Non tutti sanno che sopra Belluno, a due passi dalla pianura, c'è un posto meraviglioso che è anche un paradiso per i ferratisti: il gruppo della Schiara.
Il posto è fotonico di suo, aggiungiamo poi il fatto che ci sono ben 5 ferrate tutte concatenabili tra loro... e non parliamo di ferrate "da scimmie" fatte per salire con passaggi assurdi e poi ridiscendere, giusto per dire "ho fatto la ferrata XYZ", si tratta di ferrate Dolomitiche, impegnative, e che permettono giri di ampio respiro in ambiente grandioso e con panorami da cinema.
Normalmente il giro "classico" prevede il concatenamento ad anello di 3 di queste (Zacchi, Berti, Rossi): come liquidare una montagna in una uscita; io invece ho deciso di costruirmi un trittico, tre uscite con cui esplorare i vari angoli di questo meraviglioso gruppo "dietro casa".
E veniamo cosí alla prima di queste tre uscite, che riesco a mettere in cantiere per martedí 23 e mercoledí 24 settembre.
Il giro non è estremamente lungo e potrei partire da casa con comodo, ma decido di partire comunque presto per farmelo con tutta calma in completo relax: per una volta non ho l' ansia del rischio pioggia/temporali
Arrivo cosí a Case Bortot, piccola frazione di Belluno dove parcheggio e mi avvio lungo il sentiero 501, direzione Rifugio VII Alpini
L' avvio è perfetto per scaldarsi: comodo, nel bosco, in leggera discesa, e quando si apre regala splendide vedute sulla meraviglia della Schiara con la Gusèla del Vescovà il simbolo di questa montagna, visibile a occhio nudo anche dalla città di Belluno
arrivo cosí al Ponte del Mariano
anche senza Gusèla, le visioni che regala sono sempre grandiose
subito dopo il ponte c'è il bivio col sentiero 507 per Casera Palàza, la cui parte finale percorrerò domani in discesa: io resto sul 501
il riscaldamento è finito: adesso si inizia a salire, ma le superbe visioni della Schiara e la splendida sequenza di cascatelle e pozze dell' Ardo alleviano la fatica
riattraverso l' Ardo, e comincia il Calvario, cosí chiamato perché risale tutto esposto al sole
fortunatamente sono costantemente accompagnato da queste superbe visioni
mentre l' Ardo si scatena in un tripudio di cascate e scivoli d' acqua
finiti i tornanti abbandono il torrente e rientro nel bosco
e raggiungo finalmente il Rifugio VII Alpini, gestito da dei ragazzi simpaticissimi e da cui si gode di un bellissimo panorama
Dicevo che volevo farmi il giro in completo relax: bene, mi faccio una signora mangiata e, dopo i rituali caffè e grappino, mi sparo una signora pennichella al sole
aaaaaaaah che ben, ma proprio AAAAAAAAAAAAAH CHE BEN
Arriva il momento di ripartire, saluto i ragazzi del rifugio e mi avvio verso il sentiero 514 con ben in vista il Porton, dove cominciano le due ferrate: la Ferrata Màrmol infatti, da qualche anno ribattezzata Ferrata Piero Rossi in omaggio all' ideatore dell' Altavia delle Dolomiti n.1, ha l' avvicinamento e il primo tratto in comune con la Ferrata Zacchi.
LEI intanto è sempre vigile a sorvegliare
il sentiero inizia subito a salire tra i prati e qualche albero
sotto queste incombenti muraglie
e... niente, c'è poco da fare, la Gusèla mi attrae magneticamente, non riesco a fare a meno di guardarla e fotografarla
alle spalle il panorama si apre verso la valle dell' Ardo e Belluno
a destra invece lo sguardo tocca Forcella Pis Pilón e, più lontano, il Serva
una cosa mi cruccia, non ho ancora incontrato neve e in quest' annata folle, un giro senza vedere neve non si può
ah eccola, qua di fianco al sentiero
Tra una foto e l' altra arrivo al Portón, un vero e proprio "portone" nella roccia che però a me sembra più la bocca di un orco... vabbé avrò battuto la testa da piccolo
qua trovo un gruppetto di ragazzi, un padovano e due vicentini, che andranno a dormire al Bivacco Dalla Bernardina salendo per la Ferrata Zacchi, per poi fare la Berti l' indomani e scendere per il Marmol. Scambio due chiacchere con loro, mi imbrago e via verso l' attacco!
subito dopo un breve tratto di divertente arrampicata, mi vado ad infilare su per un budello che risalgo con una serie di scalette
per poi sbucare su una bella cengia con bella vista sul sottostante nevaio... aaaah cenge mon amour
altro round di scalette
ed inzio a provare quella sensazione... come spiegarla... quella sensazione di soggezione mista ad eccitazione davanti a queste muraglie che incombono sopra di te, e resteresti la imbambolato per ore...
