Storia di un successo fallimentare
Inviato: 08/07/2017, 19:32
Di solito non programmo con molto anticipo i miei giri montani.
Spesso decido solo il giorno prima dove andare: anche lo scorso weekend ho deciso all' ultimo. Penso di essere davvero fortunato: la lista delle cose da fare è lunga e si allunga sempre più!
Questa settimana mi preparo con un po' di anticipo (ben 5 giorni per pensarci bene!) e già al Lunedì ho più o meno deciso cosa fare.
L' idea nasce da un viaggio in auto con un Somaro al ritorno dalla somarata che mi parla di un sacco di cime, gruppi montuosi, rifugi ecc......
Insomma: el me ga' rincojonio coi nomi montani! Tant'è che comincio a pensare e a ripensare.......mi viene in mente di una certa cengia........ come casso la se ciamava? Terza del Pomagagnon? Veronesi? Prada?
Alla fine decido per la cengia Gabriella: non sono per nulla convinto che quel Somaro me ne avesse parlato ma il nome è bello, femminile e suadente, la zona non la conosco e ne posso approfittare per dare una bella ed interessata occhiata al gruppo delle Marmarole che mi sarà proprio di fronte........
Ecco, vi ho fregato! Questo poteva essere l' incipit della mia relazione di oggi........ il problema è che, informandomi, scopro che il sentiero che risale la Val Giralba è dichiaratamente chiuso per frane: magari si passa lo stesso ma non ho nessuna voglia di rischiare.
E così, quasi all' ultimo, mi ritrovo a dover cambiar meta: dove vado?
Visto che ormai ho aperto la cartina delle dolomiti di Sesto decido di lasciarla aperta e cerco di spostare l' occhio più distante possibile dal rifugio Auronzo......
Eccola! E' lei la mia cima! Ci son pure le crocette: ho deciso.........
Ma ora basta parole: è ora di partire zaino ai piedi e scarponi in spalla.
Di buon mattino arrivo al Lunelli Huttes Parkplatz e da subito si mostrano impressionanti le cime tutt' attorno.
Considerato che son le 7 e che siamo a 1600 metri il caldo è atroce. Ma non importa, a me piace farmi del male, infatti l' itinerario di oggi offrirà molta poca ombra.......
Prendo il 101 direzione rifugio Berti che sale piacevole serpentineggiando e attraversando con alcuni ponti di legno un grazioso torrente. Penso che al ritorno il torrente potrebbe servirmi per un bel pediluvio; d' altra parte non sono per nulla sicuro che tornerò di qua........
Arrivato al rifugio Berti continuo sul 101 direzione passo della Sentinella che già si intuisce lì in fondo: alto e lontano. In breve arrivo nei pressi del lago di Popera che, nonostante le sue minimali dimensioni, è carino.
Con il caldo di oggi avrei quasi voglia di tuffarmici dentro..........
Fin qui il sentiero è impossibile da sbagliare ma ora comincia la parte che risale il ghiaione: più difficile e meno evidente. In ogni caso seguendo i molti bolli rossi e tralasciando qualsiasi altra invogliante scorciatoia arrivo senza problemi su una cresta tra due ghiaioni: che figata!
Ora c' è anche un bel venticello a darmi tregua dal caldo; il problema è che ora ci si mette anche una nuvola birichina che oscura il sole e passo da molto caldo a freddo in pochi secondi........ come quando ci si fa la doccia cercando di miscelare acqua calda e fredda in giusto mix ma qualcuno in casa pensa bene che quello è il momento giusto per aprire il rubinetto alla massima potenza...........
Continuo a salire e ormai sono nei pressi dell' attacco della ferrata Zandonella ramo sud-est che potrebbe essere una possibilità per il ritorno.........
Non vedo nessun segnale e a dirla tutta neanche lo cerco perché ora il 101 passa tra piccole frane pericolose dove bisogna passare con cautela: in questo punto il sentiero è abbastanza compromesso. Salgo ancora un po' sempre seguendo i molti bolli rossi presenti e ora mi aspetterei di arrivare a un bivio del tipo: a sinistra per il passo, a destra per la ferrata ramo sud. Me ne frego della cartina e continuo a seguire i bolli: faccio bene! Infatti il bivio di cui sopra arriva anche se ad una quota più alta di quello che mi aspettassi.
Sono all' attacco della ferrata che comincio con entusiasmo. Arrivato circa ad un terzo di essa, mentre son lì che penso: "Ferrata molto verticale, ma molto appigliata e mai estrema" arrivo ad un punto che proprio non riesco a passare, senza appigli. Ci provo, ci riprovo, 'cado' da 40 centimetri ma niente.
