MERAVIGLIOSO TRIP MENTALE: Bocchette Centrali/Alte 27/28-08
Inviato: 01/09/2014, 12:29
Dolomiti di Brenta: 2 anni che ci provo ma per un motivo o per l' altro non riesco a combinar niente, sembrano un sogno irrealizzabile...
Questa folle estate poi, non sembra proprio adatta, con le previsioni meteo che cambiano ogni tre per due e la pioggia a farla da padrona...
Eppure sembra che ci sia una finestra di bel tempo (che questa estate vuol dire semplicemente "non pioggia") per mercoledí e giovedí... non posso non cogliere l' occasione al volo, ci tengo troppo a questo giro che 2 anni fa ho abortito proprio all' attacco per meteo e l' anno scorso non sono riuscito neanche ad organizzare...
Telefono in rifugio, si c'è posto, si il percorso è ok.
ANDIAMO.
La sveglia per mercoledí è tanto presto, quando mi alzo ci sono ancora i pipistrelli che girano, zaino già pronto in macchina, faccio una veloce colazione e parto per Vallesinella, sotto Madonna di Campiglio.
Parcheggio, zaino, scarponi, e via per questa avventura che mi porterà ad attraversare un mondo meraviglioso...
Come dicevo il rischio meteo non dovrebbe esserci, l' altro rischio -il sovraffollamento delle Bocchette Centrali- lo esorcizzo organizzando gli orari in modo non proprio ortodosso, impostandole subito dopo pranzo quando le carovane di gente sono già passate...
Inizio cosí, partendo lungo sentiero 317 in direzione Rifugio Casinei, ripido e monotono con mille tornanti scalinati (misti radici) nel bosco
Le tabelle, almeno quelle qua in basso, hanno i tempi larghi, ed in anticipo su quanto indicato arrivo al Rifugio Casinei, dove le temperature ancora fresche invogliano ad un bel cappuccino
riparto adesso col sentiero 318 verso il Rifugio Brentei
La musica inizialmente sembra sempre la stessa: ripido, bosco, radici...
dopo poco però esce all' aperto e comincia lo spettacolo: alle mie spalle Adamello e Presanella, subito cosí
davanti vedo per la prima volta il Crozzón di Brenta, che mi ammalia e mi rapisce
mi incanto ad ammirare la sua possenza, ma sono solo all' inizio del giro e la strada è lunga quindi mi rimetto in marcia, sicuro che la sua meravigliosa visione non mi abbandonerà
alla mia sinistra compare anche la bizzarra sagoma del Fridolín
arrivo al bivio di Valle del Fridolín, dove proseguo lungo il mio sentiero
adesso si cammina in costa -quasi in piano- sopra la Val Brenta, con Lui sempre davanti
e adesso il Brenta presenta la sua natura: un infinito complesso di spettacolari cenge
si passa anche per una breve galleria, ocio ai corni
fuori dal tunnel le visioni sono sempre più spettacolari
arrivo ad attraversare una piccola facile chiazza di neve: questo è solo l' antipasto
e subito dopo, "girato l' angolo", vengo investito da un' apocalisse dolomitica
Cima Brenta, Sfúlmini, Campanile Alto, Cima Brenta Alta... qualcuno vuole aggiungere altro?
questo posto è da andare via di testa
e anche alle spalle non si scherza
Continuo tra una visione e un vaneggio, e arrivo al Rifugio Brentèi, il rifugio gestito per anni dal mitico Bruno Detassis, in posizione spettacolare davanti al Crozzón di Brenta
Qua ci sta una tappa energetica: faccio carico con succo d' arancia e una bella sberla di sacher... aaah che ben, che botta de vita
ci voleva proprio!