Mi scollo (solo per il momento ) dalle muraglie e mi infilo in questo canalino: abbiamo capito che l' inizio tra budelli e canalini è tutta na sagra
ne vengo fuori aspettandomi di ritrovare il muraglione, invece trovo questa sorpresa, esticaxx ma da dove salta fuori???
no vabbé ditelo però... devo farla o non devo farla sta benedetta ferrata? perché qua è da restare altro che ore, giorni!!!!
ecco, nel frattempo è ricomparsa anche la mia amica muraglia apposto siamo, chi si scolla più da qua?
a malincuore, ma partir si deve, adesso le attrezzature si interrompono e si segue un facile e panoramico sentierino
sempre al cospetto di queste meraviglie
fino ad arrivare al bivio dove le due ferrate si separano: a sinistra la Zacchi, che percorreranno i ragazzi, a destra la Piero Rossi che percorrerò io
dicevo cenge mon amour, e cosí sia: adesso seguo una bella cengia che aggira andandosi ad infilare in un bel canale (bello... oddio, per i miei gusti si, per altri non saprei )
adesso sono esattamente sotto le muraglie, che mettono sempre più soggezione
la cengia si interrompe e mi calo sul fondo del budello
e vado ad imboccare la sua dirimpettaia
dall' altro lato i ragazzi sono alle prese con la Zacchi
finita la passeggiata su cengia, si ricomincia a salire
e io continuo a sbavare in questo ambiente fotonico
mi giro a guardare la cengia che ho percorso prima
e proseguo sulla mia: questa ferrata infatti alterna tratti di arrampicata a panoramiche cenge o piacevoli tratti di sentiero
vado verso un altro canalone da aggirare, anche qua, manco a dirlo, pareti immense incombono
via, ancora salita e scalette
e muraglie da sballo
intanto le prime nuvolette della giornata fanno capolino: è stato caldo, e tutta l' umidità della pioggia venuta giù per 4 mesi inizia a salire
provo a dare un' occhiata giù...
meglio guardare su va...
comincio l' aggiramento, e ovunque guardi è una vertigine di eccitazione: sia in basso
che in alto
nel frattempo spunta questo bizzarro pinnacolo
supero il "kulo" del vallone
e riprendo a salire
bello verticale
e raggiungo un breve tratto di sentiero dove incrocio un gruppo di ragazzi tedeschi che stanno concludendo l' Altavia
sono sul tratto più impegnativo della ferrata, che adesso sale bella verticale
nel frattempo le nuvole si son fatte più pressanti
fino a chiudere tutto
altro breve tratto di sentiero
e raggiungo l' ultima salita attrezzata
bene, il grosso è fatto, adesso imbocco un sentierino nella nebbia
che mi porta in breve al Bivacco Bocco - Zago, dove passerò la notte
il bivacco è stato sostituito 2 anni fa, e all' interno è ancora bello ordinato, con le coperte colorate nelle loro custodie (speriamo che duri!)
al tramonto, sulla Schiara le nuvole vanno e vengono, scendono e salgono
e mi concedono una sottile enrosadira
io mi mangio il mio panino (questa volta sono da solo, niente grigliata) e mi preparo per la notte... fuori fa un freddo della malora (siamo prossimi allo ZERO) ma dentro si sta abbastanza bene, butto su due coperte e ciao
Durante la notte, tanto per cambiare, mi sveglio per fare un bisognino... a parte che se non sto attento finisco giù per il monte (il bivacco è quasi circondato da burroni ) alzo lo sguardo, e vedo milioni, miliardi di stelle... siamo in fase di luna nuova: il nostro satellite ci mostra il lato oscuro e lascia spazio alle stelle per dare spettacolo... purtroppo con la compattina non riesco a far foto, ma è una cosa incredibile, si vede tutta la via lattea, le costellazioni quasi non si distinguono dal putiferio di setelle che hanno in mezzo, e mi becco pure 4 stelle cadenti, manco fosse il 10 di agosto!!!!
Torno a letto contento, anche perché con una stellata del genere domani dovrebbe essere un' altra giornata da urlo...
Bene, suona la sveglia, puntata per vedere l' enrosadira, ma le nuvole me la lasciano solo intravvedere
sconsolato rientro in bivacco a preparare lo zaino, quando vengo colpito da un bagliore... torno fuori e SBAM! guarda che roba
ai miei piedi un mare di nuvole
Bene, con l' umore raddrizzato da questa magia torno a preparare lo zaino e mi imbrago subito, si perché appena metti piede fuori dal bivacco, che ancora non sai come ti chiami e che cavolo ci fai la, cominci subito a salire, cosí di botto
ma ci pensa poco dopo un breve tratto di comodo sentiero a permetterti di rimettere in ordine le idee
intanto le nuvole si infrangono sulle pareti come onde del mare sugli scogli
riprendo a salire...
... e la Schiara schiarisce
le attrezzature si interrompono di nuovo, c' è un altro tratto di sentiero, che aggira il lembo orientale della Schiara, volto l' angolo e...
e...
e...