Alla fine, spazientito e pieno di imprecazioni non dette ma pensate, mi tiro su di forza con entrambe le mani attaccate al cavo: eppure sarebbe bastato un fittone per rendere docile quel passaggio!
Verso la fine della ferrata arrivo nei pressi di una postazione di guerra che visito percorrendo anche un' aerea cengia. Peccato che all' interno di quella che doveva essere una cisterna di raccolta acqua piovana ci siano anche molte testimonianze 'post' belliche del tipo: bottigliette di plastica, brick dei succhi di frutta e lattine......... fanculo incivili. [tutta la zona visitata oggi è ricca di testimonianze belliche, gli appassionati avrebbero il loro bel daffare]
Ormai sono vicino alla vetta, cambio versante e mi dirigo verso l' evidente croce della Croda Rossa di Sesto (2936)
A pochi metri dalla croce vedo un cartello: è un' ordinanza del sindaco che decreta la chiusura del ramo sud-est della Zandonella. Peraltro sono ben visibili i cavi vecchi e arrugginiti: ordinanza a parte ci vuole tanto coraggio a scendere di lì.
In breve sono in cima e anche qui, come sul Pramaggiore, son da solo con Gesù. Questo è un Gesù crocifisso ligneo di generose dimensioni. Timoroso mi avvicino per prendere il libro di vetta dentro la cassetta metallica ma.........sorpresa! Nessun libro! In compenso c' è un rosario! Ma andate affanculo chiesaioli!
"Ah, ma tu sei FaFo! Quello che manda affanculo!".
Non ci posso credere! Gesù mi parla! "Esatto Gesù! Son proprio io. Ti invidio per la vista che puoi godere tutti i giorni; certo che così, crocifisso.........."
"Eh lo so, FaFo, ma che ci vuoi fare? C'è gente strana in giro, dicono che bisogna soffrire per forza; non ti dico a Pasqua che tragedia!"
"Sai Gesù che ho appena messo in carniere la mia quindicesima ferrata?"
"Sei molto bravo, potresti andare nelle scuole ad insegnare l' arte del ferro."
Con il sospetto che mi stia prendendo per il culo saluto il mio nuovo amico ed è ora di scegliere l' itinerario del ritorno.
Decido di scendere direzione Nord lungo un sentiero ben bollinato tra ferri, paretine e ghiaie. Qui incontro due signori che mi dicono qualcosa tipo "Ciussssss". Dopo un' attimo di smarrimento ricordo che è il saluto crucco e non uno starnuto.
Ad un primo bivio tengo la destra e al successivo (la faccio breve ma è passata più di un' ora da quando ho cominciato a scendere) una bella tabella invita a scendere sulla destra lungo un canale parzialmente attrezzato direzione Castelliere. Arrivato al pianoro verdeggiante nei pressi del bivio con il sentiero 15B posso finalmente togliere l' armamentario da ferrata. Ora seguo il sentiero direzione Passo di Monte Croce. Dopo lungo cammino sull' evidente sentiero in discesa che taglia il fianco della montagna arriva il momento di una breve risalita che porta ad un bivio con tabella: in discesa a sinistra si va al passo di Monte Croce, in salita dritti si va a 'non si sa' nel senso che nessuna delle numerose tabelle indica la direzione!
Consulto la cartina e decido di seguire il sentiero senza meta che ora sale deciso verso delle singolari postazioni belliche incassate nella roccia. Arrivato su una strada bianca tiro un sospiro di sollievo perché ora sono sicuro di aver seguito il sentiero giusto per tornare al Lunelli. Infatti in breve arrivo ad un bivio con tabelle che invita a prendere un sentiero in decisa discesa in mezzo al bosco verso il rifugio. Ad un certo punto passo di fianco ad un torrente dove volentieri mi darei una rinfrescata......se solo ci fosse acqua!
Concludo con alcune foto: ben 3! In particolar modo vogliate notare la terza.......
Lo ammetto: stavolta ho fatto una foto già sapendo che l' avrei fatta ad uso e consumo del mio report; la qual cosa la rende poco spontanea. D' altra parte, in qualche modo, dovevo trovare la scusa per finanziare l' indigestione di succo d' uva per un certo Somaro............
PS: per chi si chiedesse il perché del titolo........... è solo per prendere per il culo quel tal FaFo che ha scritto "Storia di un fallimento di successo"; ma che razza di titolo è? Vergogna!
In realtà questa è una storia di solo successo: il fallimento è cominciato tornato in pianura........a cominciare dalla FaFa: la Fottuta aFa.
PPS: consiglio rivolto ai ggiovini che devono imparare....... mettete lo zaino in spalla e gli scarponi ai piedi che io oggi, dopo tre passi, mi sono incasinato di brutto!
