SCHIARA.
Montagna Regina dei Bellunesi, tappa conclusiva dell' Altavia delle Dolomiti n.1, e paradiso in terra per gli appassionati di ferrate con ben 5 itinerari attrezzati di diversa lunghezza e difficoltà, concatenabili a fantasia creando dei giri ad anello grandiosi
Il modo migliore per omaggiarla era costruire un trittico, tre stupendi itinerari piú o meno ad anello, da percorrere con calma nel tempo, unendo tra loro le varie ferrate e dormendo nei 3 bivacchi presenti in quota.
Avevo cominciato nel 2014, partendo da Case Bortot e percorrendo le ferrate "Piero Rossi" e "Marino Guardiano", dormendo al Bivacco Bocco-Zago e salendo alla cima del vicino Pelf ( viewtopic.php?f=2&t=1413 )
poi l' anno scorso ho fatto la mega scammellata da Pinei, in Val Cordevole, salendo lungo la Val Vescovà e il Van de la S'ciàra, dormendo al Bivacco Dalla Bernardina e salendo alla cima con la ferrata "Antonio Berti" ( viewtopic.php?f=2&t=1733 )
adesso è il momento di completare il trittico, partendo dall' altopiano di Cajada, sopra Longarone, percorrendo poi le ferrate "Zacchi" e "Sperti" e dormendo al Bivacco Sperti.
Per come ho organizzato il giro (il mio consiglio per goderlo appieno è di spezzare dormendo al Dalla Bernardina) devo avere il massimo possibile di ore di luce, in modo da non rischiare di trovarmi col buio in ferrata (cosa che invece poi accadrà ) senza necessariamente dover partire da casa coi pipistrelli; ormai siamo alla fine della finestra temporale di fattibilità, quando finalmente riesco ad avere previsioni meteo stabili per due giorni di fila: SI VA.
Bon, tutto pronto, sabato mattina presto parto in direzione Longarone, o meglio Faè, da dove prendo la strada per l' altopiano di Cajada.
Parcheggio al bivio di Pra de Cavàl, tiro su tutto e via in marcia lungo il sentiero 505 per il Rifugio 7º Alpini
il sentiero inizialmente segue una comoda strada forestale, che permette di scaldarsi con calma
dopo una mezzoretta però diventa traccia ed inizia ad aumentare la pendenza
primo sprazzo di cielo: arrivo ai ruderi di Casera Càneva (restano solo le basi di due muretti) dove il pascolo, rimboschito, è circondato dalla muraglia delle Crode di Càneva
ignoro il bivio col sentiero 527 per Forcella Col Torond e mi riinfilo nel bosco
passo anche il bivio per Forcella Tanzon
ed in breve il sentiero, aggirando le Crode di Càneva, mi deposita bello bello sul canale che scende da Forcella Càneva: inizialmente la vegetazione non permette di capire molto, lascia giusto intravvedere il Sass del Mel
la vegetazione si dirada, adesso si vedono bene il Sass del Mel e la Cima Tanzón, con Forcella Càneva nel mezzo, e tu inizi a porti delle domande
mi distraggo un attimo con questa curiosa forcella sulle Crode di Càneva
ma subito il sentiero mi riporta alla realtà: prima accosta alle pareti del Sass del Mel
poi inizia a sbudellare pesantemente
e quando dico pesantemente, bhe sapete cosa intendo
fortunatamente lo sbudellamento è intenso ma non eccessivamente lungo, ed in meno di quanto immaginassi ne sono fuori, ormai in vista dell' agognata Forcella Càneva, la prima di una lunga serie
grande è la sorpresa nel trovarla interamente verde, a contrastare con lo sbudellamento fino a pochi metri piú sotto
Quando mi affaccio credo di essere alle porte del Paradiso: dopo il bordello a salire, guarda che meravigliosa conca che si apre davanti, sembra un altro pianeta
È lo spettacolo che mi sono perso due anni fa scendendo dal Pelf in mezzo al nebbione, adesso me lo godo con gli interessi
inizio a scendere, e raggiungo l' incrocio col sentiero 511 che scende dalla cima del Pelf
mi immergo in questa conca delle meraviglie, puntando alle Pale della Mola
adesso è una piacevolissima traversata su pascoli, ai piedi della Croda Lussato e della Croda del 7º Alpini (i Bellunesi sono parecchio affezionati a questo glorioso Reggimento, visto che ai tempi della naja quasi tutti son passati di là)
ormai sono in vista della Forcella Pis Pilón, oltre cui iniziano a far capolino le Pale del Balcón
supero il bivio da cui 2 anni fa avevo seguito il sentiero 511, che ora si separa scendendo in Val de la Medassa verso il Ponte del Mariano
bellissima questa conca, con Belluno in fondo sovrastata dalle Prealpi
arrivo in forcella, e mi appaiono la cima della Schiara e la Gusela del Vescovà, il mitico ago di pietra visibile ad occhio nudo anche dal centro di Belluno
giù in basso è visibile anche il rifugio, ormai manca poco!