Bello contento mi riavvio sempre lungo il sentiero 318, direzione Rifugio Tosa
il sentiero comincia su piacevole pascolo, ma in fondo domina su tutto la spettacolare testata della valle
mano a mano che salgo, il sentiero passa dal prato alla brulla pietraia, e l' ambiente si fa sempre più selvaggio
e lei mi osserva massiccia e severa
Anche l' aspetto della valle adesso è completamente cambiato... per i miei gusti in meglio
Adesso l' ambiente è in perfetta sintonia con i miei gusti, questo è il mio mondo: un mondo brullo, aspro, selvaggio, il cui grigio è addolcito dal bianco della neve
neve che non si fa attendere: se prima avevo attraversato due sputacchi, adesso arrivano i nevai seri
mentre mi avvio verso la fine della neve, il Campanile Basso mi osserva
arrivano anche i primi tratti attrezzati per superare questi gradoni e qualche breve paretina
pesto ancora un po' di neve
e trovo un altro breve tratto attrezzato
arrivo cosí alla rampa finale per Bocca di Brenta, dove la neve la fa da padrona: sembra di essere in un sogno, per me questo è il paradiso
arrivo a Bocca di Brenta, culmine di questa prima tratta
e scopro che la fabbrica delle nebbie, sul versante di Molveno, ha già iniziato a lavorare a pieno regime
mi avvio a scendere al Rifugio Tosa, che gioca a nascondino con le nuvole
mentre alle mie spalle sembra tenere
pochi minuti in cengia
ed arrivo al Rifugio Tosa, dove mi fermo a pranzare
Il personale è molto simpatico e veloce, e dopo una bella mangiata e un po' di riposo per le gambe riparto per il Rifugio Alimonta e quello che è il vero obbiettivo di questa due giorni: la via delle Bocchette, uno spettacolare percorso attrezzato, principalmente in cengia, che divido in due parti, oggi tocca alle Bocchette Centrali
mentre pranzavo la fabbrica delle nebbie non ha perso tempo, e mi sta oscurando anche Bocca di Brenta, che devo risalire
arrivo su e dai, va già meglio, cosí comincio a ridiscendere il nevaio di prima
mi sposto sotto la parete tra neve e massi
ed arrivo alla tabella che indica l' inizio di questo spettacolo
Indosso imbrago, casco e kit da ferrata, sono pronto ad iniziare quello che sarà un meraviglioso trip mentale.
Perché trip mentale? perché quando vado in montagna, da solo, la mia testa si svuota di tutto: via lo stress, via le rotture di maroni, via qualsiasi cosa: siamo io e la montagna, la mia mente comincia a vagabondare in un mix di pensieri, emozioni, sogni che si rincorrono, più l' ambiente è selvaggio e isolato e più questi vagabondano, si incrociano, si scontrano, vanno ovunque... probabilmente è anche per questo che mi piace muovermi in solitaria...
e quando vado per cenge, con la parete che sale da una parte e il vuoto dall' altra, l' effetto si amplifica...
Non so come faccio, ma nonostante tutto questo i sensi rimangono incollati a quello che sto facendo: occhi e orecchie sono come radar e antenne... vaneggio totale e concentrazione massima allo stesso tempo, che sia il caso di farmi vedere da uno bravo?
il percorso inizia con un breve tratto attrezzato seguito da questa scaletta che punta dritta verso il cielo
Per poi immettersi su questa spettacolare cengia a precipizio sulla Val Brenta
Le visioni si commentano da sole
la cengia aggira questo simpatico canalino
per poi infilarsi in un quasi passo del gatto
quando sei qua in alto il primo istinto è di sentirti il padrone del mondo, subito dopo però ti rendi conto di quanto piccolo tu sia a confronto con questi colossi
sto aggirando la Cima di Brenta Alta, risalgo qualche metro con una scaletta, e mi trovo davanti la mole del Campanile Basso
adesso proseguo in un mix di cenge e facili canalini da risalire
punto dritto verso le nuvole, mentre mi lascio alle spalle questo spettacolo
e mi si presenta davanti la Bocchetta del Campanile Basso
prima di raggiungerla però devo passare questo canalino invaso dalla neve, che è stato attrezzato con una corda per superare l' ostacolo
vertigini
raggiungo finalmente la bocchetta, dove le nebbie mi danno il benvenuto nel loro regno
da qua in poi l' ambiente sarà spettralmente affascinante... canalini, paretine, cenge, tutto assume un aspetto diverso con la nebbia, tutto incute pensieri e viaggi mentali assurdi... non sei più tu e la montagna, sei tu con te stesso
forme bizzarre compaiono dal nulla come spettri
e tu continui il tuo viaggio nella montagna che è diventato un viaggio in te stesso
in una rara schiarita compare una scaletta da scendere...
porta nell' oblio
eccolo, sta arrivando il mostro
la cengia si fa sempre più esile sul nulla eterno
arriva un canalino attrezzato da scendere: ne sto venendo fuori?