Spesso decido solo il giorno prima dove andare: anche lo scorso weekend ho deciso all' ultimo. Penso di essere davvero fortunato: la lista delle cose da fare è lunga e si allunga sempre più!
Questa settimana mi preparo con un po' di anticipo (ben 5 giorni per pensarci bene!) e già al Lunedì ho più o meno deciso cosa fare.
L' idea nasce da un viaggio in auto con un Somaro al ritorno dalla somarata che mi parla di un sacco di cime, gruppi montuosi, rifugi ecc......
Insomma: el me ga' rincojonio coi nomi montani! Tant'è che comincio a pensare e a ripensare.......mi viene in mente di una certa cengia........ come casso la se ciamava? Terza del Pomagagnon? Veronesi? Prada?
Alla fine decido per la cengia Gabriella: non sono per nulla convinto che quel Somaro me ne avesse parlato ma il nome è bello, femminile e suadente, la zona non la conosco e ne posso approfittare per dare una bella ed interessata occhiata al gruppo delle Marmarole che mi sarà proprio di fronte........
Ecco, vi ho fregato! Questo poteva essere l' incipit della mia relazione di oggi........ il problema è che, informandomi, scopro che il sentiero che risale la Val Giralba è dichiaratamente chiuso per frane: magari si passa lo stesso ma non ho nessuna voglia di rischiare.
E così, quasi all' ultimo, mi ritrovo a dover cambiar meta: dove vado?
Visto che ormai ho aperto la cartina delle dolomiti di Sesto decido di lasciarla aperta e cerco di spostare l' occhio più distante possibile dal rifugio Auronzo......
Eccola! E' lei la mia cima! Ci son pure le crocette: ho deciso.........
Ma ora basta parole: è ora di partire zaino ai piedi e scarponi in spalla.
Di buon mattino arrivo al Lunelli Huttes Parkplatz e da subito si mostrano impressionanti le cime tutt' attorno.
Considerato che son le 7 e che siamo a 1600 metri il caldo è atroce. Ma non importa, a me piace farmi del male, infatti l' itinerario di oggi offrirà molta poca ombra.......
Prendo il 101 direzione rifugio Berti che sale piacevole serpentineggiando e attraversando con alcuni ponti di legno un grazioso torrente. Penso che al ritorno il torrente potrebbe servirmi per un bel pediluvio; d' altra parte non sono per nulla sicuro che tornerò di qua........
Arrivato al rifugio Berti continuo sul 101 direzione passo della Sentinella che già si intuisce lì in fondo: alto e lontano. In breve arrivo nei pressi del lago di Popera che, nonostante le sue minimali dimensioni, è carino.
Con il caldo di oggi avrei quasi voglia di tuffarmici dentro..........
Fin qui il sentiero è impossibile da sbagliare ma ora comincia la parte che risale il ghiaione: più difficile e meno evidente. In ogni caso seguendo i molti bolli rossi e tralasciando qualsiasi altra invogliante scorciatoia arrivo senza problemi su una cresta tra due ghiaioni: che figata!
Ora c' è anche un bel venticello a darmi tregua dal caldo; il problema è che ora ci si mette anche una nuvola birichina che oscura il sole e passo da molto caldo a freddo in pochi secondi........ come quando ci si fa la doccia cercando di miscelare acqua calda e fredda in giusto mix ma qualcuno in casa pensa bene che quello è il momento giusto per aprire il rubinetto alla massima potenza...........
Continuo a salire e ormai sono nei pressi dell' attacco della ferrata Zandonella ramo sud-est che potrebbe essere una possibilità per il ritorno.........
Non vedo nessun segnale e a dirla tutta neanche lo cerco perché ora il 101 passa tra piccole frane pericolose dove bisogna passare con cautela: in questo punto il sentiero è abbastanza compromesso. Salgo ancora un po' sempre seguendo i molti bolli rossi presenti e ora mi aspetterei di arrivare a un bivio del tipo: a sinistra per il passo, a destra per la ferrata ramo sud. Me ne frego della cartina e continuo a seguire i bolli: faccio bene! Infatti il bivio di cui sopra arriva anche se ad una quota più alta di quello che mi aspettassi.
Sono all' attacco della ferrata che comincio con entusiasmo. Arrivato circa ad un terzo di essa, mentre son lì che penso: "Ferrata molto verticale, ma molto appigliata e mai estrema" arrivo ad un punto che proprio non riesco a passare, senza appigli. Ci provo, ci riprovo, 'cado' da 40 centimetri ma niente.