inizio a scendee....
boia se è ripido
aaaa bon bon
tra Forcella Càneva e Forcella Pis Pilón il sentiero e l' ambiente sono di una dolcezza incredibile, in compenso "fuori" dalle due forcelle è un ravano peggio dell' altro
tra uno sbudellamento e l' altro mi godo il panorama "incorniciato", la forcella che si vede bene a sinistra dovrebbe essere Forcella Oderz, la porta della famigerata Val de Piero
esco dallo sbudellamento, il sentiero taglia a destra e si da una calmata
ok, ci sono ancora due brevi tratti dove usare le mani e con un po' di cavo per aiutarsi, ma niente di trascendentale
L' ultimo "sussulto" ce l' ha attraversando il canalone che scende da Forcella Marmol
poi diventa tranquillo sentierino da passeggio
fino ad arrivare al Rifugio 7° Alpini, dove trovo parecchio movimento: oltre agli escursionisti "local", stanno arrivando vari gruppetti che stanno finendo l' Altavia, tutti stranieri a parte una coppia di ragazzi veneti.
Qua, come due anni fa, mi sfondo letteralmente di cibo
Di primo prendo un minestrone, che liquidi e sali non fanno mai male, poi di secondo faccio sagra: il piatto del rifugio, ovvero pastín, formaggio alla piastra, polenta e funghi...
Il risultato è che poi mi stendo su una panca a pennichellare
Finito il riposino mi faccio il solito rituale di caffè, grappa e sigaretta, mi faccio preparare un panino per la cena in bivacco, e raccolgo informazioni sul percorso, in particolare sulla tempistica, visto che in rete, soprattutto sulla ferrata Sperti, non si trovano moltissime informazioni e spesso sono contrastanti.
Mi metto in marcia lungo il sentiero 503, che fino al primo tratto di ferrata ha il percorso in comune con il sentiero 514 - ferrata Rossi - che avevo percorso 2 anni fa
il sentiero sale puntando alle grandiose muraglie della Schiara
lasciando alle spalle la valle dell' Ardo
Arrivo nei pressi del misterioso Portón, secondo una leggenda antico accesso di una galleria che collegava Belluno ad Agordo utilizzata da una banda di predoni, richiusosi poi alle loro spalle per punirli delle loro malefatte
da qua sono in breve all' attacco della ferrata dedicata al Colonnello Luigi Zacchi, ufficiale degli Alpini nelle due guerre mondiali e fortissimo alpinista
casco, imbrago, ferramenta, e si comincia!
Questa parte già la conosco: dentro per il camino
cengetta
altro tratto verticale
e accade l' imprevisto!
vedo arrivare due figure, una è il nostro Koyamagnagatti!
Lo guardo, gli faccio una battuta, lui non capisce e mi guarda come fossi un alieno...
Tolgo gli occhiali, lo guardo, scoppiamo a ridere
O, dite a me che sono squilibrato? questo è partito alle 3 da Vicenza (se partivo io ad un orario del genere, manco a Forcella Caneva arrivavo! ) e si è scammellato 2000 metri di dislivello su 3 ferrate in un giorno
e dopo el matto son mi
ci salutiamo, e riparto verso il bivio dove le due ferrate si separano
Due anni fa avevo preso a destra, adesso invece vado a sinistra
alzo lo sguardo, e mi trovo davanti queste muraglie imponenti
La ferrata è impegnativa, ma a mio avviso non cosí difficile come descritta da molti, anche se presenta una bella serie di passaggi verticali
sempre alternati a dei piacevoli tratti di sentiero, perfetti per riprendere fiato...