NO
vedo delle sagome nella nebbia, si materializzano sempre di più... Brenta che magia
un' ultima cengia, seguita da una scala... mi porterà fuori? mi porterà ancora più dentro?
giro l' angolo, flash, la nebbia si dissolve e compare la Torre di Brenta
sotto di me la Vedretta dei Sfulmini, in fondo il Rifugio Alimonta è già in vista
inizio a scendere le scalette che mi porteranno fuori dal trip
e arrivo a Bocca dei Armi, dove tolgo l' armamentario e mi concedo una sigaretta in relax
mentre sto riposando, mi raggiungono due ragazze tedesche, una è veramente notevole
Bene penso io,sicuramente verranno anche loro a dormire la, dopo la fatica arriva anche il premio
Stocasso! mi dicono che prendono un altro sentiero e vanno a dormire dall' altra parte
niente, con le tedesche su per i monti non c'è proprio verso, mai una gioia!!!
nel frattempo tornano anche le nuvole basse, vabbe', ho capito, mi rimetto in marcia, e comincio a scendere lungo la Vedretta dei Sfulmini
nebbia e neve, i due elementi dominanti di questa giornata
esco dalla vedretta ed arrivo in pochi minuti al Rifugio Alimonta, dove passerò la notte
il gestore è un personaggio, ma veramente un personaggio, e il suo staff è strasimpatico, bene, si prospetta una serata piacevole
Ceno, tra un grappino e l' altro gioco a scala 40 con un gruppo di ragazzi modenesi e me ne vado a nanna. Dormo come un pero fino a che suona la sveglia, grazie grappe che avete fatto effetto
il risveglio è un po'... nebuloso (ma le previsioni martedí non dicevano che oggi sarebbe stato bello?? )
ma riesco comunque a godermi la mia prima enrosadira sul Brenta
a darmi il buongiorno c'è anche un branco di camosci
rincuorato dalla visione dei miei portafortuna, vado a fare una bella colazione, ma arrivano le cattive notizie: pare che in mattinata debba piovere...
controlliamo 2 siti internet: uno da bello tutto il giorno, l' altro da pioggia tra le 8 e le 10, poi bello... che fare?
Bon, resto in stand-by in attesa di vedere cosa fa il tempo: se tiene o piove per poco vado avanti col programma, se invece piove e dura molto ho due programmi di riserva, uno per un rientro veloce e uno per un rientro un po' più lungo ma che almeno mi permette di non buttare via completamente la giornata...
Arrivano quasi le 8 e mezza e di pioggia non se ne vede una goccia, in fondo, in lontananza, si intravvedono segnali di schiarita, deciso, PROSEGUO COL PROGRAMMA.
Saluto i ragazzi e inizio a risalire la conca
alcuni gruppi stanno già salendo la Vedretta dei Sfulmini per andare a fare le Bocchette Centrali
io invece vado a prendere il sentiero 305: è il momento delle Bocchette Alte
sopra la vedretta le nuvole lasciano intravvedere un filo di blu
mentre giù per la conca la situazione è... fumosa...
io continuo su per i miei sfasciumi (e se non ravanassi almeno una volta a giro non sarei contento )
mentre sempre più comitive salgono a fare le Centrali: ho fatto davvero bene ieri a farle di pomeriggio
dai che si sta aprendo!!!!!!!!
un breve tratto attrezzato e una scaletta danno il via all' aggiramento della Cima di Molveno
arrivo sulla spalla, dove c'è un po' di neve da attraversare
il cielo si sta aprendo sempre di più ed il panorama... non ha bisogno di commenti
anche qua le forme bizzarre non mancano
e mi conducono a questa gola che non sembra neanche appartenere a questo mondo
giù per le scalette
e arrivo alla Bocchetta Bassa dei Massodí, da dove per la prima volta vedo il lago di Molveno senza nuvole
da qua una breve cengia attrezzata molto esposta mi porta al bivio con la Ferrata Detassis
ecco, quando dico molto esposta intendo cosí
non è adorabile questa gola?
riposo qualche minuto, mi godo il panorama, e poi riparto, su per questa scaletta
per poi continuare su roccette attrezzate
sto risalendo i Massodí, da cui i panorami non mancano certo
ancora qualche scaletta da salire
e...
e...
e...