Alla fine, spazientito e pieno di imprecazioni non dette ma pensate, mi tiro su di forza con entrambe le mani attaccate al cavo: eppure sarebbe bastato un fittone per rendere docile quel passaggio!
Verso la fine della ferrata arrivo nei pressi di una postazione di guerra che visito percorrendo anche un' aerea cengia. Peccato che all' interno di quella che doveva essere una cisterna di raccolta acqua piovana ci siano anche molte testimonianze 'post' belliche del tipo: bottigliette di plastica, brick dei succhi di frutta e lattine......... fanculo incivili. [tutta la zona visitata oggi è ricca di testimonianze belliche, gli appassionati avrebbero il loro bel daffare]
Ormai sono vicino alla vetta, cambio versante e mi dirigo verso l' evidente croce della Croda Rossa di Sesto (2936)
A pochi metri dalla croce vedo un cartello: è un' ordinanza del sindaco che decreta la chiusura del ramo sud-est della Zandonella. Peraltro sono ben visibili i cavi vecchi e arrugginiti: ordinanza a parte ci vuole tanto coraggio a scendere di lì.
In breve sono in cima e anche qui, come sul Pramaggiore, son da solo con Gesù. Questo è un Gesù crocifisso ligneo di generose dimensioni. Timoroso mi avvicino per prendere il libro di vetta dentro la cassetta metallica ma.........sorpresa! Nessun libro! In compenso c' è un rosario! Ma andate affanculo chiesaioli!
"Ah, ma tu sei FaFo! Quello che manda affanculo!".
Non ci posso credere! Gesù mi parla! "Esatto Gesù! Son proprio io. Ti invidio per la vista che puoi godere tutti i giorni; certo che così, crocifisso.........."
"Eh lo so, FaFo, ma che ci vuoi fare? C'è gente strana in giro, dicono che bisogna soffrire per forza; non ti dico a Pasqua che tragedia!"
"Sai Gesù che ho appena messo in carniere la mia quindicesima ferrata?"
"Sei molto bravo, potresti andare nelle scuole ad insegnare l' arte del ferro."
Con il sospetto che mi stia prendendo per il culo saluto il mio nuovo amico ed è ora di scegliere l' itinerario del ritorno.
Decido di scendere direzione Nord lungo un sentiero ben bollinato tra ferri, paretine e ghiaie. Qui incontro due signori che mi dicono qualcosa tipo "Ciussssss". Dopo un' attimo di smarrimento ricordo che è il saluto crucco e non uno starnuto.
Ad un primo bivio tengo la destra e al successivo (la faccio breve ma è passata più di un' ora da quando ho cominciato a scendere) una bella tabella invita a scendere sulla destra lungo un canale parzialmente attrezzato direzione Castelliere. Arrivato al pianoro verdeggiante nei pressi del bivio con il sentiero 15B posso finalmente togliere l' armamentario da ferrata. Ora seguo il sentiero direzione Passo di Monte Croce. Dopo lungo cammino sull' evidente sentiero in discesa che taglia il fianco della montagna arriva il momento di una breve risalita che porta ad un bivio con tabella: in discesa a sinistra si va al passo di Monte Croce, in salita dritti si va a 'non si sa' nel senso che nessuna delle numerose tabelle indica la direzione!
Consulto la cartina e decido di seguire il sentiero senza meta che ora sale deciso verso delle singolari postazioni belliche incassate nella roccia. Arrivato su una strada bianca tiro un sospiro di sollievo perché ora sono sicuro di aver seguito il sentiero giusto per tornare al Lunelli. Infatti in breve arrivo ad un bivio con tabelle che invita a prendere un sentiero in decisa discesa in mezzo al bosco verso il rifugio. Ad un certo punto passo di fianco ad un torrente dove volentieri mi darei una rinfrescata......se solo ci fosse acqua!
Concludo con alcune foto: ben 3! In particolar modo vogliate notare la terza.......
Lo ammetto: stavolta ho fatto una foto già sapendo che l' avrei fatta ad uso e consumo del mio report; la qual cosa la rende poco spontanea. D' altra parte, in qualche modo, dovevo trovare la scusa per finanziare l' indigestione di succo d' uva per un certo Somaro............
PS: per chi si chiedesse il perché del titolo........... è solo per prendere per il culo quel tal FaFo che ha scritto "Storia di un fallimento di successo"; ma che razza di titolo è? Vergogna!
In realtà questa è una storia di solo successo: il fallimento è cominciato tornato in pianura........a cominciare dalla FaFa: la Fottuta aFa.
PPS: consiglio rivolto ai ggiovini che devono imparare....... mettete lo zaino in spalla e gli scarponi ai piedi che io oggi, dopo tre passi, mi sono incasinato di brutto!