Il primo "ONURB's tregend trekking" mi ha lasciato in eredità, tra le varie cose, un sacco di nomi di sentieri, cime, gruppi montuosi; alcuni mai sentiti altri a me già noti ma mai approfonditi.
E' così che in settimana cominciano ad accavallarsi nella mente tutti questi nomi. Quattro emergono su tutti:
-gruppo di Brenta........ ma forse è troppo lontano.........
-Pelmo: per una frazione di secondo comincio davvero a pensare di provarci......... ma ormai non è più stagione per obbiettivi così ambiziosi e ho paura di fallire per l' ennesima volta (ogni escursionista ha almeno un conto aperto e il Pelmo è il mio)........ciao Pelmo, ci si vede nel 2017!
-zona Sappada o Cadini di Misurina, opto per questi ultimi visto che ho un giro per la testa che avevo già pianificato a Settembre ma che poi non avevo avuto tempo di portare a termine.......... il meteo è buono, lo zero termico alto, la neve residua poca: ci provo!
Nel pianificare l' escursione ho una sola certezza: quando sarò per le crode, in base alle condizioni neve e ghiaccio, deciderò man mano il da farsi.
Perciò, sottolineato che una buona cartina potrebbe non bastare per non perdere il sentiero (in questa zona la segnaletica lascia più di qualche dubbio), ecco il resoconto di:
Sabato 29 Ottobre- su e giù attraversando i Cadini di Misurina
Alle 8:15 arrivo a Misurina e ad accogliermi c'è la gradevole temperatura di 5 gradi ma, soprattutto, tanta calma e serenità.
Pronti, via......succede un fattaccio: il mio unico bastoncino non ne vuole sapere di chiudersi correttamente; è la maledizione di Bruno!
Dopo molti tentativi ce la faccio ma ora sarò costretto a tenere il bastoncino sempre aperto per tutta la durata dell' escursione!
Mi avvio lungo la pista da sci (senza neve) che mi porterà al rifugio Col de Varda; più di una volta sono costretto a fermarmi per ammirare le cime tutt' attorno!
Arrivato al rifugio (chiuso) prendo il segnavia 117 sentiero Bonacossa e ora sono costretto a fermarmi per ammirare la 'ruggine' che è finalmente arrivata a colorare la vallata. In breve sono all' inizio del canale che porta a forcella Misurina dove iniziano le prime funi...............peccato che me le ritrovo a circa due metri di altezza! E' evidente l'erosione, comunque senza problemi arrivo in forcella dove mi accoglie la visione verso le tre cime. Ora scendo verso il fondo del Cadin della Neve e le difficoltà sono un pelo maggiori sempre dovute al fondo molto instabile (sarà una costante lungo tutto il percorso). Arrivato al bivio con il 118 abbandono il Bonacossa e punto alla forcella della Neve risalendo il Cadin della Neve che è a dir poco (e sottolineo poco) commovente..................
...............Quanti escursonisti lungo i tornanti del ghiaione! Ma vi siete dati appuntamento tutti qui? Comincio a salire con passo indemoniato ........ raggiungo uno che riesce a ridere e parlare allo stesso tempo ma è ora bloccato dal giasso, ciao Sergio......... poi raggiungo uno che ha un baffetto sotto il naso ma nemmeno un briciolo di puzza, non dice niente chè ha la bocca piena ed è maleducazione parlare mentre si mangia, ciao Giusna......... ora è la volta di un ragazzo dagli occhi che ridono e mi dice: "Ciao buteo!" ...........ciò moro, bueo a chi? "No, no, ho detto buteo!"..........ah ecco! ciao michelin........ avanti a tutta e scorgo un tipo che pare stronzo, lo raggiungo e capisco che ha un cuore d' oro, ciao ONURB........ ora è la volta di un tale che sembra intelligente, lo raggiungo e.......non capisco un cazzo, ciao fudos...........subito dopo sorpasso un rude escursionista che riesce a far filosofia anche sparando cazzate: "Posso offirti del vino?" ......veramente io non bevo....."Peccato! D'altra parte c'è sempre un lato positivo: il tuo vino lo berrò io!", ciao SHERPA......... manca poco alla forcella e all' ultimo metro raggiungo e sorpasso un tipo che subito mi chiede se sono in difficoltà e ho bisogno di aiuto..........oggi no! Ma c'è giusto all' inizio del catino Sergio bloccato dal ghiaccio........"Scendo subito ad aiutarlo!"....... ormai sei arrivato in forcella!........non mi lascia il tempo di replicare che ha già cominciato a scendere,ciao Alver
Mi ridesto e sono arrivato a forcella della Neve, fisicamente da solo ma con la mente accompagnato...........