ELAMADONNA!!!!!!
sopra di me incombono queste guglie
continuo a salire per le roccette attrezzate
e arrivo su questa meravigliosa cengia col Sole in faccia, aaah che ben
questa stramaledettissima estate è stata dominata di prepotenza dalle nuvole, e anche le giornate belle non fanno eccezione, cosií la fabbrica delle nebbie scalda i motori
e mentre la cengia aggira questo canale lei inizia a buttar su
via dalla cengia, si riarrampica
e quando mi giro mi accorgo che la festa è finita
si torna a camminare come spettri nella nebbia
e arrivo all' attacco della lunga e celebre Scala degli Amici, che dalla Cima dei Massodí mi farà scendere alla Bocca Alta dei Massodí
giù è... mmmm...
meglio guardare in su a dove dovrò salire
prima di salire però c'è un altro breve aggiramento in cengia
err pare che debba salire di la
err, ok, vado su di qua e poi???
poi si passa una crestina inghiottita dall' oblio
per sbucare su questa cengia sospesa nel nulla: le montagne spariscono e come ieri siamo io e me stesso. PUNTO
La cengia torna attrezzata, poi si risale
per andare ad attraversare questo ripido nevaio attrezzato con una corda extra visto che quelle normali sono sepolte
L' oblio ed il mio trip sono spezzati da una chiassosa comitiva olandese che incrocio, spuntano come una squadra di spettri urlanti...
fortunatamente gli spettri come arrivano se ne vanno, e la cengia ripiomba nell' oblio
il sentiero comincia a scendere e cala su un' altra cengia spettrale
giro l' angolo e...
ma...
ma...
ma...
MA QUESTA È UNA PRESA PER IL KULO!!!!!
ho camminato tutta la mattina nella nebbia, e adesso mi trovo davanti uno spettacolo del genere... dai almeno le fatiche sono state ripagate!!!
Con animo ben più leggero comincio a scendere verso la Bocca di Tuckett
sotto di me la valle è dominata dalle Vedrette di Brenta
neve ne abbiamo?
il sentiero adesso scende faticoso tra roccette attrezzate e scalette
la stramaledettissima fabbrica delle nebbie però è sempre in agguato, non può farmela passare liscia e comincia a riempire la valle
arrivo finalmente alla Bocca di Tuckett, dove mi spoglio dell' armamentario e riposo qualche minuto
Dopo il riposo riparto per l' ultimo tratto che mi separa dal meritato pranzo, lungo il sentiero 303 in direzione Rifugio Tuckett
si scrive sentiero, si legge Vedretta di Brenta
la neve è morbida e una traccia ben battuta rende la discesa piacevole
dopodiché, a metà del vallone, la traccia esce dalla neve per portarsi su una pietraia lunare: adoro questi posti
do un ultimo sguardo verso Bocca di Tuckett
mi aspettano gli ultimi metri su terreno più... umano
e arrivo finalmente al Rifugio Tuckett
bravo e veloce lo staff, mi sparo una bella zuppa di goulasch e una salsiccia con polenta, e dopo caffè e grappino d' ordinanza sono pronto a ripartire verso valle col sentiero 317
uscito dal rifugio sento urlare, mi si gela il sangue pensando a qualcuno in difficoltà (tutto intorno è pieno di sentieri attrezzati e di gente che arrampica)
"C'è qualcuno in difficoltà?" chiedo al tipo
"No, sto solo salutando gli amici" risponde lui
"Ah meglio cosí, perché di solito quando si urla in montagna è perché c'è gente nei casini su qualche via"
Lui ammutolisce e io me ne vado fumandomi una sigaretta
inizio a scendere il sentiero che procede piacevole tra bei prati
per poi infilarsi nel bosco
e raggiungere il Rifugio Casinei
da qua prosegue fangoso e noioso nel bosco fitto
ed in pochi minuti raggiungo la macchina, concludendo cosí un giro galattico che è anche stato un mega trip mentale... ringrazio il cielo per essere riuscto a combinarlo con questa tabella di marcia trovando poca gente, l' avessi trovato affollato, soprattutto sulle Bocchette Centrali (di mattina sono un bordello) più che un trip mentale sarebbe stata una coda al supermercato... invece è andata cosí, ho goduto come un matto e sono riuscito finalmente a fare questo giro che aspettavo da due anni
Questa folle estate poi, non sembra proprio adatta, con le previsioni meteo che cambiano ogni tre per due e la pioggia a farla da padrona...