...e godersi il panorama
Dall' altra parte della conca, intanto, una nuvoletta sembra voler calare sul Bivacco Bocco-Zago, strano, mai trovata nebbia qua
altra caratteristica fondamentale di questo bellissimo percorso sono le cenge, che si trovano in continuazione regalando visioni aeree
ma pur essendo un amante sfegatato delle cenge, quando sono sulla Schiara le mie visioni preferite sono queste bastionate
bon, dopo una successione salita - cengia - salita arriva un tratto di sentiero dall' aspetto bello selvaggio
seguito poi dall' immancabile salita
continuo a salire imperterrito, e intanto le nuvole si fanno piú insistenti... non me ne preoccupo piú di tanto perché erano previste, speriamo che come da previsione vadano anche fuori dalle palle...
un breve sguardo verso le Pale del Balcon mi fa vedere per la prima volta il puntino rosso del Bivacco Sperti, chissà se riuscirò ad andarci a dormire...
ad un certo punto il sentiero diventa sospettosamente piano
vuoi vedere che...
...si, sono sulla mitica Cengia Zacchi, la parte finale della ferrata!
so già cosa mi aspetterà una volta girato l' angolo...
mi tengo a stento...
giro quasi con timore...
ECCOLA
stupenda, e resa ancora piú affascinante dal controluce, mi compare davanti la Gusela del Vescovà
Ci siamo, percorro gli ultimi metri
ed arrivo al Bivacco Dalla Bernardina, dove avevo dormito l' anno scorso
Riposo qualche minuto, mangio una barretta, e comincio a ragionare sul da farsi...
Ormai è tardo pomeriggio, ma in base alle informazioni ricevute al rifugio, se sono precise come quelle sulla Zacchi, dovrei farcela tranquillamente ad arrivare al Bivacco Sperti prima del tramonto, anzi dovrei avere anche mezzora di margine... ANDIAMO
Mi rimetto quindi in marcia
scendo alla Forcella della Gusela con un facile tratto attrezzato
e prendo il sentiero 504 "Ferrata Gianangelo Sperti" (occhio, bivio non segnalato), che inizia traversando il grandioso Van de la S'ciara
grandioso
in fondo si affaccia a salutarmi il Pelmo
mentre attraverso perdo la traccia per la prima volta: il percorso infatti è segnato malissimo, i bolli sono vecchissimi e a volte sbiaditi, a volte quasi cancellati, aggiungiamo che sono in controsole ed il gioco è fatto...
anche se le varie tracce portano in confusione, bisogna stare praticamente attaccati alla parete fino a trovare questo canalino che sale, senza attrezzature
e porta ai piedi del Nasón
quando ti giri cadi in ginocchio: la Gusela e la massiccia cima della Schiara, spettacolari
bon, via in marcia, puntando alle Pale del Balcón
il sentiero manifesta subito la sua natura: un lunghissimo susseguirsi di canali attrezzati
e di cenge, spaziale
e la svolta di ogni cengia regala una sorpresa
effetti speciali
arrivo alle spalle del Nasón, e adesso capisco perché si chiama cosí
mi piace questa brulleria
dopo la brulleria vado a traversare su questa bella bancata... e poi?
poi mi godo il panorama...
prima del solito canalino
L' ambiente della Schiara è qualcosa di grandioso, quello delle Pale del Balcón, il suo versante probabilmente meno conosciuto, lo è ancora di piú
spettacolo puro, adesso spunta anche il Burèl
giú per il canalino
e all' improvviso le rocce iniziano ad arrossarsi
errr... guardo l' ora... azz, mezzora al tramonto mi sa che i tempi dati dal rifugio erano un po' di fantasia...