ELLLAMADDONNA
mi si spalanca davanti un oceano di nuvole, con Sorapíss e Antelào sullo sfondo a dominare imperiosi, ergendosi come colossali isole
e alla destra dell' Antelào le meravigliose Marmaròle
accompagnato da queste grandiose visioni raggiungo e supero il bivio per la cima della Schiara
e alle magiche visioni si aggiungono anche Pelmo e Tofane
semplicemente DA URLO
dopo essere andato via di testa con queste visioni torno coi piedi per terra e ricomincio a camminare, e ricominciano anche le attrezzature
questo passaggio sarebbe banale, peccato che ci sia il ghiaccio a creare qualche insidia, quindi moschettoni agganciati e OCCHIO
un ultimo tratto attrezzato mi porta alla forcella e alla targa di attacco per chi arriva dal Rifugio Pian de Fontana lungo l' Altavia
bon, arrivo alla forcella e via da una ferrata, sotto con un' altra attacco subito la Ferrata Marino Guardiano che porta alla cima del Pèlf
via, si ricomincia a salire
adesso tocca alla Talvéna pararmisi ergersi dal mare
su dritto
e compare anche LEI, la regina
continuo a salire, la prima parte è tutta cosí bella verticale
ma con l' insidia del ghiaccio sempre presente
e fanno la loro comparsa anche le splendide Dolomiti d' Oltrepiave
il percorso si calma per un po', diventando comodo sentiero
concedendomi di guardare la Schiara e le nuvole sopra la Val Vescovà
dietro cui spuntano anche le Pale
e finalmente si fa vedere il Sole!
proseguo verso queste bizzarre formazioni
che poi risalgo
alle mie spalle la Schiara con la maestosa parete del Burèl
raggiungo una ventosissima forcelletta, da cui ho questa visione verso la ValBelluna
e più in basso riesco a scorgere il rosso bivacco dove ho passato la notte
ricomincio a salire in verticale, col sole sparato in faccia: aaaah che ben
aggiro con una breve cengia attrezzata
e finalmente mi compare la cima del Pelf, là a sinistra
dopo un' altra salita verticale tocca ad una ventosissima passeggiata su cresta
da cui la vista domina su Schiara e Burèl
e arrivo cosí al' ultimo tratto attrezzato
che mi porta ad attraversare questa bella e ghiaiosa forcella
ormai manca poco, la cima con la sua croce è là davanti
passo un' ultima forcella
e arrivo alle roccette finali
che mi portano in vetta
il panorama, manco a dirlo, è qualcosa di pazzesco
I'M OVER THE TOP
il posto è qualcosa di pazzesco, con sti panorami sarebbe da rimanere giorni, ma il vento fottutamente forte mi fa decidere di ripartire subito, prendendo il lunghissimo sentiero 511, che altro non è che la normale
subito incontro delle roccette, facili in salita, ma in discesa bisogna prestare molta attenzione, soprattutto a non sbagliare lato col rischio di finire giù per il vallone
arrivo all' insellatura, mi volto e... err... ma sono sceso da quella roba la???
bon bon, meglio non pensarci troppo e andare avanti... si andare avanti... adesso il sentiero diventa relativamente tranquillo, ma entra nella nebbia: finisce cosí il mio meraviglioso viaggio sopra le nuvole
mi consolo con le stelle alpine: ce ne sono cosí tante da dover stare attento a non calpestarle
arriva anche l' incontro inaspettato con una salamandra
adesso il sentiero si butta su un prato: nonostante le segnalazioni ridottissime e sbiaditissime (a volte "virgole" di 2 cm) la traccia è abbastanza evidente, a parte quando finisce su tratti franati o con l' erba alta che, con la nebbia, fanno perdere moltissimo tempo per capire dove cavolo andare: qualche bollo rosso in più in questi casi non farebbe male
in qualche modo comunque riesco ad arrivare ai piedi del Sass del Mel
le nebbie iniziano a diradarsi, e mi compare lui, il mio portafortuna, che mi sta fissando
e compare anche la neve da attraversare
risalgo nuovamente nella nebbia, e raggiungo il bivio col sentiero 505 per il Rifugio VII Alpini, sotto Forcella Pis Pilón
proseguo tra i prati sempre lungo il 511, e finalmente le nebbie cominciano a dissolversi mentre scendo la Val de la Medassa
adesso il sentiero entra nel bosco
per poi uscirne brevemente presso il Bivacco Casera Medassa
dopodiché rientra definitivamente
adesso è una bella discesa dove posso accelerare senza problemi, ed in breve raggiungo la Val de Rui Fret, dove il sentiero si immette sul 507 che proviene da Casera Palaza
adesso si va sostanzialmente in piano, ottimo per riposare le ginocchia
ed arrivo cosí al Ponte del mariano
dove ritrovo il sentiero 501 di ieri mattina
Gli ultimi 40 minuti di cammino, in leggera ma piacevole salita, mi riconducono alla macchina, stanco morto ma strasoddisfatto per questo giro grandioso che mi ha portato a vedere spettacolari panorami in condizioni che difficilmente si verificano