Eppure sembra che ci sia una finestra di bel tempo (che questa estate vuol dire semplicemente "non pioggia") per mercoledí e giovedí... non posso non cogliere l' occasione al volo, ci tengo troppo a questo giro che 2 anni fa ho abortito proprio all' attacco per meteo e l' anno scorso non sono riuscito neanche ad organizzare...
Telefono in rifugio, si c'è posto, si il percorso è ok.
ANDIAMO.
La sveglia per mercoledí è tanto presto, quando mi alzo ci sono ancora i pipistrelli che girano, zaino già pronto in macchina, faccio una veloce colazione e parto per Vallesinella, sotto Madonna di Campiglio.
Parcheggio, zaino, scarponi, e via per questa avventura che mi porterà ad attraversare un mondo meraviglioso...
Come dicevo il rischio meteo non dovrebbe esserci, l' altro rischio -il sovraffollamento delle Bocchette Centrali- lo esorcizzo organizzando gli orari in modo non proprio ortodosso, impostandole subito dopo pranzo quando le carovane di gente sono già passate...
Inizio cosí, partendo lungo sentiero 317 in direzione Rifugio Casinei, ripido e monotono con mille tornanti scalinati (misti radici) nel bosco
Le tabelle, almeno quelle qua in basso, hanno i tempi larghi, ed in anticipo su quanto indicato arrivo al Rifugio Casinei, dove le temperature ancora fresche invogliano ad un bel cappuccino
riparto adesso col sentiero 318 verso il Rifugio Brentei
La musica inizialmente sembra sempre la stessa: ripido, bosco, radici...
dopo poco però esce all' aperto e comincia lo spettacolo: alle mie spalle Adamello e Presanella, subito cosí
davanti vedo per la prima volta il Crozzón di Brenta, che mi ammalia e mi rapisce
mi incanto ad ammirare la sua possenza, ma sono solo all' inizio del giro e la strada è lunga quindi mi rimetto in marcia, sicuro che la sua meravigliosa visione non mi abbandonerà
alla mia sinistra compare anche la bizzarra sagoma del Fridolín
arrivo al bivio di Valle del Fridolín, dove proseguo lungo il mio sentiero
adesso si cammina in costa -quasi in piano- sopra la Val Brenta, con Lui sempre davanti
e adesso il Brenta presenta la sua natura: un infinito complesso di spettacolari cenge
si passa anche per una breve galleria, ocio ai corni
fuori dal tunnel le visioni sono sempre più spettacolari
arrivo ad attraversare una piccola facile chiazza di neve: questo è solo l' antipasto
e subito dopo, "girato l' angolo", vengo investito da un' apocalisse dolomitica
Cima Brenta, Sfúlmini, Campanile Alto, Cima Brenta Alta... qualcuno vuole aggiungere altro?
questo posto è da andare via di testa
e anche alle spalle non si scherza
Continuo tra una visione e un vaneggio, e arrivo al Rifugio Brentèi, il rifugio gestito per anni dal mitico Bruno Detassis, in posizione spettacolare davanti al Crozzón di Brenta
Qua ci sta una tappa energetica: faccio carico con succo d' arancia e una bella sberla di sacher... aaah che ben, che botta de vita
ci voleva proprio!