ormai siamo in ballo, quindi balliamo: è inutile farsi pippe mentali sul per chi per cosa per come, tra l' altro ho anche cappellato traccia di nuovo (al rifugio poi mi diranno che sono 5 anni che sollecitano il CAI a risegnare il percorso visto che si incasinano quasi tutti
Manteniamo la concentrazione, cerchiamo di muoverci e... godiamoci l' ambiente l' enrosadira che sta per arrivare
mentre scendo l' ennesimo canalino, incontro il sole che si sta inesorabilmente abbassando
mentre abbassando lo sguardo ho in bella vista le Pale Magre
raggiungo un' ennesima forcelletta, e quando mi affaccio SBADADAM! sono in piena enrosadira
mi affaccio intimidito, ho davanti lo spettacolare Van del Burèl, quella cima della Schiara caratterizzata dallo spigolo infinito, sogno proibito di fior di alpinisti
intanto il Sole si abbassa salutandomi definitivamente
raggiungo la Forcella Sperti, ed inizio a scendere il canalone attrezzato
mentre davanti è il delirio
fa impressione scendere con questi colori
e fa impressione pure sto budello
pazzesco
raggiungo un bel tratto di cengia
mentre il panorama ormai si fa decisamente serale
la gente ormai è a cena, molti hanno anche finito, io invece sono qua che giro come un pirla in ferrata con la frontale, una di quelle cosette che porti sempre con te sperando di non doverle mai usare, ma che quella volta che capita fa moooolto comodo
arrivo finalmente al Bivacco Sperti, che per tutta l' ultima mezzora vedevo come un miraggio che non arrivava mai...
Sono da solo, e stanchissimo, alla luce della frontale mi siedo a fumare una sigaretta, poi butto giú zaino e imbrago e mangio il panino che avevo portato per cena.
Mi rilasso cazzeggiando su facebook (incredibilmente prende la rete), poi prendo sonno, come un pero.
Domenica la sveglia suona prestissimo, giusto in tempo per l' alba
finalmente posso vedere cosa c' è intorno al bivacco, e l' imponenza delle Pale del Balcón è spettacolare
mi preparo, mi imbrago, e saluto il bivacco rimettendomi in marcia
la ferrata inizia subito a sbudellare giú dritta
quando non è un canale è una paretina
e quando non è una paretina è una cengetta
simpatico vero?
arrivo all' ultimo sbudellino
oltre il quale trovo la targa del percorso (ne mettessero una anche all' attacco a molte, semplificherebbero la vita a molte persone...)
da qua il sentiero prende a scendere tra i mughi
incontra alcuni ruscelli
dove ne approfitto per darmi una rinfrescata
il Rifugio 7º Alpini ormai è in vista
raggiungo il bivio col sentiero 502 per Forcella Oderz e La Stanga, in Val Cordevole (lungo la Val de Piero, casa delle zecche ) ormai ci siamo
supero l' ultimo ruscello
e arrivo finalmente al rifugio, dove faccio una colazione piú che completa: ho una fame che mi mangerei anche i muri
È ora di rimettersi in marcia, ma attacco bottone anche coi tavoli e le panche: mi viene male al pensiero di riisalire le due forcelle
Mi faccio coraggio, e prendo il sentiero 505 con cui ieri ero arrivato
sulla prima parte, relativamente soft, me la cavo discretamente
anche perché le maestose visioni aiutano
ma poi si arriva al dunque
e qua le gambe entrano in sciopero
il sentiero comunque è meno peggio di come mi fosse sembrato ieri, sarà che ormai psicologicamente sono rassegnato a tutto...
un ultimo sforzo, saluto per l' ultima volta la Gusela
e finalmente arrivo a Forcella Pis Pilón
quando mi affaccio lo scenario cambia completamente, mi accolgono verdi pascoli rilassanti
rilassanti come il sentiero che mi porterà a Forcella Càneva, alla destra del Sasso del Mel
questo tratto è una benedizione, perché seppur breve mi permette di sciogliere un po' le gambe
e di godermi il panorama verso Belluno e le Prealpi
sono in dirittura d' arrivo al bivio per il Pelf, ai piedi della forcella
un ultimo sforzo, ed eccomi a Forcella Càneva
riposo qualche minuto, poi mi riavvio lungo lo sbudellamento salito ieri
giú dentro
anche questo mi pare meno difficile di ieri, boh
fattosta che abbastanza in breve mi ritrovo dove il sentiero si calma
adesso si, posso rilassarmi definitivamente
entro nel bosco
supero la radura dove sorgeva Casera Càneva
e via verso la macchina.
Arrivo che sono stanco morto, quasi non mi reggo in piedi, probabilmente ho voluto strafare, però la soddisfazione è la stratosfera.
Adesso non mi resta che andare a casa a cambiarmi, doccia & riposino, e poi via a fare aperitivo in spiaggia