Tira forte il vento e, nonostante ci sia il sole, sento freddo ma basta scendere pochi metri e cambia tutto: ora ho caldo! (altra costante lungo tutto il percorso)
Con le Marmarole di fronte scendo lungo il canale che mi porta ad un bivio di sentieri, ora prendo il sentiero Durissini in direzione forcella Verzi.(il sentiero è il 112 e qui c'è anche la possibilità di prenderlo in direzione forcella Cristina e forcella Sabbiosa, cioè la parte est)
Cercando di non perdere i segnavia e con l'aiuto di alcuni cavi e scalette arrivo a forcella Verzi e subito dopo a Forcella del Nevaio a quota 2620 punto più alto dell' intera escursione. Ora è tempo di mangiare il meritato panino che gusto insieme alle spettacolari visioni verso le crode.
Problema: fino a qui la neve era quasi assente, ora in direzione Cadin del Nevaio vedo parecchia neve e un magnifico ed inquietante ghiacciaio!
Calzo i ramponcini e, con molta attenzione, sfruttando anche alcune funi metalliche riesco a raggiungere il fondo del catino.
Qui, più ancora che in altre parti, si va a naso visto che in breve i segnavia spariscono e visto che ormai ho calzato i ramponi approffitto di tutta la neve disponibile che più scendo di quota e più è morbida.
Arrivo finalmente presso il rifugio Fonda Savio, incontro qui i primi escursionisti da questa mattina, visto che sono leggermente infreddolito mi farebbe piacere trovare riparo nel bivacco invernale.......dopo due giri completi attorno al rifugio concludo che il bivacco invernale non esiste!
Poco male, nel frattempo il sole ha cominciato a scaldarmi e mi siedo su una roccia a rimirar il panorama e a mangiare il secondo meritato panino: subito arrivano i Giusna montis a pretendere la loro razione!
Dopo la meritata sosta è ora di decidere il da farsi: visto che non mi sento stanco decido di proseguire verso il rifugio Auronzo riprendendo ora il sentiero Bonacossa che avevo abbandonato stamattina.
E mentro scendo trotterellando in direzione forcella di Rimbianco avviene un fatto notevole che mi fa capire come l' esperienza in montagna non sia mai troppa: nonostante non ci sia traccia di neve e nonostante la temperatura sia abbastanza gradevole per poco non rischio di scivolare su una lastra di ghiaccio vivo!
Invito i geologi ad andare a studiare il microclima di quei 100 cm quadrati di roccia visto che dev' essere un prodigio naturale!
Oggi la gamba va che è una meraviglia, come nelle occasioni migliori, e questa parte di sentiero Bonacossa è meraviglioso: alterna crestine a cengie a brevi risalti rocciosi il tutto condito da inebrianti visioni verso le vallate e le montagne intorno con le tre cime sempre in primo piano.
Le difficoltà tecniche sono contenute ma non va affatto preso sottogamba soprattutto in un tratto dove funi e scalette aiutano a risalire delle rocce molto bagnate (e oggi erano molto bagnate va da sè che con temperature più rigide............)
Sono ormai in vista del rifugio Auronzo e il sentiero risale il monte Campedelle. Questo monte presenta singolari formazioni piramidali di due tipi:
1)piramidi di roccia a mò di omini segnavia,
2)piramidi di boasse!
Poco prima di raggiungere il rifugio taglio verso la strada asfaltata. Ora non resta che tornare all' auto. Alterno tratti di sentiero 101 (almeno credo) a tratti di strada asfaltata per raggiungere prima il lago di Antorno (che a dir il vero è bruttino ma basta cercare il riflesso delle montagne e.....meraviglia) e poi Misurina.
La via del ritorno potrebbe risultare lunga e noiosa nonostante non manchino i motivi di interesse paesaggistico.
Io per oggi sfrutto al meglio la via di rientro e ne approfitto per portarmi avanti con il 'lavoro'.
Comincio a pensare a cosa scrivere sul forum, a come impostare il racconto della mia gita.
Si perché, tuttosommato, per scrivere la cronaca del mio giro ci metterò più un' ora: per questo parlo di 'lavoro'.
Però anche stavolta mi va di raccontare e non certo perché voglio sentirmi dire bravo, bensi perché un' altra echeggiante memoria del Carega mi riempie la mente...........se c'è anche solo uno che merita è giusto non penalizzarlo per colpa di chi non merita.......
Concludo con alcune considerazioni:
-questo trekking è stato per me uno dei più belli ed emozionanti,
-per chi non lo sapesse, il Giusna montis è il nome scientifico del gracchio alpino,
-non ero mai stato in questa zona: ora mi 'tocca' tornarci: ho da fare la seconda parte del Durissini, la parte centrale del Bonacossa e,perchè no, la ferrata Merlone che sarà anche insulsa ma, ad occhio e croce, ti permette di arrivare in un luogo magico,
-ragazzo/a buteo/a meritante: ho scritto per te; del mio racconto fanne buon uso.........