Bello contento mi riavvio sempre lungo il sentiero 318, direzione Rifugio Tosa
il sentiero comincia su piacevole pascolo, ma in fondo domina su tutto la spettacolare testata della valle
mano a mano che salgo, il sentiero passa dal prato alla brulla pietraia, e l' ambiente si fa sempre più selvaggio
e lei mi osserva massiccia e severa
Anche l' aspetto della valle adesso è completamente cambiato... per i miei gusti in meglio
Adesso l' ambiente è in perfetta sintonia con i miei gusti, questo è il mio mondo: un mondo brullo, aspro, selvaggio, il cui grigio è addolcito dal bianco della neve
neve che non si fa attendere: se prima avevo attraversato due sputacchi, adesso arrivano i nevai seri
mentre mi avvio verso la fine della neve, il Campanile Basso mi osserva
arrivano anche i primi tratti attrezzati per superare questi gradoni e qualche breve paretina
pesto ancora un po' di neve
e trovo un altro breve tratto attrezzato
arrivo cosí alla rampa finale per Bocca di Brenta, dove la neve la fa da padrona: sembra di essere in un sogno, per me questo è il paradiso
arrivo a Bocca di Brenta, culmine di questa prima tratta
e scopro che la fabbrica delle nebbie, sul versante di Molveno, ha già iniziato a lavorare a pieno regime
mi avvio a scendere al Rifugio Tosa, che gioca a nascondino con le nuvole
mentre alle mie spalle sembra tenere
pochi minuti in cengia
ed arrivo al Rifugio Tosa, dove mi fermo a pranzare
Il personale è molto simpatico e veloce, e dopo una bella mangiata e un po' di riposo per le gambe riparto per il Rifugio Alimonta e quello che è il vero obbiettivo di questa due giorni: la via delle Bocchette, uno spettacolare percorso attrezzato, principalmente in cengia, che divido in due parti, oggi tocca alle Bocchette Centrali
mentre pranzavo la fabbrica delle nebbie non ha perso tempo, e mi sta oscurando anche Bocca di Brenta, che devo risalire
arrivo su e dai, va già meglio, cosí comincio a ridiscendere il nevaio di prima
mi sposto sotto la parete tra neve e massi
ed arrivo alla tabella che indica l' inizio di questo spettacolo
Indosso imbrago, casco e kit da ferrata, sono pronto ad iniziare quello che sarà un meraviglioso trip mentale.
Perché trip mentale? perché quando vado in montagna, da solo, la mia testa si svuota di tutto: via lo stress, via le rotture di maroni, via qualsiasi cosa: siamo io e la montagna, la mia mente comincia a vagabondare in un mix di pensieri, emozioni, sogni che si rincorrono, più l' ambiente è selvaggio e isolato e più questi vagabondano, si incrociano, si scontrano, vanno ovunque... probabilmente è anche per questo che mi piace muovermi in solitaria...
e quando vado per cenge, con la parete che sale da una parte e il vuoto dall' altra, l' effetto si amplifica...
Non so come faccio, ma nonostante tutto questo i sensi rimangono incollati a quello che sto facendo: occhi e orecchie sono come radar e antenne... vaneggio totale e concentrazione massima allo stesso tempo, che sia il caso di farmi vedere da uno bravo?
il percorso inizia con un breve tratto attrezzato seguito da questa scaletta che punta dritta verso il cielo
Per poi immettersi su questa spettacolare cengia a precipizio sulla Val Brenta
Le visioni si commentano da sole
la cengia aggira questo simpatico canalino
per poi infilarsi in un quasi passo del gatto
quando sei qua in alto il primo istinto è di sentirti il padrone del mondo, subito dopo però ti rendi conto di quanto piccolo tu sia a confronto con questi colossi
sto aggirando la Cima di Brenta Alta, risalgo qualche metro con una scaletta, e mi trovo davanti la mole del Campanile Basso
adesso proseguo in un mix di cenge e facili canalini da risalire
punto dritto verso le nuvole, mentre mi lascio alle spalle questo spettacolo
e mi si presenta davanti la Bocchetta del Campanile Basso
prima di raggiungerla però devo passare questo canalino invaso dalla neve, che è stato attrezzato con una corda per superare l' ostacolo
vertigini
raggiungo finalmente la bocchetta, dove le nebbie mi danno il benvenuto nel loro regno
da qua in poi l' ambiente sarà spettralmente affascinante... canalini, paretine, cenge, tutto assume un aspetto diverso con la nebbia, tutto incute pensieri e viaggi mentali assurdi... non sei più tu e la montagna, sei tu con te stesso
forme bizzarre compaiono dal nulla come spettri
e tu continui il tuo viaggio nella montagna che è diventato un viaggio in te stesso
in una rara schiarita compare una scaletta da scendere...
porta nell' oblio
eccolo, sta arrivando il mostro
la cengia si fa sempre più esile sul nulla eterno
arriva un canalino attrezzato da scendere: ne sto venendo fuori?
