?
Da qua è una piacevole passegg...
...err...
...volevo dire, una piacevole ravanata giú per le Tera Rosses
incredibile, sembra di essere su un campo da tennis... formato ghiaione!
In breve comunque sono giú, e mi ricongiungo col sentiero 401
Ultime fatiche: una piacevole salita in un ambiente cosí dolce che sembra lontano kilometri da dov' ero solo un' ora fa
ed arrivo a Forcella Travenanzes, dove avverto un leggero languorino...
adesso che ci penso, dopo aver rinviato il pranzo, a Cima Fanes Sud, prima l' ho nuovamente rinviato perché il Cadin di Fanes era troppo fiko e non potevo perdere tempo mangiando, poi... me ne son proprio dimenticato
Chiamo casa: BUTTA LA PASTA!!!!!!!!
Mi lancio alla kamikaze giú per la pista da sci
arrivo in parcheggio, zompo in macchina e...
meglio non dire quanto ci ho messo dal Falzarego a Cortina