NO
vedo delle sagome nella nebbia, si materializzano sempre di più... Brenta che magia
un' ultima cengia, seguita da una scala... mi porterà fuori? mi porterà ancora più dentro?
giro l' angolo, flash, la nebbia si dissolve e compare la Torre di Brenta
sotto di me la Vedretta dei Sfulmini, in fondo il Rifugio Alimonta è già in vista
inizio a scendere le scalette che mi porteranno fuori dal trip
e arrivo a Bocca dei Armi, dove tolgo l' armamentario e mi concedo una sigaretta in relax
mentre sto riposando, mi raggiungono due ragazze tedesche, una è veramente notevole
Bene penso io,sicuramente verranno anche loro a dormire la, dopo la fatica arriva anche il premio
Stocasso! mi dicono che prendono un altro sentiero e vanno a dormire dall' altra parte
niente, con le tedesche su per i monti non c'è proprio verso, mai una gioia!!!
nel frattempo tornano anche le nuvole basse, vabbe', ho capito, mi rimetto in marcia, e comincio a scendere lungo la Vedretta dei Sfulmini
nebbia e neve, i due elementi dominanti di questa giornata
esco dalla vedretta ed arrivo in pochi minuti al Rifugio Alimonta, dove passerò la notte
il gestore è un personaggio, ma veramente un personaggio, e il suo staff è strasimpatico, bene, si prospetta una serata piacevole
Ceno, tra un grappino e l' altro gioco a scala 40 con un gruppo di ragazzi modenesi e me ne vado a nanna. Dormo come un pero fino a che suona la sveglia, grazie grappe che avete fatto effetto
il risveglio è un po'... nebuloso (ma le previsioni martedí non dicevano che oggi sarebbe stato bello?? )
ma riesco comunque a godermi la mia prima enrosadira sul Brenta
a darmi il buongiorno c'è anche un branco di camosci
rincuorato dalla visione dei miei portafortuna, vado a fare una bella colazione, ma arrivano le cattive notizie: pare che in mattinata debba piovere...
controlliamo 2 siti internet: uno da bello tutto il giorno, l' altro da pioggia tra le 8 e le 10, poi bello... che fare?
Bon, resto in stand-by in attesa di vedere cosa fa il tempo: se tiene o piove per poco vado avanti col programma, se invece piove e dura molto ho due programmi di riserva, uno per un rientro veloce e uno per un rientro un po' più lungo ma che almeno mi permette di non buttare via completamente la giornata...
Arrivano quasi le 8 e mezza e di pioggia non se ne vede una goccia, in fondo, in lontananza, si intravvedono segnali di schiarita, deciso, PROSEGUO COL PROGRAMMA.
Saluto i ragazzi e inizio a risalire la conca
alcuni gruppi stanno già salendo la Vedretta dei Sfulmini per andare a fare le Bocchette Centrali
io invece vado a prendere il sentiero 305: è il momento delle Bocchette Alte
sopra la vedretta le nuvole lasciano intravvedere un filo di blu
mentre giù per la conca la situazione è... fumosa...
io continuo su per i miei sfasciumi (e se non ravanassi almeno una volta a giro non sarei contento )
mentre sempre più comitive salgono a fare le Centrali: ho fatto davvero bene ieri a farle di pomeriggio
dai che si sta aprendo!!!!!!!!
un breve tratto attrezzato e una scaletta danno il via all' aggiramento della Cima di Molveno
arrivo sulla spalla, dove c'è un po' di neve da attraversare
il cielo si sta aprendo sempre di più ed il panorama... non ha bisogno di commenti
anche qua le forme bizzarre non mancano
e mi conducono a questa gola che non sembra neanche appartenere a questo mondo
giù per le scalette
e arrivo alla Bocchetta Bassa dei Massodí, da dove per la prima volta vedo il lago di Molveno senza nuvole
da qua una breve cengia attrezzata molto esposta mi porta al bivio con la Ferrata Detassis
ecco, quando dico molto esposta intendo cosí
non è adorabile questa gola?
riposo qualche minuto, mi godo il panorama, e poi riparto, su per questa scaletta
per poi continuare su roccette attrezzate
sto risalendo i Massodí, da cui i panorami non mancano certo
ancora qualche scaletta da salire
e...
e...
e...
ELAMADONNA!!!!!!
sopra di me incombono queste guglie
continuo a salire per le roccette attrezzate
e arrivo su questa meravigliosa cengia col Sole in faccia, aaah che ben
questa stramaledettissima estate è stata dominata di prepotenza dalle nuvole, e anche le giornate belle non fanno eccezione, cosií la fabbrica delle nebbie scalda i motori
e mentre la cengia aggira questo canale lei inizia a buttar su
via dalla cengia, si riarrampica
e quando mi giro mi accorgo che la festa è finita
si torna a camminare come spettri nella nebbia
e arrivo all' attacco della lunga e celebre Scala degli Amici, che dalla Cima dei Massodí mi farà scendere alla Bocca Alta dei Massodí
giù è... mmmm...
meglio guardare in su a dove dovrò salire
prima di salire però c'è un altro breve aggiramento in cengia
err pare che debba salire di la
err, ok, vado su di qua e poi???
poi si passa una crestina inghiottita dall' oblio
per sbucare su questa cengia sospesa nel nulla: le montagne spariscono e come ieri siamo io e me stesso. PUNTO
La cengia torna attrezzata, poi si risale
per andare ad attraversare questo ripido nevaio attrezzato con una corda extra visto che quelle normali sono sepolte
L' oblio ed il mio trip sono spezzati da una chiassosa comitiva olandese che incrocio, spuntano come una squadra di spettri urlanti...
fortunatamente gli spettri come arrivano se ne vanno, e la cengia ripiomba nell' oblio
il sentiero comincia a scendere e cala su un' altra cengia spettrale
giro l' angolo e...
ma...
ma...
ma...
MA QUESTA È UNA PRESA PER IL KULO!!!!!
ho camminato tutta la mattina nella nebbia, e adesso mi trovo davanti uno spettacolo del genere... dai almeno le fatiche sono state ripagate!!!
Con animo ben più leggero comincio a scendere verso la Bocca di Tuckett
sotto di me la valle è dominata dalle Vedrette di Brenta
neve ne abbiamo?
il sentiero adesso scende faticoso tra roccette attrezzate e scalette
la stramaledettissima fabbrica delle nebbie però è sempre in agguato, non può farmela passare liscia e comincia a riempire la valle
arrivo finalmente alla Bocca di Tuckett, dove mi spoglio dell' armamentario e riposo qualche minuto
Dopo il riposo riparto per l' ultimo tratto che mi separa dal meritato pranzo, lungo il sentiero 303 in direzione Rifugio Tuckett
si scrive sentiero, si legge Vedretta di Brenta
la neve è morbida e una traccia ben battuta rende la discesa piacevole
dopodiché, a metà del vallone, la traccia esce dalla neve per portarsi su una pietraia lunare: adoro questi posti
do un ultimo sguardo verso Bocca di Tuckett
mi aspettano gli ultimi metri su terreno più... umano
e arrivo finalmente al Rifugio Tuckett
bravo e veloce lo staff, mi sparo una bella zuppa di goulasch e una salsiccia con polenta, e dopo caffè e grappino d' ordinanza sono pronto a ripartire verso valle col sentiero 317
uscito dal rifugio sento urlare, mi si gela il sangue pensando a qualcuno in difficoltà (tutto intorno è pieno di sentieri attrezzati e di gente che arrampica)
"C'è qualcuno in difficoltà?" chiedo al tipo
"No, sto solo salutando gli amici" risponde lui
"Ah meglio cosí, perché di solito quando si urla in montagna è perché c'è gente nei casini su qualche via"
Lui ammutolisce e io me ne vado fumandomi una sigaretta
inizio a scendere il sentiero che procede piacevole tra bei prati
per poi infilarsi nel bosco
e raggiungere il Rifugio Casinei
da qua prosegue fangoso e noioso nel bosco fitto
ed in pochi minuti raggiungo la macchina, concludendo cosí un giro galattico che è anche stato un mega trip mentale... ringrazio il cielo per essere riuscto a combinarlo con questa tabella di marcia trovando poca gente, l' avessi trovato affollato, soprattutto sulle Bocchette Centrali (di mattina sono un bordello) più che un trip mentale sarebbe stata una coda al supermercato... invece è andata cosí, ho goduto come un matto e sono riuscito finalmente a fare questo giro che aspettavo da due anni